tag:blogger.com,1999:blog-45221638006153143742024-02-21T11:20:00.123+01:00MENTI CRITICHE by Giovanni Dursimenti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.comBlogger158125tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-34271028986357328052023-10-19T11:15:00.000+02:002023-10-19T11:15:00.080+02:00Seguendo un razzo, di “ignota” provenienza, che semina morte ...<p></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Alle
ore 16:01 del 18 Ottobre, l'ANSA informa di scontri a Beirut, nei
pressi dell'ambasciata degli Stati Uniti in una manifestazione di
sostegno al popolo palestinese e di protesta per i bombardamenti
israeliani su Gaza.</span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ-FcsO6GhSm5tyD04VmsdDaDDhcG8QFIAfzv0yLMld7KyfcIsn4kHeZf0HZ25t9AKVyBIsyYjHQQCarDIz7YIg-M1JSKPV7SbxTiQU_1Rxa5cHKJ_foHENvxb4a2N3XiwM_3eJ0XQMNAYpUF2ejilyifPf8j9nRuf9RvbI7zQqDXn2kPemjlbQbN9p1Q/s1000/Guerra%20globale.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="541" data-original-width="1000" height="173" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJ-FcsO6GhSm5tyD04VmsdDaDDhcG8QFIAfzv0yLMld7KyfcIsn4kHeZf0HZ25t9AKVyBIsyYjHQQCarDIz7YIg-M1JSKPV7SbxTiQU_1Rxa5cHKJ_foHENvxb4a2N3XiwM_3eJ0XQMNAYpUF2ejilyifPf8j9nRuf9RvbI7zQqDXn2kPemjlbQbN9p1Q/s320/Guerra%20globale.jpg" width="320" /></a></span></span></div><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><br /></span></span><p></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Ulteriori
brutalità sono in corso anche nella città capitale dell'omonimo
Stato che si sommano alle inenarrabili violenze iniziate all'alba
del 7 Ottobre 2023 con l'attacco strategico in territorio israeliano,
mirato a incidere profondamente nello scenario mediorientale e
mondiale, da parte del <i>Ḥaraka al-muqāwama al-islāmiyya</i><span style="font-style: normal;">,
il </span>«Movimento della resistenza islamica»<span style="font-weight: normal;">,
Ḥamas.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-weight: normal;">L'odierno
è un ultimo capitolo – certo non il più cruento, l'esercito pare
abbia, secondo quanto appurato in queste ore, rapidamente caricato i
manifestanti – di una tragica sequenza di morti e distruzioni che
ha subito Ghazza (in arabo </span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><b>قطاع
غزة</b></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-weight: normal;">,
in ebraico ‛Azzāh) negli ultimi decenni, la città palestinese di
quasi seicentomila (rif. al censimento del 2017), situata nella
penisola del Sinai, dalla quale si dirama la Striscia costiera
mediterranea di Gaza su circa 45 km² che vede detenere oggi in
cattività oltre due milioni di cittadini.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-weight: normal;">Accostandosi
in modo </span></span></span><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: large;"><span style="font-weight: normal;">pragmàtico
</span></span><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: large;"><b>[<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote1sym" name="sdfootnote1anc"><sup>1</sup></a>]</b></span><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: large;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-weight: normal;">al
rinvigorito conflitto bellico arabo-israeliano, arginando quanto più
possibile i sentimenti, peraltro alquanto sollecitati, e
soffermandosi sull'episodio dell'Ospedale “Al-Ahli” di Gaza
colpito da un devastante razzo ieri, Martedì 17, provocando
centinaia di vittime,, sembra corretto astenersi da ogni velleitaria
e ipocrita propensione a prendere posizione, a schierarsi
ideologicamente.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Questa
affermazione, lungi dal desiderio tipicamente piccolo-borghese di
equidistanza o di deleteria indifferenza, scaturisce da un tentativo
di ripristinare in modo determinato l'onestà intellettuale, proprio
in ragione di una contagiosa tendenza, da contrastare, che incombe
sui fatti anticipando conclusioni approssimative, acritiche,
superficiali, tendenziose, frutto di pregiudizi.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Allo
storico serio interessano i fatti. A questo criterio, pur non essendo
esperti di ricerca storiografica, intendiamo attenerci.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Iniziando
proprio da uno degli ultimi fatti, quello del razzo che ha colpito
l'Ospedale di Gaza. La cronaca ci pone di fronte ad un classico
“fattoide” di ultima generazione. Apprendiamo con angoscia che i
morti riconducibili alla deflagrazione dell'ordigno sul nosocomio, a
ventiquattrore dall'evento, non si riesce a capire a chi attribuirli,
non si è in grado di addossare le responsabilità dell'ennesimo
eccidio.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Le
“agenzie” addestrate alle mistificazioni di fatti di guerra si
sono appropriate dell'accaduto e, senza risparmiare colpi altrettanto
efferati quanto le schegge assassine del missile scoppiato, mirano e
colpiscono i nemici con gran quantità di munizioni-parole.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">La
notizia, pur nella sua crudele gravità, è quasi del tutto resa
priva di fondamento, in quanto in un'area vigilata da satelliti e
sistemi di sorveglianza, in un teatro di guerra circoscritto,
infestato da droni e sotto osservazione permanente, diventa davvero
improbabile non avere la prova della traiettoria e, conseguentemente,
della postazione del sito di lancio.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Le
conoscenze divulgate sull'accaduto sono diffuse all'interno di
narrazioni contrapposte e amplificate dai mezzi di comunicazione di
massa che promuovono o l'una o l'altra descrizione al punto da essere
percepite entrambe come vere o, al contrario, ambedue come false.
Dunque, le versioni si elidono.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-weight: normal;">C'è
da chiedersi: si ha davvero necessità di capire chi sono i “cattivi”
o i “buoni” di questa tragedia, perché, ribadiamolo ancora, non
si assiste ad un </span><i><span style="font-weight: normal;">film</span></i><span style="font-weight: normal;">
dell'orrore. Dobbiamo fare la macabra conta di quante gole in queste
ultime settimane sono state squarciate da parte dei contendenti ?
Oppure, se si preferisce, calcolare il totale in modo arbitrario ?
Siamo in presenza di una stramba belligeranza tra angeli e demoni ? </span></span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: large;"><span style="color: black;"><span style="font-weight: normal;">Il
portavoce delle Forze di Difesa israeliane, Daniel Hagari ha ribadito
durante una conferenza stampa “che non c'è stato alcun fuoco
dell'IDF da terra, dal mare o dall'aria che ha colpito l'ospedale",
aggiungendo che le immagini dimostrano l’assenza di danni
strutturali agli edifici intorno all'ospedale e nessun cratere
compatibile con un attacco aereo. Fonti della “Jihad islamica”
smentiscono che sia stato possibile un “fuoco amico” e che
l'unico obiettivo politico-militare è </span></span><span style="font-weight: normal;">di
liberare la Palestina dalla presenza israeliana e costruirvi uno
Stato islamico.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Ciò
che, invece, è possibile appurare con certezza è che non c'è
sincera intenzione di cessare il fuoco e i massacri, non si registra
alcuna volontà di negoziare la pace, da parte, rispettivamente, dei
belligeranti e degli occulti registi, attualmente fuori scena.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">In
effetti, l'agenda politica internazionale prevede altre azioni.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: large;"><span style="color: black;">La
prima è quella di mero </span><span style="color: black;"><i>maquillage</i></span><span style="color: black;">
politico. Ricordare retoricamente – come fa, tra tanti, Ursula
Gertrud von der Leyen, la Presidente, in scadenza di mandato, della
Commissione europea - la storica opzione di convivenza tra lo Stato
ebraico d'Israele ed il popolo di Palestina; tale rievocazione è
motivata dall’avvicinamento tra Russia e Repubblica islamica dopo
la guerra con l’Ucraina.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: large;"><span style="color: black;">La
domanda è legittima: perché si torna solo ora – dopo ben 76 anni
- a</span>l piano adottato dall’Assemblea generale delle NU, il 29
Novembre 1947, per la spartizione della Palestina mandataria in due
Stati: uno ebraico, comprendente il 56% del territorio, l’altro
arabo, sulla parte restante, mentre Gerusalemme sarebbe stata <i>corpus
separatum</i> sotto l’amministrazione delle Nazioni Unite ?
L'inerente Risoluzione ONU n° 181 fu approvata a larga maggioranza
dopo lunghi negoziati preliminari, fu accettata dalla comunità
ebraica e respinta dalla comunità araba, pertant<span style="font-weight: normal;">o
non fu mai attuata. </span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: large;"><span style="color: black;">La
seconda azione che caratterizza le relazioni internazionali consiste
nel disfacimento politico e </span><span style="color: black;"><i>manu
militari</i></span><span style="color: black;"> di un inedito complesso
ordine mondiale che faticosamente si fa strada nella storia,
effettivamente multipolare, funzionale al ridimensionamento, alla
relativizzazione delle tradizionali potenze globali che hanno
governato gli affari internazionali, tutelando, tuttavia,
esclusivamente gli interessi nazionali (gli esempi più calzanti sono
</span>le guerre in Iraq e Afghanistan, quest’ultima con il suo
corollario in Pakistan)<span style="color: black;">, fino all'altro ieri
vigenti e sopravviventi.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">In
conclusione, si vuole rammentare che la Striscia di Gaza, è
densamente popolata con un’età media dei residenti di 17,7 anni,
soprattutto in conseguenza del massiccio afflusso di profughi
palestinesi dopo la costituzione dello Stato di Israele nel 1948.
Rimase sotto il controllo egiziano fino al 1967, salvo un breve
periodo di occupazione israeliana dal novembre 1956 al marzo 1957,
quando fu invasa dalle forze israeliane durante la “guerra dei Sei
giorni” e poi sottoposta ad amministrazione militare <b>[<a class="sdfootnoteanc" href="#sdfootnote2sym" name="sdfootnote2anc"><sup>2</sup></a>]</b>.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Rivendicata
dall’OLP come parte di uno Stato palestinese indipendente, veniva
posta dagli accordi di Oslo del 1993 sotto il controllo dell’Autorità
nazionale palestinese in base al principio della restituzione dei
territori occupati in cambio della pace. Proprio la città di Gaza,
il 14 Dicembre 1998, fu teatro di una storica visita del presidente
degli Stati Uniti Bill Clinton: l’abrogazione dallo Statuto
dell’Olp dei riferimenti alla distruzione di Israele, proclamata
solennemente in quell’occasione dalla dirigenza palestinese,
sembrava spianare la strada alla creazione imminente di uno Stato
palestinese e al reciproco riconoscimento fra i due popoli. Ma al
contrario, i ritardi israeliani nell’implementazione degli accordi,
l’espansione degli insediamenti ebraici in Cisgiordania e a Gaza,
il crescente ricorso, da un lato ad atti di terrorismo e, dall'altro,
all'autodifesa con l'intifada palestinese azzerarono di fatto i
progressi compiuti nei negoziati tra le parti e inauguravano una
lunga stagione di violenze di cui faceva le spese soprattutto la
sempre più impoverita popolazione palestinese.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Tra
il 2000 e il 2005 lo stato di crisi economica incombente a Gaza
appariva sempre più preoccupante, aggravato dalle continue
‘chiusure’ militari israeliane della Striscia che impedivano il
regolare funzionamento della vita lavorativa dei numerosi palestinesi
che si recavano in Israele. Aumentava la disoccupazione, crollavano
gli scambi commerciali, peggioravano i servizi sociali. Nell’agosto
2005 il primo ministro israeliano Ariel Sharon decise di procedere
unilateralmente allo smantellamento delle basi militari e delle
numerose colonie ebraiche costituitesi nella Striscia nel corso dei
decenni successivi all’occupazione (21 colonie con circa 8200
abitanti), mettendo fine all’amministrazione militare.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Tutto
il territorio di Gaza passava così in mano palestinese.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Dopo
il ritiro Israele si riservò comunque il controllo dello spazio
aereo e delle acque territoriali, il diritto di vietare l’ingresso
nella Striscia a coloro che non vi risultavano residenti, il
controllo totale dei movimenti di persone e merci tra Gaza e la
Cisgiordania e di tutte le merci in entrata nella Striscia, con
conseguente facoltà di chiudere i relativi varchi.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Per
queste ragioni, le elezioni politiche del Gennaio 2006 in
Cisgiordania e a Gaza facevano registrare il successo elettorale di
Ḥamas, capace di penetrare in profondità nella società
palestinese raccogliendo adesioni sia tra le fasce più disagiate
della popolazione, sia tra gli studenti universitari e i ceti
emergenti. Il rifiuto di al-Fatàh, fino ad allora la più forte
organizzazione politica palestinese, di formare un governo di unità
nazionale con Ḥamas, non disposta a rinunciare ai suoi proclami
sulla distruzione dello Stato ebraico, lasciava presagire uno scontro
imminente tra le due organizzazioni, che fu rinviato solo a causa
della violenta offensiva lanciata da Ḥamas contro Israele (fine
Giugno 2006), cui quest’ultimo rispose con un’incursione del suo
esercito nella Striscia, incursione che portò allo stremo la
popolazione già fortemente colpita.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Tra
l’autunno del 2006 e il Giugno del 2007 nonostante un illusorio
accordo di governo tra i due partiti palestinesi, s’intensificavano
gli scontri nelle strade tra i militanti delle due opposte fazioni,
culminati in una vera e propria battaglia militare provocata da Ḥamas
che vedeva sconfitta ed espulsa al-Fatàh dal territorio di tutta la
Striscia, mentre la stessa Ḥamas s’impossessava di tutti i centri
di potere. Si determinava di fatto una divisione tra Cisgiordania e
Gaza; quest’ultima, infatti, non riconosceva più l’autorità del
presidente palestinese Abū Māzen,che rappresentava l’anima
moderata dell’universo palestinese.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Tra
il 2006 e il 2007 si intensificavano le operazioni militari
israeliane a Gaza con l’obiettivo dichiarato di smantellare le basi
di lancio dei missili Qassam, che minacciavano Sderot, il deserto del
Negev, Ashkelon e la città costiera di Ashod. L’alleanza tra
Ḥamas, gli Hezbollah libanesi e l’Iran del presidente Ahmadinejad
potenziava la forza militare di Ḥamas, ma non risparmiava alla
popolazione della Striscia un’ennesima prova di resistenza.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Il
18 Gennaio 2008 Israele chiudeva ancora una volta Gaza in una morsa
tagliando tutti i rifornimenti: cibo, combustile, aiuti umanitari. Il
23 Gennaio alcune centinaia di migliaia di palestinesi forzavano il
valico di Rafah al confine con l’Egitto in cerca di cibo e
assistenza. Pronta ad approfittare della tragedia della popolazione,
Ḥamas alzava i toni della sua propaganda anti-israeliana per
guadagnare attenzione e appoggi nella comunità internazionale, ma
alla fine dell’anno, il 27 dicembre, Israele scatenava una nuova
guerra a Gaza. Obiettivo dichiarato dell’attacco era porre fine al
lancio di razzi sul territorio israeliano, che dal 2000 aveva
provocato 28 vittime.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: large;"><span style="color: black;">Con
il cessate il fuoco del 18 Gennaio 2009 e il ritiro delle truppe
israeliane dopo l’operazione </span><span style="color: black;"><i>Piombo
Fuso</i></span><span style="color: black;">, Gaza appariva un campo di
rovine: tra 1166 e 1417 morti il bilancio delle vittime tra i
palestinesi, e moltissime le perdite registrate tra i civili; 13 gli
israeliani morti, 10 militari e tre civili.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">L’impressione
suscitata nel mondo dalla situazione a Gaza spinse il Consiglio per i
diritti umani delle NU a istituire una Commissione d’indagine i cui
risultati furono resi noti nel settembre 2009: si leggeva nella
dichiarazione, successivamente sconfessata dal presidente, ma non
dagli altri membri della Commissione, che Israele aveva
reiteratamente violato i diritti umani della popolazione palestinese
e forse commesso anche crimini contro l’umanità.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Il
2009, intanto, aveva fatto registrare numerosi ma sterili tentativi
di giungere a una riconciliazione tra Ḥamas e al-Fatàh con la
mediazione dell’Egitto, mentre una trattativa segreta era stata
avviata alla fine dell’anno tra Israele e i vertici di Ḥamas per
il rilascio del giovane soldato israeliano Gilad Shalit rapito il 25
Giugno 2006 da un commando palestinese dell'organizzazione penetrato
in territorio israeliano dalla Striscia attraverso un tunnel
sotterraneo.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: large;"><span style="color: black;">Nel
Maggio 2010 l’attenzione della comunità internazionale fu
richiamata dall’incursione armata della marina israeliana sulla
nave turca </span><span style="color: black;"><i>Mavi Marmara</i></span><span style="color: black;">
che navigava in acque internazionali alla testa di una flottiglia di
navi dirette a Gaza e intenzionate a forzare il blocco navale
israeliano intorno alla Striscia per consegnare aiuti umanitari e
beni di prima necessità. Nove attivisti turchi a bordo della </span><span style="color: black;"><i>Mavi
Marmara</i></span><span style="color: black;"> furono uccisi e molti
vennero feriti dopo il tentativo di resistenza violenta da parte
dell’equipaggio all’incursione israeliana. L’episodio determinò
un brusco deterioramento dei rapporti tra Israele e la Turchia,
importante alleato strategico dello Stato ebraico nella regione.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: large;"><span style="color: black;">Nel
corso del 2011, malgrado i tentativi di riannodare i rapporti tra i
due paesi, permaneva uno stato di tensione, alimentato anche dal
rapporto della Commissione istituita dalle NU che pur accusando
Israele di aver ecceduto nell’uso spropositato della forza non
considerava illegittimo, come auspicato dal governo turco, il blocco
israeliano intorno a Gaza.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Nel
maggio 2011, dopo i numerosi tentativi andati a vuoto e una
recrudescenza delle violenze tra i militanti delle due
organizzazioni, i leader di Ḥamas e al-Fatàh firmavano al Cairo un
accordo di riconciliazione, prontamente criticato dalle autorità
israeliane, che fissava al 2012 le nuove consultazioni parlamentari e
presidenziali. Ma la posizione di forza di Ḥamas veniva ribadita
ancora una volta nell’Ottobre del 2011, quando l’11 del mese,
dopo cinque anni di delicati negoziati condotti con la mediazione
egiziana, i vertici dell’organizzazione e le autorità israeliane
annunciavano l’accordo sul rilascio di Gilad Shalit in cambio della
liberazione di oltre mille palestinesi prigionieri nelle carceri
israeliane. Il 18 Ottobre Shalit tornava a casa e contemporaneamente
i primi 477 detenuti palestinesi venivano liberati. </span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Nel
Novembre 2012 si è verificata una nuova ripresa delle ostilità
israelo-palestinesi: una nuova offensiva di Israele, nel corso
dell’operazione denominata “Colonna di nuvola”, ha provocato la
morte di A. al Jabari, leader delle brigate Ezzedin Al Qassam, il
braccio militare di Ḥamas, seguita da numerose incursioni aeree
nella Striscia di Gaza che hanno colpito un totale di circa 1300
obiettivi e prodotto 160 morti, mentre concomitanti lanci di razzi a
opera delle forze di resistenza palestinesi interessavano Tel Aviv e
altre città israeliane. Dopo otto giorni di violenti scontri, un
accordo bilaterale per il cessate il fuoco è stato raggiunto grazie
alla mediazione del nuovo governo islamista dell'Egitto e sostenuto
dagli Usa, sebbene la tregua appaia agli osservatori internazionali
ancora molto fragile e l'OLP abbia presentato una protesta al
Consiglio di sicurezza dell'ONU per la sua violazione da parte di
Israele, dove si sarebbero inoltre registrati ancora sporadici lanci
di razzi sparati dalla Striscia di Gaza. </span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Nel
maggio 2014, dopo il raggiungimento di un’intesa tra al-Fatàh e
Ḥamas, le due fazioni si sono accordate sulla nomina di R.
Hamdullah a primo ministro del governo transitorio di unità
nazionale, ufficialmente insediatosi il mese successivo; le
dimissioni di Hamdullah, rassegnate nel giugno 2015 per
l’impossibilità di rendere operativo l’esecutivo all’interno
della Striscia di Gaza, e i continui dissidi interni hanno portato al
rinvio delle elezioni, mentre la Cisgiordania e Gerusalemme hanno
visto un drammatico aumento della tensione, sfociato nel settembre
2015 in una nuova ondata di violenza, poi rientrata anche grazie al
mancato appoggio delle principali organizzazioni politiche
palestinesi. Un passo decisivo verso la riconciliazione è stato
compiuto nel Settembre 2017 con lo scioglimento dell’esecutivo di
Ḥamas a Gaza e con l’accettazione da parte del movimento
islamista delle condizioni poste dall'ANP, tra cui l’indizione di
elezioni generali che comprendano anche Gaza e Palestina. </span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Nel
Maggio 2021 violenti scontri scoppiati a seguito dell’allontanamento
di alcune famiglie palestinesi da un quartiere di Gerusalemme hanno
provocato una recrudescenza del conflitto israelo-palestinese, nel
corso della quale le due parti si sono affrontate con scontri di
artiglieria e attacchi aerei che hanno provocato la morte di circa
200 individui.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;">La
tregua tra Hamas e Israele è stata raggiunta alla fine di Maggio,
quando esse hanno concordato il cessate il fuoco, reclamando entrambe
la vittoria, ma negli anni successivi si sono registrate varie fasi
di ripresa delle ostilità alternate a labili tregue, come
nell'Agosto 2022 e nel Maggio 2023, mentre nell'Ottobre 2023 Hamas
decide di rompere gli indugi e lancia da Gaza una nuova offensiva
contro diverse città israeliane attraverso incursioni via terra e
<i>raid</i> aerei, cui Israele ha risposto assediando l'area della
Striscia e bloccando le forniture di cibo, elettricità, carburante e
acqua. L’<i>escalation</i> militare ha aperto uno scenario di
guerra che ha generato nella comunità internazionale grande
apprensione per il rischio di una estensione del conflitto ben oltre
il contesto regionale.</span></span></p>
<p style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;"><span style="color: black; font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, serif;"> 18/10/2023 Giovanni
Dursi</span></span></p>
<div id="sdfootnote1">
<p align="JUSTIFY" class="sdfootnote" style="margin-left: 0cm; text-indent: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: x-small;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote1anc" name="sdfootnote1sym">1</a>
Nel significato di «attinente ai fatti», derivato di πρᾶγμα
-ατος «cosa, fatto», che riguarda prevalentemente l’attività
pratica, l’azione; caratterizzato dal prevalere degli interessi
pratici su quelli teoretici e sui valori ideali.</span></span></span></p>
</div>
<div id="sdfootnote2">
<p align="JUSTIFY" class="sdfootnote" style="margin-left: 0cm; text-indent: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: x-small;"><a class="sdfootnotesym" href="#sdfootnote2anc" name="sdfootnote2sym">2</a>
Per la dettagliata ricostruzione qui riportata, l'autore
dell'articolo si è valso di fonti storiografiche offerte
dall'Istituto della Enciclopedia italiana fondata da Giovanni
Treccani,<i> Società per azioni</i>, che tra gli scopi annovera la
produzione di opere che possono comunque derivarne, o si richiamino
a quella esperienza; l'esercizio delle iniziative e attività
editoriali e di quelle culturali in ogni forma e modalità, in
specie per gli sviluppi della cultura umanistica e scientifica, per
la tutela, la valorizzazione e la diffusione della cultura italiana,
nonché per esigenze e attività educative, di ricerca, di
formazione e di servizio sociale (Art. 2 Oggetto, Statuto, Allegato
"A" all'Atto rep. n. 64340 racc. n. 21028.</span></span></span></p>
</div>
<p> </p><p> </p><p> </p>menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-90295000166974115162023-01-03T14:26:00.007+01:002023-01-03T14:30:04.227+01:00A proposito di “Peace & Love” - “Linguaggi” post-moderni di pace, trasformazione sociale e “sinistra” frustratamente extraparlamentare<p style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span style="color: black;"><span><span>La
simbologia che ha storicamente accompagnato l'universale
rivendicazione di pace – a partire dal 21 Febbraio del 1958 quando,
con notevole rilievo sociale, un mobilitazione di massa sostenne
iniziative per il disarmo nucleare - trova oggi nello <i>slogan</i>
“<i>Peace & Love</i>” un punto d'approdo di certa <i>leadership</i>
della cosiddetta “sinistra” frustratamente extraparlamentare.</span></span></span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span style="color: black;"><span><span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXMeo8WQYCt_Jh64kb-LZU7XcgFrGHUNK-J0yWw0Jg45Np7p3CQn7FDgYpTHs-lGZuRjrCNeciyQzLXqKaYHPAuhi5t-e5WdG-sflD7i4rYX425oFJfhKp9apQz6Uk7PypgXaxo35VQDDgjQGyQUYKJgNS9ab-JILzGIX4CABzP7UVlHMhvuywmA4A/s1280/Peace%20&%20love.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="1280" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXMeo8WQYCt_Jh64kb-LZU7XcgFrGHUNK-J0yWw0Jg45Np7p3CQn7FDgYpTHs-lGZuRjrCNeciyQzLXqKaYHPAuhi5t-e5WdG-sflD7i4rYX425oFJfhKp9apQz6Uk7PypgXaxo35VQDDgjQGyQUYKJgNS9ab-JILzGIX4CABzP7UVlHMhvuywmA4A/s320/Peace%20&%20love.png" width="320" /></a></span></span></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span></div><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">
</span></span><p style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span style="color: black;"><span><span>Alcuni
esponenti di vertice di tale “sinistra” dimenticano il fatto - o
si mostrano sprezzantemente non curanti dello stesso - che
l'iconografia ed i “messaggi” del pacifismo (ad esempio, “fate
l’amore, non la guerra”) sono stati del tutto riassorbiti dalla
logica mercantile del capitalismo maturo che dell'epopea degli <i>hippie
</i><span style="font-style: normal;">e </span>delle aspirazioni
insurrezionali del <i>Sessantotto</i> novecentesco ne hanno fatto
prodotti di consumo, dal <i>brand </i>Moschino alla Disney Pixar, per
limitarci ad alcune aziende che operano globalmente.</span></span></span></span></span></p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">
</span></span><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span style="color: black;"><span><span><span style="font-weight: normal;">A
nostro giudizio si è giunti al parossistico approdo concettuale e
pratico di parte di tale “sinistra” che prima distorce, poi
confonde, infine riutilizza un'accozzaglia di teorie, di linguaggi,
di atteggiamenti anche storicamente rilevanti, in modo
indubitabilmente vanaglorioso, eclettico (nel senso di </span><b>incoerente
orientamento cognitivo</b><span style="font-weight: normal;"> che </span>non
segue un determinato sistema o indirizzo di indagine, ma che
preferisce scegliere ed armonizzare arbitrariamente principî e
congetture che ritiene migliori tra diverse narrazioni teoriche),<span style="font-weight: normal;">
tendendo nella sostanza a </span><b>sostituire</b><span style="font-weight: normal;">
un percorso d'</span><b>alternativa politica</b><span style="font-weight: normal;">
al capitalismo (teorico-politico ed organizzativo) con un lavoro
pseudoculturale d'enfatizzazione di idee e pratiche che possono
essere eventualmente considerate un'</span><b>alternativa di costume</b><span style="font-weight: normal;">
all'interno del sistema capitalistico di produzione e riproduzione
della vita, quindi assolutamente compatibile con la stratificazione
classista della società e con il suo portato d'estrazione costante
di plusvalore, “l’eccedenza del prodotto sulla somma dei valori
degli elementi della sua produzione”.</span></span></span></span></span></span></p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">
</span></span><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span style="color: black;"><span><span><span style="font-weight: normal;">I
dirigenti di siffatta “sinistra”, frustratamente
extraparlamentare, sono vanagloriosi, infatti, quando esprimono un
sentimento di vanità, di fatuo orgoglio, per cui ambiscono al
consenso immediato – si potrebbe dire irriflessivo - per meriti
inesistenti o inadeguati circa le sorti del mondo e delle classi
subalterne. “</span><i><span style="font-weight: normal;">Peace &
Love</span></i><span style="font-weight: normal;">” </span><i><span style="font-weight: normal;">ad
abundantiam</span></i><span style="font-weight: normal;"> sui </span><i><span style="font-weight: normal;">social
network</span></i><span style="font-weight: normal;"> come richiamo
per le allodole, come spudorata espressione di un eclettismo che
niente di buono prevede per le classi subalterne. La vanagloria
immanente a simili scellerate mediatiche posizioni finisce con il
produrre un vero e proprio cortocircuito di natura quasi
teologico-morale a matrice cattolica, impedendo d'affrontare con
coraggio un attuale e cogente ripensamento critico-politico della
trasformazione sociale. Conseguentemente, l'eclettica </span><i><span style="font-weight: normal;">leadership
</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">che
confonde l'alternativa di costume con quella politica </span></span><span style="font-weight: normal;">non
affida al marxismo ed al leninismo il compito di interpretare
teoricamente e strategicamente le contraddizioni economico-sociali in
essere, attardandosi, in modo incongruo, in un immoderato desiderio
di manifestare la propria bontà umana (rivendicando un indistinto
afflato di pace e amore) e in tal guisa ottenere il rispetto delle</span><i><span style="font-weight: normal;">
umane genti</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
di quegli </span></span><i><span style="font-weight: normal;">homines</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
dei quali si trascura la reale e tragica sussistente condizione di
classe.</span></span></span></span></span></span></span></p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">
</span></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span style="color: black;"><span><span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZC56tKoKUAoZGZF1V_nua9I6tJeUFcNHvGjamIc14wz19vDnA5GRxHwdLq9MLoOPU3zPh6ekxF5tBtBD_Uj_GAdga877i5_SVlAGMchvJInhG0E8ZP1i3tPsUkDpUVvK-35BfTtmL6C26zbeaNBDmWJu9X5nBy_driGSsrow7cCvEKOdGNHPl2EMw/s713/Moschino.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="713" data-original-width="600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZC56tKoKUAoZGZF1V_nua9I6tJeUFcNHvGjamIc14wz19vDnA5GRxHwdLq9MLoOPU3zPh6ekxF5tBtBD_Uj_GAdga877i5_SVlAGMchvJInhG0E8ZP1i3tPsUkDpUVvK-35BfTtmL6C26zbeaNBDmWJu9X5nBy_driGSsrow7cCvEKOdGNHPl2EMw/s320/Moschino.jpg" width="269" /></a></span></span></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /><span style="color: black;"><span><span>La
coscienza della suindicata “sinistra”, frustratamente
extraparlamentare, che incarna una aspetto d'ell'</span></span></span><span style="color: black;"><span><span><span style="font-style: normal;"><b>idealismo
post-moderno</b></span></span></span></span><span style="color: black;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(una sorta di variabile politico-ideologica del cosiddetto </span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span><span><span style="font-style: normal;">«</span></span></span></span><i><span style="color: black;"><span><span>pensiero
debole</span></span></span></i><span style="color: black;"><span><span><span style="font-style: normal;">»</span></span></span></span><span style="color: black;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">)
esemplificato dalla comunicazione sociale della sua </span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span><span><i><span style="font-weight: normal;">leadership</span></i></span></span></span><span style="color: black;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
si palesa, dunque, alla maniera di un pan-pacifismo che, come la
coltre bianca della neve, tutto copre occultando i diversi profili
del variegato territorio sottostante rendendolo suggestivamente e
morfologicamente equivalente.</span></span></span></span></span></span></span></div><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">
</span></span><p style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span style="color: black;"><span><span><span style="font-style: normal;">Come
è possibile definirsi di “sinistra” o, addirittura, comunista
non condividendo la seguente apertura d'analisi della questione: “Il
capitalismo prepara, come sempre, le condizioni della guerra. Si può
dire di più: il capitalismo è di per se stesso la guerra e, siccome
tutto il mondo è capitalistico, la guerra è oggi la condizione
permanente dell'umanità. Dal primo decennio del secolo lo sviluppo
del capitalismo ha finito d'essere relativamente pacifico perché è
stato questo sviluppo stesso a produrre l'imperialismo e a far sì
che i paesi capitalistici più sviluppati avessero la forza
economica, e quindi militare, di imporre le loro necessità di
espansione e i loro interessi ai paesi capitalistici meno sviluppati
e quindi più deboli o a paesi coloniali i quali subivano un processo
di diffusione del capitalismo nel loro interno” (rif.
L'imperialismo unitario, Capitolo XII, "Il nemico è in casa
nostra" 1965-1968, </span>Arrigo Cervetto, 1950-1980) ?</span></span></span></span></span></p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">
</span></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span style="color: black;"><span><span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwF-7arPMga-yC8p7DeY858w4OSa7AOvG-OmSq67kb09kS-WtkyzPm9d76H19etp-YUnjwo-JYQrDvM1Nk8F5peryS5gFQu0mU2AiEMyYb9qDf8Ohn_ghh3-0iCqJxf9dz9K1lADkZ9k_pT-mh1oU5atw7NIIM_T9pdZxOEABqAyhEnHQ_nBUZLX3d/s605/Eclettismo.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="340" data-original-width="605" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwF-7arPMga-yC8p7DeY858w4OSa7AOvG-OmSq67kb09kS-WtkyzPm9d76H19etp-YUnjwo-JYQrDvM1Nk8F5peryS5gFQu0mU2AiEMyYb9qDf8Ohn_ghh3-0iCqJxf9dz9K1lADkZ9k_pT-mh1oU5atw7NIIM_T9pdZxOEABqAyhEnHQ_nBUZLX3d/s320/Eclettismo.jpg" width="320" /></a></span></span></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><br /><span style="color: black;"><span><span><span style="font-weight: normal;">In
secondo luogo, la deriva evangelico-pacifista sembra spazzare via,
sottoporre ad oblio tutto quello sforzo di ricerca etico-politica,
nell'ambito del materialismo storico, di Ernst Bloch secondo il
quale “</span>il futuro si caratterizza non tanto per essere ciò
che supera uno stadio precedente in una scansione
dialettico-evolutiva e progressiva; si caratterizza cioè non come
ciò che annuncia un regno dei fini sia di segno religioso che
politico-ideologico. Il futuro, nella prospettiva blochiana, è ciò
che non è ancora. Anzi, grazie alla straordinaria intuizione della
<i>Ungleichzeitigkeit</i> (la non contemporaneità dei tempi storici)
il futuro può essere anche ciò che non è stato e che poteva
essere, il futuro di un passato che non si è manifestato nella sua
positività e che può ancora infuturarsi” (cit. Giuseppe
Cacciatore, “Bloch e l’utopia della <i>Menschenwürde</i>”,
b@beleonline, in Rivista online di Filosofia, n° 5, 2019, pagine
111-122). Per opporsi a questa potente critica al pan-pacifismo, a
nulla può valere ricordare che <span style="font-weight: normal;">Bloch,
dopo i fatti di Ungheria del 1956, si trasferì nella Repubblica
Federale di Germania, perché la questione etico-politica -
esattamente come da Bloch posta - resta intonsa, affatto logorata.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdyRsFielW7OEge4F9Ij9VezLp1BT0UFoWEOQxDK0EkBhBnMowOkcVi_NrxbPrOUT6RmNevMK3gulJNHJF3VHM4fqLqwnHhbk_9dVfY12Xx8sAaOqxOu7Lp89jC_wtfzD4eGnQ8vcVQ8VZ3HaeVBDTM91jpAQ6f42zqATZkzq53iypZ3e0dLE8OxsO/s499/Luk%C3%A0cs.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="332" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdyRsFielW7OEge4F9Ij9VezLp1BT0UFoWEOQxDK0EkBhBnMowOkcVi_NrxbPrOUT6RmNevMK3gulJNHJF3VHM4fqLqwnHhbk_9dVfY12Xx8sAaOqxOu7Lp89jC_wtfzD4eGnQ8vcVQ8VZ3HaeVBDTM91jpAQ6f42zqATZkzq53iypZ3e0dLE8OxsO/s320/Luk%C3%A0cs.jpg" width="213" /></a></div></span></span></span></span><br /></span></span></div><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">
</span></span><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span style="color: black;"><span><span><span style="font-weight: normal;">Inoltre,
seguire il </span></span></span></span><span style="color: black;"><span><span><i><span style="font-weight: normal;">trend</span></i></span></span></span><span style="color: black;"><span><span><span style="font-weight: normal;">
dell'opposizione retorica e, quindi, inefficace della “sinistra”,
frustratamente extraparlamentare, al sistema vigente di cose, vuol
dire macchiarsi di un grave torto d'ingratitudine nei riguardi di chi
ha avviato, passando per Hegel, un percorso significativo di
innervamento del marxismo (</span></span></span></span><i><span style="color: black;"><span><span><span style="font-weight: normal;">Mein
Weg zu Marx </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">la
definì il filosofo ungherese al quale si fa riferimento</span></span></span></span></span></i><span style="color: black;"><span><span><span style="font-weight: normal;">)
nella contemporaneità, così come analogamente operò Antonio
Gramsci, collocando la ricerca della verità dal punto di vista
storico-politico proletario.</span></span></span></span></span></span></p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;">
</span></span><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span style="color: black;"><span><span><span style="font-weight: normal;">Ci
si riferisce a György Lukács (rif. </span></span></span></span><i><span style="color: black;"><span><span><span style="font-weight: normal;">Tattica
e etica</span></span></span></span></i><span style="color: black;"><span><span><span style="font-weight: normal;">,
1919 e </span></span></span></span><i><span style="color: black;"><span><span><span style="font-weight: normal;">La
distruzione della ragione</span></span></span></span></i><span style="color: black;"><span><span><span style="font-weight: normal;">,
1954), ad un antropocentrismo da lui proposto che può sfociare,
distante dalla filosofia morale di Kant (che promuove
l'intenzionalità esplicantesi come prescrittiva), e lo orienta,
senza titubanza, nel centro della concezione storico-dialettica di
Marx, quella del sovvertimento antagonistico-duale necessario dei
rapporti sociali, perseguendo l'ineguagliabile scopo di riferirsi al
soggetto subalterno socialmente in grado di sollevare le sorti
dell'intero genere umano, aspirando così a compiere un tangibile
percorso storico realmente garante di pace e di solidarietà (cfr.
“La lezione radicale di Lukács”, Lelio La Porta, il manifesto, 3
Giugno 2021).</span></span></span></span></span></span></p><p style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: georgia;"><span style="color: black;"><span><span><span style="font-weight: normal;">Prof. G. Dursi<br /></span></span></span></span></span></span></p>
menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-58073585508304449902022-11-19T12:11:00.003+01:002022-11-19T12:34:54.979+01:00Effìmere le età della vita. In particolar modo lo è diventata quella adolescenziale<p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span class="s1"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvn6d0KSS-XgUaBqvnG-S40wqrhezrlBvqNoWZgNEB_6ThaELOZUqSFdN1pZvJ-mFaOGqeFGoIXPg4To4GB1982v915OswH4kx4t7rv2LMr7oADL9HXRmR0mJw92uiULmeJXHYd43ukex3h8zLvmsRdi1motwgvEG0Oq3Ha1OL-MqxaCmvTUvevgl2/s848/IMG_2388.JPG" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="564" data-original-width="848" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvn6d0KSS-XgUaBqvnG-S40wqrhezrlBvqNoWZgNEB_6ThaELOZUqSFdN1pZvJ-mFaOGqeFGoIXPg4To4GB1982v915OswH4kx4t7rv2LMr7oADL9HXRmR0mJw92uiULmeJXHYd43ukex3h8zLvmsRdi1motwgvEG0Oq3Ha1OL-MqxaCmvTUvevgl2/s320/IMG_2388.JPG" width="320" /></a></span></div><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><br /><div style="text-align: justify;">L‘età adolescenziale è effìmera. Come, del resto, tutte le altre età della vita, certo, ma va considerata come importante periodo di formazione e di sviluppo psico-fisico <span class="s2" style="font-weight: bold;">decisivo</span><span class="s1">. Inoltre, pur sapendo che classicamente, l'adolescenza viene compresa tra i 10 ed i 19 anni, anche se la SIMA (la Società italiana di Medicina dell’adolescenza) identifica il limite a 21 anni, possiamo affermare che, per questioni diverse, oggi si prolunga anche ben oltre quel limite fino, in alcuni casi, ad <b>eternizzarsi</b>, essendo il soggetto impossibilitato ad effettuare le esperienze necessarie atte a rappresentare oggettivamente il passaggio alla cosiddetta età adulta. Peraltro, entrambi i periodi esistenziali - adolescenza e maturità - manifestano fenomenologie riconducibili alla </span><span class="s2" style="font-weight: bold;">neotenia</span><span class="s1">, cioè al forzato permanere allo stato neotenico, anche in età post-adolescenziale ed avanzate, determinato non da fattori di natura costituzionale, bensì dovuto alle particolari condizioni ambientali economico-sociali della contemporaneità che configurano il peculiare carattere neotenico dell’uomo: l</span><span class="s2" style="font-weight: bold;">’incompiutezza</span><span class="s1">, una specifica deficienza di maturazione nelle strutture mentali come nella funzionalità socio-relazionale (rif. P. Virno, Scienze sociali e natura umana. Facoltà di linguaggio, invariante biologico, rapporti di produzione, Rubettino, 2003).</span></div></span><p></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Ciò comporta un’inefficace (dal punto di vista dell’adattamento graduale alle forme di vita e d’assunzione di responsabilità sociali), estenuante <b>formazione permanente, disambientamento e flessibilità</b>, tali da non poter mai mettere integralmente a frutto quanto appreso, tali da non riuscire a sperimentare le proprie competenze, da non poter applicare un saper fare coerente con le proprie conoscenze.</span></span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Effìmera</span><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span class="s1"> è, dunque, l’adolescenza, sapendo però che effìmero, etimologicamente deriva dal latino tardo <i>ephemĕrus</i>, dal greco </span><span class="s3">ἐ</span><span class="s4">ϕ</span><span class="s1">ήμερος, composto di </span><span class="s3">ἐ</span><span class="s1">πί «sopra» e </span><span class="s3">ἡ</span><span class="s1">μέρα «giorno», a significare ciò che dura un solo giorno, come certe febbri. Tuttavia, nonostante che con uso sostantivato, l’effimero designa ciò che è o si considera di breve durata, transitorio, perituro, si può constatare, osservando giovani vite, un nocivo perdurare in uno stato di indefinitezza, in uno “sdraiarsi” anche consapevole, in molti casi, nell’alveo delle incertezze, delle indecidibilità, nel vago bearsi di una “dimensione” privata, intima, quasi non esistesse un mondo da affrontare, “leggere”, seppur con difficoltà, ed interpretare, allo scopo di vivere appieno la propria, unica, vita. Egocentrati in tal modo, rispetto a ciò che appare loro incomprensibile, viene radicalmente ignorato, trascurato, ciò che non è chiaramente percepibile o esprimibile, viene tralasciato, sottoposto ad oblio. Nulla esiste, ai loro occhi, se non quel “mondo” ristretto, concentrato nelle faccende microaffettive, domestico-territoriali, ignari altresì d’essere sempre eterodiretti, nei comportamenti effettivi adottati nell’universo concentrazionario ove agiscono, dalle rappresentazioni sacralizzate della realtà offerta dai media.</span></span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span class="s1">Quasi mai s’assiste all’esplosione desiderante di riflessioni, di voglia di leggere (letteralmente) oltre che di consumare, di ribellarsi al giogo degli stereotipi e degli algoritmi sociali, anche nelle componenti più scolarizzate della popolazione adolescente. Un fenomeno disastroso che racchiude l’immane spreco di energie giovanili, una configurazione psichica ispirata alla grettezza di immediate soddisfazioni (prevalentemente di natura materiale), una negazione di progettualità ed impegno, un sopravvivere banalmente, una sostanziale e costrittiva spirale derealizzante, con l’evidente precipitare nell’estesissima povertà lessicale quantomeno per “dire di </span><span class="s2" style="font-weight: bold;">sé”.</span></span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Il termine effìmero, non casualmente, è stato usato tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80 del Novecento per indicare un insieme di manifestazioni culturali o ricreative, di carattere spettacolare e di breve durata, promosse, nell’ambito di una politica di valorizzazione dei centri storici, dagli assessorati alla cultura di alcune grandi città italiane, accanto e in antagonismo ad attività istituzionali e permanenti.</span></span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">Bene. Per le ragioni esposte, l’</span><span style="font-family: georgia; font-size: medium;">effìmera</span><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"> transizione identitaria - caratteristica dell’adolescenza - in ogni caso non va individualmente lasciata alla deriva, ad un sociomorfismo di tal fatta, esprimendo rassegnazione alla “non cultura”, limitando il proprio ingegno, consegnandosi mani legate all’offerta alienante dei <i>media</i>, alla introiezione di modelli standardizzati buoni a declinare frustrazioni e straniamento.</span></span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: medium;"><span class="s1">Gli adulti, gli “esperti”, coloro che possono lasciare un “segno”, che fanno in proposito, cosa mettono in campo per immunizzare i giovani ? Spesso la risposta è “</span><span class="s5" style="font-style: italic;">laissez faire</span><span class="s1">, </span><span class="s5" style="font-style: italic;">laissez passer”, </span><span class="s1">in perfetta sintonia con lo spirito dell’imperante</span><span class="s5" style="font-style: italic;"> </span><span class="s1">liberismo economico.</span></span></p>menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-67868611989763018092022-10-12T10:46:00.005+02:002022-10-12T10:48:34.245+02:00LA GUERRA e IL DOLORE<p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><b>Guerra</b>. L’alacre “officina della guerra” non va ridotta a fenomeno collettivo che ha il suo tratto distintivo nella violenza armata posta in essere fra gruppi sociali contrapposti organizzati per ottenere la supremazia. Certo, è presente anche questo aspetto che autorizza i poco accorti a distinguere i contendenti in “aggressori” e in “aggrediti”.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg23nK4BLpPXdx1280pMTQZaa6Oj0LmElhrV51sYUi5a7y36JkMFI3ESOFFPJP5_J5ntlQ3p3audhsikAxydV0Dx1sRI9ib-VpEnZdLy4pHB5fJonwo_mWOUoBXwYhdl4kM1ZPWoGBmc2WRl-zf7GQkvzLPc_F4Rr3zu00Bb-EhbordO7pUxH2ajziX/s640/8C587C33-B4B9-46AE-8835-3B3BAD916040.jpeg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="font-family: georgia;"><img border="0" data-original-height="367" data-original-width="640" height="184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg23nK4BLpPXdx1280pMTQZaa6Oj0LmElhrV51sYUi5a7y36JkMFI3ESOFFPJP5_J5ntlQ3p3audhsikAxydV0Dx1sRI9ib-VpEnZdLy4pHB5fJonwo_mWOUoBXwYhdl4kM1ZPWoGBmc2WRl-zf7GQkvzLPc_F4Rr3zu00Bb-EhbordO7pUxH2ajziX/s320/8C587C33-B4B9-46AE-8835-3B3BAD916040.jpeg" width="320" /></span></a></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">In realtà, le trasformazioni cui è stata soggetta la guerra tradizionale nel XX secolo portano a un profondo ripensamento di tutte le categorie con le quali tradizionalmente gli studiosi delle varie discipline hanno affrontato i temi della guerra, delle sue cause, della sua legittimità, del suo contesto, del suo rapporto con la politica e dei possibili modi per costruire la pace attraverso il diritto internazionale e gli organismi sovranazionali esplicitamente preposti.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">La guerra nello scenario internazionale ha avuto le sue più significative espressioni negli innumerevoli conflitti tra Stati che hanno costellato l’età moderna e contemporanea e sono culminate nelle deflagrazioni mondiali del Novecento (1914-1918 e 1939-1945). Strettamente legata alla vicenda dello Stato moderno, questa forma di guerra ha conosciuto imponenti mutamenti nel corso dei secoli, i quali in ultima analisi hanno trasformato le ‘guerre limitate’ dell’età moderna nelle ‘guerre assolute’ o ‘totali’ dell’età contemporanea, in cui si è fatto un uso di armi sempre più sofisticate e distruttive, hanno combattuto eserciti di popolo e non più solo o prevalentemente di professionisti, nel quadro di un crescente coinvolgimento dei civili nell’evento bellico; in cui, infine, le logiche tradizionali della politica di potenza si sono sposate con le retoriche di massa della nazione e dello Stato nazionale, del nazionalismo e dell’imperialismo oggettivamente espansionistico e bellicista di matrice capitalista, a tal punto da gradatamente superare il ruolo politico nelle decisioni strategiche degli Stati e dei Governi; essi, fagocitati, le lasciano, inerenti alla dialettica guerra-pace, direttamente nelle mani dei soggetti economici multinazionali, considerando anche che le ‘guerre assolute’ hanno avuto il proprio archetipo nelle guerre napoleoniche e la loro più compiuta manifestazione nelle due guerre mondiali.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Per comprendere appieno la mutata fisionomia del bellicismo novecentesco, si ribadisce l’invito all’utile lettura de “L'officina della guerra - La Grande Guerra e le trasformazioni del mondo mentale” di Antonio Gibelli (Bollati Boringhieri, 2007), dove l’inestricabile intreccio economia-tecnica-società-condizione umana viene descritto con estrema chiarezza e competenza storiografica. Come viene presentata l’opera, «indagare sul processo di adattamento di milioni di uomini alla realtà della Grande Guerra - una guerra smisurata, radicalmente nuova, la prima guerra tecnologica di massa - è l'obiettivo che si pone l'autore per capire il primo conflitto mondiale e i mutamenti che segnarono l'avvento della modernità. Il libro non si occupa dell'"esperienza di guerra" in senso circoscritto. Ciò di cui milioni di uomini fecero simultaneamente esperienza tra il 1914 e il 1918 non era solo la guerra, ma il mondo moderno: un mondo pienamente pervaso dall'industrialismo e dai principi di efficienza e standardizzazione, in cui lo Stato si insediava capillarmente nella vita privata e nell'interiorità di ciascuno mobilitando sentimenti, immagini, nuove forme di comunicazione. Un mondo in cui si affermavano la scrittura e la fotografia, il grammofono e il cinema. L'esperienza della guerra è perciò vista in stretto contrappunto con quella del lavoro: il lavoro della guerra era una nuova manifestazione delle condizioni del lavoro nella società industriale. Strumenti essenziali per quest'analisi sono le testimonianze scritte (epistolari, diaristiche, memorialistiche) dei fanti e accanto a esse, intrecciate con la memorialistica colta, le testimonianze di medici, psichiatri, psicologi che permettono non solo di esplorare il versante traumatico del conflitto, ma di penetrare nella loro soggettività e di delineare i contorni di quel "mondo nuovo"».</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Negare l’integrazione delle dimensioni (economica e politico-militare) intervenienti a configurare la “logica della guerra” è un modo più o meno consapevole di ideologizzare i conflitti, non interpretarli per quel che sono, di banalizzare le sofferenze e di proiettare i propri frustranti fantasmi su un nemico rimuovendo gli altri, determinanti nemici, auspicando la personale salvezza, quella sorta di dostoevskijana salvezza oltre ogni intendimento; qui, l’intendimento è l’onesto riconoscere che l’unica peculiarità delle guerre attuali è che esse si spiegano a partire dalle convulsioni immanenti al mercato capitalista globale, essendo egemone il modo di produzione e riproduzione capitalista, portatore unico di interessi economici nella strutturazione delle relazioni internazionali, fino alla capitolazione degli stessi singoli competitori, in questo singolare acquario planetario ove si rischia di morire per decadimento radioattivo.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">In effetti, dopo il secondo conflitto mondiale si è aperta una nuova fase nella storia della guerra con l’avvento della contrapposizione tra Stati Uniti d’America e Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche e tra i loro rispettivi blocchi. Le prospettive della guerra si sono sganciate dall’orizzonte tradizionale dello Stato-nazione per svilupparsi in una dimensione sovranazionale o transnazionale, caratterizzata dal confronto-scontro tra due sistemi di alleanze militari (NATO e Patto di Varsavia) cementati dalle due ideologie del capitalismo liberaldemocratico e del comunismo “realizzato”. Questo confronto-scontro ha dato luogo a un’inedita condizione intermedia tra la pace e la guerra definita, in relazione all’età del bipolarismo (1945-91), come guerra fredda. A questo esito ha contribuito in modo paradossale l’avvento dell’era nucleare. Con la creazione di giganteschi arsenali di armi atomiche e poi termonucleari in grado di annientare in pochi minuti la gran parte del genere umano, senza distinzione tra vincitori e vinti, USA e URSS hanno infatti finito per rendere impensabile la possibilità stessa di una guerra generale e per impostare la propria coesistenza su un ‘equilibrio del terrore’. Venendo meno questo tipo di “bilanciamento”, la supremazia mondiale del capitalismo U.S.A. e la subordinazione ad esso dei tanti vassalli, ha fatto si che la voracità e la natura selvaggia, immodficata nei secoli nonostante involucri pseudodemocratici che hanno inteso dissimulare, “costringere” le insite contraddizioni sistemiche, del meccanismo di estrazione di profitti sia l’unica matrice nel XXI delle evenienze storico-sociali a tal punto da alimentare la distruzione di ulteriori suoi interpreti o da non permettere leadership mondiali alternative al comando capitalistico “occidentale”.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><b>Dolore</b>. Il dolore di un popolo, inteso nella sua eventuale identità collettiva, non può essere descritto. Il dolore, in questa interminabile epoca condizionata dai rapporti economico-sociali improntati dal modo di produzione e riproduzione capitalista, è eminentemente individuale per quanto possa “riconoscersi” per intensità lacerante, annichilente a quello dei propri simili. Il dolore non è intercambiabile, standardizzabile, è intimo, ineguagliabile, di impatto irreversibile sul quotidiano di miliardi di persone. Non è dunque equiparabile, tantomeno esclusivo di questa o quest’altra etnia, soprattutto quando ci si riferisce a quelle tremende sofferenze indotte dalle guerre. L’intelligenza e l’etica dell’osservatore risiedono, dunque, non nel parteggiare, bensì nell’immedesimarsi ed accettare che, date certe condizioni estreme di coscienza, anche dare la morte procura dolore.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">“Il dolore è un'esperienza forzata e violenta dei limiti della condizione umana. È una figura aliena e divorante che non lascia requie con la sua incessante tortura. Paralizza l'attività del pensiero e l'esercizio detta vita. Pesa sul gioco del desiderio, sul legame sociale. Altera il senso della durata e colonizza i fatti più importanti della giornata, trasformando la persona in uno spettatore distaccato che fa fatica a interessarsi all'essenziale. Il dolore isola, costringe l'individuo a una relazione privilegiata con la propria pena. Al tempo stesso, è una minaccia temibile per il senso d'identità: lacera la coscienza e schiaccia l'uomo su un senso dell'immediato privo di prospettiva, dandogli l'impressione che il suo corpo sia altro da sé. Incomunicabile, il dolore suscita il grido, il lamento, il pianto o il silenzio, tutti fallimenti della parola e del pensiero. Ma il dolore può anche essere mezzo di espiazione o manifestazione di fede - come nella tradizione religiosa cristiana - o strumento di affermazione identitaria o sociale, ad esempio quando inscrive nella carne la memoria di una filiazione e di una fedeltà alla comunità, come accade agli iniziati di una società tradizionale. Ci sono poi usi del dolore che si alimentano della disparità delle forze tra gli individui: la correzione, la punizione personale, la tortura, il supplizio. L'arte di far soffrire l'altro per umiliarlo o annichilirlo è inesauribile. Il dolore inflitto ne è lo strumento privilegiato, archetipo stesso del potere sull'altro. Il proposito [dell’analisi del dolore] è di approcciare il dolore su un piano antropologico, di chiedersi come influisca sulla condotta dell'uomo e sui suoi valori, sulla trama sociale e culturale in cui è immerso. Tutto ciò, però, senza dimenticare che se l'uomo è una conseguenza delle sue condizioni sociali e culturali, è anche il creatore instancabile dei significati con cui vive” (Fonte: David Le Breton, “Antropologia del dolore”, 2016).</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: georgia;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dzZOqenj2RE8kCmxBbeck-h7JQz9jlgiHtD4Q8IYS1I5YBK_Ppv1ERkp0j1xN55dr2QCd1Ynkmf5vSA8QRK9Q' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;">Aspettiamo che i sostenitori zelens'kyjani entrino in un ottica di rispetto delle vittime del capitalismo, del dolore forzato, causato dal <i>napalm, </i>dai bombardamenti “convenzionali” e dal vigente ed esclusivo sistema di sfruttamento.</span></p>menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-88686475569758806112022-08-26T10:18:00.003+02:002022-08-26T10:21:39.117+02:00 “Politica” ed elezioni. Lettera aperta ai “leader” d’opposizione governativa di ”sinistra”<p><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOIGaZN5OPPBFPUJ5-tKA3FfhT6blLIad6sIBL4WUaNcGEzM-Q17imt0YgMsRjAfreAC2UviwyIDMFW0TrnBZRM_QAaeVcX-q9SmAQSVr-CtcCeWyQPSnPM6Xg7KMVJcNKznd9Fbtq5ibz4LYRC6kJauB3CTNjRmVKoDpQSs_lGyiOMOcuSvuVNROr/s1676/988BB6CF-8D0C-4470-BE68-FBF3A82C395C.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: georgia;"><img border="0" data-original-height="1467" data-original-width="1676" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOIGaZN5OPPBFPUJ5-tKA3FfhT6blLIad6sIBL4WUaNcGEzM-Q17imt0YgMsRjAfreAC2UviwyIDMFW0TrnBZRM_QAaeVcX-q9SmAQSVr-CtcCeWyQPSnPM6Xg7KMVJcNKznd9Fbtq5ibz4LYRC6kJauB3CTNjRmVKoDpQSs_lGyiOMOcuSvuVNROr/s320/988BB6CF-8D0C-4470-BE68-FBF3A82C395C.jpeg" width="320" /></span></a></div><span style="font-family: georgia;"><div style="text-align: justify;">Ancora una volta si procede in ordine sparso. I residui atomi di quello che fu il movimento proletario rivoluzionario, sembrano rianimarsi, con le migliori intenzioni, in prossimità delle Elezioni politiche. <span style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px;">Pare che per costoro per costruire una società “nuova” sia utile e doveroso transitare da una elezione all’altra, cercare il consenso necessario (dal termine latino, consensus, "conformità dei voleri"), giocare ai duri e puri, finendo così, in ultima istanza, con il legittimare il regime democratico capitalista. </span><span style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px;">Sembra che la contesa con il comando capitalista si dispieghi esclusivamente nelle proposizioni antiliberiste ed antifasciste, nella comunicazione sociale di una presunta diversità (alimentata da un infinito elenco di diritti negati e dalla contrarietà al non rispetto delle stesse leggi; potrebbe essere altrimenti nella società capitalista ?) che, tuttavia, non allude ad una identità politica-organizzativa antisistema. Anzi. L’indifferenza alle variabili rivoluzionarie di un processo antagonista vengono del tutto riassorbite dalla retorica e dalle buone ragioni, ma senza mai mettere in discussione l’assetto di potere, le contraddizioni di base sulle quali si impone e rinnova costantemente la storica divisione in classi del corpo sociale che vede il proletariato del XXI secolo ancora in catene, subalterno ed impotente. Risulta evidente che ogni concezione comunista nell’edificazione d’una società migliore è stata accantonata, resa effimera, laddove si espunge la variabile organizzativa rivoluzionaria, il fattore politico della difesa di classe, quindi non solo giuridica e tradeuninista.</span></div></span><p></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: georgia;">A queste obiezioni minime, si ripeterà - volendo giustificare l’agire militante in un ambiente democratico capitalista - la giaculatoria secondo la quale “non ci sono le condizioni”. Bleffando, se non mentendo a se stessi, perché le “condizioni” si costruiscono secondo strategie e tattiche, analizzando e valutando le “situazioni”, orientando le coscienze, testimoniando con il “fare”, dirigendo verso scopi condivisi la lotta di classe, mettendo anche a repentaglio quelle misere sicurezze che condannano alla subalternità i proletari, certamente non mendicando “spazi” radio-televisivi, interviste sulla stampa di regime o occupandosi di “costume”, come pare accadere a tal punto che il megafono dell’opposizione governativa oggi è nelle mani degli influencer.</span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span class="s1">L’idea del consenso ad un programma politico, ad una lista elettorale, ad </span><span class="s2" style="font-weight: bold;">rassemblement </span><span class="s1">di</span><span class="s2" style="font-weight: bold;"></span><span class="s1">soggettività plurali, distinte,</span><span class="s2" style="font-weight: bold;"> </span><span class="s1">con annessa “valorizzazione” di personalità tutt’altro che comuniste</span><span class="s2" style="font-weight: bold;"> </span><span class="s1">scelte come leadership</span><span class="s2" style="font-weight: bold;"> </span><span class="s1">ha la lieve consistenza di un perverso gioco che non prevede la vittoria, semmai qualche “tribuno del popolo” baciato dalla fortuna. Questa esperienza elettorale, in verità, viene periodicamente utilizzata soprattutto per definire l'accordo su di un determinato ordine sociale, sulle regole che presiedono al funzionamento delle istituzioni che lo governano. Benché il consenso elettorale entri in gioco anche rispetto a obiettivi specifici che caratterizzano le politiche (di natura economica, assistenziale, ambientale ecc.), come sempre accade, anche in questa circostanza ci si focalizza soprattutto sulle modalità e il grado di partecipazione popolare che riguardano l'esercizio del potere, il contenimento della violenza nei rapporti sociali, la legittimazione dell'autorità, insistendo particolarmente sui dispositivi politici e istituzionali finalizzati al sostegno dei diversi regimi politici capitalisti, in primo luogo quelli ad impianto democratico, e dando risalto all'opinione pubblica, ai modi con cui si determina, all'influenza dei mezzi di comunicazione di massa.</span></span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span class="s1">È un circolo vizioso. Ancora una volta, dunque, qs'assiste allo svogliato risveglio del dibattito pubblico – dopo gli anni dedicati alla pandemia e mesi, ora, ai riposizionamenti geopolitici, alle conseguenti deflagrazioni militari e alle convulsioni per l'accesso alla materie prime – come </span><span class="s3" style="font-style: italic;">ideological mainstream</span><span class="s1">che vuole intendere la “politica”, in Italia, alla maniera di un esclusivo e spettacolare evento elettorale. </span></span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: georgia;">Tutti, come capita ai tifosi delle squadre di calcio, si ringalluzziscono in prossimità della “partita” più importante, quella delle settembrine elezioni politiche per il rinnovo (rinnovo ???) del Parlamento della Repubblica italiana.</span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span class="s1">Tutti ne parlano, tutti fanno a gara nel fornire la formazione imbattibile, tutti impegnati a scegliere e ad indossare la casacca “stilisticamente” giusta della squadra vincente per favoleggiare nei comizi, nelle </span><span class="s3" style="font-style: italic;">convention</span><span class="s1"> o in sobrie conventicole. Tutti intenti a scrivere in bella calligrafia (in verità, a riscrivere) programmi ed a confezionare promesse. Dopo l'allenamento delle recenti amministrative, tutti pronti a fare spallucce alle sconfitte subite prevedendo rivincite o quantomeno pareggi. L'importante è giocare, </span><span class="s3" style="font-style: italic;">the show must go on</span><span class="s1">.</span></span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span class="s1">Addirittura capita che alcuni hanno intrapreso il percorso del cartello elettorale dell’Unione popolare (ma non si era già giunti al “Potere al popolo”?), forse ignari che con la stessa denominazione ha agito un partito politico di orientamento liberal-democratico e nazionalista attivo in Belgio, nella comunità fiamminga, dal 1954 al 2011, ma sicuramente coscienti di operazioni simili effettuate nel passato, di un tristissimo </span><span class="s3" style="font-style: italic;">déjà-vu</span><span class="s1">, perché convinti che si possa fare come </span><span class="s3" style="font-style: italic;">Jean-Luc</span><span class="s1"> </span><span class="s3" style="font-style: italic;">Mélenchon</span><span class="s1"> in Francia che, con</span><span class="s3" style="font-style: italic;"> La France Insoumise</span><span class="s1"> ha costruito un discreto successo inventandosi all'occorrenza una coalizione di “sinistra” la </span><span class="s3" style="font-style: italic;">Nup</span><span class="s1"> (</span><span class="s3" style="font-style: italic;">Nouvelle Unione Populaire écologiste et sociale</span><span class="s1">) che riunisce momentaneamente coriandoli multicolori estranei al tradizionale </span><span class="s3" style="font-style: italic;">establishment </span><span class="s1">economico-politico, subculture politiche eterogenee.</span></span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span class="s1">Come tratto unitario delle esperienze </span><span class="s3" style="font-style: italic;">in fieri</span><span class="s1"> è certamente il rinculo politico-culturale; infatti c'è un evidente smarrimento scientifico-sociale, politico ed organizzativo che porta tutti i contendenti nell'</span><span class="s3" style="font-style: italic;">agorà</span><span class="s1"> elettorale ad appoggiarsi alla general-generica parola “popolo”.</span></span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span class="s1">Il termine, come è noto, fornisce storicamente origine, in campo politico-elettorale, al lemma “populismo” usato per designare tendenze o movimenti politici sviluppatisi in differenti aree e contesti nel corso del 20° secolo. Tali movimenti presentano alcuni tratti comuni, almeno in parte riconducibili a una rappresentazione idealizzata del ‘popolo’ e a un’esaltazione di quest’ultimo, come portatore di istanze e valori positivi (prevalentemente tradizionali), in contrasto con i difetti e la corruzione delle </span><span class="s3" style="font-style: italic;">élite</span><span class="s1">. Infatti, Fratelli d'Italia sta costruendo le sue fortune (stando ai sondaggi) proprio sulla reiterata allusione agli “italiani” (quali non è dato sapere), alla Nazione, alla strategia della xenofobia utile a costruirne un'identità che faccia da collante, </span><span class="s3" style="font-style: italic;">by</span><span class="s1">passando le sussistenti oggettive gerarchie sociali e le fondamentali differenziazioni di classe.</span></span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span class="s1">Inoltre, tra questi tratti comuni ha spesso assunto particolare rilievo politico la tendenza a svalutare forme e procedure della democrazia rappresentativa (su questo punto, per certi versi, non ci sarebbe nulla di censurabile in una conseguente e radicale critica alla “democrazia reale”, o “incompiuta”, che dir si voglia, a quanto si è palesato dal 1943 al 1948 con la rottura dell'unità antifascista e, successivamente, con i decenni di degrado civile che portano ai nostri giorni), privilegiando modalità di tipo plebiscitario, e la contrapposizione di nuovi </span><span class="s3" style="font-style: italic;">leader</span><span class="s1"> mediaticamente carismatici a organizzazioni politiche da tempo presenti sulla scena politica ed a esponenti del ceto partitico tradizionale.</span></span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: georgia;">Il fenomeno contagia indistintamente ogni attuale “offerta” del mercato politico, indotto da una situazione economico-sociale in rapido mutamento peggiorativo per le masse a causa del passaggio da una economia capitalista incentrata sullo “sviluppo” industriale e tecnico ad una fase economica di perdurante “crisi” e di penuria e da sistemi politici a partecipazione “surrogata” della masse a sistemi che registrano una estesissima estraneità/ostilità civica ed una contestuale sopravvivenza di privilegi che integrano l'astensionismo.</span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span style="font-family: georgia;"><span class="s1">Ecco, dunque, la presentazione di </span><span class="s3" style="font-style: italic;">slogan</span><span class="s1"> populisti da parte di capipartito che si confezionano addosso l'abito del “portavoce delle esigenze del popolo”, attraverso l’esaltazione dei valori nazionali, senza aver mai reciso i legami con il passato, tanto meno dimostrare di aver intenzione di avviare una autentica revisione (patetiche, a questo proposito, le interviste che vogliono sollecitare il “pentimento” da parte di esponenti di Fratelli d'Italia; quest’ultimi retoricamente affermano non esserci spazio per i “nostalgici del Fascismo” in quanto loro stessi, generazionalmente o no, sono la plastica evidenza che in una democrazia in disfacimento c'è ancor più spazio per la “destra”), di propugnare l’instaurazione con esso popolo di un rapporto diretto, non mediato dalle istituzioni tradizionali; tuttavia, ad elezioni effettuate, “passata la festa, gabbato lo santo”.</span></span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: georgia;">La politica non riguarda più da anni il rito folcloristico ed alienante delle elezioni; la mobilitazione coscienziale e pratica delle masse va incentivata ogni giorno, ricostruendo il tessuto comunitario di classe, dotandosi degli strumenti teorico-politici necessari ad agire “contro” il vigente sistema e non per farne parte.</span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: georgia;">Spesso tale cosiddetta “partecipazione elettorale”, vivacemente incentivata da gruppi e gruppuscoli che fanno campagna promozionale di qualche lista per poi ritirarsi nell'inedia a leccarsi le ulteriori ferite, sollecita il potere, depositario del monopolio delle forza, a consolidare il mantenimento di un elevato, devastante, controllo sociale, anche grazie al "libero voto".</span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: georgia;">Altrimenti. Altrimenti risvegliare pensieri in ristagno, zampilli di vita rivoluzionaria, integrale, senza remore fuoriuscire dal circo della "politica partitico-elettorale" ... altro che affabulazioni, a suo tempo, vendoliane, bertinottiane ed oggi demagistriane ed affini !</span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: georgia;">Creare le condizioni della scissione sociale. Ogni mediazione si è palesata come storicamente fallimentare. I cosiddetti “gradualismo” e “riformismo” hanno drammaticamente fallito. Non può esserci compatibilità tra diritti e sfruttamento. Ogni ragionamento geopolitico deve fare i conti con questa oggettività. Inoltre, la “rivoluzione” dei rapporti sociali non è una questione solo per giovani, come se a 60 e passa anni, non si voglia o non si possa più procedere individualmente e collettivamente alla trasformazione sociale. Che i giovani dimostrino di saper effettuate scelte, senza riserve o garantite autotutele. Che gli “esperti” continuino un difficile cammino di liberazione, troppo presto ingombro di passi falsi, da alcuni abbandonato per seguire attraenti menzogne sirèniche.</span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: georgia;">Certi stolti vedono la critica delle parole qcome unico strumento orientativo per la coscientizzazione di massa ed efficace auspicio (??? ?? .) di cambiamenti. Per costoro questa è “azione politica” ! Stolti !</span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: georgia;">Viceversa, avviamo seriamente la discussione sul “comunismo possibile”. Un background comune è costituito dall’esperienza storico-politica del proletariato rivoluzionario, dai testi marxiani (in particolare, le opere scritte tra il 1845 e il 1847 e la Prefazione del 1859 a Per la critica dell'economia politica), leniniani e marx-leninisti sulle tematiche di fondo: “base” (realtà economico-sociale costituita dal sistema materiale di produzione e consumo), sovrastrutture (sistema delle relazioni ulteriori che si generano – bedingt - dalla fondamentale contraddizione capitale-lavoro - ne sono causalmente determinate - a garanzia della riproduzione della formazione economico-sociale dominante), trasformazione collettiva (politica di classe ed organizzazione rivoluzionaria) e fuoriuscita dal modo di produzione e consumo capitalista ed estinzione dello Stato. Questo patrimonio culturale va messo in relazione con l'attuale situazione dell'antagonismo sociale alla “crisi” ristrutturativo-globale del capitalismo delle multinazionali, poiché è sempre in agguato la spinta ideologica degenerativa che vede nella “teoria” un dogma (fantasmi retorici si aggirano tra le fila degli anticapitalisti) e nelle “prassi” sociali della lotta tra le classi una rappresentazione astorica (oscillante tra il poco dignitoso tradeunionismo e velleitarismi insurrezionali). Conseguentemente, saranno approfonditi gli aspetti storici (bilancio del movimento comunista mondiale) e teorico-politici legati alle fasi della transizione, alla “dittatura del proletariato” e al “dominio politico di classe” per meglio definire una strategia politica frutto della convergenza tra conoscenza scientifica e comportamenti sociali coscienti, veicoli realmente efficaci della trasformazione collettiva. Privi di un programma del genere, si realizza solo “cattivo teatro”. Che si parta da uno spazio libero di discussione teorico-politicamente creativa e di condivisione di esperienze antagonistico-sociali e trasformative. Un'impresa collettiva, un invito a fuoriuscire dall'ortodossia democraticista che si auto-riferisce e dalla “miseria della Filosofia”.</span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: georgia;">Prof. Giovanni Dursi</span></p><p class="p1" style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-size: 17px; font-stretch: normal; line-height: normal; margin: 0px; text-align: justify;"><span class="s1" style="font-family: georgia;">Docente M. I. di Filosofia e Storia</span></p>menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-64630557510949047382022-07-27T15:51:00.007+02:002022-08-18T07:54:11.986+02:00"Politica" ed elezioni<div style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDPpYN2N473qyBkO7SE-fGLhrsMqb_RTMhGuWw5u9yg2PUXKRVqjfHc4ayrpfrFcNPNv_6tLZ0lDt2tvMiFn_iJYwUEdSSq7c1EvOKuCuCIOH7LBDKP87pEuHZJE6OdRXIrBfJvMzd26eh0t7wjNAf5zuyM5lkjauv0Q3-Kv8bWNLgmjOFTjCQgr-m/s300/Giovanni-Dursi%20in%20viaggio.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="225" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDPpYN2N473qyBkO7SE-fGLhrsMqb_RTMhGuWw5u9yg2PUXKRVqjfHc4ayrpfrFcNPNv_6tLZ0lDt2tvMiFn_iJYwUEdSSq7c1EvOKuCuCIOH7LBDKP87pEuHZJE6OdRXIrBfJvMzd26eh0t7wjNAf5zuyM5lkjauv0Q3-Kv8bWNLgmjOFTjCQgr-m/s1600/Giovanni-Dursi%20in%20viaggio.jpg" width="225" /></a></div>Ancora
una volta, s'assiste allo svogliato risveglio del dibattito pubblico
– dopo gli anni dedicati alla pandemia e mesi, ora, ai
riposizionamenti geopolitici, alle conseguenti deflagrazioni militari
e alle convulsioni per l'accesso alla materie prime – come
<i>ideological mainstream</i> che vuole intendere la “politica”,
in Italia, alla maniera di un esclusivo e spettacolare evento
elettorale.</span></span></span><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span> </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>Tutti,
come capita ai tifosi delle squadre di calcio, si ringalluzziscono in
prossimità della “partita” più importante, quella delle
settembrine elezioni politiche per il rinnovo (rinnovo ???) del
Parlamento della Repubblica italiana.</span></span></span></div><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>Tutti
ne parlano, tutti fanno a gara nel fornire la formazione imbattibile,
tutti impegnati a scegliere e ad indossare la casacca
“stilisticamente” giusta della squadra vincente per favoleggiare
nei comizi, nelle <i>convention</i> o in sobrie conventicole. Tutti
intenti a scrivere in bella calligrafia (in verità, a riscrivere)
programmi ed a confezionare promesse. Dopo l'allenamento delle
recenti amministrative, tutti pronti a fare spallucce alle sconfitte
subite prevedendo rivincite o quantomeno pareggi. L'importante è
giocare, <span lang="it-IT"><i>the show must go on</i></span><span lang="it-IT">.</span></span></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>Addirittura
capita che alcuni hanno intrapreso il percorso del cartello
elettorale dell’Unione popolare (ma non si era già giunti al
“Potere al popolo”?), forse ignari che con la stessa
denominazione ha agito un partito politico di orientamento
liberal-democratico e nazionalista attivo in Belgio, nella comunità
fiamminga, dal 1954 al 2011, ma sicuramente coscienti di operazioni
simili effettuate nel passato, di un tristissimo </span></span></span><span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>déjà-vu</span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>,
perché convinti che si possa fare come </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i>Jean-Luc</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>
</span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>Mélenchon</span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>
in Francia che, con</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i>
La France Insoumise</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;">
ha costruito un discreto successo inventandosi all'occorrenza una
coalizione di “sinistra” la </span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i>Nup</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;">
(</span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i>Nouvelle
Unione Populaire écologiste et sociale</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;">)
che riunisce momentaneamente coriandoli multicolori estranei al
tradizionale </span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i>establishment
</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;">economico-politico,
subculture politiche eterogenee.</span></span></span></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;">Come
tratto unitario delle esperienze </span></span></span></span><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i>in
fieri</i></span></span></span><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;">
è certamente il rinculo politico-culturale; infatti c'è un evidente
smarrimento scientifico-sociale, politico ed organizzativo che porta
tutti i contendenti nell'</span></span></span></span><span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>agorà</span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;">
elettorale ad appoggiarsi alla general-generica parola “popolo”.</span></span></span></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>Il
termine, come è noto, fornisce storicamente origine, in campo
politico-elettorale, al lemma “populismo” usato per designare
tendenze o movimenti politici sviluppatisi in differenti aree e
contesti nel corso del 20° secolo. Tali movimenti presentano alcuni
tratti comuni, almeno in parte riconducibili a una rappresentazione
idealizzata del ‘popolo’ e a un’esaltazione di quest’ultimo,
come portatore di istanze e valori positivi (prevalentemente
tradizionali), in contrasto con i difetti e la corruzione delle
<i>élite</i>. Infatti, Fratelli d'Italia sta costruendo le sue
fortune (stando ai sondaggi) proprio sulla reiterata allusione agli
“italiani” (quali non è dato sapere), alla Nazione, alla
strategia della xenofobia utile a costruirne un'identità che faccia
da collante, <i>by</i>passando le sussistenti oggettive gerarchie
sociali e le fondamentali differenziazioni di classe.</span></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>Inoltre,
tra questi tratti comuni ha spesso assunto particolare rilievo
politico la tendenza a svalutare forme e procedure della democrazia
rappresentativa (su questo punto, per certi versi, non ci sarebbe
nulla di censurabile in una conseguente e radicale critica alla
“democrazia reale”, o “incompiuta”, che dir si voglia, a
quanto si è palesato dal 1943 al 1948 con la rottura dell'unità
antifascista e, successivamente, con i decenni di degrado civile che
portano ai nostri giorni), privilegiando modalità di tipo
plebiscitario, e la contrapposizione di nuovi <i>leader</i>
mediaticamente carismatici a organizzazioni politiche da tempo
presenti sulla scena politica ed a esponenti del ceto partitico
tradizionale.</span></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>Il
fenomeno contagia indistintamente ogni attuale “offerta” del
mercato politico, indotto da una situazione economico-sociale in
rapido mutamento peggiorativo per le masse a causa del passaggio da
una economia capitalista incentrata sullo “sviluppo” industriale
e tecnico ad una fase economica di perdurante “crisi” e di
penuria e da sistemi politici a partecipazione “surrogata” della
masse a sistemi che registrano una estesissima estraneità/ostilità
civica ed una contestuale sopravvivenza di privilegi che integrano
l'astensionismo.</span></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>Ecco,
dunque, la presentazione di <i>slogan</i> populisti da parte di
capipartito che si confezionano addosso l'abito del “portavoce
delle esigenze del popolo”, attraverso l’esaltazione dei valori
nazionali, senza aver mai reciso i legami con il passato, tanto meno
dimostrare di aver intenzione di avviare una autentica revisione
(patetiche, a questo proposito, le interviste che vogliono
sollecitare il “pentimento” da parte di esponenti di Fratelli
d'Italia; quest’ultimi retoricamente affermano non esserci spazio
per i “nostalgici del Fascismo” in quanto loro stessi,
generazionalmente o no, sono la plastica evidenza che in una
democrazia in disfacimento c'è ancor più spazio per la “destra”),
di propugnare l’instaurazione con esso popolo di un rapporto
diretto, non mediato dalle istituzioni tradizionali; tuttavia, ad
elezioni effettuate, “<span lang="it-IT">passata la festa, gabbato
lo santo”.</span></span></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>La
politica non riguarda più da anni il rito folcloristico ed alienante
delle elezioni; la mobilitazione coscienziale e pratica delle masse
va incentivata ogni giorno, ricostruendo il tessuto comunitario di
classe, dotandosi degli strumenti teorico-politici necessari ad agire
“contro” il vigente sistema e non per farne parte.</span></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>Spesso
tale cosiddetta “partecipazione elettorale”, vivacemente
incentivata da gruppi e gruppuscoli che fanno campagna promozionale
di qualche lista per poi ritirarsi nell'inedia a leccarsi le
ulteriori ferite, sollecita il potere, depositario del monopolio
delle forza, a consolidare il mantenimento di un elevato, devastante,
controllo sociale, anche grazie al "libero voto".</span></span></span></p>
</div>menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-16953990347057518752022-04-11T09:12:00.004+02:002022-04-11T09:14:31.742+02:00Belligeranza senza ideali<h1 style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #2b00fe;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><b>Belligeranza
senza ideali</b></span></span></span></h1><h4 align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: #2b00fe;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><b>Pensieri sul “riconoscimento sociale” della
lotta di classe e sulla tossicità del <i>pensée unique</i>
capitalista</b></span></span></span></h4>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOBVgg-2T7x-TxjI356cwX5gF8W7-1MAHyOsaCxDwZUi2-Nr6WTdPxi4GDd3QaRjEdApFmosAbuxJOKBxHDgSQ2UubFX96F6dL4D_em7p5_LW9ie7RI82ihvdTuOAk5xTXdgMPROECcMslWIQWzQvBphOe0LBo4a_SfHdsMMgdhnlcObzpAdlOzRFD/s888/Soldati.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="888" data-original-width="800" height="260" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOBVgg-2T7x-TxjI356cwX5gF8W7-1MAHyOsaCxDwZUi2-Nr6WTdPxi4GDd3QaRjEdApFmosAbuxJOKBxHDgSQ2UubFX96F6dL4D_em7p5_LW9ie7RI82ihvdTuOAk5xTXdgMPROECcMslWIQWzQvBphOe0LBo4a_SfHdsMMgdhnlcObzpAdlOzRFD/w234-h260/Soldati.jpg" width="234" /></a><a name="tw-source-rmn"></a>
<span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-family: Georgia, serif;"></span>La
tragica ed aspra spirale del <span style="font-style: normal;"><b>conflitto
bellico</b></span> paneuroasiatico – che, ad oggi, vede nel
territorio ucraino il più recente avamposto - è “coinvolgente”.
Interroga tutti gli “uomini di buona volontà”. Terminato il
secondo ventennio del XXI secolo, ci sono le condizioni psicologiche,
per le giovani generazioni – sia d'ispirazione <i>nerd</i> che
“Stúrm und Dráng” - e per le donne e gli uomini nati tra il
1945 ed il 1965 (dai 77 ai 57 anni oggi), per decidere come
<b>riorientare</b> anche <b>le proprie esistenze</b>. È giunto il
momento di fare i conti con la coscienza e scegliere.</span></span><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"> Alle stessa
stregua di come agirono i partigiani che, per un <b>impulso
prepolitico, morale</b>, compirono una scelta di campo e decisero di
impegnarsi, mettendo a repentaglio la vita, e combattere con le armi
per liberare il mondo dal nazifascismo. Analogamente, è possibile,
con consapevole rammemorazione, rievocare il <b>dilemma di Ἀντιγόνη</b>,
protagonista della tragedia di Sofocle, rappresentata per la prima
volta ad Atene alle Grandi Dionisie del 442 a.C., come utile
sollecitazione alla riflessione che si propone ed all'auspicabile
agire collettivo. </span></span>
<span style="font-size: medium;">
</span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Si,
è indifferibilmente etico intervenire. È una </span></span><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><i>chance
</i></span></span><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-style: normal;">che
i contemporanei hanno, </span></span></span><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><i>ob
torto collo. </i></span></span><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Con
le armi della “critica”, politicamente e culturalmente.
Innanzitutto, dimostrando di comprendere la genesi e l'attuale
scenario degli scontri militari in corso. In secondo luogo, perché
quando la situazione è atroce, ciò che non si è ancora realizzato,
può esserlo. In termini diversi: va esperito il tentativo di
affrontare la situazione con un'adeguata disamina ed altrettanto
inerente valutazione circa il “da farsi”. Infine, l'auspicata
doverosa partecipazione è necessaria anche per contrastare le
unilaterali “narrazioni sulla guerra”, le interpretazioni e
manipolazioni informative erogate con altrettanta “potenza di
fuoco” dal </span></span><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><i>mainstream
media</i></span></span><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-style: normal;">
subalterno e dagli “utili idioti”, insigni protagonisti del
perturbante scenario </span></span></span><span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;">transdemocratico</span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-style: normal;">
e al servizio di dissimulate, emergenti </span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;">cheirocrazie
o oclocrazie</span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-style: normal;">.
(rif. a “L’utile idiota. </span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;">La
cultura nel tempo dell’oclocrazia”, Antimo Cesaro, MIMESIS
EDIZIONI, 2020)</span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-style: normal;">.</span></span></span></i></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-style: normal;">Le
diverse iniziative socio-culturali correlate al conflitto bellico
sono conseguenti alla consapevolezza generale che si dovrebbe
possedere avendo memoria del passato, anche recente. In modo
esemplare, come è documentato e descritto dal libro di Antonio
Gibelli, “L'officina della guerra. La Grande guerra e le
trasformazioni del mondo mentale” (Bollati Boringhieri, 2007),
laddove viene detto, tra l'altro, che </span><i>nel corso della
Grande Guerra il flusso della vita e della storia si interruppe
almeno per un momento e lì, in quell’arresto del battito cardiaco
della storia europea, si poterono cogliere simultaneamente l’agonia
del vecchio mondo e l’irrompere del nuovo: l’una non ancora
compiuta, l’altro non ancora pienamente dispiegato ma già
chiaramente visibile tra i lampi e gli scoppi, tra le montagne di
cadaveri, i laboratori fotografici e gli studi psichiatrici.Fu allora
che lo specchio della civiltà occidentale andò in frantumi. Fu
allora che un «colpo di tuono» squarciò il velo del progresso e
aprì le porte alla modernità, disvelandone la micidiale
ambivalenza</i>.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Da
una parte la Grande guerra utilizzò e potenziò le nuove tecnologie
industriali; dall’altra grammofoni, razzi, riflettori, fotografia,
cinematografo moltiplicarono l’esperienza della guerra. La
modernità entrò, quindi, con un grande impatto nella Prima guerra
mondiale e la tecnologia divenne un enorme moltiplicatore dei suoi
meccanismi di sviluppo.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;">“<span style="font-family: Georgia, serif;">Ciò
di cui milioni di uomini fecero simultaneamente esperienza tra il
1914 e il 1918 non era solo la guerra, ma il mondo moderno. [...] Ma
quali sono i connotati di questa modernità, che la guerra rivela e
accelera a un tempo? Sinteticamente essi sembrano ruotare intorno al
binomio Stato-industria. La guerra esalta il ruolo dello Stato,
facendo di esso una presenza capillarmente insediata nella vita
privata e nell’interiorità di ciascuno, un agente di mobilitazione
massiccia di forze, sentimenti, immagini. Nello stesso tempo utilizza
e potenzia le nuove tecnologie industriali, estende la
sperimentazione di nuove forme di organizzazione del lavoro, di
mobilitazione intensiva e di movimentazione coatta di grandi masse
umane. Nella guerra si affermano infine una nuova radicale
espropriazione del tempo e della vita e un’inedita combinazione tra
principio di efficienza-razionalità e principio di
distruzione-annientamento. La nuova realtà investe in vario modo la
sfera percettiva, disegnando i contorni di un «nuovo paesaggio
mentale». Nell’esperienza della trincea e più in generale
nell’ambientazione della guerra si palesano il trionfo
dell’elemento artificiale su quello naturale (l’elettricità
trasforma le notti in giorni, la chimica degli esplosivi polverizza
le montagne modificando il paesaggio); la fungibilità di biologia e
tecnologia (le protesi sostituiscono gli arti distrutti); il senso
del tempo come discontinuità e il suo disancorarsi dalle matrici
biologiche, naturali o più semplicemente tradizionali; l’irrompere
della nuova morte di massa come prodotto di organizzazione
industriale su larga scala e come perdita di confine tra umano e
disumano, segno di un anonimato che connota l’esistenza nella
società. E ancora, l’esperienza della guerra insegna la
moltiplicazione e la frammentazione delle immagini visive e sonore
del mondo. Grammofoni, razzi, riflettori, ma anche manifesti murali,
fotografia, fotomontaggio, cinematografo, che nella guerra sono
variamente coinvolti, concorrono al definirsi di questa esperienza
mentre attingono da essa i propri linguaggi comunicativi.</span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4gv4So6uYBcagES7wJiDTsa2_QT6Le_i3v9qCF3meXSKHf1mh5VzbLkKmkIUFNDz-T1ruGlVUoEqq7khnO7vHSIxORCTpet6j6Rw6Zuc5K4FeFQ093FykBmmZqcowO0AVxTO2AsQjZgHGY2-O3W_LvIfEsKfEN9ctv75ebdi9rxO7JkVc07z0MbPp/s1200/Simbolo%20Z.jpeg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1200" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4gv4So6uYBcagES7wJiDTsa2_QT6Le_i3v9qCF3meXSKHf1mh5VzbLkKmkIUFNDz-T1ruGlVUoEqq7khnO7vHSIxORCTpet6j6Rw6Zuc5K4FeFQ093FykBmmZqcowO0AVxTO2AsQjZgHGY2-O3W_LvIfEsKfEN9ctv75ebdi9rxO7JkVc07z0MbPp/s320/Simbolo%20Z.jpeg" width="320" /></a></span></span></div><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><br /></span></span><p></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">La
Grande guerra è il primo evento moltiplicato a livello iconografico
dall’uso massiccio della fotografia. Non si tratta di una semplice
duplicazione, ma appunto di una moltiplicazione praticamente
illimitata: ciò è dovuto all’alto numero delle immagini scattate
(centinaia di migliaia) e alla loro riproposizione in contesti
diversi, alla loro straordinaria circolazione. Un solo esempio:
secondo le cifre ufficiali, nel corso del conflitto furono
organizzate esposizioni permanenti di fotografie di guerra in tutti i
comuni del Regno, mostrando al pubblico 3.000 fotografie in formato
piccolo e 25.000 in formato grande. Per la prima volta un evento si
presenta ai contemporanei e ai posteri in una rifrazione molteplice:
i suoi significati e le sue risonanze. Si propone non come un tutto
unico, ma come una serie infinita di immagini. La frantumazione
dell’oggetto si accompagna a quella del soggetto. La realtà si
incrocia con la sua rappresentazione. I piani si sovrappongono e si
intersecano. Non per nulla quella è potuta apparire come una «guerra
cubista»” (cit. “L’officina della guerra. La Grande guerra e
le trasformazioni del mondo mentale”, A. Gibelli, Bollati
Boringhieri, Torino 1991, pp.8-11).</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">La
guerra nel bacino del Donec, noto anche come Donbass, il bacino
dell'omonimo fiume della Russia e dell'Ucraina, il Donec, affluente
del Don, in quella regione storica, economica e culturale, parte del
cui territorio nel 2014 si è dichiarato unilateralmente indipendente
dall'Ucraina, “non si farà”. “Non si farà”, perché
terminando il secondo conflitto mondiale, </span></span><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><b>non
si è mai smesso di guerreggiare</b></span></span><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">.
In tutte le parti del mondo sono scoppiati conflitti bellici di
natura regionale e/o locale. In tutti i continenti, ad esclusione
dell’Oceania. “Non si farà” perché non è mai terminata,
perché «la guerra non è che la continuazione della politica con
altri mezzi. La guerra non è, dunque, solamente un atto politico, ma
un vero strumento della politica, un seguito del procedimento
politico, una sua continuazione con altri mezzi» (rif. “</span></span><span style="font-size: medium;"><cite><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-style: normal;">Della
Guerra”,</span></span></span></cite><cite><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-style: normal;">
Carl von Clausewitz, 1832-1837, Mondadori, 1997</span></span></span></cite><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;">).</span></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Vecchie
e nuove guerre si sono intrecciate fino ai nostri giorni nei quali lo
spettro sembra essere più vicino e far più paura.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Per
quasi mezzo secolo, dopo il 1945, il mondo ha temuto che il sistema
politico internazionale configurato in modo bipolare – e puntellato
da armamenti atomici – avrebbe potuto essere messo in discussione
solo da una grande guerra generale nucleare: quella stessa guerra che
le due superpotenze, USA e URSS, segretamente e quotidianamente
preparavano. Né la decolonizzazione dei grandi imperi europei
d’Africa e d’Asia, né la conseguente apparizione di un movimento
di Stati non allineati modificarono molto i termini della questione.
Il sistema politico della “Guerra fredda” a livello militare si
fondava su due pilastri interconnessi: 1) prevedeva sul fronte
principale europeo-sovietico un contraddittorio sistema di minaccia e
contemporanea dissuasione del rischio bellico, sia pur in un
crescendo tecnologico e di distruttività, e 2) tollerava una serie
assai ampia di conflitti limitati alla sua periferia, nel <i>Terzo
mondo</i>. Lo spazio della guerra, in questo sistema politico segnato
dall’epocale novità della minaccia nucleare, sembrava dividersi
fra grande guerra generale atomica preparata e minacciata, e guerre
limitate – non di rado internazionalizzate, anche micidiali e
atroci ma contenute – nel <i>Terzo mondo</i>. Per quasi mezzo
secolo le regole e lo spazio della guerra, la sua grammatica, furono
queste.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Oggi
s’assiste all’inerzia delle precedenti fasi storiche, all’acuirsi
delle lotte per la supremazia economico-politica planetaria, connessa
a quella energetica, ed alla riproposizione di un’estremizzazione
della “balance of power” che può evolvere 1) verso reciproci
annientamenti, certo, ma può anche 2) disinnescare le tensioni
militari dando continuità a relazioni internazionali tra le potenze
- esattamente come hanno fatto le politiche estere dei diversi
contendenti, perseguite nella storia non solo europea, a trazione
statunitense - per impedire l'emergere definitivo di una potenza
egemone tale da sconvolgere la “pace capitalista” e l'equilibrio
globale commerciale per sua natura perennemente instabile,
incompiuto.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Il
<b>multilateralismo</b>, forse, non è all’ultimo <i>step</i>; può
rappresentare la vera e propria “de-escalation”, nel lugubre
senso fornito dalla paradossale dimensione
dell’impossibilità/possibilità di una Cina silente ed
equidistante oppure interventista. Questa situazione di perenne
conflittualità internazionale e di relativa incertezza nel
posizionamento cinese rappresenta la via di uscita dal <i>cul-de-sac</i>
ucraino (a questo proposito, si rinvia a “Capitalismo e
globalizzazione”, Nerio Nesi, Ivan Cicconi, Prefazione di Luciano
Canfora, Bibliografia a cura di Giovanni Dursi, Koinè Nuove
edizioni, 2002; “<span style="font-weight: normal;">Per una forza
nuova”, Gianfranco La Grassa, Gianni Petrosillo, Presentazione di
Giovanni Dursi, Solfanelli Edizioni, 2021).</span></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Quindi,
evitando il pacifismo di maniera e, al contempo, d’essere
fagogitati dal gendarme statunitense, come sempre, l’impresa è
trasformare le guerre imperialiste in un assalto al cielo, in una
guerra sociale rivoluzionaria.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><b>La
parte “occidentale” del fronte di guerra</b></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">L’attuale
Governo italiano abroga l’art. 11 della Costituzione (“L'Italia
ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri
popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;
consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle
limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri
la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le
organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”) inviando
contingenti di migliaia di soldati, potenziando la propria presenza
militare in Romania e Lettiona, raddoppiando il numero dei mezzi
aerei già operanti, a supporto dei dispositivi NATO che presidiano
il conflitto armato Russia Ucraina; inoltre, il Governo italiano
contribuisce al clima di alta tensione con la cessione di mezzi ed
equipaggiamenti militari all’Ucraina; l’Unione europea decide di
finanziare e dotare di armamenti lo Stato ucraino con evidente
innesco di recrudescenze europeiste per la costituzione di un
esercito comune dell’Unione; la Germania provvede ad incrementare
le potenzialità belliche del suo esercito, per la prima volta dal
secondo dopoguerra; gli USA fomentano il passaggio da una sterile
attività diplomatica e sanzionatoria di stampo economico
all’evocazione della “terza guerra mondiale”. Questa, in
sintesi, l’architettura sicuritario-bellica che - con la
sovradeterminazione politica della NATO sulle “politiche estere”
dei singoli Stati (secondo il principio di continuità
politica-guerra) che ne fanno parte, incapaci d’abbracciare la
strategia del “non allineamento” - sta precipitando il mondo
verso l’irreparabile, non prevedendo più la contrapposizione (ma
anche meccanismi di regolazione) fra due superpotenze, in cui
l’Europa era spaccata in due secondo linee ideologiche e aveva
quindi un ridotto peso politico, in cui il resto del pianeta era
ancora afflitto dal colonialismo e in cui, in genere, l’eco
politica dei soggetti sub-statuali era ancora piuttosto limitata,
bensì una eterogenea e multilaterale belligeranza dovuta al pieno
dispiegamento dei processi di globalizzazione politica ed economica,
assieme al succedersi di ondate di involuzione autoritaria dei
singoli Stati sullo scenario europeo ed internazionale. Di fatto, il
post-bipolarismo non sembra escludere la minaccia di un
annichilimento generale atomico, fra tutti i protagonisti e
comprimari in lotta, che aveva caratterizzato lo scontro bipolare. Se
la situazione di due imperi supernazionali e tendenzialmente
universali, destinati a fronteggiarsi con armi di distruzione
convenzionale oltre che atomica, si è storicamente dissolta, la
crisi attuale dimostra che è esponenzialmente ampliata ed anche
degenerata la conflittualità armata multilaterale che spinge nella
direzione di non risparmiare più alle proprie società civili gli
orrori derivanti da un’esperienza diretta della guerra anche sui
suoli nazionali o confinanti.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Al
di là delle percezioni rimane una <b>realtà</b> che nel frattempo
risulta però sempre più semplice da definire come estrema,
autolesionista battaglia per <b>acquisire un eventuale “dividendo
di guerra”</b>; essendo inceppato il meccanismo mercantile di
“generazione del valore” si è in presenza del pericoloso
slittamento sistemico verso l’opzione <b>belligeranza al oltranza</b>,
variamente sollecitata dal capitalismo globale.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Nel
frattempo, le quotazioni in Borsa di Leonardo S.p.A., un'azienda
italiana attiva nei settori della difesa, dell'aerospazio e della
sicurezza il cui suo maggiore azionista è il Ministero dell'economia
e delle finanze, schizzano a +13,61%, spinte dall'annuncio dell'UE di
inviare armi e finanziarne l'acquisto in Ucraina. Lucrosi “dividendi
di guerra”.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Tuttavia,
vanno ricordate le notti dei bombardamenti NATO di Belgrado di 23
anni fa. Anche in quella dannata circostanza i complessi
militari-industriali occidentali e le istituzioni che presiedono ai
PIL nazionali e alle politiche di potenza hanno realizzato
distruzione e morte e tentato di riavviare, in queste guisa, il
“ciclo economico”, riorientando in forma profittevole il
fluttuante svolgimento dell'attività di produzione dei paesi
interventisti coinvolti nelle loro totalità strutturali, andamento
quale appare da indici quantitativi globali come quelli riguardanti
la produzione nazionale, l'occupazione totale, il livello generale
dei prezzi, i fatturati aziendali ed altro.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-6kleMHr0Fa4305xqWTpaC5BexxQQulgrg3-4uoEs_kTquqTQaaCvaNFrOKD57CZaQEuJ6eQayGYiYm_7Z6PEq9wVgrrl5zOpQ-G4h15dgHVgdiB01Lb_5rrGY3iC-Y5G0X4Cc87RwhJQm8r6P3YccEso78Ts4QsLKsLgFj2j04oDLxi4Qu3KfEda/s300/Giovanni-Dursi%20in%20viaggio.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="225" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-6kleMHr0Fa4305xqWTpaC5BexxQQulgrg3-4uoEs_kTquqTQaaCvaNFrOKD57CZaQEuJ6eQayGYiYm_7Z6PEq9wVgrrl5zOpQ-G4h15dgHVgdiB01Lb_5rrGY3iC-Y5G0X4Cc87RwhJQm8r6P3YccEso78Ts4QsLKsLgFj2j04oDLxi4Qu3KfEda/s1600/Giovanni-Dursi%20in%20viaggio.jpg" width="225" /></a></span></span></div><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><br />Il
<b>punto d'osservazione</b> che, però, fatica ad emergere è un
altro. Quando l'ingiustizia e lo sfruttamento si fondono con la
mancanza di risorse materiali e postmateriali socialmente condivise,
con la frammentazione sociale, con le malattie fisiche e mentali, con
la sofferenza strutturale indotta dalla lotta di classe permanente,
si instaura sempre verosimilmente una condizione di oppressione. In
definitiva, il benessere generale dipende dalla giustizia, così come
il benessere individuale, relazionale, organizzativo, di comunità ed
ambientale dipendono dalla giustizia sociale, una <b>esperienza
storica su cui dovrà fondarsi ogni comunità effettivamente libera</b>.
Il suo alto compito è considerare le tematiche quali il potere,
l'oppressione e la liberazione come <b>processi in divenire</b> che
vanno analizzati nelle diverse forme, strutture e sistemi a livello
di comunità, di nuove istituzioni popolari e di società
“allargata”.</span></span><p></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><b>Le
“condizioni” per una base negoziabile Russia Ucraina credibile e
le “anime belle”</b></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;">“<span style="font-family: Georgia, serif;">Abbiamo
trovato alcuni punti su cui è possibile trovare un terreno comune",
ha detto il negoziatore russo Vladimir Medinsky, citato da Interfax.
Vladimir Putin si è impegnato oggi a "sospendere tutti gli
attacchi contro i civili e le abitazioni". Un accordo Russia
Ucraina sarà possibile solo dopo la "smilitarizzazione e
de-nazificazione" di Kiev, "quando avrà assunto uno <i>status</i>
neutrale", e con il riconoscimento internazionale della Crimea
come territorio russo. Queste le “condizioni” per porre fine al
conflitto in Ucraina.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Le
anime belle, contestualmente, disquisiscono sulla guerra e sulla
pace. Addirittura, isolandosi nel proprio mondo interiore, pensano
all’immanenza della pace, ad un “qui e ora” della convivenza
civile che, di fatto, si trasforma in un’indecente <b>evocazione
del trascendente</b>, mentre, dopo aver proferito il sermone
quotidiano, mestamente tornano agli “affari” propri, al quieto
<i>laissez faire</i>, senza vincoli morali alle attività.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">L’idea
di “anima bella”, è già presente in Plotino (con questa
espressione egli intende l’anima che ritorna in sé stessa), viene
ripresa dai mistici spagnoli del Cinquecento e da Rousseau nella
“Nuova Eloisa” (1761). Ma l’espressione acquista un significato
più preciso nel saggio di Friedrich Schiller “Grazia e dignità”
(1793). «Un’anima bella – dice il poeta – non ha altro merito
che quello di esistere. Con facilità, come se l’istinto agisse per
lei, esegue i doveri più penosi per l’umanità, e il sacrificio
più eroico, che essa strappa all’istinto naturale, appare come
libero effetto di quel medesimo istinto». Schiller descrive dunque,
con l’espressione, un’anima ispirata bensì dal dovere, ma nella
quale gli impulsi sensibili si accordano spontaneamente con la legge
morale. Goethe dedicò all’anima bella il sesto libro delle
“Esperienze di Wilhelm Meister” (1795-96), dove a proposito di
essa dice: «Io non mi ricordo di nessun comando, niente mi appare in
figura di legge; è un impulso che mi conduce e mi guida sempre
giusto; io seguo liberamente le mie disposizioni e so così poco di
limitazione come di pentimento». Ma l’idea di anima bella ha
acquistato rilievo soprattutto per la raffigurazione che Hegel ne ha
dato nella “Fenomenologia dello spirito” (1807). In quest’opera
si insiste sul carattere mistico e contemplativo dell’anima bella;
essa è la soggettività elevata all’universalità, incapace
tuttavia di uscire da sé stessa, e di trasformare, attraverso la
propria azione, il proprio pensiero in essere.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">L’anima
bella è «questa fuga davanti al destino, questo rifiuto dell’azione
nel mondo, rifiuto che porta alla perdita di sé». L’anima bella
è, quindi, pura e incontaminata, ma completamente incapace di agire
nel mondo, e di influire sul suo corso con il proprio impegno e con
la propria operosità.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Le
anime belle sono indaffarate. Pontificano contro le autocrazie
guerrafondaie. Sognano d’essere in una democrazia, «il regime
dell'eguaglianza», nascondendosi dietro la foglia di fico di un
Parlamento che consente di discutere, sempre approvandole, le
indiscutibili decisioni di un Governo - presieduto da “alieni”
che hanno poteri assoluti - che violano la carta costituzionale e si
predispongono alla guerra, sospingendo i cittadini verso un’ennesima
emergenza, riorganizzando le attività economiche e sociali in modo
ottimale per aiutare lo sforzo bellico.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">La
fase politico-militare, successiva al crollo del muro di Berlino,
avvenuto il 9 Novembre 1989, consegue in questi giorni un’ulteriore
messa in questione degli attuali assetti raggiunti, riparametrando le
“zone di influenza” e “neutralità”. Il diluvio anticomunista
del dopo ’89 e l’<b>ipertrofia capitalistico-planetaria</b> con
l’11 Settembre 2001 hanno tentato di <b>unificare il mondo dentro
il modello unico di produzione e riproduzione della vita</b> con
l’invenzione del “terrorismo”, frutto di un non ben
identificabile “integralismo ideologico”. Successivamente, la
crisi del ciclo economico capitalista del 2008 (innesco: crisi del
mercato immobiliare statunitense e la correlata bolla finanziaria), e
peculiarmente le ricorrenti recessioni che ha generato, con lunghi
periodi di contrazione economica significativa e duratura al punto da
causare un iniziale <i>shock</i> esogeno (tra cui si annovera anche
la sovrapproduzione), con effetti diretti sulla domanda aggregata,
ovvero sulla somma della domanda per beni e servizi prodotti
all’interno di un’economia che implode, effettuano<b> una sorta
di “salto di specie”</b>: i meccanismi di persuasione alla
conformità capitalistica planetaria cedono il posto alla repressione
delle “devianze” rappresentate dai residui della lotta di classe
novecentesca, tradizionale, che, inopinatamente, instaurano alcuni
legami, pericolosi per la ristrutturazione “globale” del mercato,
con emergenti neoprofili di sfruttati, per loro natura antagonisti.
Infatti, è subdolamente introdotta nella <b>gestione biopolitica del
potere</b>, da parte dello <i>stato imperialista delle
multinazionali</i>, l’arma - auspicata letale - del contagio
pandemico di massa su scala planetaria.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">L’evidente
scacco circa l’intento di <b>controllo sociale</b> (rif. al
Capitolo VI inedito de “<span lang="de-DE"><span style="font-style: normal;">Das
Kapital. Kritik der politischen Ökonomie“ di Karl</span></span>
Marx che introduce la categoria di <b>sussunzione al capitale
sdoppiata in “sussunzione formale”</b> <b>e “sussunzione
reale”</b>) mediante una drastica contrazione demografica mondiale,
induce, conseguentemente, a riutilizzare con maggior efficacia
l’opzione “guerra”, del resto mai accantonata dal 1945 e
mantenuta attiva anche nel territorio europeo 1) con la pulizia
etnica nei Balcani che venne attuata durante la guerra scoppiata tra
i Paesi che componevano la Jugoslavia federale (Serbia, Croazia,
Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia), ricca di
violenze e tensioni politico-istituzionali che insanguinarono l’area
tra il 1990 e il 1999 e 2) dalla metà del secondo decennio del XXI
secolo proprio con la guerra dell'Ucraina orientale o guerra del
Donbass, ufficialmente iniziata il 6 Aprile del 2014.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">L’apocalisse
non è dunque oggi cominciata. E il diavolo non risiede al Kreml′.
Dobbiamo renderci conto che nella società civile contemporanea
l’uomo postmoderno ha sempre vissuto un tragico travaglio dal quale
- evitando la logica binaria tipica delle tifoserie da stadio - dovrà
intercettare domande costitutive dell’esistenza possibile, che,
senza velleità, si pongono preliminarmente in questi termini: come
<b>fuoriuscire</b> dall’ordine mortifero mondiale creato dal
capitalismo ?</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">I
negoziatori per la pace in terra ucraina, per interrompere la guerra
iniziata nel 2014, ciurlano nel manico. Vacillano, tentennano, si
dimenano, avanzando rivendicazioni sostanzialmente interlocutorie, se
non inutili, perpetuando l'orrore. Non c'è traccia alcuna della
soluzione che prevede la neutralità dell'Ucraina, stante la dinamica
geopolitica che si è generata dopo il 1989.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><div dir="LTR" id="jsc_c_2de">
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Non
c'è visione, non c'è consapevolezza pragmatica circa una oggettiva
de-<i>escalation</i> e ci si sottrae, con abili raggiranti
narrazioni, ad impegni che prefigurano essere fermi nelle proprie,
concordate convinzioni e condotte a garanzia della convivenza
civile. Sembrano (sembrano) esservi solo contrapposti propositi.
Ricordiamo che in Ucraina, il 17,3% della popolazione è etnicamente
russo e più del 40% degli ucraini usa il russo come lingua madre.
Nella regione del Donbass, quasi il 40% degli abitanti si dichiarano
russi.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">L’Europa
ha avuto un periodo di “pace” durato 46 anni, fino alla guerra
dei Balcani, durata a sua volta 10 anni e che ha finito per
coinvolgere la NATO, che ha bombardato Belgrado per due mesi e mezzo
lasciando sul terreno tra 1.200 e 5.000 morti a seconda delle fonti.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Oggi,
mentre i produttori di armi pregustano l’aumento del loro giro
d’affari, la Russia sta esercitando la superiorità militare
convenzionale in Europa oltre che il ruolo di fornitore di energia a
tutta la parte occidentale del continente. Le Nazioni Unite e
l’Unione Europea sembrano invece essere attori di un insensato
riarmo e fronteggiamento in questa trama che sta portando all’esito
fatale dove, come sempre, i più colpiti sono i civili, prime
vittime di ogni guerra.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Potrà
sembrare riduttivo, ma balza agli occhi il fatto che ogni giorno
qualcuno cerca di vendere qualcosa. Ciò accade secolarmente, a
partire dal 16° secolo, non solo utilizzando mezzi tradizionali, la
vasta gamma di attività promozionali e di linguaggi pubblicitari
nel corso del tempo adottati. Oggi le modalità più diffuse di
sollecitazione sono le ossessive telefonate a tutte le ore
ricevibili, l’occupazione radio-televisiva e dei <i>social network</i>
da parte della cosiddetta informazione commerciale, gli ormai
desueti “consigli per gli acquisti” evoluti sottoforma di
suadenti <i>influencer</i> che si prendono la briga di pensare al
nostro posto, di diventare pseudo <i>opinion leader</i>.</span></span></p>
</div><span style="font-size: medium;">
</span><div dir="LTR" id="jsc_c_2b7">
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Perché
? Perché tutto è fagocitato dal sistema di produzione di beni e
del loro consumo ricorrente, persistente. Pertanto, anche un evento
culturale, una mostra, un concerto, i libri sono considerati dei
prodotti. Prodotti che in questa guisa dismettono le loro
peculiarità e mutano in eventi di compra-vendita <i>mainstream</i>,
rivolti ai pubblici non di nicchia (e questo è un bene), ma
all’universo degli acquirenti, genericamente intesi. Accade quanto
il buon vecchio Herbert Marshall McLuhan ebbe a dire “the Medium
is the message”, regola aurea dell’Inbound Marketing, che vede
sempre più spesso protagonisti, accanto ai soliti imbonitori, abili
affabulatori nella commercializzazione dei materassi, -
indifferentemente - scrittori/scrittrici che con espressioni compite
e accettabili faccine simil sbarazzine sintetizzano, come fossero
superficiali “quarte di copertina”, i contenuti di volumi che
presentano sui cosiddetti “canali s<i>ocial</i>”, dopo averli
“digeriti” (intendendo dire: letti; si auspica); esattamente
come accade ad altrettanto disinvolte signorine seminude che, con
brevi video postati, ad esempio su Instagram, stimolano l’acquisto
di “completini” presso il consueto <i>sexy shop</i> di
riferimento, anche grazie ad esplicite movenze di gambe, glutei,
seni e mimiche facciali. Del resto, anche “con il culo” si
saluta, come canta il gruppo musicale La Rappresentante di Lista,
“Ciao (ciao, ciao, ciao, ciao, ciao, ciao, ciao)”.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">In
qualche modo, la specificità del prodotto viene smarrita, diviene
indifferente, prevalendo il “modo” e il “canale” e i
contenuti culturali vengono assimilati a merci, ad oggetti di
consumo, seguendo acriticamente le strategie di </span></span><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><i>marketing</i></span></span><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">
più attuali, preferite dal “mercato”, piuttosto che impostare
creativamente raffinate forme di informazione/comunicazione
culturale. Ad esempio, la coraggiosa, sperimentale modalità di
</span></span><span style="font-size: medium;"><a href="https://www.facebook.com/cordelia.stagno.52?__cft__[0]=AZXk-LQ4kAf4f0w7iznKlFi1u8VbVwdkcY_RdtXzmXOtjiUUyuze-Aq4IUetElXcdRjMru3QspqJClVIhzE3yR32gcxCvirLbLAuWyi5exowsl6giYMzK3Fiqcs1lZg3aps&__tn__=-]K-R">Cordelia
Stagno</a><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;">.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Considerata
la quotidiana immersione di tutti nel <i>web</i>, l’ecosistema
<i>online</i> offre un panorama desolantemente monotono d’attività
di persuasione al consumo da rendere ormai indistinguibile se si è
esposti alla profferta di culatello o dell’ultima replica teatrale
de “Il malato immaginario” di Molière, se si sta per comprare
capsule di picosolfato di sodio oppure l’ultimo volume della serie
“L’amica geniale” pubblicato dall’anonima scrittrice Elena
Ferrante.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Il
cuore di tutte le attività di <i>digital advertising</i> è la
vendita, qualsiasi sia il “bene” di cui si tratta.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Tuttavia,
continuo a chiedermi perché mai dovrei seguire uno <i>spot</i> per
recarmi in libreria ad acquistare un libro o vedere un <i>trailer</i>
di un film per poi recarmi al cinema . . . Preferisco conoscere,
preferisco scegliere, preferisco decidere, preferisco rischiare,
preferisco conversare.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Questo,
nondimeno, è il <i><b>milieu </b></i>socio-culturale entro il quale
si dispiega nell'immaginario di massa l'ennesimo conflitto bellico.</span></span></p>
</div><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Quello
che si pretende dai <i>media</i> sono informazioni e intrattenimento.
Ma, non rimuoviamo, anche i <i>media</i> esigono qualcosa da noi. Che
si creda loro. Oggi, con il consistente e, per certi versi,
inarrestabile processo di <b>disintermediazione </b>nell’ambito
dell’informazione sociale, le “fonti” sono proliferate a
dismisura creando, consapevolmente o meno, l’<i>overload</i>
informativo e, spessissimo, la sovrapposizione tra <i>fake news</i>,
anche artatamente “confezionate”, e narrazioni corrispondenti al
“vero”. Siffatto <i><b>milieu </b></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">è
l'architrave del “pensiero unico”che opera influenzando tutti i
fattori che determinano i processi politici, sociali, artistici e
letterari, inaridendo la ricerca disinteressata di “verità” (al
plurale) e la facoltà conoscitivo-interpretativa dei “fatti”.</span></span></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><div dir="LTR" id="jsc_c_27w">
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Morto,
o quasi, il giornalismo d’inchiesta (ci sono segnali confortanti
circa una nuova leva di professionisti, ad esempio </span></span><span style="font-size: medium;"><a href="https://www.facebook.com/jacopo.ottenga?__cft__[0]=AZWGhCE4EeJ22B88B4wcrFh7DeAthLkcw3-v_pncX6EAR3B2VRR4-apqnEv-nG6JXTVLPnxGXSzPgAmW-RWhyCwwHHS9pk--bpnCiXQayNfDjGMf7ePOYbr4JDkUs3vjyw8&__tn__=-]K-R">Jacopo
Ottenga</a><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;">;
seguire il suo servizio, il podcast «La Congiura del silenzio»
dedicato ad Antonio Russo), venuto meno il metodico ricorso a
intermediari affidabili (come agenzie-stampa e media indipendenti)
nella fruizione di beni conoscitivi e di servizi giornalistici di
pregevole fattura, in seguito alla diffusione di InterNET, che
facilita l’amalgama tra “vero”, “verosimile” e “falso”,
il contatto diretto tra fruitori e produttori di “notizie”, si
precipita nel perverso gioco delle interpretazioni (a volte
“liberamente” uscite di senno) corrispondente all’evidente
strategia politica di controllo sociale che tende a lasciar
interdetti, confusi, disorientati gli interessati ai fatti del mondo
con lo scopo di preparare la loro psicologia a qualsiasi evenienza
politico-legislativa, politico-militare, antropologico-politica.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">A
mio modesto parere, il padre-fotografo, Oleksii Kyrychenko,
costruiti o meno la <i>location</i> e il “messaggio”, avrebbe
fatto meglio a non esporre su <i>Facebook</i> sua figlia in armi,
pare sia una bimba ucraina di 9 anni, tantomeno armare sua figlia
minore. Ha senz’altro contribuito ad un’ulteriore
strumentalizzazione e abbrutimento dell’infanzia.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Sul
fronte del dolore e della tragedia, se l’esistenza è teatro del
transeunte e di oblio, e tutto ciò che più vi risplende, perfino
le forme stesse della bellezza nelle più alte espressioni, è posto
in scacco dalla disgregazione sociale e dalla dimenticanza –
ovvero, in un’unica parola, dalla «morte» –, solo la <b>volontà</b>
può agire da antidoto a questa dinamica e fare sì che ciò che è
stato vivo resti vivo ancora, conservando nitidi ricordi. Sul piano
della politica volta alla conservazione dello status quo, dunque
solo l’<b>intenzionale ribellione </b>può apportare cambiamenti e
recare nocumento alle rilevanti figure del potere e del vivere
quieto.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Avviamo,
pertanto, la discussione sul “comunismo possibile”. Un
<i>background</i> comune è costituito dai testi marxiani (in
particolare, le opere scritte tra il 1845 e il 1847 e la Prefazione
del 1859 a Per la critica dell'economia politica), leniniani e
marx-leninisti sulle tematiche di fondo: “base” (realtà
economico-sociale costituita dal sistema materiale di produzione e
consumo), sovrastrutture (sistema delle relazioni ulteriori che si
generano – <i>bedingt</i> - dalla fondamentale contraddizione
capitale-lavoro - ne sono causalmente determinate - a garanzia della
riproduzione della formazione economico-sociale dominante),
trasformazione collettiva (politica di classe ed organizzazione
rivoluzionaria) e fuoriuscita dal modo di produzione e consumo
capitalista ed estinzione dello Stato.</span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Questo patrimonio culturale
va messo in relazione con l'attuale situazione dell'antagonismo
sociale alla <b>“crisi” ristrutturativo-globale bellica del
capitalismo delle multinazionali</b>, poiché è <b>sempre in
agguato la spinta ideologica degenerativa</b> che vede nella
“teoria” un dogma (fantasmi retorici si aggirano tra le fila
degli anticapitalisti) e nelle “prassi” sociali della lotta tra
le classi una rappresentazione astorica (oscillante tra il poco
dignitoso <i>tradeunionismo</i> e velleitarismi insurrezionali).
Conseguentemente, potranno essere approfonditi gli aspetti storici
(bilancio del movimento comunista mondiale) e teorico-politici
legati alle fasi della transizione, alla “dittatura del
proletariato” e al “dominio politico di classe” per meglio
definire una strategia politico-organizzativa frutto della
convergenza tra conoscenza scientifica e comportamenti sociali
coscienti, veicoli realmente efficaci della trasformazione
collettiva.</span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEholM3YWgFaiynLUaUBe9mGd1FDTvY6ev6d5A50_dsuxULiK7_6gLCU_takNSm2oUq4iRa-twfyHBJAPamaYhvniUiY4Cs5IuY2BV3ha1B9GNoAMx1fEUxNiWj7jqJ8KhUFoDSXzAh3psiQupN1euqKvfD6uldKDwscN2Q07b4z9UwBBykEw6BNvxW4/s2048/Giardiniere.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1364" data-original-width="2048" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEholM3YWgFaiynLUaUBe9mGd1FDTvY6ev6d5A50_dsuxULiK7_6gLCU_takNSm2oUq4iRa-twfyHBJAPamaYhvniUiY4Cs5IuY2BV3ha1B9GNoAMx1fEUxNiWj7jqJ8KhUFoDSXzAh3psiQupN1euqKvfD6uldKDwscN2Q07b4z9UwBBykEw6BNvxW4/s320/Giardiniere.jpg" width="320" /></a></span></span></div><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><br /></span></span><p></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><b>Cóntro.
Essere cóntro</b></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Già.
Milioni di persone dichiarano, esplicitamente o simbolicamente,
d’essere cóntro. La preposizione è utilizzata come prefisso in
molte parole composte nelle quali indica opposizione (contraereo,
controsenso), movimento o direzione (“ostinata”) contraria
(contropelo, controvento), reazione, replica, contrapposizione
(controffensiva, controquerela, contrordine), controllo, verifica
(controprova, contrappello), rinforzo, aggiunta (controcassa,
controfodera); con significato più particolare, affine a
quest’ultimo, nei termini di marina controvelaccio, controfiocco,
contrammiraglio. In questo frangente, il termine manifesta, nel
diffuso incalzare retorico di massa, una evidente, inevitabile
curvatura ideologìca. Ricordiamo che nel pensiero marxiano,
l’ideologìa sta ad indicare l’insieme delle credenze religiose,
filosofiche, politiche e morali che in ogni singola fase storica
sono proprie di una determinata classe sociale, informandone il
comportamento, e che dipendono dalla collocazione che questa ha nei
rapporti di produzione vigenti (ad esempio l’ideologìa borghese);
in quanto tale, l’ideologia, lungi dal costituire espressione del
pensiero scientifico, ha la funzione di esprimere e giustificare
interessi particolari, per lo più delle classi proprietarie ed
egemoni sotto l’apparenza di perseguire l’interesse generale o
di aderire a un preteso corso naturale degli eventi storici.</span></span></p>
</div><span style="font-size: medium;">
</span><div dir="LTR" id="jsc_c_23o">
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Ebbene,
chi è solo “cóntro”, dimostra <i>de facto</i>, un’incapacità,
una discrezionalità, una mancanza di volontà nel proporre;
dimostra una carenza nella critica dialettica dell’esistente, una
adialetticità che genera passività, uno ”stare alla finestra”
in attesa che si modifichi il “panorama”.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Che
si cominci ad essere propositivi, ad essere “a favore”, a
“fare”, perché è ideologico dire d’essere “cóntro” !!!
Il capitalismo ha continuato a prosperare non grazie alla sua
intrinseca energia, o per la forza della «società incivile» da
essa generata, ma soprattutto per il contrasto incerto e fiacco
messo in atto da chi dovrebbe combatterlo nell’ambito della lotta
di classe. La politica, i poteri espressi dalla dialettica
Stato/impresa, anche quelli più forti, non hanno mostrato
invincibilità; le forze antagoniste, semmai, sono implose, hanno
ceduto di fronte all’incalzare dell’ideologia “democraticista”
perdendo “coscienza”, energia e qualità politica e
determinazione organizzativa per combattere, oppure si sono alleate
con il capitalismo stesso facendo scempio delle conquiste storiche
del movimento operaio che appartengono a tutti: la sicurezza del
lavoro, l’ambiente, le libertà civili elementari, il diritto al
futuro delle giovani generazioni. Oggi le classi subalterne si
leccano le ferite inferte dai tradimenti subiti. La corruzione
partitica o sindacale è capillare, l’associazionismo civile è
precario, la partecipazione politica è scarsa, e le elezioni sono
fasulle perché i consensi non sono liberi e si “comprano”.</span></span></p>
</div><span style="font-size: medium;">
</span><div dir="LTR" id="jsc_c_1w8">
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Oggi
abbiamo addirittura il <b>“reclutamento” dei corpi e delle
coscienze</b> individuali per la guerra …</span></span></p>
</div><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">La
<i>routine</i> economico-politica-bellica continua fino a notte
fonda, fino all’ecatombe. Pensare che sia tutta responsabilità di
un uomo “solo al comando” è fuorviante.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Anche
se siamo tutti esausti e preoccupati per le scontate ripercussioni
globali dell’indomani, comunque vada a finire, a nulla serve
stigmatizzare l’individuo come artefice di ogni nefandezza. Volenti
o nolenti siamo dentro una struttura relazionale, prigionieri o
carnefici. Non c’è duce senza agrari ed industriali a sostegno,
non c’è assistenzialismo fascista senza “fabbrica del consenso”.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Non
può realizzarsi il Terzo Reich, senza che i vari Hermann Göring si
siano assunti la responsabilità d’essere colpevoli per la maggior
parte dei crimini di cui sono stati accusati nel processo di
Norimberga, così come Otto Adolf Eichmann, nel processo del 1961, si
difese dichiarando a proposito dei Konzentrationslager: «Non lo
nego. Non l’ho mai negato. Ricevevo degli ordini e dovevo eseguirli
in virtù del mio giuramento. Non potevo sottrarmi e non ho mai
provato a farlo. Ma non ho mai agito secondo la mia volontà».</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Non
è mai - il <b>terrore</b> -, da quello robespierriano (1793-1794) ai
nostri giorni, partorito dalla mente perversa o disturbata di un solo
individuo; le abiezioni sono compiute grazie alla <b>complicità e
all’aberrante azione di gruppi sociali</b>, ristrettì o meno, che
attorniano il <i>leader</i>, all’agire di una ampia fascia di
burocrati ligi al dovere, rispettosi delle leggi e delle regole,
cittadini esemplari (tale si è definito Eichmann), divenuti
strumenti del potere e trasformati in ingranaggi indispensabili della
macchina totalitaria e guerrafondaia.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Isolando
ed enfatizzando il valore dell’azione individuale, prerogativa che
caratterizza e rende non del tutto comprensibile gli accadimenti,
preclude all’analisi una strada non accidentata che rileva
l’oggettività del fenomeno dell’allineamento e
dell’omologazione, della compartecipazione, della correità. Il
mito psicologizzante della personalità è inutile a dare risposte
sensate alle tragedie e deresponsabilizza i più, siano essi parte
dell’<i>intelligencija</i> oppure espressione dell’ignoranza dei
popoli.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><b>'I
fatti sono fatti e non spariranno per farti un piacere' (Jawaharlal
Nehru)</b></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span style="color: black;">Da
oltre un mese, seguendo il flusso informativo quotidiano e il
pubblico dibattito sull’andamento del conflitto bellico in Ucraina,
è agevole notare che si stanno ingrossando le fila degli adepti del
persiano Mani (Sec. III) e dell’adesione acritica alla sua dottrina
basata sull'identificazione di due principi assoluti, il Bene e il
Male, in perpetuo e insanabile contrasto tra loro. La </span><span style="color: black;"><b>cattiva
coscienza </b></span><span style="color: black;">e
la </span><span style="color: black;"><b>logica
“binaria” del mondo capitalistico-borghese euro-atlantico</b></span><span style="color: black;">
producono insani incubi ed oscurano anche le “migliori
intelligenze” (il mio amico </span><a href="https://www.facebook.com/eugenio.agus?__cft__[0]=AZUEVuKecZOnlGf9mJ4oZqnaq7WjjVjBHnrzWvKfpWj2GCkIABOlpHtSDCVSNiGqpiCDbg3SZ5VkaDUoE0DYsYB2pMrHl-tIuNcK49C1EDPV3VLqmxHm-KbhZdq_on1rKrg&__tn__=-]K-R">Eugenio
Agus</a><span style="color: black;">,
ad esempio) che affastellano riflessioni antropocentriche grazie alle
quali partoriscono mostri retorici e geopolitici.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><div dir="LTR" id="jsc_c_1kq">
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Oltre
ad un moto di ripulsa per questa semplificazione metafisica, penso
debba essere contrastata una deriva concettuale che nasconde
notevoli e diverse contraddizioni. La prima risiede nell’esplicitare
un <b>manicheismo</b> (nella fattispecie: Occidente vs “Grande
sacra Russia”) foriero di idee, analisi e atteggiamenti di rigida
e radicale contrapposizione sul piano delle ideologie o delle prassi
civili che storicamente non hanno fondamento.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">In
realtà, la “Russia è da sempre al centro di rappresentazioni
ingannevoli, esoticizzanti e fuorivanti nell'immaginario collettivo
occidentale, radicate al punto tale da divenire veri e propri
ostacoli per il dialogo e il reciproco incontro. Soprattutto in
tempi di difficili relazioni politiche e diplomatiche come quelli
attuali, fortemente caratterizzati dalle conseguenze della crisi in
Ucraina, appare quanto mai necessario educare alla decostruzione
degli stereotipi e a un nuovo atteggiamento di apertura” (Dott.
Federico Zannoni, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di
Scienze dell’Educazione, dell’Università di Bologna).</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Tuttavia,
è antropologicamente vero che i russi (non tutti, ovviamente)
chiamano la loro terra “Santa Madre Russia”, una sorta di
personificazione mistica della nazione, un’immensa pianura bianca
di neve d’inverno e bionda di grano d’estate, che rievoca
l’antico archetipo pagano di Demètra, la Terra Madre; al legame
con la terra fanno riferimento anche le icone delle Madonne Nere:
nero è il colore della fertile terra. Madre è colei che nutre e
protegge i suoi figli. E quando crescono fino all’età adulta, i
suoi figli e figlie, a sua volta, la proteggono e si prendono cura
di lei. Così il concetto di Madre Russia suscita sentimenti di
amore, lealtà e protezione che vanno molto, molto oltre le
concezioni occidentali. I russi vedono la Russia come loro madre e
le daranno per difenderla la vita stessa che essa un tempo ha dato a
loro.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Attualmente,
ad alimentare sempre più il sentimento patriottico dei russi,
contribuisce in modo rilevante l’allargamento della NATO verso
est. A Mosca, è vivo il ricordo della contrapposizione tra la
Russia, allora Unione Sovietica, e l’Occidente che significa,
soprattutto, NATO, in assenza - è corretto affermarlo - del Patto
di Varsavia, che a suo tempo ha lungamente rappresentato un’efficace
strumento di “balance of power”. Concretamente configurato come
un vero e proprio equilibrio del terrore atomico, è stato deciso
politico-diplomaticamente a garanzia storica di una duratura quiete
bellica in territorio europeo nelle relazioni internazionali con
l’URSS che, però, è sfociata in altre regioni disastrando altri
continenti. Come detto, dunque, in un sistema di interdipendenze
economico-politiche globale in cui vi è una molteplicità di attori
(statuali e aziendali multinazionali) autonomi che competono tra
loro per il potere che deriva dalla presenza sul “mercato”, la
ricerca dell’equilibrio tra questi diviene la logica, oltre alla
spontanea, conseguenza. Altrimenti subentra la guerra, nelle forme
ardite: commerciale e militare.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Un
“equilibrio” si crea al fine di mantenere la stabilità del
sistema senza, nel contempo, distruggere del tutto la molteplicità
degli elementi che ne fanno parte. Infatti, se lo scopo fosse la
sola stabilità, questa potrebbe essere raggiunta con il sopravvento
di un attore su tutti gli altri. Ma siccome l’obiettivo non è
solo la stabilità, ma anche la preservazione degli elementi del
sistema bisogna evitare che un qualsiasi attore del sistema accresca
troppo la propria forza al punto da poter spezzare l’equilibrio e
sconfiggere gli altri attori, come pare, a volta, di vedere.
Pertanto, non si può addossare il “passaggio alle armi”, ad un
solo attore, psicologizzandone a piacimento, per convenienza
dialettica, il profilo della leadership interna, frantumando la
modalità multilaterale dei legami attuali che vedono ancora oggi,
in queste ore, per quanto esigui possano essere, stare ancora in
piedi non solo aspetti diplomatici, bensì scambi di merci (prodotti
energetici e derrate alimentari) pur dentro il pantano di un
allargamento del conflitto e coinvolgimento belligerante di altre
parti (“neutralità” presunte che gettano la maschera …).</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Ricordiamo
che nel mondo sono prodotte 749.467.000 tonnellate di grano
all’anno. La Cina è il più grande produttore di grano al mondo
con un volume di produzione di 131.696.000 tonnellate all’anno.
L’India è seconda con 93.500.000 tonnellate di produzione
annuale. La Russia è terza con 73.294.000 tonnellate. L’Ucraina è
settima con 26.099.000 tonnellate. Inoltre L’Ucraina – ricorda
Confagricoltura – è il terzo esportatore di cereali a livello
globale. La Federazione Russa è al primo posto, anche se ha attuato
già dallo scorso anno una limitazione delle esportazioni per
contenere l’aumento dei prezzi all’interno. Per ora tutto
l’apparato relativo al business agricolo ed energetico non si è
interrotto. Del resto, durante la crisi missilistica cubana del 1962
che richiama le contemporanee velleità NATO ai confini russi, le
due superpotenze si accordarono per installare una linea telefonica
diretta tra Washington D.C. e Mosca e il conseguente vero e proprio
embargo del grano non lasciò traccia alcuna. Conclusivamente, la
dimensione geopolitica multilaterale - strutturalmente presente
anche nei precedenti periodi storici pur caratterizzati da relazioni
definite “bilaterali” - certo può far degenerare il conflitto,
ma bisogna comprendere bene la ragione strategica per la quale 39
paesi hanno votato contro o si sono astenuti alla mozione ONU di
condanna della Russia per la cosiddetta “operazione militare
speciale” in terra d’Ucraina, Russia che oltre al gas, petrolio,
alluminio ed altri metalli gestisce il 20% del l’export mondiale
di grano. Il manicheismo Occidente vs “Grande sacra Russia” è,
quindi, una formula superficiale utile per fare da paravento alla
cattiva coscienza borghese che anima il capitalismo mondiale nella
sua configurazione euro-atlantica contemporanea.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">C’è
una seconda contraddizione da smascherare. Una eco fortissima nel
pubblico dibattito odierno riguarda il tentativo di discreditare
(con il pretesto del conflitto russo-ucraino, si “dice a nuora
perché suocera intenda” …) il ruolo storico dell’URSS e
l’ispirazione comunista, marxista e leninista che è alla base
dell’edificazione del primo Stato socialista nella storia
dell’umanità. Ricordiamo, innanzitutto, ai detrattori, il compito
assunto responsabilmente dall’URSS nel combattere e sconfiggere il
Nazismo. In secondo luogo, evitiamo di presentare l’edulcorazione
della civiltà occidentale - il cui nucleo fondante non è un
astratto valore quale è la “libertà”, ma il concreto modo
capitalistico di produzione e riproduzione - come se fosse
presentabile in veste di uno scenario idilliaco, quasi bucolico che
esclude alternative, che è descrivibile come un’accettata,
indiscutibile evoluzione “naturale” senza sbocchi se non
un’inevitabile ulteriore autoconferma. Non ritengo di dover qui
smentire questa inaccettabile “visione” con dovizia di dettagli
tragici che la storia del capitalismo ha registrato e che ha visto
negli USA il “miglior interprete”, certo non l’unico.</span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigHtrzRMNpashjJHVqmSrnf4_vY_egUQ_EB7xRcBJGecns7XoJRqdKNqJV9ygYTwPmdlzxsJ_6GhL9uBMUQ19xHacb4pNFa-vIPnO_Or4-J4eIYeH0d5nw7nyfyOXNdtrgIuruYkFEozX2AjEKd0bwSIlPjEMmYBEJ_uLiSsS-YuyLnEMOO8LB2pD6/s1280/Giovanni%20Dursi04.2022.jpeg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigHtrzRMNpashjJHVqmSrnf4_vY_egUQ_EB7xRcBJGecns7XoJRqdKNqJV9ygYTwPmdlzxsJ_6GhL9uBMUQ19xHacb4pNFa-vIPnO_Or4-J4eIYeH0d5nw7nyfyOXNdtrgIuruYkFEozX2AjEKd0bwSIlPjEMmYBEJ_uLiSsS-YuyLnEMOO8LB2pD6/s320/Giovanni%20Dursi04.2022.jpeg" width="240" /></a></span></span></div><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><br /></span></span><p></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Viceversa,
è necessario prevedere - stante la perdurante “crisi”
ultradecennale della sua struttura economico-produttiva che ha
compromesso lo “sviluppo” umano e l’<i>habitat</i> - che stia
semplicemente portando ad un passo dall’abisso (il rif. a
Friedrich Nietzsche può essere legittimo, ma va ben
contestualizzato) ove rispecchiarsi per ottenere sostanzialmente una
compensazione territoriale a favore di una potenza - gli USA - in
seguito all’acquisizione di territori da parte di un’altra
potenza; acquisizione quest’ultima che crea ovviamente un disturbo
dell’equilibrio preesistente e che necessita di un riequilibrio
tra le forze. La storia presenta esempi di compensazione
territoriale illuminanti come, ad esempio, il Trattato di Utrecht
del 1713. </span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">In
effetti, l’oracolo Friedrich Nietzsche ha scritto: “Chi lotta
con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un
mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso
scruterà dentro di te"; la frase è contenuta nella quarta
parte di “Al di là del Bene e del Male” (1886), un saggio
filosofico in cui Nietzsche esamina la mancanza di senso critico dei
contemporanei. Ci sono molte interpretazioni dell'aforisma, e non è
scontato che una sia migliore delle altre. Due possono essere
correttamente accreditate: 1. L'abisso è la pretesa volontà di
trovare una morale oggettiva nella quale inquadrare le azioni
dell'uomo. I mostri sono i bias della conoscenza. Il mostro che si
rischia di diventare è un uomo dogmatico il quale impedisce la
nascita del “superuomo”. 2. L'abisso è l'ambiente che ti
circonda. I mostri sono gli uomini senza conoscenza. Se stai a lungo
in un ambiente malsano, rischi di diventare tu stesso uno di quei
molti uomini che, secondo Nietzsche, non diventeranno mai
“superuomini”.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Ecco,
<b>il “superuomo” che non c’è è il tema</b>. L’uomo -
definizione general-generica - che, se non muta le condizioni
oggettive di vita, le sue “forme”, finisce con il diventare la
carta da parati di un ambiente economico-sociale da lui stesso
costruito che lo ha reso privo di coscienza, passivizzato a tal
punto che non è più in grado di emancipazione, di liberazione dal
gioco mercificante e consumistico che la vita di miliardi di persone
è divenuta a partire dal XVI secolo, periodo che la storiografia
ritiene essere l’origine dell’economia capitalistica. In realtà,
solo nell’impresa scientifica di Karl Marx è rintracciabile
quella rottura epistemologica (rif. a Gaston Bachelard, ma
soprattutto a Louis Althusser che con tale espressione indica la
svolta che dal 1845, l'anno delle “Tesi su Feuerbach” e della
“Ideologia tedesca”, si realizza nel pensiero di Marx giungendo
al “Capitale”, nel 1867, ed ai “Grundrisse”, 1857-58, come
frutto conclusivo di una sopraffina, compiuta ricerca
inter-transdiscilinare che mostra la realtà per quella che
autenticamente è), prima, e nell’impresa leninista, poi, una
lettura adeguata della condizione umana. </span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">È
importante accostarsi al sapere leniniano che non va occultato,
un’elaborazione teorico-politica che genera un’esperienza
organizzativo-sociale inedita, dando luogo ad una sperimentazione
rivoluzionaria per un assetto economico-sociale “collettivista”
che può datarsi, come fase esemplificativa, dal 1917 al 1924. La
storia si è voltata da un’altra parte, certo, ma sappiamo che la
lettura geopolitica non autorizza nessuno ad autoproclamarsi
avanguardia civile poiché “vincitore”, in particolar modo
quando la “vittoria” riguarda una plurisecolare macelleria
sociale generata proprio dal <b>sistema delle diseguaglianze, dello
sfruttamento e del potere oligarchico del capitalismo globale</b>.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><i><b>Forma
mentis </b></i><span style="font-style: normal;"><b>e comportamenti
“occidentali” e le “pietre d'inciampo” del pensiero critico</b></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;">“<span style="font-family: Georgia, serif;">Spazzar
via tutti i mostri!", così s’annuncia in Cina, negli anni
1969-1962, il lancio di una immensa ondata rivoluzionaria che
toccherà i livelli della cultura (nel senso di comportamenti
sociali) per sradicare i vecchi usi e costumi e crearne di nuovi.
L'agente auspicato allo scopo è il pensiero di Mao Tsê-tung, che
come "arma spirituale" opererà una "trasformazione
mai vista nella storia dell'umanità".</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Il
cosiddetto Occidente, meditabondo e sede storica della sedicente
δημοκρατία, forma di “governo” in cui il potere
dovrebbe essere esercitato dal “popolo” tramite rappresentanti
liberamente eletti, vede la sua società civile, in gran parte,
assisa davanti ai <i>monitor</i> dei <i>pc</i> dai quali viene
narrata la storia, ed attonita e virtualmente loquace, assiste al
<i>war game</i> e, con il culo al caldo (per ora), con vibranti
emozioni artatamente sollecitate, si predispone a prender parte al
gioco fatale, tronfia e certa di stare dalla parte giusta della
scena, quella del rassicurante potere economico-politico che tutti
include, purché d’accordo con esso.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Ecco
su quali gambe e testa si rinnovano le “magnifiche sorti e
progressive” delle genti di questa parte (parte) del mondo,
assuefatte a non saper distinguere il grano dal loglio, brave ad
indossare occhiali dalle lenti verdi beandosi della monocromatica
veduta, incapaci ormai di cogliere sfumature e, altresì, propensi a
trascurare i veritieri dettagli, troppo faticosi da scoprire.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Tutti
sappiamo cosa sono le “pietre d’inciampo”, queste mattonelle
incastonate nel selciato di alcune particolari strade cittadine che
attirano l’attenzione dei passanti. Sono piccoli blocchi quadrati
di pietra (10×10 cm), ricoperti di ottone lucente, posti davanti la
porta delle case nelle quali ebbe ultima residenza un deportato nei
campi di sterminio nazisti: ne ricordano il nome, l’anno di
nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte.
Pare che in Europa ne siano state installate già oltre 70.000; in
Italia, le prime furono posate a Roma nel 2010 e attualmente se ne
trovano a Bolzano, Genova, L’Aquila, Livorno, Milano, Reggio
Emilia, Siena, Torino, Venezia oltre ad altri numerosi centri
minori.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">L’iniziativa
delle “pietre d’inciampo”, creata dall’artista Gunter
Demnig, delle “Stolpersteine”, in tedesco, determina una
rammemorazione che si presta ad ulteriori simbolizzazioni possibili
ed invitanti.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Le
“pietre d’inciampo”, simbolicamente intese, fanno pensare al
contingente <b>fallimento della cosiddetta</b><i><b> intelligencija</b></i>,
l’insieme coeso e battagliero di alcune figure professionali -
scienziati, artisti d’ogni specie ed uomini di teatro, critici
d’arte, educatori, accademici, professionisti di variegati rami,
esperti e detentori di elevate competenze, alcuni editori ed alcuni
giornalisti, affabulatori - che svolgono storicamente un lavoro
prettamente intellettuale in una qualsiasi nazione, ma che, avendo
spento ogni velleità per “giuste cause, si impegnano
esclusivamente per realizzare la “pacificazione sociale”
cercando di <b>neutralizzare le ragioni del conflitto</b> ed
adagiandosi comodamente “alla destra” dell’onnipotente
autorità costituita, a difesa degli interessi delle<i> élite</i>
economico-politiche alle quali appartengono occupando serenamente
appagati o in modo frustrato i gradoni d'una gerarchia sociale da
altre soggettività organizzata.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Di
fatto, tale <i>intelligencija </i>opera come vero lacchè ad ogni
piè sospinto dedito a servile interessato ossequio nei riguardi del
“potere”. Lungi dall’essere un’efficace impedimento alla
straripante deriva del “potere”, lungi dall’effettuare analisi
critica dell’esistente e dal portare coscienza all’interno delle
classi subalterne, agisce come gruppo di <b>pretoriani della
conservazione</b>, gestendo arbitrariamente conoscenze e precetti
morali. Nell’edificazione della Russia sovietica, in modo
lungimirante Lenin fu molto critico nei confronti della possibilità
di dare un carattere unitario di classe all’intelligencija, ovvero
uomini perlopiù borghesi nati e cresciuti sotto il potere
reazionario zarista. Lenin, infatti raccomandava la crescita delle
“forze intellettuali degli operai e dei contadini che depongono la
borghesia e i loro complici, gli intellettuali, i lacchè del
capitale che pensano di essere il cervello della nazione“ (rif.
“Letter from Lenin to Gorky”, 1919, Library of Congress,
Washington, 2010).</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Quindi,
nessuna identità da “pietre d’inciampo” può essere
attribuita a chi detiene ed accumula in modo indefinito il sapere,
in analogia con il meccanismo d’accumulazione di capitale, quel
processo in virtù del quale la quantità data dei fattori
produttivi (mezzi di produzione e forza lavoro) non è soltanto
sostituita, ma anche incrementata, attraverso il reinvestimento nel
processo produttivo della parte di reddito sociale, individuale o
dell’impresa, non destinata al consumo, assumendo tuttavia una
determinazione specificamente capitalistica quando l’incremento
dei fattori produttivi è direttamente funzionalizzato
all’espansione del capitale e alla crescita del profitto.</span></span></p>
</div><span style="font-size: medium;">
</span><div dir="LTR" id="jsc_c_1hp">
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Il
lavoro, quieto e subdolo, di tale intellettualità diffusa è
funzionale al mutamento di stato complessivo biopolitico, in corso,
del sistema planetario di produzione e riproduzione sociale, non
solo come <b>novella </b><i><b>governance</b></i><b> autocratica</b>
dell’assetto politico-istituzionale, bensì anche nella
ridefinizione antropologica tendente ad escludere <i>sine die</i> e
sistematicamente le moltitudini popolari dalla sfera concernente
decisioni di rango collettivo, mai impegnandosi a rappresentare un
vero “inciampo” storico per il capitalismo globale, avendo
smarrito i contatti con la dignità.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Si
ha bisogno di persone le quali, in seno ad ambienti “social”,
rivestono ruoli di capi carismatici con <i>pedigree</i> morali tali
da interpretare la voce del “Verbo” e scagliare dardi infuocati
contro chi osa “criticare” (non tanto i “contenuti”, facile
impresa …), bensì la sicumera ? Mai fare uso del suadente
linguaggio dei “santoni” considerato che, per essere tali,
dovrebbero vivere da eremiti, essere veri asceti o avvolti da
un’aura di magia, meglio se provenienti dall'Oriente, specialmente
dall'India. Li vedo passeggiare sulla battigia concedendo al loro
miglior amico la possibilità di scorrazzare in libertà, abbaiando
la sudditanza, mentre gustano un sigaro … che si dedichino a
queste forme di <i>relax</i> è cosa buona e giusta, meglio
farebbero se abbandonassero il campo del Πόλεμος …</span></span></p>
</div><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Si
presti attenzione alla “cancel culture” di regime, (dalla
Università “Bicocca” di Milano a quella statunitense della
Florida …). In psicoanalisi, la “rimozione” è un meccanismo
psichico inconscio che allontana dalla consapevolezza del soggetto
(G.E.Vaillant , 1992), nel senso quasi fisico del termine, quei
desideri, pensieri o residui mnestici considerati inaccettabili e
intollerabili dall’Io, e la cui presenza provocherebbe ansia ed
angoscia. Il risvolto psichico della lotta ideologica tra le classi
contrapposte . . . che evolve anche verso le forme di “caccia alle
streghe” . . .</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><b>I
cani di Ivan Petrovič Pavlov ed i filo</b><i><b>yankee</b></i><b> a
difesa dell’ordine mondiale</b></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Rivendicare
pari dignità tra i punti cardinali, tra i fondamenti
dell'orientamento ovvero tra le direzioni fondamentali, oggi sembra
impossibile. La struttura mentale etnocentrica tende a fare dei
chiaroscuri storici un semplice impaccio. L’unilaterale “vision”
- naturalmente adialettica - offusca le funzioni cognitive e la
capacità di vedere. Idee cartesianamente “chiare” e “distinte”,
innate, hanno il sopravvento sulle “avventizie”, esperenziali, e
sulle “fattizie”, frutto di immaginazione, creatività.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">In
questa guisa, alcuni si sentono latori di “verità”, commossi e
compiti testimoni di pace, interpreti di un “pensiero unico” che
non prevede smentite e contestazioni, a tal punto da sovrapporre per
comodità affabulatoria diversi periodi storici, come se fosse
possibile identificare la Russia post 1989 con l’URSS. Non si
avvedono dell’imbroglio. Non ascoltano. Sono genuflessi di fronte
al Mōlek incarnato paradossalmente dall’Occidente.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Come
realtà storico-politica, l'Occidente è l'ambito definito
dall'appartenenza alla civiltà e cultura europea, precisamente
romano-germanica e cristiana, il cui motore realizzativo è la
barbarie capitalistica che, dal XVI secolo in poi, trova, tappa dopo
tappa, successivamente, nel continente americano colonizzato,
ulteriore spazio d’affermazione. Tale appartenenza si è soliti
contrapporre a quella dei popoli del Medio ed Estremo Oriente. In
particolar modo, nel periodo della “guerra fredda”, i paesi a
democrazia rappresentativo-parlamentare e a economia liberistica sono
stati in contrapposizione ai paesi comunisti dell'Europa orientale e
dell'Asia e ai loro caratteri culturali, economici e sociali.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">La
<b>democrazia sovietica</b> (il <i><b>focus</b></i> concerne gli anni
1917-1924) non esiste più, si è inabissata, nulla pertanto può
avere a che fare con la congiuntura economica globale di questi
giorni, con l’atrocità di neoposizionamenti geopolitici e
mercantili. Nonostante questi dati incontrovertibili, bizzarri
esponenti della “civiltà occidentale”, pretoriani del capitale,
non azzardano nemmeno una lieve critica alla direzione intrapresa nel
passaggio da un assetto - l’economia-mondo, secondo l’assetto del
XVI secolo, il Mediterraneo (rif. allo storico francese Fernand
Braudel) - ad un altro - il dominio mondiale del modo di produzione e
riproduzione capitalistico che prevede il combinato disposto di
affari, devastazioni ambientali e guerre per la supremazia universale
dei suoi protagonisti, gli Stati e le imprese multinazionali.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Il
citato storico francese, su questo punto e con l’approccio
storiografico “longue durée”, così si esprime: “Il
capitalismo vive di questa regolare suddivisione in piani verticali:
le zone periferiche nutrono quelle intermedie e, soprattutto, le aree
intorno al centro. Ma cos'è il centro se non la punta estrema della
piramide, la superstruttura capitalistica dell'intera costruzione ? E
siccome esiste una reciprocità di prospettive, se il centro dipende
dai rifornimenti della periferia, quest'ultima, a sua volta, dipende
dai bisogni del centro che le impone la sua legge”.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Eppure,
il benpensante di turno cerca di incasellare gli eventi
storico-politici nelle anguste categorie morali del “bene” e del
“male”, della “giustizia” e del suo contrario, della
“violenza” e del “martirio” come se lo Spirito
(hegelianamente inteso) smaterializzasse le vicende umane per
realizzarsi nell’Assoluto compimento, nell’annichilimento della
dialettica, incasellamento categoriale utile per collocarsi poi,
senza dubbio, dalla parte dello status quo. Ciò che non ancora si è
realizzato, conseguentemente, ontologicamente non è, per costoro.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Come
nel caso dei cani di Ivan Petrovič Pavlov che studiò il
“condizionamento rispondente o classico” partendo
dall’osservazione e dallo sviluppo di ricerche scientifiche
inerenti il funzionamento fisiologico dei processi digestivi nei cani
attivati a partire dalla salivazione, così sembrano comportarsi
intellettualmente i difensori filo yankee dell’ordine mondiale.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Allo
stimolo - pace capitalistica mondiale - iniziano a <b>vomitare sulla
storia</b>, iniziano a temere il peggio per la “conservazione”
revocata in dubbio.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Pavlov
comprese come, secondo uno stimolo ambientale, venivano generate
risposte comportamentali riflesse e non precostituite, definite anche
come stimoli incondizionati, ossia non appresi in precedenza. Pavlov
comprese che uno stimolo era in grado di provocare una risposta
incondizionata e che quindi si poteva far apprendere al cane un
determinato comportamento se il suo sistema nervoso veniva sottoposto
più volte alla presenza dello stimolo.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">La
Russia sul campo militare fa salivare tanti che non sono cani, ma
facilmente condizionati e al guinzaglio del gendarme capitalista
mondiale.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><b>Sulla
tossicità del capitalismo globale contemporaneo - vera e propria
“officina della guerra” - e la retorica dei “pacifici”
pacifisti</b></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">La
franchezza e l’onestà intellettuale, in questi frangenti
drammatici ed apparentemente senza soluzione di continuità, sono
obbligatori per sottrarsi al mainstream media e per contribuire alla
presa di coscienza popolare delle contraddizioni sistemiche, grazie
alle quali si conosce davvero la reale posta in gioco, la rinnovata
configurazione del modello storico egemone che comporta la
Subsumption dei rapporti sociali alla struttura economica
internazionale.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><div dir="LTR" id="jsc_c_163">
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">La
contemporaneità è dominata dai mutamenti, spesso impetuosi che
discendono non solo da variabili contingenti (come è accaduto, ad
esempio, per la crisi pandemica), ma anche e soprattutto da fattori
strutturali. Tra questi ultimi, un posto di rilievo deve essere
riconosciuto ai modi di produzione di beni e servizi e correlata
riproduzione dei rapporti sociali, mediante anche interventi
innovativi (tecnologie digitali) in tutti gli ambiti in cui si
sviluppa l’esistenza umana: dal lavoro alla mobilità, dalla
cultura alle comunicazioni, dall’ambiente agli spazi urbani, dalla
pubblica amministrazione al gioco commerciale della “domanda” ed
“offerta” che riguarda anche lo stesso individuo umano
(forza-lavoro).</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Si
dischiudono così, di fronte a noi, grandi scenari storici di
sviluppo materiale, forse indefinibile, ma non in grado di
affrontare i nodi della tutela ambientale, della giustizia sociale,
delle diseguaglianze e della qualità della vita nella dimensione
globale. Infatti, tale “sviluppo” è stato concepito ed imposto
attraverso un sistema articolato di funzioni ed operazioni che è
stato denominato “capitalismo”, oggi foriero
dell’interdipendenza economico-politica degli Stati surrogati
dalle aziende multinazionali.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Tuttavia,
la percezione comune - di chi non ha pregiudizi - del capitalismo
globale (attualmente, senza alternative) è quella di trovarsi in
un’epoca di crisi e di instabilità, a causa sia delle
implicazioni sociali dei cambiamenti economici e tecnologici a
svantaggio esponenzialmente più consistente delle classi
subalterne, sia delle profonde trasformazioni geopolitiche, indotte
dalla competizione per il dominio territoriale planetario, che
stanno disegnando nuovi scenari regionali e globali, all’interno
dei quali i Paesi capitalisti europei, subalterni agli U.S.A.,
rischiano di non intercettare le linee di tendenza.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">La
sfida che attende l’umanità consiste perciò nel far convivere
nuove forme di gestione del potere (livello neoistituzionale) con la
fuoriuscita definitiva dal capitalismo (socializzazione delle
ricchezze) ben al di là degli ambiti trade-unionisti di giustizia
sociale, sperequata competitività per il benessere materiale e
graduale (!!! !! !) sostenibilità ambientale: solo uno sforzo di
comprensione delle origini, dell’evoluzione e delle conseguenze
determinate dai processi d’affermazione mondiale in atto del
capitalismo - molti dei quali ambivalenti, come del resto lo sono
tutti i processi umani, come, ad esempio, l’involucro
pseudodemocratico interclassista che sembra assolvere ogni aspetto
di sfruttamento ed asservimento mercantile alla logica del profitto
– potrà aiutarci a interpretare in profondità il presente e
insieme a immaginare scenari più inclusivi e irreversibilmente
diversi per l’avvenire di chi oggi non ha nelle proprie mani un
futuro, essendo espropriato della stessa possibilità di “leggere”
criticamente la realtà stessa che pur lo riguarda. È evidente che
la cosiddetta intelligencija è consistentemente interessata al
mantenimento dello status quo.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Pertanto,
le retoriche giaculatorie e i dogmi pacifisti o di chi si dichiara
“pacifico” (ma solo con chi la pensa in modo analogo …) usati
pubblicamente come lavacri coscienziali affermando improbabili
equazioni adialettiche (“essere contro Putin vuol dire essere GIÀ
contro la guerra, contro il bavaglio alla stampa, contro la
violenza, contro le deportazioni, contro l’eliminazione dei
dissidenti e in una parola contro il totalitarismo, toutcourt” …
!!!), menano vanto di errori teorico-politici e di pratiche
psicologicamente contorte e storico-socialmente inefficaci laddove
nulla dicono, al contempo, di quella particolare “officina della
guerra” che è stato ed è il capitalismo (novecentesco, in
particolare, ma anche post XX secolo, evidentemente …) anche
quando ha dichiarato la “pace” ad esso confacente e che,
indifferentemente, usa, per i suoi scopi di dominio sociale e di
garanzia di profitti, sia la leva dell’autoritarismo atroce che
quella della “democrazia reale”, che implica il continuo
vanificarsi, di generazione in generazione, di aspettative di
benessere, che provoca sentimenti di disorientamento e impotenza
popolari, che genera bisogni per alcune classi impossibili da essere
soddisfatti, che alimenta pulsioni egolatriche e aggressive, che
torna ad indicare il “male assoluto” negli avversari
competitori, trovando nelle campagne mediatiche e nella censura gli
strumenti idonei per non far capire la tossicità del capitalismo
globale contemporaneo.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Ebbene,
costoro, in buona o cattiva fede, di fatto lavorano per perpetuare
il museale sistema dell’esperienza capitalistica universale. La
<b>battaglia delle idee e del riscatto sociale</b> non può essere
lasciata sguarnita e <b>va smontato ogni tentativo di connivente
inferiorizzazione delle classi subalterne</b> da parte degli agenti
ideologici del capitale.</span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><b>Per
una società senza capitalismo, per una “democrazia” senza
parlamento </b><span style="font-weight: normal;">(scritto
nell'Aprile 2013)</span></span></span></p>
</div><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Il
concetto di “democrazia” <i>tout cour</i>t, dal greco δῆμος
(démos, popolo) e κράτος (cràtos, potere), che
etimologicamente significa “governo del popolo”, non solo di
“democrazia diretta”, consiste in una negazione ed in una
affermazione: la negazione che il “potere” possa essere delegato
e l'affermazione che le “masse” (popolari, operaie, studentesche)
possano esercitarlo in quanto organizzata in forme assembleari ove la
partecipazione di tutte e tutti sia la fisiologia istituzionale di
uno Stato sedicente democratico.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"> <span style="font-family: Georgia, serif;">Il
concetto di democrazia sembra dunque in primo luogo attenere all'idea
non tanto della “titolarità”, quanto dell'“esercizio del
potere”. Infatti, alla sua base è la convinzione che l'esercizio
non possa essere separato dalla titolarità; quando ciò avviene –
l'esercizio delegato - la titolarità viene meno, mistificata e/o
sublimata nella mera ritualità della “rappresentanza” e
riconfigurata come esproprio della potestà popolare circa le
decisioni politiche orientate ai “beni comuni”. Inoltre,
approfondendo la riflessione risulta evidente come “democrazia”
contine in sé un concetto specifico della titolarità del potere –
specificità non solo indotta dall'indissolubile nesso fra titolarità
ed esercizio – che deriva dall'intensità della definizione della
qualità democratica del “corpo sovrano”. Questa qualità
specifica, positiva, del corpo sovrano che allude ad un potere
creativo della comunità come tale, si rintraccia in forma
primordiale, tipicizzando l'evo moderno (città svizzere o scozzesi
della prima Riforma), nella forma sacrale nel quale il potere
dell'assemblea è raffigurato nel pensiero delle sette protestanti.
Successivamente, la concezione illuministica rousseauiana chiarisce
sul piano teorico la distinzione fra “volontà generale” e
“volontà di tutti”, laddove la negazione della rappresentanza si
traduce positivamente nella manifestazione della interiore qualità
politica della volontà generale, del suo modo di esprimersi. Della
“volontà di tutti”, d'altra parte, non è tanto caratteristica
la “rappresentanza”, quanto la precarietà del suo costituirsi,
essendo il “corpo sovrano” cui la volontà di tutti fa
riferimento, interiormente scisso e atomisticamente disgregato.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Nei
paesi capitalistici occidentali ben presto il potenziale eversivo
delle istituzioni statuali moderne che la “democrazia” contiene,
è isolato, contrastato, sterilizzato. Questo non pare tanto derivare
dalla forza di antichi regimi in via di irreversibile sfaldamento,
quanto dalla stessa crisi interna della borghesia al potere la quale,
dopo aver misurato gli effetti mobilitativi dell'esercizio
democratico (da questo punto di vista, l'originario impatto
antagonistico del cosiddetto “quarto stato” e le stesse modalità
di produzione industriale che fornivano identità politico-culturale
al “proletariato”, sono state emblematici) e l'eterogenesi dei
fini da questa mobilitazione storica determinata, ne rifiuta, con le
conseguenze di apprezzare la “variabile dittatura”, l'esperienza
stessa. Solo nei primi decenni del Novecento, la natura della
“democrazia storica” (realizzata dalla borghesia al potere), si
chiarisce definitivamente. Lenin, in “Stato e rivoluzione”
(scritto nell'agosto-settembre 1917, pubblicato per la prima volta in
opuscolo nello stesso anno), scrive: «La società capitalistica,
considerata nelle sue condizioni di sviluppo piú favorevoli, ci
offre nella repubblica democratica una democrazia piú o meno
completa. Ma questa democrazia è sempre compressa nel ristretto
quadro dello sfruttamento capitalistico, e rimane sempre, in fondo,
una democrazia per la minoranza, per le sole classi possidenti, per i
soli ricchi La libertà, nella società capitalistica, rimane sempre,
approssimativamente quella che fu nelle repubbliche dell'antica
Grecia: la libertà per i proprietari di schiavi.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Gli
odierni schiavi salariati, in forza dello sfruttamento capitalistico,
sono talmente soffocati dal bisogno e dalla miseria, che “hanno ben
altro pel capo che la democrazia”, “che la politica”, sicché,
nel corso ordinano e pacifico degli avvenimenti, la maggioranza della
popolazione si trova tagliata fuori dalla vita politica e sociale.
Democrazia per un'infima minoranza, democrazia per i ricchi: è
questa la democrazia della società capitalistica. Se osserviamo piú
da vicino il meccanismo della democrazia capitalistica, dovunque e
sempre - sia nei “minuti”, nei pretesi minuti particolari della
legislazione elettorale (durata di domicilio, esclusione delle donne,
ecc.), sia nel funzionamento delle istituzioni rappresentative, sia
negli ostacoli che di fatto si frappongono al diritto di riunione
(gli edifici pubblici non sono per i “poveri”!), sia
nell'organizzazione puramente capitalistica della stampa quotidiana,
ecc. vedremo restrizioni su restrizioni al democratismo. Queste
restrizioni, eliminazioni, esclusioni, intralci per i poveri,
sembrano minuti, soprattutto a coloro che non hanno mai conosciuto il
bisogno e non hanno mai avvicinato le classi oppresse né la vita
delle masse che le costituiscono (e sono i nove decimi, se non i
novantanove centesimi dei pubblicisti e degli uomini politici
borghesi), ma, sommate, queste restrizioni escludono i poveri dalla
politica e dalla partecipazione attiva alla democrazia.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Marx
afferrò perfettamente questo tratto essenziale della democrazia
capitalistica, quando, nella sua analisi della esperienza della
Comune, disse: agli oppressi è permesso di decidere, una volta ogni
qualche anno, quale fra i rappresentanti della classe dominante li
rappresenterà e li opprimerà in Parlamento!». Ciò nondimeno, il
concetto di democrazia vive nella storia del pensiero politico
borghese e, soprattutto, nelle vicende della lotta tra le classi,
come tentazione nel controllo sociale, come ideale contrabbandato
come risolutivo, se realizzato, delle contraddizioni sociali, come
nostalgia dell'età periclea (460 – 429 a. C.), vagheggiamento
restaurativo della polis considerata esempio di democrazia radicale
dimenticando che essa prevedeva, nel corpo sociale, la presenza di
schiavi.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">L'ideale
democratico diviene momento insopprimibile dell'ideologia
“progressista” borghese e, nella sua apparizione negli
ordinamenti concreti fino ai giorni attuali, universo di riferimento,
unico ed indiscutibile, della conflittualità sociale e
dell'esercizio del potere, forzosamente traslando dalla
“partecipazione” alla “rappresentanza”. Le “costituzioni
liberali” negano totalmente la determinatezza progressista della
democrazia, come già Karl Marx, in Le lotte di classe in Francia dal
1848 al 1850, ne denunciava la tendenza e preventivamente ne
sollecitava l'antidoto. Di fronte alle nuove esigenze di controllo
che la “democrazia di massa” nell'epoca capitalistica
dell'industrializzazione matura propone, di fronte alle minacce
rivoluzionarie che le nuove forze proletarie (transitando dal
<i>trade-unonismo</i> all'organizzazione politica) esprimono, il
costituzionalismo borghese gioca la carta della retorica
democraticista recependo alcuni dettami del cosiddetto “governo del
popolo”. Tali sono istituti come il referendum o la concessione
dell'iniziativa popolare in materia di proposta di legge (per
esempio, nella Costituzione di Weimar ed in quella italiana), di
fatto sottoposti a limiti sostanziali e praticamente inefficaci. In
altri termini, le esigenze di concentrazione del potere hanno avuto
la meglio su ogni ipotesi di reale dialettica democratica tra le
classi, finendo con il funzionalizzare strumenti ed istituti della
democrazia alla conservazione del potere da parte delle elite
capitalistico-borghesi ed alla repressione dell'autonomia di classe e
delle iniziative dei gruppi sociali esclusi anche dalle forme di
rappresentanza istituzionale.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">È
ancora Lenin che, con lucidità, chiarisce: «Gli Scheidemann e i
Kautsky parlano di "democrazia pura" o di "democrazia"
in generale per ingannare le masse e per nascondere loro il carattere
borghese della democrazia attuale. Continui la borghesia a detenere
nelle sue mani tutto l'apparato del potere statale, continui un pugno
di sfruttatori a servirsi della vecchia macchina statale borghese! Va
da sé che la borghesia si compiace di definire "libere",
"eguali", "democratiche", "universali"
le elezioni effettuate in queste condizioni, poiché tali parole
servono a nascondere la verità, servono a occultare il fatto che la
proprietà dei mezzi di produzione e il potere politico rimangono
nelle mani degli sfruttatori e che è quindi impossibile parlare di
effettiva libertà, di effettiva eguaglianza per gli sfruttati, cioè
per la stragrande maggioranza della popolazione. Per la borghesia è
vantaggioso e necessario nascondere al popolo il carattere borghese
della democrazia attuale, presentare questa democrazia come una
democrazia in generale o come una "democrazia pura", e gli
Scheidemann, nonché i Kautsky, ripetendo queste cose, abbandonano di
fatto le posizioni del proletariato e si schierano con la borghesia.»
(brano tratto da Democrazia e dittatura, scritto a Mosca il 23
dicembre 1918 e pubblicato sulla Pravda n° 2 del 3 gennaio 1919).
Profondaemente innovata dalla prassi rivoluzionaria operaia
(l'esperienza sovietica), la “democrazia” diventa strumento di
riappropriazione, da parte delle masse sfruttate, della proprietà
dei mezzi di produzione e – contestualmente - della sovrastruttura
politica istituzionale che ne amministra le risorse, relegando sullo
sfondo della conflittualità antagonistico-duale capitale-lavoro la
negazione del formalismo borghese della rappresentanza comunque
“soggettivamente” espressa che tanti danni ha procurato e
continua a procurare al proletariato.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">È
nella prassi rivoluzionaria, dalla Comune del 1871 all'insorgenza
europea del “movimento dei Consigli”, identificabile
sostanzialmente con la rivoluzione sovietica del 1917, che si apre un
orizzonte concreto per fuoriuscire dalle nocive logiche
democratico-borghesi, presidio politico-culturale posto a
salvaguardia della vigente gerarchia sociale che intende determinrea
subalternità epocali. I Soviet russi, i Ràte tedeschi, i Consigli
italiani, gli shop stewards inglesi sono realtà di un'unica
sostanza: il “governo del popolo”. Controllo dei lavoratori sulle
attività produttive e sulla vita politico-sociale, incarichi su base
di mandato e revocabilità dello stesso sono i perni intorno ai quali
ruota la partecipazione proletaria responsabile e la necessità della
costruzione della base materiale del comunismo consentendo un
corretto ed inedito rapporto fra funzione delle avanguardie e
controllo di massa delle medesime. La “dittatura del proletariato”
è la inevitabile forma transitoria di gestione del potere – la cui
direzione politica è affidata al partito - utile per porre le basi
sistemiche della sconfitta storica del capitalismo.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Per
Lenin, infatti, «1. Lo sviluppo del movimento rivoluzionario del
proletariato in tutti i paesi ha suscitato gli sforzi convulsi della
borghesia e dei suoi agenti nelle organizzazioni operaie al fine di
trovare gli argomenti politici e ideologici per difendere il dominio
degli sfruttatori. Tra questi argomenti vengono messi in particolare
rilievo la condanna della dittatura e la difesa della democrazia. La
falsità e l'ipocrisia di quest'argomentazione, ripetuta in tutti i
toni sulla stampa capitalistica e alla conferenza dell'Internazionale
gialla, tenutasi a Berna nel febbraio 1919, sono evidenti per
chiunque non voglia tradire i postulati fondamentali del socialismo.
2. Prima di tutto, in quest'argomentazione, si opera con i concetti
di "democrazia in generale" e di "dittatura in
generale", senza che ci si domandi di quale classe si tratta.
Impostare così il problema, al di fuori o al di sopra delle classi,
come si trattasse di tutto il popolo, significa semplicemente
prendersi giuoco della dottrina fondamentale del socialismo, cioè
appunto della dottrina della lotta di classe, che viene riconosciuta
a parole ma dimenticata nei fatti da quei socialisti che sono passati
alla borghesia. In effetti, in nessun paese civile capitalistico
esiste la "democrazia in generale", ma esiste soltanto la
democrazia borghese, e la dittatura di cui si parla non è la
"dittatura in generale", ma la dittatura della classe
oppressa, cioè del proletariato, sugli oppressori e sugli
sfruttatori, cioè sulla borghesia, allo scopo di spezzare la
resistenza che gli sfruttatori oppongono nella lotta per il loro
dominio. 3. La storia insegna che nessuna classe oppressa è mai
giunta e ha potuto accedere al dominio senza attraversare un periodo
di dittatura, cioè di conquista del potere politico e di repressione
violenta della resistenza più furiosa, più disperata, che non
arretra dinanzi a nessun delitto, quale è quella che hanno sempre
opposto gli sfruttatori. La borghesia, il cui dominio è difeso oggi
dai socialisti che si scagliano contro la "dittatura in
generale" e si fanno in quattro per esaltare la "democrazia
in generale", ha conquistato il potere nei paesi progrediti a
prezzo di una serie di insurrezioni e guerre civili, con la
repressione violenta dei re, dei feudatari, dei proprietari di
schiavi e dei loro tentativi di restaurazione. I socialisti di tutti
i paesi, nei loro libri e opuscoli, nelle risoluzioni dei loro
congressi, nei loro discorsi d'agitazione, hanno illustrato al popolo
migliaia e milioni di volte il carattere di classe di queste
rivoluzioni borghesi, di questa dittatura borghese. E pertanto,
quando oggi si difende la democrazia borghese con discorsi sulla
"democrazia in generale", quando oggi si grida e si
strepita contro la dittatura del proletariato fingendo di gridare
contro la "dittatura in generale", non si fa che tradire il
socialismo, passare di fatto alla borghesia, negare al proletariato
il diritto alla propria rivoluzione proletaria, difendere il
riformismo borghese nel momento storico in cui esso è fallito in
tutto il mondo e la guerra ha creato una situazione rivoluzionaria»
(brano tratto da Lenin, Tesi e rapporto sulla democrazia borghese e
sulla dittatura del proletariato, 6 marzo 1919, Opere complete, vol.
28, pagg. 461-462).</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><b>Lo
scenario della “democrazia reale” va indagato</b></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Da
alcuni anni sto conducendo una ricerca sulla “democrazia reale”.
Il conflitto economico, politico e militare oggi in corso, a livello
globale, sulla poderosa spinta espansiva del mercato capitalista a
livello internazionale, venuto meno (alla fine degli anni ‘80 del
Novecento) il modello cosiddetto “collettivista” di produzione e
riproduzione sociale, si riverbera sulle dinamiche interne ai singoli
Stati ed aggregati statuali (ad esempio, l’UE) e, ulteriormente,
tra le forme organizzate della “rappresentanza” (partiti e
sindacali). In altri termini, il conflitto di natura strategica al
quale s’assiste, è oggi definibile come palese manifestazione
della contraddizione tra “democrazia reale” e democrazia
sostanziale, tra pragmatismo populista ed amministrazione
tecnocratica delle risorse e bilancio partecipato. In sintesi, la
“democrazia reale”, ad oltre 75 anni dal termine della seconda
guerra mondiale, ha costretto i popoli ad una subalternità
mascherata da libertà tout court, essendo quest’ultima, viceversa,
“libertà capitalistico-borghese” storicamente determinata in una
fisionomia che velleitariamente, ma con successo evidente, si è
imposta nell’immaginario di massa, anche grazie a partiti,
sindacati, apparati del controllo sociale, <i>mainstream media</i>,
come la “naturale”, indiscussa ed insuperabile forma di
convivenza civile e di mediazione dei rapporti sociali. In questa
“trappola” interpretativa sono caduti anche insigni “analisti”,
generando un’inarrestabile deriva di fraintendimenti, di congetture
e di superficiale ermeneutica.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Nel
corso del tempo, l’opera di omologazione socio-culturale e di
coazione politica alla “integrazione subalterna”, soprattutto
proletaria, al comando capitalistico-borghese, ha fatto sì che si
espropriasse la soggettività antagonista del potenziale
teorico-politico rivoluzionario, della capacità
politico-organizzativa d’esprimere un’autonoma “visione” del
conflitto sociale e di consentire all’avanguardia cosciente di
guidare la lotta di classe oltre le logiche concertative e miserrime
del trade-unionismo, del rivendicazionismo economico-normativo e
della difesa del Welfare “concessivo”.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Di
fronte allo stato delle cose presenti, che vede i neofascisti -
dentro e fuori dal Parlamento - inclusi nelle ritualità
“democratiche” (in forza di lontane decisioni legate alla mancata
epurazione e condanna penale dei fascisti sopravvissuti al crollo del
regime ed alle armi della Resistenza), non può che essere revocata
in dubbio una pseudodemocrazia “liberale”, per dirla alla
Montesquieu, in quanto involucro politico, in quanto dimensione
sovrastrutturale del comando capitalista che riesce ancora,
mistificando i dati di fatto, a combinare il principio della evocata
(retoricamente) “sovranità popolare” con la tutela degli
esclusivi diritti liberali di chi detiene il potere economico,
piuttosto che quello legislativo (attualmente al servizio del primo)
con la persistente divisione gerarchica delle classi. In una
“democrazia reale” di tal fatta, libertà economica e libertà
politica sono inscindibilmente connessi alla subordinazione economica
delle classi; logorandosi e cedendo quest’assetto “naturalizzato”
dei rapporti sociali subalterni, verranno a mancare l’una e l’altra
“libertà” e si potrà aprire un’epoca di radicale
trasformazione sociale ispirata a quanto realizzato, in modo
alternativo alla “democrazia reale”, dal 1917 al 1924 in Russia,
nell’ambito di un modello di democrazia sociale, come transizione
al comunismo. Nuove istituzionalità popolari sono, dunque,
storicamente possibili.</span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsKHteL6G6CHrrcww2QS8gifTclDgqihcRHv1xhngOcHdrE9hTS4xmAh3QZjL96bkwAZyeOpKosvxL_bLiFbkuWDQW3mRqB9AR7X2D1BxvzDiV5v98TxfncSusIqEtwoW_rUU3U4QF6VZhJj9vK5gXZWUZLcTKrzplhJbXlm86-WoMZqgl4_Mz6lfn/s1920/Fiori.jpeg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1920" data-original-width="1080" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsKHteL6G6CHrrcww2QS8gifTclDgqihcRHv1xhngOcHdrE9hTS4xmAh3QZjL96bkwAZyeOpKosvxL_bLiFbkuWDQW3mRqB9AR7X2D1BxvzDiV5v98TxfncSusIqEtwoW_rUU3U4QF6VZhJj9vK5gXZWUZLcTKrzplhJbXlm86-WoMZqgl4_Mz6lfn/s320/Fiori.jpeg" width="180" /></a></span></span></div><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><br /></span></span><p></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Ecco,
in breve, la “trama” della mia argomentazione. Il ragionamento
che desidero condividere necessita di una occasione di confronto
pubblico, onesto e rigoroso, e di un editore coraggioso che mi
consenta di pubblicare un lavoro di ricerca interdisciplinare,
documentato, che vede privilegiare il linguaggio della filosofia
politica, della critica dell’economia politica e della sociologia.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Per
rispondere alla domanda cruciale: Democrazia, che cos’è ? La
parola “democrazia” è una delle più abusate da politici,
giornalisti, studiosi e nelle discussioni pubbliche. La si utilizza
con tale frequenza e spesso a sproposito al punto da alimentare il
“ragionevole” dubbio che sia assente un significato comune cui il
termine possa far riferimento. Basti ricordare che democratiche si
definivano le Repubbliche socialiste dell’est europeo così come
quelle dell’Occidente liberale. Oggi nessuno si proclama
“antidemocratico”. È questo il punto. Nemmeno i fascisti.
Un’ambivalenza semantica del termine che si attua nelle più
contraddittorie, disparate forme storico-sociali, mai accompagnate da
capacità critica, tantomeno da volontà di verifica di quel perverso
intreccio tra struttura economico-produttiva e sovrastrutture
politico-istituzionali delle società sedicenti “democratiche”.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Non
possiamo però rassegnarci a un uso strumentale del termine e a una
conclusione meramente scettica come se la democrazia fosse
semplicemente un “nome” dietro cui si nasconde una molteplicità
di sistemi politici molto differenti tra loro. È bene dunque
iniziare con alcune precisazioni per delimitare il significato del
termine “democrazia” aggiungendo al sostantivo - di necessità,
per meglio avvicinarsi all’oggetto di indagine - l’aggettivo
“reale”, in modo tale da non essere portati a concepire la
“democrazia”, come condizione naturale della vita associata, una
“categoria”, un concetto astratto inteso ed utilizzato come
“misura” di rapporti sociali che palesemente ne contraddicono la
rappresentazione teorica.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Grazie
a tutti coloro che vorranno sostenermi e dialogare su questi temi.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><b>Conclusioni,
provvisorie, sulle “verità”</b></span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.3cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Sulla
“verità” - αλήϑεια - poco si può dire di “vero”.
Sulle “verità”, “a kontràrio”, molto si può discorrere.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Nella
storia il concetto di verità è stato concepito in almeno due
diverse prospettive, l’una ontologica, l’altra strettamente
connessa al discorso umano. Nella prospettiva ontologica la verità è
considerata come una proprietà intrinseca dell’essere. Nell’altra
prospettiva, che è decisamente la più influente, il concetto di
verità è stato variamente elaborato e le analisi vertenti su esso
devono essere suddivise in due categorie, a seconda che intendano
fornire una definizione o un criterio di verità. La ricerca di un
criterio di verità è parte integrante del problema gnoseologico,
cioè di quale tipo di evidenza (sensibile, intellettiva, induttiva,
deduttiva) possa costituire la garanzia di un’autentica conoscenza.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Tuttavia,
sulla scia dello svolgimento della contrapposizione αλήϑεια /
δόξα, risulta possibile dare un significato autentico all’idea
del «non-nascondimento», se la concepiamo, esercitiamo ed operiamo
considerandola unicamente “al plurale”. In tale considerazione
delle “verità” entrano di diritto la vita, la storia, la
multiforme e multidimensionale realtà, il materialistico e
progressive disvelamento che si attua nell’esistenza autentica.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Le
“verità” sono (lo sono sempre per esser “vere”)
“partigiane”.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Un
sistema madrepòrico di conoscenze inter-transdisplinari è oggi
indispensabile per comprendere la fenomenologia sociale.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Tale
sistema non è dato a tutti padroneggiare.</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;"><br /></span>
</p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Prof.
Giovanni Dursi</span></span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p align="RIGHT" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black; font-size: medium;"><span style="font-family: Georgia, serif;">Docente
M. I. di Filosofia e Scienze umane</span></span></p>menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-28490568687893269592020-09-19T19:47:00.001+02:002020-09-19T19:47:12.873+02:00"Votare NO, ma . . ." - Intervento del Prof. Giovanni Dursi, Docente MI di Filosofia e Scienze umaneReferendum costituzionale di tipo confermativo - Domenica 20 e Lunedì 21 Settembre 2020 – Modifica degli articoli della Costituzione (precisamente i numeri 56, 57 e 59) e confermativo perché se vincesse il “Sì” verrebbe confermata La legge di revisione
costituzionale approvata in via definitiva l’8 Ottobre 2019.
"Votare NO, ma . . ." - Intervento del Prof. Giovanni Dursi, Docente MI di Filosofia e Scienze umane
<iframe width="853" height="480" src="https://www.youtube.com/embed/q3nDHBMHc28" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe><p> </p>menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-3206925299921976082020-09-13T16:06:00.006+02:002020-09-13T16:13:20.905+02:00Lettera aperta alla Ministra Lucia Azzolina - 14.09.2020
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><b>Lettera
aperta</b></span></span></span></p>
<p align="RIGHT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: black;">alla
c. a. Ministra della pubblica istruzione, </span><span style="color: black;"><b>Lucia
Azzolina</b></span></span></span></p>
<p align="RIGHT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
</p>
<p align="RIGHT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: black;">alla
c. a. Viceministra On. Dott.ssa </span><span style="color: black;"><b>Anna
Ascani</b></span></span></span></p>
<p align="RIGHT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
</p>
<p align="RIGHT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: black;">alla
c. a. Sottosegretario Dott. </span><span style="color: black;"><b>Giuseppe
De Cristofaro</b></span></span></span></p><p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
</p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-weight: normal;">Una
delle conseguenze più drammatiche degli effetti della epidemia
riguarda l’incremento complessivo dei decessi. Questo è quanto
emerso già il 4 Maggio dal </span></span></span></span><a href="https://www.istat.it/it/files//2020/05/Rapporto_Istat_ISS.pdf"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">Rapporto
ISTAT-ISS</span></span></i></span></span></span></a><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-weight: normal;">
“Impatto dell’epidemia COVID-19 sulla mortalità totale della
popolazione residente”. Nel primo trimestre dell'anno, si osserva a
livello medio nazionale una crescita del 49,4% dei decessi per il
complesso delle cause. </span></span></span></span>
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDldA0etc9Gml72wmsa5xiAcyNPpHkJaiNhL3lBoBcx0Ico7IOiRj_xkZe-JQ6Z4KxoOIifLea1jelVJVk2ThpdoI17W77cej2JEYpek83_aFH2ggZBHvf4n6awJcGIsrFf6TCesrnOQk/s2048/Foto+GD1.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDldA0etc9Gml72wmsa5xiAcyNPpHkJaiNhL3lBoBcx0Ico7IOiRj_xkZe-JQ6Z4KxoOIifLea1jelVJVk2ThpdoI17W77cej2JEYpek83_aFH2ggZBHvf4n6awJcGIsrFf6TCesrnOQk/s320/Foto+GD1.JPG" width="320" /></a></span></span></span></div><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><br />La
<b>mortalità</b> così estesa che ha lambito le vita degli italiani,
è il terrifico dato dal quale prendere le mosse per riflettere anche
sulla scuola, certo senza lasciarsi irretire dall'emotività, dal
dolore.</span></span></span><p></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Attraverso
il dolore condiviso stiamo riscoprendo il valore inestimabile
dell'esistenza di ciascuno e dell'importanza delle relazioni nella
<i>polis</i>. Tuttavia, rammarico e irritazione sociali sono
legittimati dal fatto che – come in tante occasioni di disastri
“naturali” è già accaduto – andando oltre lo stereotipo
dell'imponderabile, scopriamo anche in questa circostanza che la
virulenza insita nel dramma occulta <b>responsabilità istituzionali</b>
e <b>personali </b>nell'amplificare il “danno”. Esattamente come
nel caso dei terremoti che fanno soccombere migliaia di persone sotto
le macerie perché gli edifici crollati non rispettavano criteri di
costruzione antisismici, come nel caso del dissesto idro-geologico
che evidenzia l'urbanizzazione selvaggia che ha favorito insediamenti
a rischio, come nel caso di produzioni dannose per la salute pubblica
e sconvolgenti l'equilibrio ecosistemico (riferimenti
esemplificativi: Taranto e la valle di Bussi in Abruzzo).</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">È
evidente – basta citare il dato dei medici ed infermieri morti che
solo sei mesi fa avevano una diversa prospettiva di vita – che
anche l’epidemia COVID-19 è stata colpevolmente affrontata in
ritardo, con strutture socio-sanitarie palesemente disorganizzate,
con il personale mandato allo sbaraglio, in modo tale da iniziare un
efficace contrasto all'aggressività del <i>virus</i> unicamente con
il “distanziamento sociale” piuttosto che con attività di
prevenzione scientificamente condotta.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Questa
premessa sulle <b>responsabilità istituzionali</b> e <b>personali</b>
per ricordare che il Governo del Paese – se memore dei disastri
precedenti –, a fronte di questa ennesima emergenza deve <b>operare
per il bene comune</b> lasciando perdere la retorica e la fretta
elettoralmente redditizia e decidere – su questioni che riguardano
la <b>sopravvivenza biologica e sociale</b> di milioni di cittadini –
utilizzando tutte gli strumenti disponibili e saggiamente
indivisuati.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">In
particolare, va rammentato che l’articolo 42 comma 3 della
Costituzione della Repubblica Italiana e l’articolo 834 del Codice
civile stabiliscono che la proprietà privata può essere espropriata
per pubblica utilità. Il fondamento costituzionale
dell’espropriabilità è ancora più chiaro se si legge l’articolo
42 comma 3 in combinato disposto con l’articolo 2 della
Costituzione, che sottopone i cittadini a “doveri inderogabili di
solidarietà politica, economica e sociale”. Questa prospettiva
fin'ora è stata bellamente disattesa e per oltre tre mesi ci si è
adoperati in un balletto improduttivo con i <i>partners</i> europei e
nella disturbante polemica interna tra i partiti. <b>Provvedimenti
risolutivi</b> non sono stati presi in considerazione.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">In
virtù di questi doveri politico-amministrativi circa la “cosa
pubblica”, <b>l'inerzia indica inaffidabilità</b> (si pensi alla
possibile messa in valore sociale del circuito delle cliniche
private). Rinunciando alla cosiddetta “patrimoniale” e alla
facoltà d'esproprio (ben sapendo che il privato che subisce il
provvedimento espropriativo ottiene un indennizzo, non un
risarcimento), è stato accuratamente evitato che il bene espropriato
necessario alla collettività nazionale potesse passare in capo alla
pubblica amministrazione per ragioni di pubblica utilità, cioè nel
perseguimento di un interesse pubblico, vale a dire della
collettività organizzata della quale anche l’espropriato fa parte.
Al contrario, il Governo si impegna a garantire, ad esempio, ingenti
provvidenza alle scuole “private”, cancellando <i>de facto</i> la
parte dell'art. 33 della Costituzione secondo il quale “Enti e
privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di
educazione, senza oneri per lo Stato”. Questo <b>lesiona</b> il
rapporto cittadini – Stato.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Questa
argomentazione per dire che la ricchezza del Paese socialmente
prodotta è disponibile, ma <b>interessi privati</b> imprigionano i
decisori politici (a livello di <i>governance</i> “centrale” e
“decentrata) dentro un'azione lobbistica e ricattatoria tale da far
perdere di vista l'interesse generale, inducendoli a barcamenarsi nel
rintracciare finanziamenti, sempre esigui, che <b>solo apparentemente
vanno nella direzione dell'inclusione sociale e del contrasto alle
disuguaglianze</b>.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: black;">La
</span><span style="color: black;"><b>scuola</b></span><span style="color: black;">
diventa terreno di sperimentazione di tali interventi che – in
definitiva – non fanno altro che esaltare la </span><span style="color: black;"><b>penuria</b></span><span style="color: black;">,
illudendosi di poter contare su una “massa critica” amorfa e
sull'impegno, mai venuto meno del resto e di cui i </span><span style="color: black;"><i>media</i></span><span style="color: black;">
non forniscono adeguato riscontro informativo, etico-professionale di</span><span style="color: black;"><b>
insegnanti, personale tecnico, amministrativo ed ausiliario</b></span><span style="color: black;">.
Quest'ultimi, oggettivamente assenti da “tavoli” di concertazione
interistituzionale. Dist.me /mo Ministra della pubblica istruzione,
</span><span style="color: black;"><b>Lucia Azzolina, </b></span><span style="color: black;">Viceministra
On. Dott.ssa </span><span style="color: black;"><b>Anna Ascani e
</b></span><span style="color: black;">Sottosegretario Dott. </span><span style="color: black;"><b>Giuseppe
De Cristofaro</b></span><span style="color: black;">: l'A. N. P. non deve
essere unico interlocutore del Ministero !</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">A
questo proposito, va detto con che lo scoppio del contagio,
procurando la sospensione della didattica in presenza, tutti gli
Istituti scolastici autonomi, con enormi difficoltà in quasi tutti i
casi, si sono dovuti attrezzare per avviare, così come richiesto
dalla normativa emergenziale, la formazione a distanza (meglio dire,
piuttosto che DaD), revisionando la pianificazione e la
programmazione delle attività curricolari e le correlate attività
di erogazione di contenuti inter-transdisciplinari e di valutazione.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Prima
constatazione: assoluta inadeguatezza del PNSD a guidare le scuole in
un percorso di innovazione e digitalizzazione, come previsto nella
Legge 107/2015, perché l'impostazione prevedeva un itinerario
formativo dei Docenti che, nei cinque anni d'efficacia, si è
interrotto e non ha raggiunto tutto il personale scolastico; figure
di sistema numericamente esigue (animatori digitali uno per scuola e
un <i>team</i> per l'innovazione a supporto) tanto è vero che di
recente sono state integrate da (rif. all'articolo 1, commi 725 e
726, della Legge 30 Dicembre 2018, n° 145) con l'<i>équipe</i>
formative territoriali a garanzia della diffusione di azioni legate
al Piano, ma la cui azione di slancio operativo non ancora è stato
possibile apprezzarla; da segnalare anche l'invadenza, percepita
nettamente, delle aziende <i>major</i> nel campo dell'<i>I. and C. T.
</i><span style="font-style: normal;">e la subdola imposizione di
“piattaforme” per aule virtuali spesso malfunzionanti e concepite
senza aver recepito la necessaria consulenza da parte degli
insegnanti (come quando il corpo debba indossare un abito di taglia
diversa ...)</span>; inoltre, i contenuti erogati nei corsi PNSD a
suo tempo organizzati, non sempre da esperti realmente portatori di
competenze utili alla scuola, hanno avuto un impatto marginale sulla
didattica ed oggi lo <i>smart working</i><span style="font-style: normal;">
dei Docenti</span> manifesta tutte le carenze progettuali e
l'eterogeneità didattiche che si riverberano sugli studenti in
drammatiche <b>diseguali opportunità d'apprendimento</b>.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: black;"></span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: black;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5iHp7n9uVup7sQMveaM2ssLQJ5KV5mNucZ7ROfSRxrRtkh9qR6DwuO5ZqsDgqUp9W-AkEcGkg-UBEYudM8-PUBBOf8Lkfcje688cUv0Eocv_SfCprBzHJqFSZPUveLiDigbuv2i_uRJg/s2048/Foto+G+D.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5iHp7n9uVup7sQMveaM2ssLQJ5KV5mNucZ7ROfSRxrRtkh9qR6DwuO5ZqsDgqUp9W-AkEcGkg-UBEYudM8-PUBBOf8Lkfcje688cUv0Eocv_SfCprBzHJqFSZPUveLiDigbuv2i_uRJg/s320/Foto+G+D.JPG" width="320" /></a></span></span></span></div><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: black;"><br />Il
tema è proprio questo: quello della riproduzione delle
disuguaglianze che va ben oltre il “divario digitale”
</span><span style="color: black;"><b>oggettivamente constatato</b></span><span style="color: black;">.
A ben guardare cosa sta accadendo nella diuturna attività
d'insegnamento-apprendimento e d'organizzazione del servizio
scolastico - entrambi </span><span style="color: black;"><b>non sono venuti
mai meno</b></span><span style="color: black;">, anche nei mesi estivi -
che nel complesso non ha subito nessuna cesura: emerge con chiarezza
il tema delle scelte familiari e dell’orientamento scolastico.
Approcci d'analisi diversi, strutturale (Bourdieu) o interpretativo
(Mehan) convergono nel rilevare che la scelta scolastica avviene
dentro una dimensione strutturale, ovvero, essa si esplica in un
quadro di «costrizioni» relative alla distribuzione spaziale delle
scuole in relazione alla loro connotazione sociale differenziale.</span></span></span><p></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: black;">Si
sta mettendo in luce la </span><span style="color: black;"><b>struttura
dello</b></span><span style="color: black;"> </span><span style="color: black;"><b>spazio
sociale scolastico</b></span><span style="color: black;">. Il Ministero ha
i “</span><span style="color: black;"><i>radar</i></span><span style="color: black;">”
adeguati per percepirlo ? Le scuole sono differenziate in ragione
della differente qualità sociale e scolastica del relativo pubblico.
Alcuni studi di caso – pre-pandemici - hanno dimostrato che il
processo di scelta in una dimensione micro nel quadro della famiglia
avviene rispettando astoricamente l'immobile gerarchia sociale. La
scelta scolastica appare così coerente con le precedenti esperienze
scolastiche interpretate e mediate dall’ambiente familiare e
sociale. D’altro canto, ogni scuola ha il proprio ‘modello
desiderabile di studente’ così come un proprio ‘modello
accettabile di Docente’ coerente con la propria tradizione e
cultura organizzativa e istituzionale. L'inquietante fenomeno
dell'insuccesso scolastico e formativo – che dovrebbe interessare
in ogni passaggio epocale il Ministero e l'</span><span style="color: black;"><i>Olimpo
pedagogico</i></span><span style="color: black;"> – e della sua
distribuzione diseguale nella popolazione giovanile non sembra essere
al primo posto nei pensieri degli strateghi di Roma che si attardano
in video interviste ottimistiche e ammiccanti l'elettorato e
garantiscono </span><span style="color: black;"><i>ope legis</i></span><span style="color: black;">
l'ammissione alle classi successive, anche con insufficienze, come ha
precisato lei, Ministra Azzolina.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: black;">Abbandono
scolastico e dispersione formativa non si contrastano con tali
provvedimenti presi dietro l'alibi dell'emergenza. Dotarsi di una
</span><span style="color: black;"><i>task force</i></span><span style="color: black;"><span style="font-style: normal;">
avulsa dall'esperienza della vita scolastica</span></span><span style="color: black;">,
forse, non è il miglior modo d'affrontare la questione, come è
altrettanto suscettibile di perplessità l'</span><span style="color: black;"><b>emarginazione
imposta ai Docenti</b></span><span style="color: black;"> (a tutti, fino a
prova contraria), molti dei quali coinvolti 24H nell'ardua
organizzazione del servizio scolastico (peraltro, pronti ad inviare
il proprio </span><span style="color: black;"><i>CV</i></span><span style="color: black;">
...), in questo arduo frangente, nel ridisegnare la</span><span style="color: black;"><b>
scuola </b></span><span style="color: black;"><i><b>blended learning</b></i></span><span style="color: black;">.
Forse lei, giovane Ministra Azzolina e l'altrettanto nuova
nell'incarico Sottosegretaria … non hanno esaustiva contezza dei
profili tecnico-professionali e/o fiducia nell'operato, mal
retribuito, dei Docenti ?</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-weight: normal;">Nei
mesi passati, durante il </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><i><span style="font-weight: normal;">lockdown</span></i></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-weight: normal;">
e dopo il coatto “ritiro sociale”, il dibattito sulla Dad è
stato molto vivace, ma polarizzato prevalentemente sulla questione
"risorse e strumenti", ma completamente </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><b>avulso
da una visione strategica </b></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-weight: normal;">che,
senza “se” e senza “ma”, consideri priorità indifferibili
</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><i><span style="font-weight: normal;">hic
et nun</span></i></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-weight: normal;">:</span></span></span></span></p>
<ul><li><p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: black;">introdurre
significativi cambiamenti nell'organizzazione della scuola pubblica
e in particolare nella direzione di una autonomia dei singoli
Istituti, ma sostenuta da </span><span style="color: black;"><b>patrimoni
adeguati</b></span><span style="color: black;">: nuovi edifici scolastici
ecosostenibili e dotati </span><span style="color: black;"><i>ab origine</i></span><span style="color: black;">
di infrastrutture tecniche avanzate</span></span></span></p>
</li><li><p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: black;">predisporre
– che si contempli, a questo proposito, anche il contributo
professionale dei Docenti </span><span style="color: black;"><i>senior</i></span><span style="color: black;">
– un piano di </span><span style="color: black;"><b>qualificazione e
aggiornamento professionali</b></span><span style="color: black;">
permanente dei milioni di insegnanti di ogni ordine e grado di
scuola</span></span></span></p>
</li></ul>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: black;">Si
ha l'impressione, peraltro vivida, precisa, che – viceversa –
sussista solo la dimensione emergenziale volta a far affiorare
situazioni pilota, situazioni di alta qualità, mentre altre
situazioni vengano, come dire, abbandonate. Paradossalmente, ci
vorrebbe un sostegno a quelle scuole che non riescono a decollare con
l'organizzazione non per responsabilità proprie, bensì perché
strutturalmente, politicamente emarginate. Se l'emergenza significa
il venir meno di una rete statale di </span><span style="color: black;"><b>protezione
complessiva della scuola pubblica</b></span><span style="color: black;">,
ecco questo può essere un serio pericolo, forse, anche al di sopra
della piena consapevolezza del personale politico dedicato.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><a name="article-body"></a><a name="article-body1"></a><a name="article-body2"></a>
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="color: black;">Coraggio,
dunque, si faccia in modo che "Linee guida per la definizione
del Piano nazionale di ripresa e resilienza" per usare il
</span><span style="color: black;"><i>Recovery Fund</i></span><span style="color: black;">,
con i 209 miliardi del Next Generation Eu, vedano l'istruzione,
l'educazione e la formazione al centro di un </span><span style="color: black;"><b>algoritmico
riformistico</b></span><span style="color: black;"> che sappia ben
amalgamare digitalizzazione e innovazione, ristrutturazione
produttiva “verde” e transizione ecologica, copiosa
infrastrutturazione per la mobilità sostenibilità, protezione
universalistica concernente la salute ed equità, inclusione sociale
e territoriale.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Le
scuole saranno più libere in un <i>Welfare</i> irrobustito ed
alimentato, ma di fare che cosa ? La scuola non è solo un
“contenitore” di contenuti, didattica, relazione, organizzazione;
questa è una visione riduttiva che può portare a concepirla solo
come una modifica del contenitore. La scuola è un contesto
organizzativo istituzionale, ma non è solo questo: è un <b>ambiente
predisposto all’apprendimento ed alla produzione di civiltà</b>.
Se la scuola viene intesa come <i>setting di apprendimento</i>,
allora è anche il luogo dove vige il primato dell’insegnamento.
Vogliamo, dunque, repentinamente coinvolgere gli insegnanti nel
ridisegno della scuola pubblica ? La scuola è anche il principale
<b>luogo sociale di promozione della “cittadinanza”</b>, <span style="color: black;">che
ha non solo una dimensione simbolica. Si apprende ad “essere
civili” se si è </span><span style="color: black;"><b>riconosciuti</b></span><span style="color: black;">
concretamente come tali.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-weight: normal;">Altri,
pur apprezzabili, provvedimenti, sono – secondo i modesti pareri
che qui si espongono – solo “pannicelli caldi” che decantano
quanto si è fatto, ma occultano ciò che va ancora fatto,
</span></span></span></span><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">indifferibilmente</span></span></span></strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-weight: normal;">.</span></span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Buon
lavoro.</span></span></span></p>
<p align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
</p>
<p align="RIGHT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Prof.
Giovanni Dursi</span></span></span></p>
<p align="RIGHT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Docente
MPI a t. i. di Filosofia e Scienze umane</span></span></span></p>
<p align="RIGHT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><i>Liceo
statale G. Marconi di Pescara</i></span></span></span></p><p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
</p>
<p align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"> 14
Settembre 2020</span></span></span></p>
menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-86504886013990375782020-03-15T20:29:00.001+01:002020-03-17T17:51:34.987+01:00Sostiene Giovanni Dursi ... Sui tempi malsani, contaminati dalle attese<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.03cm;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></i></div>
<h2 align="CENTER" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
</h2>
<h2 align="CENTER" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: blue;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>Sui
tempi malsani, contaminati dalle attese</b></span></span></span></h2>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.03cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.03cm;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></i></div>
<div align="RIGHT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: x-small;">«Gli
esseri umani sono unici. Come e perché lo siano ha stimolato</span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: x-small;">per
secoli la curiosità di scienziati, filosofi e persino avvocati.</span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: x-small;">Quando
cerchiamo di stabilire una distinzione tra animali ed esseri umani,</span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: x-small;">nascono
controversie e ci si azzuffa sulle idee e sul significato dei dati,</span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: x-small;">e
quando il polverone si placa, ciò che resta è una quantità
maggiore</span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: x-small;">di
dati su cui costruire teorie più forti e stringenti.</span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: x-small;">Stranamente,
in questo ambito di ricerca,</span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: x-small;">idee
opposte sembrano essere almeno parzialmente corrette»</span></span></span></div>
<div align="RIGHT" style="font-weight: normal;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: x-small;"><i><b>Human</b></i><b>.
Quel che ci rende unici</b> (pag. 9)</span></span></span></div>
<div align="RIGHT">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Michael
S. Gazzaniga</span></span></span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-weight: normal;">Raffaello
Cortina Editore, 2009</span></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.03cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.03cm;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"></span></span></span></span></span></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.03cm; text-align: justify;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Al
termine del secondo decennio del XXI secolo, l'umanità è dentro una
</span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>bolla
asociale di silenzio</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
di coatta “inattività”, di attese imperscrutabili. L'esperienza
laica del silenzio, di fronte alla disperazione delle presenti
vicende del quotidiano, comporta il </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>passaggio
dall'assolutizzazione dell'</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><b>Ego</b></i></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
alla presa di coscienza dell'“</span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>identità
relativa</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”.</span></span></span></span></span></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrA6gIEj67Bpipok-kZcfmzCdpDHbku4LMmpARrqBdPIlFgOvEhoA72CiUD4fBTckHLka7ifRpSgngN4HtBpFnfFgQyTXyqtippvtbqLu99burda2OXMh6t3XgYxvS4CrrXDSAJdSwDaQ/s1600/Giovanni1_Marzo2020.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrA6gIEj67Bpipok-kZcfmzCdpDHbku4LMmpARrqBdPIlFgOvEhoA72CiUD4fBTckHLka7ifRpSgngN4HtBpFnfFgQyTXyqtippvtbqLu99burda2OXMh6t3XgYxvS4CrrXDSAJdSwDaQ/s320/Giovanni1_Marzo2020.jpg" width="240" /></a></span></span></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"> </span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">L'improvvisa e fragorosa</span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"> </span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>fenomenologia
del silenzio</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
come la si può cogliere all’interno della manifestamente precaria
dimensione dell'esistenza umana, costringe ad </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>esplorazioni
intime</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
le quali, se ben condotte allontanandosi dal risvolto mitico e
archetipico di tali investigazioni, aprono alla scoperta o alla presa
d'atto della pregnanza “salvifica” del </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>desiderio
della ragione</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
preludio di ineludibili conoscenze. È il cammino che conduce al
</span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>non-Sé</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.
Una speleologica tendenza psicosociale alla </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>decostruzione</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
con lo scopo di esplicitare le infinite possibilità di significato
e di interpretazione dell'esistenza collettiva </span></span></span></span></span></i><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">méntre</span></span></span></span></span></b><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
la bolla esploderà. </span></span></span></span></span></i>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="color: black;">Certo,
</span><span style="color: black;"><b>non si vuole disconoscere</b></span><span style="color: black;">
lo stato di necessità, le indispensabili precauzioni e la
prevenzione possibile, bensì </span><span style="color: black;"><b>interpretare</b></span><span style="color: black;">
l'evolversi della situazione epidemiologica ed il carattere
peculiare, aggressivo e letale, del contagio virale (ovviamente
preoccupati dall'incremento quotidiano, in scala globale, dei casi
conclamati da sintomi inesorabili, indubbi, evidenti), in un </span><span style="color: black;"><b>quadro
di riferimento generale</b></span><span style="color: black;"> che –
sensatamente – comprenda anche i plurimi </span><span style="color: black;"><b>versanti</b></span><span style="color: black;">
dell'</span><span style="color: black;"><i>habitat</i></span><span style="color: black;">
organizzativo della vita collettiva storicamente data, dai quali
</span><span style="color: black;"><i>contemplare la morte</i></span><span style="color: black;"><span style="font-style: normal;">
(G. D'Annunzio, Aprile 1912)</span></span><span style="color: black;">,
ancor prima che fisica, culturale, insita negli stessi </span><b>processi
tecnici</b> che guidano il funzionamento e le relazioni all’interno
del <b>sistema economico</b> egemone, efficacemente pervasivo.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Questa
impostazione nella disamina non permette di eludere, preliminarmente,
la <b>reale differenza</b> che persiste, non tanto nella percezione
del dilagante fenomeno definito “emergenza sanitaria”, ma nel
<b>rischio reale</b> di vita che l'alta onda del contagio immette
nelle biografie personali.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFxbz0mUZdmLHBwSYfv6A9N1JWJt7uOtj91ivYGA5w1DBuHTgJynKQKDAXPVvaqM57DsWhPcMm3-Tn1jI_fFXjPChGZU5UYWcnh751bPeKxmtTkWv8g5oXXkw1qS6AnhyphenhyphenWdCqwSF_wTuw/s1600/Pescara2_Marzo2020.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1111" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFxbz0mUZdmLHBwSYfv6A9N1JWJt7uOtj91ivYGA5w1DBuHTgJynKQKDAXPVvaqM57DsWhPcMm3-Tn1jI_fFXjPChGZU5UYWcnh751bPeKxmtTkWv8g5oXXkw1qS6AnhyphenhyphenWdCqwSF_wTuw/s320/Pescara2_Marzo2020.jpg" width="222" /></a></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"> Sono i lavoratori dipendenti, ancora una
volta, ad avere – più vicino di ogni altro - sulle proprie spalle
la falce affilatissima che distende la lama <b>indiscriminatamente</b>,
essendo ancora considerati un inesorabile sacrificio umano
sull'altare della produttività da non interrompere e del profitto da
garantire, ad ogni costo.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Inoltre,
intorno a questa perversa gestione di un <b>fabbisogno universale</b>
di tutele e delle misure di contenimento, fanno capolino becere
<b>velleità eugenetiche</b> nelle diverse versioni, da un lato, di
evitare le cure necessarie agli anziani colpiti, considerati
condannati per età e malattie pregresse e, dall'altro, della
“soluzione” messa in campo dall'attuale Governo inglese e dagli
epigoni che ritengono di poter accettare un numero certo di decessi
oltre il quale si svilupperà “magicamente” la cosiddetta
“immunità di gregge”, dando per scontato e indispensabile, tra
l'altro in assenza di un vaccino, che si ammalino migliaia di persone
per immunizzarne la maggioranza sopravvissuta al contagio.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Altro
paradossale aspetto, dell'attuale </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>tempo
di vita sociale sospeso</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">,
riguarda la comunicazione sociale. Nella società statualizzata
contemporanea ove le </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>modalità
individuali e gruppali di interazione e comunicazione</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
si moltiplicano – indotte dall'innovazione tecnico-scientifica e da
abili strategie di </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>marketing</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
e commercializzazione dei prodotti (obsolescenza programmata <a class="sdfootnoteanc" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4522163800615314374#sdfootnote1sym" name="sdfootnote1anc"><sup>1</sup></a>)
- e le telecomunicazioni trovano ulteriore potenziamento e transitano
decisamente verso procedure di “inclusione digitale” favorendo
l’accesso ai benefici dell’</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>Information
and Communicatio Technology </i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">da
parte di tutte le persone al suo linguaggio alfabetizzate (certo, non
è affatto superata la questione del </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">digital
divide</span></i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">),
oggi sono </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>negate</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">,
</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>drasticamente
inibite</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">,
da provvedimenti normativi ispirati alla tutela della salute pubblica
ed all'emergenza sanitaria che </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>obbligano
tutti ad estirparle</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">,
le </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>primordiali
forme di comunicazione</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
– quelle interpersonali </span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">vis-à-vis</span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
- tipiche delle società senza Stato.</span></span></span></span></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-3VQSYVA1UCGgCavwfPs5XZexXPaj77p9yNHDAvo8lCSSCwnhaxIyG_Y5VcDfPjrVN4xP42whdFGlgKPV6u2PBbDeSRitx83tvEaVi7kVaBJ0g4oE9TdjcP3wa7wFQloKNuNaTr1Kfk0/s1600/Giovanni_Marzo2020.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-3VQSYVA1UCGgCavwfPs5XZexXPaj77p9yNHDAvo8lCSSCwnhaxIyG_Y5VcDfPjrVN4xP42whdFGlgKPV6u2PBbDeSRitx83tvEaVi7kVaBJ0g4oE9TdjcP3wa7wFQloKNuNaTr1Kfk0/s320/Giovanni_Marzo2020.jpg" width="240" /></a></span></span></span></i></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">L'</span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>interdizione</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
dell'intera gamma dei contatti che solitamente hanno luogo o si
svolgono fra persone – empiricamente, l'intensa </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>sollecitazione
d'una norma di prossimità</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
- ha un immediato riscontro sulla </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>fenomenologia
del controllo sociale</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
e su entrambi i livelli sui quali tradizionalmente si manifesta: il
livello della </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>persuasione
alla conformità</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
e quello della </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>repressione
delle devianze</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">;
proprio quest'ultimo – come concepito (<a class="sdfootnoteanc" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4522163800615314374#sdfootnote2sym" name="sdfootnote2anc"><sup>2</sup></a>)
nella commistione tra emergenza epidemiologica, ordine pubblico e
tranquillità pubblica (<a class="sdfootnoteanc" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4522163800615314374#sdfootnote3sym" name="sdfootnote3anc"><sup>3</sup></a>)
– fornisce la cartina al tornasole di questi </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>tempi
malsani, contaminati dalle attese</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,</span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
la prova irrefutabile del passaggio dalla cosiddetta “società
disciplinare” a quella dell'introiezione (ideologica) del
controllo, dove non è più solo il “potere costituito” ad
esercitare la sorveglianza (e punire; rif. a Michel Foucault,
</span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>Surveiller
et punir: Naissance de la prison</i></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">,
1975), bensì sono le stesse </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>soggettività</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
sociali, portatrici di spavento, unilateralmente informate,
frammentate nelle appartate fruizioni e dei </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>social
network</i></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
e delle piattaforme d'intermediazione, ad essere sospinte
all'autocensura, all'autocontrollo anche vicendevole, all'incessante
</span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>omologazione</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
dei comportamenti alle direttive governative emanate. </span></span></span></span></i>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Pertanto,
sembra che l'accentuata plurisecolare </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>civilizzazione
(statualizzazione) dell'umano</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">,
abbia </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>reciso
i legami</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
con gli aspetti, peraltro insopprimibili, biologico-naturali
dell'esistenza, sembra che abbia ridefinito la condizione
extragenetica, artificiale, “culturale” della riproduzione della
vita, proiettandola in una </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>dimensione
totalmente </b></span></span></span></span></i><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>asèttica</b></span></span></span></span></b><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
rispondente solo alle regole sopravvivenziali dell’asepsi, come se,
di fronte al dramma, la </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>regressione
comune</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
al sistema esigenziale primario (rif. a A. H. Maslow <a class="sdfootnoteanc" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4522163800615314374#sdfootnote4sym" name="sdfootnote4anc"><sup>4</sup></a>),
agisca inevitabilmente da “</span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>modificatore
sociale</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”,
con buona pace dell'antica convinzione, non solo aristotelica,
secondo la quale l'uomo è un «</span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">politikòn
zôon</span></i></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">»
(rif. Aristotele, </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">Τὰ
πολιτιϰά</span></i></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
IV secolo a. C.).</span></span></span></span></span></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFffAWlh-d-cevRj4ChSzUYhrPTLnDyFtfQZXejZVr3yWbKAX8kyfZNZ5nghZpU5_MehOToebxEmmGpNGotIVBpBEPyRhby3-6_sHABl1lFrz-MfDOVaEKYinG5Ytr7pbXfTbh9SSIYjY/s1600/Pescara3_Marzo2020.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFffAWlh-d-cevRj4ChSzUYhrPTLnDyFtfQZXejZVr3yWbKAX8kyfZNZ5nghZpU5_MehOToebxEmmGpNGotIVBpBEPyRhby3-6_sHABl1lFrz-MfDOVaEKYinG5Ytr7pbXfTbh9SSIYjY/s320/Pescara3_Marzo2020.jpg" width="240" /></a></span></span></span></i></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Non
paia banale ricordare che l'</span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>umano
ἐγκέφαλος</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
dotato di una corteccia sempre più vasta e più complessa rispetto
agli altri primati, quella porzione anteriore del sistema nervoso
centrale, contenuta all’interno della scatola cranica e costituita
da cervello, cervelletto e tronco dell’encefalo, che con i
1.300-1.500 grammi di tessuto gelatinoso, composto da 100 miliardi di
cellule neurali ognuna delle quali sviluppa in media 10 mila
connessioni (l'esistenza di queste connessioni, o sinapsi, fu
scoperta alla fine del XIX secolo dal fisiologo inglese Charles Scott
Sherrington) con le cellule vicine, non attiva solo l'arcaico
</span></span></span></span></span></i><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">romboencefalo</span></span></span></span></b><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.
Come, nel XX secolo, L. S. Vygotskij ha dimostrato, sono le funzioni
intellettuali superiori ad emergere dalle esperienze sociali, grazie
alla efficacia della “zona di sviluppo prossimale”, concetto
unificatore dello sviluppo sociocognitivo umano (rif. a </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">Pensiero
e linguaggio</span></i></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
1934).</span></span></span></span></span></i></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Per
dire che l'essere umano è da tempo immemorabile un </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">ùnikum</span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
– fenomeno eccezionale e irripetibile – tale da non poter essere
“trattato” in ogni evenienza solo come </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>corpo</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">;
è differente inoltre da tutte le altre specie animali per la
complessità del linguaggio simbolico articolato, per l’alta
capacità di astrazione e di trasmissione di informazioni per altra
via che non sia l’ereditarietà biologica, è cosciente e
responsabile dei proprî atti, capace di distaccarsi dal mondo
organico oggettivandolo e servendosene per i proprî fini, e, come
tale, soggetto di atti non immediatamente riducibili alle leggi che
regolano il restante mondo fisico.</span></span></span></span></span></i></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">L'essere
umano </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>non
è</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
un tubo digerente, le strutture del cervello rispecchiano la sua
filogenesi nella “onnipresente lateralizzazione delle funzioni
cerebrali” (op. cit., Michael S. Gazzaniga </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">Human</span></i></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.
Quel che ci rende unici, pag 34).</span></span></span></span></span></i></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Nel
</span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">λόγος</span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
inteso come </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>unità
di pensiero e linguaggio</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
di discorso e ragione, risiede la peculiare </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>autonomia</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
del suo essere, nella disponibilità dell’uomo a seguito
dell’evoluzione naturale, e diventa effettivamente utilizzabile da
parte di ciascuno degli individui come risultato dell’</span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>apprendimento
sociale</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.
Dietro al </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">λόγος</span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
c’è, sempre, ovviamente, la presenza del cervello, un piccolo
grumo di cellule gelatinose, con sede nel cranio e che è capace di
produrre una quantità di stati mentali superiore al numero di
particelle elementari dell’universo conosciuto.</span></span></span></span></span></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4EHaW1PpayhOpdvYxbNzkLO-NxpPA3sS7zkGV-rzmfq7C3M0vu7_xLd8urcfq1bJL_ez0Ss1Stqw5FNPasfw51mnTYoKlr1xNchRU6Z0NtuePcaGF2eI-Wnw0Z4jgeTzjUSii4N2pdGQ/s1600/Giovanni2_Marzo2020.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4EHaW1PpayhOpdvYxbNzkLO-NxpPA3sS7zkGV-rzmfq7C3M0vu7_xLd8urcfq1bJL_ez0Ss1Stqw5FNPasfw51mnTYoKlr1xNchRU6Z0NtuePcaGF2eI-Wnw0Z4jgeTzjUSii4N2pdGQ/s320/Giovanni2_Marzo2020.jpg" width="240" /></a></span></span></span></i></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Questo
</span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>organismo/uomo
unitario</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
ora è costretto a </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>ridimensionarsi</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
colpa della pandemia che corre veloce attraverso i vastissimi
territori nazionali e continentali, scindendosi in un essere
biologico che non è più e non può più essere, tralasciando la sua
“seconda natura culturale”, come analogamente analizzato anni fa
da Naomi Klein in </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">Shock
economy. L'ascesa del capitalismo dei disastri</span></i></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(BUR Rizzoli, 2007) che “stabiliva una convincente correlazione fra
i disastri climatici, gli “eventi estremi” e le restrizioni della
vita democratica, a partire naturalmente dagli Stai uniti” (<a class="sdfootnoteanc" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4522163800615314374#sdfootnote5sym" name="sdfootnote5anc"><sup>5</sup></a>).</span></span></span></span></span></i></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">L'ipotizzato
caratteristico </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>agire
sociale dell'uomo</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
è qualificato, oltre che dalle attività cooperative volte alla
sopravvivenza delle comunità, anche da quelle volte alla
riproduzione solidale dell'arco vitale individuale; in altri termini,
le risorse antropologiche lavorative e l'ingegno che le esprime
sarebbero orientate alla sopravvivenza non solo in quanto individuo,
ma anche in quanto specie. L’uomo «</span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">politikòn
zôon</span></i></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">»
essendo </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>ontologicamente
preprogrammato</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
ad essere </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>depositario
di un'identità relativa sociale</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
definirebbe la produzione e la riproduzione della vita sia secondo il
loro contenuto di materialità che in termini di progresso culturale.
Coesisterebbero, conseguentemente, sia una produzione sia una
riproduzione, al contempo, materiali e sovrastrutturali.</span></span></span></span></span></i></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Va
constatato che le </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>inibizioni
comportamentali</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
(ad esempio le proibizioni di cui alla precedente nota 3 del presente
testo) e l'</span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>astensione
dai contatti fisici</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
nello spazio-tempo sociale (urbano, lavorativo, domestico, affettivo)
in atto, sono, insieme, in apparente e reale contrasto con il comune
modo di pensare o con le più elementari norme del buon senso, e
quindi sono inaccettabili sul piano logico, pratico, morale, ancor
più per quanto riguarda i cosiddetti </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>millennials
</i></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">(tra
14 e 18 anni) e i “nativi digitali” spuri (tra 18 e 25 anni) che
trovano occasione di sviluppo cognitivo, relazionale, emotivo, etico,
proprio nell'</span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>integrazione</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
dell'esperienza “virtuale”, del processo di virtualizzazione
della socialità (<a class="sdfootnoteanc" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4522163800615314374#sdfootnote6sym" name="sdfootnote6anc"><sup>6</sup></a>),
con la dimensione biologica dell'esistenza (dalla percezione
sensoriale all'ἔρως, dalla fatica all'autoriflessività
attuabile grazie alla possibilità di distanziarsi, autosservare e
riflettere sui propri modi di essere e sui propri stati mentali “in
situazione” pubblica).</span></span></span></span></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9N6d4Ld-0XZepVsfljsIWbmfZBUJcnxQZyzPFGMlw92MDfrx4ZkSlrdCeX7Cf1ZjSD7mgK8mw_0cRuxxodafHa2LfJJiJ7e4kX2o8kqn2gVdxgPEUF6a5IaqeAPZ2RvId2C07Ep0O8Go/s1600/Pescara1_Marzo2020.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9N6d4Ld-0XZepVsfljsIWbmfZBUJcnxQZyzPFGMlw92MDfrx4ZkSlrdCeX7Cf1ZjSD7mgK8mw_0cRuxxodafHa2LfJJiJ7e4kX2o8kqn2gVdxgPEUF6a5IaqeAPZ2RvId2C07Ep0O8Go/s320/Pescara1_Marzo2020.jpg" width="320" /></a></span></span></span></i></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">La
parvenza germinale di un diverso modo di essere del </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">reale</span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
– ad alto impatto tecnico elettronico ed immateriale - che, come
tale, non sempre costituisce una fuga dalla realtà, ma un
potenziamento di forme tangibili di intervento su di essa, pare
</span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>causare</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
– in questo </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>frangente
di autoisolamento, relazionalità coartata </b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">e
</span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>ritiro
sociale</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">,
all'interno di una evidente riproposizione del “condizionamento
operante” (rif. a </span></span></span></span></i><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">B.
F. Skinner</span></span></span></span></span></b><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
</span></span></span></span></span></i><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">The
Behavior of Organisms: an Experimental Analysis</span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
New York: </span></span></span></span></span></b><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Appleton-Century-Crofts,
1931;</span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>
</b></span></span></span></span></i><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">Science
and human behavior</span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
New York, The MacMillan Co., 1953; </span></span></span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Holland
J., Skinner B. F., </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>The
analysis of behaviour,</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
New York: Mc Graw Hill, 1961), come strumento strategico del
controllo sociale </span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">tendente
a formare una moltitudine di “</span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>personalità
evitanti</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">”
(<a class="sdfootnoteanc" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4522163800615314374#sdfootnote7sym" name="sdfootnote7anc"><sup>7</sup></a>)
-, simultaneamente e contraddittoriamente, una </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>deriva</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
verso un </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>troncamento</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
di ogni qualsivoglia riconoscibile comunicazione con il </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>mondo
degli altri</b></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">,
non riuscendo ad emergere così alla pienezza ed autenticità dei
rapporti sociali, bensì rendendola inessenziale, quasi effimera, ed
enfatizzando al contrario l'esclusiva soddisfazione dei</span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>
</b></span></span></span></span></i><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>bisogni
individuali per la sopravvivenza</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
fisica, le necessità “fisiologiche”, fame, sete, sonno,
termoregolazione, i primi a dover essere soddisfatti a causa
dell'istinto di autoconservazione e, parzialmente, dei </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>bisogni
di sicurezza</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
- che aprono oggettivamente alla relazione sociale - quali le
occorrenze connesse a protezione, tranquillità, prevedibilità,
limitazione/soppressione di preoccupazioni e ansie.</span></span></span></span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">La
stessa </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>lettura
darwiniana</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
dell'evoluzione umana si contraddistingue nella messa in valore della
capacità cosciente, cumulabile e variabile storicamente, di rendersi
nella maggior misura possibile </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>indipendente</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
dalla natura, tanto che si potrebbe sostenere paradossalmente che
ormai </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>siano</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
nella natura intrinseca dell’uomo la sua </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>volontà</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
</span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>possibilità</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
e </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>capacità</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
di rendersi in parte indipendente dallo stesso ambiente naturale.</span></span></span></span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">I
processi attraverso i quali si è arrivati a un tale </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>divenire</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
sono materia per gli antropologi; ciò che qui ci interessa è capire
come le due fondamentali attività dell’uomo, la </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>trasformazione
della natura </b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">e
la</span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>
relazione con gli altri uomini</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
siano due </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>aspetti
inscindibili</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
della definizione stessa di umanità: ciò vuol dire che non è
corretto analizzarli separatamente o, meglio, vuol dire che si deve
tenere sempre conto della loro</span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>
interconnessione</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
della </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>natura
costituzionalmente </b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">(fondativa)</span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>
ibrida dell'essere umano</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.
Tanto la forza fisica e i variegati strumenti di
trasformazione/valorizzazione della natura e di se stesso, quanto le
esperienze, conoscenze e relazioni organizzate tra simili, hanno
fatto dell'uomo un </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>soggetto
– agente consapevole - di storia</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
emancipandosi definitivamente dalla mera configurazione biologica e
da quell'orizzonte chiuso, limitato, che lo ha rinserrato per
millenni, dei bisogni fisiologici, riconducendo in via esclusiva e
subordinando al Sé biologico ogni sorta di istanze ulteriori,
prescindendo dall'immanenza di altri modi di estrinsecazione
dell'umano e di riferimenti extragenetici.</span></span></span></span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Da
questo punto di vista, oltremodo significativa è l'attualissima e
accurata riflessione contenuta nel recente volume di Giulio Gioriello
e Pino Donghi, “Errore” (il Mulino, 2019)</span></span></span></span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.49cm; margin-right: 2.51cm; page-break-before: auto;">
<b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">«Al
tempo della società controllata dagli algoritmi, se cadiamo in una
situazione imprevista dalla procedura – ciò che legittimamente
potrebbe configurarsi come un errore o un'imprecisione che la serie
di stringhe non aveva anticipato – in ogni caso l'unica soluzione
proposta è “reset e riparti”: siamo capitati in uno stato non
programmato e da cui è impossibile (con il programma in essere)
ritornare dentro una qualche configurazione gestita, da cui
procedere in modo controllato. Nei fatti siamo guidati all'interno di
una dimensione da cui l'errore è stato escluso, bandito, non più
ammesso. Cercheremo di argomentare che ci siamo abituati,
evidentemente male. Ed è anche in virtù (diciamo così!) di questa
nuova configurazione dell'esistenza, dove l'errore è inconcepibile –
specialmente come vedremo nell'interazione con i medici e la medicina
– che tendiamo a considerarlo troppo spesso inaccettabile e
scandaloso. L'errore ci sgomenta e ci sconcerta; non può
riguardarci. È contro tempo, appunto.</span></span></span></span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.49cm; margin-right: 2.51cm;">
<b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Semmai
ci fosse, è bene che se ne occupi il dio-architetto-progettista. Per
quanto ci riguarda è meglio iniziare una nuova partita,
possibilmente con un gadget nuovo di zecca» (op. cit. p. 13-14).</span></span></span></span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.03cm; page-break-before: auto;">
<b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Dedicato
alla “condizione del progresso” il </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">pamphlet
sostiene che la la nostra storia genetica ci ricorda come le specie
sopravvivano adattandosi all'ambiente a partire da errori “casuali”
, talvolta fatali, ma spesso utili e risolutivi</span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.
Inoltre, </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">nel
mondo dall'I. A., l'anomalia dell'imperfezione è ancora necessaria
per avanzare nel cammino della conoscenza</span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.
Ne consegue che, come in tutte le attività umane, periodici errori
sono </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>inevitabili</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
di regola non causati dalle azioni di un singolo e tantomeno
intenzionali; in secondo luogo, che la meravigliosa macchina
biologica della quale siamo dotati come esseri viventi non è più da
tempo considerabile </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>distintamente</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
dalla parte extragenetica, “artificiale”, culturale intimamente
ed irreversibilmente associata al nostro corpo.</span></span></span></span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.03cm;">
<b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Gli
errori umani che procurano danni alla componente anatomo-fisiologica,
per questo motivo, in medicina, rari, non augurabili e spesso
prevenibili, ma mai inconcepibili, non possono essere affrontati
deliberatamente come </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>materia
di esclusiva pertinenza sanitaria e normativa</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.</span></span></span></span></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJMt1gTx94fTRiOhzz9iw1JatilugykpVmZIQf72YWO85elLraAcHotzo7vPr1h5uiqnsta9qZYutEhDlaKgUxz9C2-r_fdujCTIjyzFkD34UJPYI8TymGLSeg9M5_wvT396tTD82EQQA/s1600/Foto_Aldo_Marzo2020.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJMt1gTx94fTRiOhzz9iw1JatilugykpVmZIQf72YWO85elLraAcHotzo7vPr1h5uiqnsta9qZYutEhDlaKgUxz9C2-r_fdujCTIjyzFkD34UJPYI8TymGLSeg9M5_wvT396tTD82EQQA/s320/Foto_Aldo_Marzo2020.jpg" width="240" /></a></span></span></span></b></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.03cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">L'</span></span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>azione politica del concentrare</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
i cittadini negli antri devoniani domestici e, nello stesso tempo, enfatizzare il “</span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>distanziamento
sociale</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”
come pubblica terapia, svela il tentativo di nascondere un'irresponsabilità
(incolpevolezza) basata sull’elemento della scelta di </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>ridurre
l'uomo al suo corpo</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
suscettibile di precoce decadimento. Proprio l'</span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>inadeguata
riflessione</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
sulle circostanze (talora eccessivamente e sbrigativamente valutate,
talvolta sottovalutate) degli errori nell’esercizio della relazione
sociale, biologico-culturale </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">tout
court</span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
finisce per costituire un’insostituibile occasione per il
miglioramento delle procedure di </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>riproduzione
generazionale della vita</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
oltre che per la corretta valutazione dell’innegabile originalità
della risposta a trattamenti e cure ed eventualmente per risarcire le
vittime non occasionali.</span></span></span></span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.03cm;">
<b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">A
tal proposito, va disapprovato con fermezza il </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>rito
puerilmente esorcizzante</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
dell'affacciarsi dai pertugi di casa ascoltando o interpretando il </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"> <i>Canto degli Italian</i>i, conosciuto anche come Fratelli d'Italia (!!!),
<i>Inno di Mameli</i>, Canto nazionale o Inno d'Italia, un canto
risorgimentale (!!!) scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro
nel 1847 (!!!); una
liturgia nazional-popolare o populista che evolve (!!!) nella forma dei </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">flash-mob</span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
("<b>dal sapore di nazionalismo più becereo</b></span></span></span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">"</span></span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">; "rubo" la frase a Nicole Della Rocca, eccellente studentessa di Scienze umane) con persone affacciate ai balconi</span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">
</span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">o
alle finestre di casa, ispirate anche alle modalità di contestazione
adottate dal pubblico su sollecitazione del <i>guru</i> televisivo (tal </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Howard Beale che minaccia di uccidersi in diretta, incrementando notevolmente gli ascolti ... !!!), come accade in una scena del
film </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">Quinto
potere</span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(regia di Sidney Lumet, 1976), in <b>un tenersi collettivo per mano che
non può essere “vero”</b>. Tutto questo "protagonismo popolare" si
palesa nella rimozione sostanziale di quanto accade nel frattempo: il
completamento della torsione antidemocratica dello Stato ormai pronto a
fare da "cassa di risonanza" di "<b>invocazioni d'azioni di repressione-controllo da parte dell'Esercito e delle forze dell'ordine</b></span></span></span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">"</span></span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">, ad agire come moltiplicatore di "<b>ansia
generalizzata senza alcune mediazione razionale che ha dei risvolti
apparentemente schizofrenici (tra intolleranza, diffidenza dell'altro e
senso di apparteneza comunitaria)</b>"; cito ancora le puntuali parole di Della Rocca.</span></span></span></span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.03cm;">
<b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Tali diuturne celebrazioni evocano la </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">narrativa
deleddiana, basate su forti vicende d'amore, di dolore e di </span></i></span></span></span></b><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">morte</span></i></span></span></span></i><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">
sulle quali </span></i></span></span></span></b><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">aleggia</span></i></span></span></span></i><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">
il senso del peccato, della colpa, e la coscienza di una inevitabile
fatalità </span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">(come
si evince in Grazia Deledda. </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">La
vigna sul mare,</span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
Treves-Treccani-Tumminelli, 1932), si avvalgono d'una banale
sceneggiatura spingendo a recitare con fervore salmi
preconfezionati, </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">#stiamotuttiacasa</span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
</span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">#insiemecelafaremo</span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">, <i>#andràtuttobene</i> ignorando cinicamente i duemila morti circa accertati che, ad oggi,
non ce l'hanno fatta e non potranno più – neanche volontariamente
- “farcela a stare in casa”</span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">.</span></i></span></span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.03cm;">
<b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
</span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>vincolo
sociale</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
non può essere ricondotto a </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>relazioni
terapeutiche</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
e, prioritariamente, alla </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>segregazione</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
e alla </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>esclusione</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
come sta avvenendo e come sollecitamente si è indotti a pensare e ad
agire disciplinatamente. Tale </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>dispositivo
panottico</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
di contrasto e di cura – nell'immediato e ciò è innegabile –
comporta la trasformazione degli </span></span></span></span></span></b><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">individui</span></span></span></span></span></i><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
da “soggetti di una comunicazione” a </span></span></span></span></span></b><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">prigionieri</span></span></span></span></span></i><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
ovvero “oggetti d’informazione”, la </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>rarefazione
sociale</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
la </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>morte
culturale dentro la camicia di forza di Narcisi ammalati</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
ed una prevista irrefrenabile </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>infantilizzazione</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
dell'umanità (la </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>sindrome
neotenica</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
della contemporaneità rigorosamente tematizzata da Paolo Virno in
</span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">Scienze
sociali e «natura umana». Facoltà di linguaggio, invariante
biologico, rapporti di produzione</span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
Rubbettino, 2003) che genera senso collettivo di perenne
</span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>incompletezza</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
e reiterata </span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><b>insoddisfazione</b></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.</span></span></span></span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.03cm;">
<b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Come
opportunamente è stato affermato “</span></span></span></span></span></b><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">La
relazione con gli altri è … l’unica fonte della propria
autostima, la cui perdita, reale o minacciata, è intollerabile e
porta all’aumento della distanza tra l’immagine del Sé e
l’ideale del Sé […] il Sé ideale … ha bisogno degli altri”.
A. Adler </span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">docet
</span></i></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">(rif.
a studi 1907-1936).</span></span></span></span></span></i></div>
<div style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Prof. Giovanni
Dursi <span style="font-family: "georgia" , serif;">©</span> Marzo 2020</span></span></span><br />
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Docente M.P.I. di Filosofia e Scienze umane </span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; margin-right: 0.03cm;">
<br /></div>
<div id="sdfootnote1">
<div align="JUSTIFY" class="sdfootnote" style="margin-left: 0cm; text-indent: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><i><a class="sdfootnotesym" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4522163800615314374#sdfootnote1anc" name="sdfootnote1sym">1</a>
Espressione con cui si fa riferimento al processo mediante il quale,
nelle moderne società industriali, vengono suscitate nei
consumatori esigenze di accelerata sostituzione di beni tecnologici
o appartenenti ad altre tipologie. Tale processo viene attivato
dalla produzione di beni soggetti a un rapido decadimento di
funzionalità, e si realizza mediante opportuni accorgimenti
introdotti in fase di produzione (utilizzo di materiali di scarsa
qualità, pianificazione di costi di riparazione superiori rispetto
a quelli di acquisto, ecc.), nonché mediante la diffusione e
pubblicizzazione di nuovi modelli ai quali sono apportate modifiche
irrilevanti sul piano funzionale, ma sostanziali su quello formale.
Il fenomeno era stato rilevato già nel 1957 da Vance Packard in The
hidden persuaders (1957, trad. it. 1958).</i></span></span></span></div>
</div>
<div id="sdfootnote2">
<div align="JUSTIFY" class="sdfootnote" style="margin-left: 0cm; text-indent: 0cm;">
<a class="sdfootnotesym" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4522163800615314374#sdfootnote2anc" name="sdfootnote2sym">2</a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;">
Il riferimento è al DPCM 11 marzo 2020 (Ulteriori disposizioni
attuative del </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><b>Decreto-legge
23 Febbraio 2020, n. 6</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;">,
recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione
dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull'intero
territorio nazionale. (20A01605) </span></span></span><a href="http://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2020/03/11/64/sg/pdf" target="_blank"><span style="color: black;"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;">(GU
Serie Generale n.64 del 11-03-2020)</span></span></span></span></a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;">
recante ulteriori misure in materia di contenimento e gestione
dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 sull'intero territorio
nazionale.</span></span></span></div>
</div>
<div id="sdfootnote3">
<div align="JUSTIFY" class="sdfootnote" style="margin-left: 0cm; text-indent: 0cm;">
<a class="sdfootnotesym" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4522163800615314374#sdfootnote3anc" name="sdfootnote3sym">3</a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;">
</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">Con
particolare riguardo allo spostamento delle persone fisiche
all’interno di tutto il territorio nazionale, nonché alle
sanzioni previste dall’art. 4, comma1, del Decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri dell’ 8 Marzo 2020, in caso di
inottemperanza (art. 650 C.P. salvo che il fatto non costituisca più
grave reato). Il Dispositivo dell'art. 650 Codice penale così
recita: “Chiunque non osserva un </span></span></span></span><a href="https://www.brocardi.it/dizionario/5361.html">provvedimento
legalmente dato dall'Autorità</a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">
</span></span></span></span><a href="https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-terzo/titolo-i/capo-i/sezione-i/art650.html#nota_12420"><span style="color: black;"><sup><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">(1)</span></span></span></sup></span></a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">
per </span></span></span></span><a href="https://www.brocardi.it/dizionario/5362.html">ragione
di giustizia</a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">
o di </span></span></span></span><a href="https://www.brocardi.it/dizionario/4755.html">sicurezza
pubblica</a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">,
o </span></span></span></span><a href="https://www.brocardi.it/dizionario/5364.html">d'ordine</a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">
</span></span></span></span><a href="https://www.brocardi.it/dizionario/5364.html">pubblico</a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">
o d'igiene </span></span></span></span><a href="https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-terzo/titolo-i/capo-i/sezione-i/art650.html#nota_12421"><span style="color: black;"><sup><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">(2)</span></span></span></sup></span></a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">,
è punito, se il fatto non costituisce un più grave </span></span></span></span><a href="https://www.brocardi.it/dizionario/4329.html">reato</a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">
[</span></span></span></span><a href="https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-secondo/titolo-ii/capo-ii/art337.html">337</a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">,
</span></span></span></span><a href="https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-secondo/titolo-ii/capo-ii/art338.html">338</a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">,
</span></span></span></span><a href="https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-secondo/titolo-iii/capo-ii/art389.html">389</a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">,
</span></span></span></span><a href="https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-secondo/titolo-viii/capo-i/art509.html">509</a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">]
</span></span></span></span><a href="https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-terzo/titolo-i/capo-i/sezione-i/art650.html#nota_12426"><span style="color: black;"><sup><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">(3)</span></span></span></sup></span></a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">,
con l'</span></span></span></span><a href="https://www.brocardi.it/dizionario/5505.html">arresto</a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">
fino a tre mesi o con l'</span></span></span></span><a href="https://www.brocardi.it/dizionario/6032.html">ammenda</a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">
fino a duecentosei euro </span></span></span></span><a href="https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-terzo/titolo-i/capo-i/sezione-i/art650.html#nota_12425">(4)</a><span style="color: black;"><sup><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">”</span></span></span></sup></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">.
</span></span></span></span>
</div>
</div>
<div id="sdfootnote4">
<div class="sdfootnote" style="margin-left: 0cm; text-indent: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: x-small;"><a class="sdfootnotesym" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4522163800615314374#sdfootnote4anc" name="sdfootnote4sym">4</a><span style="font-size: xx-small;">
A Theory of Human Motivation, 1943; Motivazione e personalità,
1954-1970, Verso una psicologia dell'essere, 1971.</span></span></span></span></div>
</div>
<div id="sdfootnote5">
<div align="JUSTIFY" class="sdfootnote" style="margin-left: 0cm; text-indent: 0cm;">
<a class="sdfootnotesym" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4522163800615314374#sdfootnote5anc" name="sdfootnote5sym">5</a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;">
A questo proposito, vedere l'articolo di </span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Angelo
d’Orsi</span></span></span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span><a href="http://temi.repubblica.it/micromega-online/lo-shock-antidemocratico-del-virus/"><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="text-decoration: none;">Lo
shock (anti)democratico del virus, MicroMega, 14.03.2020</span></span></span></span></a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;">.</span></span></span></div>
</div>
<div id="sdfootnote6">
<div align="JUSTIFY" class="sdfootnote" style="margin-left: 0cm; text-indent: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><a class="sdfootnotesym" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4522163800615314374#sdfootnote6anc" name="sdfootnote6sym">6</a>
Rif. a Pierre Lévy, Il virtuale, Raffaello Cortina Editore, 1997. </span></span></span>
</div>
</div>
<div id="sdfootnote7">
<div align="JUSTIFY" class="sdfootnote" style="margin-left: 0cm; text-indent: 0cm;">
<a class="sdfootnotesym" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4522163800615314374#sdfootnote7anc" name="sdfootnote7sym">7</a><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;">
Rif. a “[ … ] l</span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="font-style: normal;">’</span></span></span></span></i><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="font-style: normal;">evitante</span></span></span></span></b><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="font-style: normal;">
ha una rappresentazione di diversità e/o di inadeguatezza personale
che vive come uno stato di fatto, più o meno doloroso, una realtà
con cui confrontarsi nella vita; ha la percezione stabile
dell’impossibilità a condividere e/o appartenere al mondo
relazionale e sociale”, </span></span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="font-style: normal;">Popolo,
R., Dimaggio, G., Marsigli, N. & Procacci, M., Difficoltà nella
percezione del senso di appartenenza: un confronto tra fobia sociale
e disturbo evitante di personalità, Psicoterapia Cognitiva e
Comportamentale, 13 (3), 2007, 301-322. Vedere anche: Borgna, E. La
solitudine dell’anima, Feltrinelli, 2011).</span></span></span></span></div>
</div>
menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-80635466822631348532019-12-08T15:42:00.000+01:002019-12-08T16:09:46.668+01:00Primo scandaglio sul movimento delle "sardine"<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Per
movimento sociale impegnato nel rinnovamento della “politica” e
della “rappresentanza” si può intendere l'insieme dei soggetti –
singole persone o associate, gruppi organizzati o spontanei –
attraverso cui la “società civile”, a partire dagli ultimi
decenni (anni '80) del <i>Novecento</i>, dal momento della crisi
irreversibile del sistema dei partiti di massa reduci dell'esperienza
politico-istituzionale democratica post-bellica, viene esprimendo
frustrazioni, capacità critica, volontà militanti emergenti e un
protagonismo comunicativo-sociale (narrazione contrapposta a quella
del “potere” costituito) nonché politico competente (allusioni
esplicite alla “democrazia diretta”), strutturando la propria
azione cosciente, sia a fini di difesa (rivendicazionismo
economico-normativo), sia a fini di costruzione identitaria e
d'organizzazione politico-culturale.</span></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdmMKk63PHjrD7B-AnQqJa_GYle5twJKAerdz4bcCwX-HHC5AczGlZBizPzzdq5wHUTXpFygHFeK6iAc_npjyBcBMxFe6gPLVgtsi9qp-_jUu1S6NAqD2LxxZsbJlAzqsjgNoJF5FvTwA/s1600/Sardine+a+Pescara.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="740" data-original-width="853" height="277" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdmMKk63PHjrD7B-AnQqJa_GYle5twJKAerdz4bcCwX-HHC5AczGlZBizPzzdq5wHUTXpFygHFeK6iAc_npjyBcBMxFe6gPLVgtsi9qp-_jUu1S6NAqD2LxxZsbJlAzqsjgNoJF5FvTwA/s320/Sardine+a+Pescara.jpeg" width="320" /></a></span></span></span></div>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">La
storia recente dei movimenti sociali che interpretano diffuse e
variegate esigenze di rinnovamento politico è dunque l'evoluzione
del continuo processo di ricomposizione politica delle masse, sin
dalla radicale espressione di tornare a contare nei riguardi della
autoreferenzialità del ceto politico, per giungere – sempre
partendo da questa aurorale determinante coscienza -, in alcuni casi
efficacemente (le esperienze che datano dal '68 al '77), ad un
antagonismo duale, ad una risoluta dialettica con il governo
capitalistico dello sviluppo industriale del modo di produzione e
della riproduzione delle correlate forme di vita.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Pertanto,
due sembrano essere i limiti intrinseci alle insorgenze attuali della
società civile nella porzione di mondo occidentale che si riferisce
all'Europa.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">In
Francia una protesta contro il caro carburante, vede la galassia dei
</span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">gilet</span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">
gialli continuare dal 17 Novembre 2018 la lotta e guerriglia
cittadina</span></span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">,
unificando lentamente i soggetti frammentati dello scontento sociale;
pur essendosi presentati alle ultime Elezioni europee di fine maggio
ottenendo percentuali deludenti, non hanno intenzione di fermarsi
neanche dopo i ripensamenti governativi, senza però evolvere
positivamente dal “situazionismo” e dalla logica intrinseca alle
“rivolte da </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>stakeholders</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">”,
privi, come sembrano essere, di una pianificazione
politico-organizzativa che agisca da piattaforma necessaria a
costruire alleanze e “neutralità” utili ad autentico progetto di
irreversibile mutamento sociale, cioè ad una trasformazione prodotta
in un dato periodo storico (capitalismo globale) nella struttura
della società. A dimostrazione di ciò, infatti, non è per nulla
chiara la direzione di tali lotte e guerriglie cittadine oltre il
condivisibile discorso </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>trade-unionistico
</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">che
alimenta.</span></span></span><br />
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">In questo caso, il lessico è incerto.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Tensioni
e processi sociali conflittuali indotti da una cecità strategica –
pur avendo caratteristiche tali da poter diventare </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">un'estesa
'rivolta' popolare -</span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">,
nel lungo periodo, implodono ed autorizzano il potere ad esercitare
violente azioni repressive e di controllo conformistico delle nuove
leve di “</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><i>les
révolutionnaires, les qualifiant de </i></span></span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><i>casseurs</i></span></span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><i>
et de fauteurs de troubles peu recommandables”</i></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;">,
come ebbe a definire i membri di tale movimento francese l'ex
Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano.</span></span></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;">Per
quanto riguarda le </span></span></span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">manifestazioni
delle “sardine”</span></span></span></span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;">
in giro per l’Italia, il movimento nato a Bologna con l’ormai
celebre </span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><i>flash
mob</i></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;">
di 15mila persone in spasmodica replica ed in attesa dell'esito delle
Elezioni regionali dell'Emilia Romagna previste a Gennaio 2020, buone
quest'ultime per verificarne l'impatto politico-elettorale a sostegno
dell'</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><i>establishment</i></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;">
in crisi di fronte alle spallate della destra, il limite principale è
di affermare la complessità sociale foriera di alienazione popolare
riconducendo però ad un orizzonte intrasistemico il potenziale
eversivo delle disuguaglianze sociali.</span></span></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;">Il
“soggettivismo” delle </span></span></span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">“sardine”</span></span></span></span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;">
esemplificato dalle pratiche di piazza e dall'ispirazione ecumenica
dei promotori autoconfina, purtroppo, il movimento negli angusti
ambiti “generazionali” <a class="sdfootnoteanc" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4522163800615314374#sdfootnote1sym" name="sdfootnote1anc"><sup>1</sup></a>
e nella gretta considerazione della «democrazia reale» come luogo
esclusivo di retoriche politiche a confronto dal quale potrebbe
scaturire un'agognato cambiamento nelle urne.</span></span></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZIeLjpx84s-0XY-0h_jdlvKZ8II7HVPjAK3a4p9iJ3ABhg1l96fox_41pYYp65BGRyWfzMHFbq00KA4BjKCRnCc5HfIU1Jdi9ZKAMqwHA3rbZvVbaOyLZga_OVtsR0Rhp_KA_s4oIgSE/s1600/Urlo_produci-consuma-crepa.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="720" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZIeLjpx84s-0XY-0h_jdlvKZ8II7HVPjAK3a4p9iJ3ABhg1l96fox_41pYYp65BGRyWfzMHFbq00KA4BjKCRnCc5HfIU1Jdi9ZKAMqwHA3rbZvVbaOyLZga_OVtsR0Rhp_KA_s4oIgSE/s320/Urlo_produci-consuma-crepa.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;">Ecco,
pensare di sconfiggere il liberismo contemporaneo e/o contrastare la
pericolosità e le gravi conseguenze, a dir poco apocalittiche, della
cosiddetta “finanziarizzazione dell’economia”, in altre parole,
della disintegrazione dell’economia reale, anche limitatamante alla
metropoli italiana, con il ripristino della corretta ritualità
partecipativo-elettorale e con l'enfasi narrativa della
“rappresentanza”, dalla quale, con l'immissione di forze fresche
(le stesse migliori </span></span></span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">“sardine”
</span></span></span></span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;">?),
spontaneamente si genererebbe una democrazia sostenibile sorretta dal
modo d'espressione della volontà popolare, vuol dire illudersi e non
aver capito la lezione di storia che scaturisce dai 74 anni
intercorrenti dal risultati </span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">del
</span></span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><i><span style="font-weight: normal;">R</span></i></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><i>eferendum
</i></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;">istituzionale
</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">di</span></span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;">
domenica 2 e lunedì 3 giugno 1946, indetto per determinare la forma
</span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">di
S</span></span></span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;">tato
da dare all'Italia dopo la fine del regime fascista e della seconda
guerra mondiale.</span></span></span></span></span><br />
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;">In quest'altro caso, il lessico è ambiguo.</span></span></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;">Altra
è la prospettiva della rottura degli ordinamenti statuali e
giuridici, sociali ed economici di una società e la riconfigurazione
radicale degli stessi attraverso un nuovo potere, strutturatosi nel
corso di manifestazioni che inducono – queste si – uno squilibrio
fra strutture fondamentali del consenso e del potere.</span></span></span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;">Giovanni Dursi</span></span></span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: right;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span lang="fr-FR"><span style="font-style: normal;">Docente M.I.U.R. di Filosofia e Scienze umane </span></span></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div id="sdfootnote1">
<div align="JUSTIFY" class="sdfootnote" style="margin-left: 0cm; text-indent: 0cm;">
<a class="sdfootnotesym" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=4522163800615314374#sdfootnote1anc" name="sdfootnote1sym">1</a><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: xx-small;">
A questo proposito, va ricordato che la Resistenza al Fascismo
nacque in Italia vent’anni prima che negli altri paesi democratici
dell’Europa occidentale; lo studio della Resistenza italiana,
propriamente detta, e cioè dei venti mesi dell’occupazione
tedesca, dal settembre 1943 all’aprile 1945, non può quindi
prescindere dall’opposizione al Fascismo nei vent’anni
precedenti, in cui essa affonda le sue radici e ritrova i suoi
storici precedenti. Ciò evidenzia, inequivocabilmente, che non
furono solo i giovani ad opporsi con le armi ai nazi-fascisti, bensì
che molti partigiani, sopravvissuti ai conflitti a fuoco, giunsero
all'età della maturità con le armi in pugno dedicando
l'adolescenza alla Resistenza.</span></span></span></div>
</div>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-82128619116731839602019-07-09T11:12:00.000+02:002019-07-12T12:31:52.775+02:00Articolo censurato - «Da dentro il marxismo – Sulla crisi e superamento della "democrazia" e sulla sollecitazione all'organizzazione politica rivoluzionaria per il comunismo»<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<h2 class="separator" style="clear: both;">
</h2>
<h4 align="JUSTIFY" class="western" style="margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm;">
<strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">Esaminato,
da parte dello </span></span></span></span></strong><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">staff
</span></i></span></span></span></strong><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">redazionale
di una rivista </span></span></span></span></strong><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">on
line</span></i></span></span></span></strong><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span></span></strong><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">con
la quale ho collaborato e che “si pone come obiettivo primario la
promozione, il sostegno, l’organizzazione e la gestione di
iniziative, eventi e manifestazioni culturali e sociali nel pieno
rispetto dei diritti umani, del diritto a pari opportunità senza
distinzioni di razza, sesso, cultura, religione e salvaguardando
l’ambiente” e ritiene di “esserci anche quando il pubblico è
una minoranza”, l'</span></span></span></span></strong><strong><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><b>articolo
che pubblico è stato censurato.</b></span></span></span></strong></h4>
<h4 align="JUSTIFY" class="western" style="margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">Agendo
come una sorta d'ibrida “autorità pubblica” (sul versante della
</span><i><span style="font-weight: normal;">censura</span></i>
<i><span style="font-weight: normal;">politica</span></i><span style="font-weight: normal;">)
e come una “autorità ecclesiastica” (sul versante della </span><i><span style="font-weight: normal;">censura</span></i>
<i><span style="font-weight: normal;">ideologica</span></i><span style="font-weight: normal;">),
lo scritto non ha trovato spazio nel palinsesto, precludendo il
prosieguo della collaborazione, poiché ritenuto eversivo. In questa
sede, non intendo replicare; mi limito, per ora, a presentare il
testo, al quale ho dato un titolo, minimamente modificato in alcuni
passaggi per rendere la lettura più chiara ed arricchito da alcune
utili citazioni, ovviamente, senza alterarne i significati
teorico-politici, lasciando ad altri il "lavoro sporco" dei
sofismi propri dei benpensanti che del capitalismo e dei suoi
involucri politici sanno parlarne, ma non osano immaginare come
poterlo adeguatamente "criticare" e superare.</span> <span style="font-weight: normal;">Sarò
grato per ogni eventuale parere. G D</span></span></span></span></h4>
<h2 class="separator" style="clear: both;">
<b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="color: blue;"><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Da dentro il marxismo - Sulla crisi e superamento della "democrazia" e sulla sollecitazione
all'organizzazione politica rivoluzionaria per il comunismo</span></span></span> </span></span></span></b>
</h2>
</div>
<div align="JUSTIFY">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3vc2FMf1CvmfR8pvgrsYD3xT2G0Ycl4Tv9Qfk3X5QZH-7GXGHsxxdCSSZoRP-HMFnv5b6Su4Ue3LAsq9TmGdPHggMq7L0WH7s6PpDaePVkV-TQ0DF9bHhSlTh4_ypWFFUKObjIt8gUoQ/s1600/Giovanni+Dursi_Old2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3vc2FMf1CvmfR8pvgrsYD3xT2G0Ycl4Tv9Qfk3X5QZH-7GXGHsxxdCSSZoRP-HMFnv5b6Su4Ue3LAsq9TmGdPHggMq7L0WH7s6PpDaePVkV-TQ0DF9bHhSlTh4_ypWFFUKObjIt8gUoQ/s1600/Giovanni+Dursi_Old2.jpg" /></a></div>
<span style="font-family: "georgia" , serif;">Premesso che l'</span><b><span style="font-family: "georgia" , serif;">alleanza
sovranista</span></b><span style="font-family: "georgia" , serif;"> è un ossimoro
– non si può dare una solidarietà politica internazionale tra
</span><i><span style="font-family: "georgia" , serif;">competitor</span></i><span style="font-family: "georgia" , serif;">
statuali pur in una evidente configurazione globale (empiricamente,
non si possono negare affinità “operative” tra Putin, Trump,
Erdogan, Orban, Xi Jinping e, via degradando, Bolsonaro e Salvini) e,
nel contempo, interpretare in modo esaltato i programmi dei diversi
interessi nazionali che rappresentano -, non si può, tuttavia,
misconoscere che l'</span><b><span style="font-family: "georgia" , serif;">onda
nera liberista post-novecentesca</span></b><span style="font-family: "georgia" , serif;">,
caratterizzata dal </span><b><span style="font-family: "georgia" , serif;">sistema
post-fordista multinazionale</span></b><span style="font-family: "georgia" , serif;">
di produzione (organizzato nella forma della serializzazione
digitale) e da un'</span><b><span style="font-family: "georgia" , serif;">economia
biopolitica</span></b><span style="font-family: "georgia" , serif;"> in grado di
manipolare tutte le dimensioni d'espressione dei rapporti sociali
(rif. M. Hardt, A. Negri, “Impero – Il nuovo ordine mondiale”,
BUR, 2003, con particolare riguardo al Capitolo VI, “La sovranità
imperiale”, pagine 175-193), <b>procede</b> indisturbata nel suo
consolidamento del potere mondiale e nella sistematica
depauperizzazione umana delle classi subalterne.</span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="font-family: "georgia" , serif;">La “democrazia reale”,
svigorita e irreversibilmente logorata, </span><span style="font-family: "georgia" , serif;"><b>cede
la guida della storia</b></span><span style="font-family: "georgia" , serif;"> a figure
marginali, ritenute a torto estinte, altrimenti concrete ed efficaci
che scandiscono il passo dell'oca intorno al capezzale del cigno
democratico (rif. al balletto di M. Fokine su una composizione di C.
Saint-Saens, 1901-1905), agli </span><b><span style="font-family: "georgia" , serif;">autoritarismi
post-fascisti</span></b><span style="font-family: "georgia" , serif;"> in grado di
vincere gli antichi nemici valorizzando la povertà materialistica e
post-materialistica e la massa critica dell'ignoranza, ingredienti
indispensabili per le forme legali ed elettorali quanto per le forme
illiberali politico-militari d'affermazione e di conquista del potere
istituzionale e/o governativo. Il </span><i><span style="font-family: "georgia" , serif;">mix</span></i><span style="font-family: "georgia" , serif;">
delle “forme”, non del tutto storicamente originale, è sotto gli
occhi dei popoli assuefatti ad esse e quindi docilmente inclini al
“consenso” elettorale ed inesorabilmente piegati alla complicità
mistificatoria e violenta: unica alternativa, sul terreno
democraticista, si configura l'estraneità e/o ostilità verso il
sistema dei partiti. Niente di più.</span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Considerando
la “storia”, frutto di un “disegno razionale”, gli uomini,
dopo millenni di adattamento alle forme di vita del capitalismo
(ancor prima dell'affermarsi del sistema di produzione industriale
del XVIII secolo, prodromi sono le attività dei centri finanziari
del Medioevo e del Rinascimento europeo, che lo portarono
all’emergere come sistema dominante a partire dal XVI secolo) sono
diventati, per dirla con le parole di Umberto Galimberti (rif. a
“Psiche e techne. L'uomo nell'età della tecnica”, Feltrinelli,
1999; “I</span></span><i><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">l
nichilismo e i giovani”, </span></span></span></i><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Feltrinelli,
2007)</span></span></span><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">,
funzionari di apparati tecnici o burocratici, i cui valori sono la
funzionalità e l'efficienza con cui si devono compiere le azioni
descritte e prescritte dall'apparato di appartenenza nella tempistica
prevista, in altri termini, dal sistema di produzione e riproduzione
della vita.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Un compito
immenso, né regionale né continentale, bensì planetario,
considerate le vicende storiche alle spalle, irto di difficoltà, di
pericoli, di ostacoli e di incognite, eppure portato al successo,
quasi senza colpo ferire. Alla “democrazia reale” il sacrifico
umano resistenziale ed emancipatorio ha consegnato un'occasione
unica, per plasmare la “storia” e servire le popolazioni, che è
stata data a poche generazioni di uomini, dopo un itinerario di
millenni, eppure <b>ha fallito</b>.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Lo scarno
realismo dell'argomentazione porta a concludere che </span></span><b><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">ciascuna
generazione ha i</span></span></b><b><span style="font-family: "georgia" , serif;">l
suo problema particolare</span></b><span style="font-family: "georgia" , serif;">,
concludere una guerra, estirpare le discriminazioni, migliorare
progressivamente ed irreversibilmente le condizioni di vita,
consolidare la dignità umana, esigendo limiti “dell'umane genti le
magnifiche sorti e progressive” pretese senza innescare cambiamenti
radicali, considerate oggettive, liberarsi dalle forme di vita
dominanti similmente gestite come se fossero ipermercati.</span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="font-family: "georgia" , serif;">Esigere un sistema
politico che conservi il </span><b><span style="font-family: "georgia" , serif;">senso
della comunità tra gli uomini</span></b><span style="font-family: "georgia" , serif;">
è oggi </span><span style="font-family: "georgia" , serif;"><b>fuori dalla portata dal
discorso democratico</b></span><span style="font-family: "georgia" , serif;">
pronunciato dopo i due massacri bellici, fisici e culturali, del
</span><i><span style="font-family: "georgia" , serif;">Novecento</span></i><span style="font-family: "georgia" , serif;">,
subito smentito in latitudini non europee. Quel discorso non ha più
pregnanza, è un anacronistico, inutile lamento profetico per </span><b><span style="font-family: "georgia" , serif;">la</span></b><span style="font-family: "georgia" , serif;">
</span><b><span style="font-family: "georgia" , serif;">generazione attuale che
non sa più ascoltare</span></b><span style="font-family: "georgia" , serif;">. Lo
</span><span style="font-family: "georgia" , serif;"><i>storytelling</i></span><span style="font-family: "georgia" , serif;">
della democrazia, non incanta più. La retorica democraticista e la
narratologia che ne scaturisce appaiono come obsolescenza
dell'organizzazione civile ed istituzionale dei popoli.</span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="font-family: "georgia" , serif;">Chi ha costruito la
<b>caducità della democrazia </b>in Occidente – un albero con
radici ammalate - venuta a patti con il capitalismo indefessamente
selvaggio, praticato nonostante la legislazione sociale, i diritti
civili ed il benessere dinamicizzato (e, proprio per la sua natura
negoziabile, cristallizzato in sostanziali diseguaglianze) dalle
effimere conquiste salariali, rinculando rispetto all'apertura
necessaria <b>di prospettive altre che la storia ha fatto germogliare
dal 1917 al 1924 senza repliche universalmente significative</b>, si
è assunto la responsabilità di cedere il passo, di deflettere, di
cancellare memorie.</span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="font-family: "georgia" , serif;">È necessario </span><b><span style="font-family: "georgia" , serif;">essere
capaci di uno sguardo in grado di catturare la vulnerabilità
dell'animo umano</span></b><span style="font-family: "georgia" , serif;">, in
balia di sovrastrutture alienanti, piuttosto che</span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>stringerci
a coorte, pronti alla morte</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">,
</span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">è
inevitabile considerare l'esperienza democratica un fatto politico
“minimo”, “procedurale” (rif. a Norberto Bobbio, “Il Futuro
della Democrazia”</span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>,
</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Einaudi,
2005 p.4, il quale ammette che </span></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">“l’unico
modo di intendersi quando si parla di democrazia, in quanto
contrapposta a tutte le forme di governo autocratico, è di
considerarla caratterizzata da un insieme di regole, primarie o
fondamentali, che stabiliscono chi è autorizzato a prendere le
decisioni collettive e con quali procedure”</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">).</span></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Pertanto,
si tratta d'assumere (potremmo dire: </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>costruire</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">),
</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>abbracciare
totalmente il marxismo</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">,
potremmo dire </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>da
dentro il marxismo</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">,
un'autentica prospettiva totalizzante d'adesione sincera ed
incondizionata all'</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>obiettivo
del comunismo</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
contr</span></span></span><span style="font-family: "georgia" , serif;">o un mondo le
cui rivoluzioni industriali ed il </span><i><span style="font-family: "georgia" , serif;">saggio
di profitto</span></i><span style="font-family: "georgia" , serif;"> hanno fatto
intenzionalmente smarrire per sempre la sua essenza umanistica.</span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="font-family: "georgia" , serif;">Per comprendere la
realtà contemporanea ci si deve dotare di un </span><span style="font-family: "georgia" , serif;"><b>metodo</b></span><span style="font-family: "georgia" , serif;">
conoscitivo, certo, ma soprattutto di un'</span><b><span style="font-family: "georgia" , serif;">articolazione
di pensiero risolutivo della crisi</span></b><span style="font-family: "georgia" , serif;">
di civiltà maturata agli inizi del XXI secolo, di una prassi che sa
svincolarsi dai rivoli di sofismi che impediscono ai </span><b><span style="font-family: "georgia" , serif;">comportamenti</span></b><span style="font-family: "georgia" , serif;">
di avere la meglio sulla declamazione di principi morali.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-81360264755880023052019-05-12T20:02:00.003+02:002019-05-12T20:09:46.907+02:00Giovanni Dursi per COALIZIONE CIVICA per PESCARA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtnu2PY_fPhcLcKYectDImSf1Pqu4DgEcM7LQoJS4a4tJYyku2ZvWVCxXeCXmV_kH3OKuE4ZWm34mvbl2NnvUkqf-WzRAMbexYRXz7fkMtWVDvpUCcfr6gDTpqb78ZblX6zHOnrIf_FtU/s1600/Immagine_GD_CCpP.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtnu2PY_fPhcLcKYectDImSf1Pqu4DgEcM7LQoJS4a4tJYyku2ZvWVCxXeCXmV_kH3OKuE4ZWm34mvbl2NnvUkqf-WzRAMbexYRXz7fkMtWVDvpUCcfr6gDTpqb78ZblX6zHOnrIf_FtU/s320/Immagine_GD_CCpP.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheIQrtJ6_VE0GSlZdmMhk4wpsDgeezJ62_9EVBeLe4Sd5SP-ElHEF0i3_RiVyEjWavfg9MV0In5TPNQ0FfGPNQzPnwFHa1oyiK5qSCYl65qo8vOyBapl1_EEGMRGRzm127TKGwAX2KX00/s1600/Coalizione+civica+per+Pescara1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="358" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheIQrtJ6_VE0GSlZdmMhk4wpsDgeezJ62_9EVBeLe4Sd5SP-ElHEF0i3_RiVyEjWavfg9MV0In5TPNQ0FfGPNQzPnwFHa1oyiK5qSCYl65qo8vOyBapl1_EEGMRGRzm127TKGwAX2KX00/s640/Coalizione+civica+per+Pescara1.png" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiw7GgTwZzAsKH-HED2Y1DXPtT_o2KN3dOVeXIE615YyOkepuNw5JPDKS_KRPDNXV2pEyi2IGJZ3Q1Ox4BAd0J0kd2DqBbAt-Pc5wCdircUJg9eQI4Lqz3aPqO2W5JCGslF28gsAIOzWFA/s1600/Testo_VolantinoHTML_html_m3c919970.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="468" data-original-width="723" height="207" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiw7GgTwZzAsKH-HED2Y1DXPtT_o2KN3dOVeXIE615YyOkepuNw5JPDKS_KRPDNXV2pEyi2IGJZ3Q1Ox4BAd0J0kd2DqBbAt-Pc5wCdircUJg9eQI4Lqz3aPqO2W5JCGslF28gsAIOzWFA/s320/Testo_VolantinoHTML_html_m3c919970.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSRBeK-rLFFswoyvMCCdENci4rg_lIv52xIiLScn3HQ3ASEBk-y5kXM4ItLpl0BMS4TeD_QE89cfGTppKMCog9dHn1bdKdzHM9HCi5zmAYLiXSqKnPmIL1bJfvglVvUps_I0wfQSQMYfg/s1600/Giovanni+Dursi_F.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="468" data-original-width="723" height="207" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSRBeK-rLFFswoyvMCCdENci4rg_lIv52xIiLScn3HQ3ASEBk-y5kXM4ItLpl0BMS4TeD_QE89cfGTppKMCog9dHn1bdKdzHM9HCi5zmAYLiXSqKnPmIL1bJfvglVvUps_I0wfQSQMYfg/s320/Giovanni+Dursi_F.jpg" width="320" /></a></div>
<br />menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-22519586720869281522019-03-25T19:29:00.001+01:002019-03-25T19:30:08.732+01:00L'essere umano è al centro, con un sole spento che gli gira intorno – Pensieri su Cristo ed i cristiani cattolici<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMwRPn4xITXZx1G6oubETKNNW9pLRQ7HaBE4ISNaVRtT3KBuLkxhhRIhz71PIzXo-Uam2fb7BTlu9FLnhm3f5N4Tv4kDCuKrShNH1CqNgRBkSxnNVChB_lJdWYNNCiSou92ydRj6gH2m4/s1600/GD7.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="800" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMwRPn4xITXZx1G6oubETKNNW9pLRQ7HaBE4ISNaVRtT3KBuLkxhhRIhz71PIzXo-Uam2fb7BTlu9FLnhm3f5N4Tv4kDCuKrShNH1CqNgRBkSxnNVChB_lJdWYNNCiSou92ydRj6gH2m4/s320/GD7.jpeg" width="239" /></a></div>
<div align="JUSTIFY">
<a href="https://www.blogger.com/null" name="more-24890"></a><span style="color: white;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">In
un intervento pubblico tenuto anni fa ed enfatizzato dalla stampa e
dal “circo” mediatico, </span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Karol
Wojtyla</span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
si è pronunciato sul “</span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">silenzio
di Dio, che non si rivela più e sembra essersi rinchiuso nel suo
cielo, quasi disgustato dall’agire dell’umanità</span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">”.
Il terrificante messaggio, per la comunità cristiana cattolica, di
un dio silente, pronto alla tempestosa collera che abbandona
l’umanità al proprio delirio babelico è stato sbrigativamente
liquidato dai </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>media
</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">come
sermone generalista (prodotto immateriale “buono” per
stigmatizzare la guerra, la distruzione dell’</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>habitat</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">,
il presunto </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>deficit</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
etico nella sessualità, la clonazione).</span></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="color: white;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Crediamo,
invece, che l’inquietante messaggio interroghi profondamente tutti
gli aspetti della cristianità, oltre a quella parte di mondo laico
che fonda i propri valori culturali e morali trascendendo una
prospettiva esclusivamente autoidentitaria e autoreferenziale. Papa
Wojtyla, consapevole, e noi con lui, della</span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
decadenza</span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
(nel linguaggio dell’economia, degenerazione iperliberista) che
caratterizza l’occidente capitalista, la denuncia come il male
attuale che l’umanità non è più in grado di sanare, al limite di
un epocale </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>harahiri</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">.<br />L’annuncio
dell’Apocalisse spirituale, preludio della catastrofe planetaria è,
non a caso, accompagnata dai ripetuti e condivisibili ultimi
interventi dei due papa attuali, l’emerito </span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Bendetto
XVI</span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
e </span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Francesco
I</span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">,
a favore della </span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">pace</span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">.
Chi non li farebbe, anche solo vedendo le immagini del martirio
sociale e catastrofe urbana di al-Raqqa dove sono avvenute
decapitazioni e crocefissioni contrastate con i bombardamenti. Ma le
ultime dichiarazioni appaiono, constatati il silenzio e l’assenza
di dio, fautori di una pace costruita in nome proprio, in una
prospettiva orizzontale totalmente immanente.</span></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="color: white;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Viene
aperto, in questo non più “nuovo” millennio, uno</span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
scenario filosofico</span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
di tipo tolemaico, dove l</span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>’essere
umano è al centro con un sole spento che gli gira intorno</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">.
Nuove e, fino a poco tempo fa, impensabili alleanze sono possibili
nella rappresentazione di un improbabile neo-illuminismo che ora
sembra accomunare Chiesa cattolica e sinistra </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>no-global</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">.
Entrambe sembrano dimenticare che lo straccetto arcobalenico che va
da </span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Gino
Strada</span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
a </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>Don
Ciotti</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
ha sostituito la stretta di mano a Pinochet di ieri, che l’intervento
in favore della pace di oggi è in contraddizione con l’interventismo
espresso da Giovanni Paolo II nell’omelia in occasione del Giubileo
dei militari e delle forze di polizia, nel Novembre del 2000, che
vogliamo ricordare: «</span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">La
pace è un fondamentale diritto di ogni uomo, che va continuamente
promosso, tenendo conto che gli uomini in quanto peccatori sono e
saranno sempre sotto la minaccia della guerra fino alla venuta del
Cristo. Talora questo compito, come l’esperienza anche recente ha
dimostrato, comporta iniziative concrete per disarmare l’aggressore.
Intendo qui riferirmi alla cosiddetta “ingerenza umanitaria”, che
rappresenta, dopo il fallimento degli sforzi della politica e degli
strumenti di difesa non violenti, l’estremo tentativo a cui
ricorrere per arrestare la mano dell’ingiusto aggressore</span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">».</span></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="color: white;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Senza
entrare nel merito della variabile, nella storia della Chiesa,
dell’opportunità politica dei diversi “</span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">expedit</span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">”
o “</span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">non
expedit</span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">”,
emerge il dato terribile che la </span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">morte
di dio</span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">,
già profetizzata da Nietzsche, è stata questa volta annunciata dal
“</span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">megafono
vaticano</span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">“,
che utilizza a pieno titolo e a piene mani il sistema
dell’informazione multimediale per amplificarsi. È evidente a
tutti che il pugno, evocato e giustificato da </span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Francesco
I </span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">da
dare all'eventuale villano colpevole di aver offeso sua madre, fa
</span></span></span></span></b><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">pendant
</span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">con
le variegate forme di esasperazione magico-misterica, di esaltazione
delirante, di nociva</span></span></span></span></span></i><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">
intossicazione delle relazioni sociali ahimè testimoniata dai modi
di intendere il cristianesimo da parte dei credenti contemporanei.</span></span></span></span></b></span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="color: white;"><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">Certo
è che </span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>l'autentico
cristiano non avverte la necessità di definirsi tale e/o baciato
dalla grazia divina</b></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">;
egli opera da cristiano, emulando Cristo, anche nell'epoca della
virtualizzazione identitaria schizofrenica indotta da un uso né
consapevole né critico dei </span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">social
network</span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">
che, a volte, vengono anacronisticamente demonizzati e ripudiati
rifugiandosi nella solipsistica penitenziale preghiera. Tali pratiche
devote o delle liturgie </span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">ad
hoc</span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">,
quasi personali, </span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">à
la carte</span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">,
in preda al vaneggiamento della propria simbolica perfezione,
autorizza tali pseudocristiani a stigmatizzare ed ossessionare, con i
propri angusti codici interpretativi, i portatori del pensiero
critico, della laicità costitutiva dell'etica pubblica,
dell'ateismo, della razionalità filosofica e scientifica.</span></span></span></span></b></span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="color: white;"><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">Questo
rito mistico dell'irrazionalità – molto simile ai roghi accesi
dall'Inquisizione per estirpare le eresie detentrici di verità –
sta annichilendo i cristiani cattolici che si rifugiano
nell'intimismo della preghiera e del dialogo egolatrico con dio;
inoltre, vedrà la parte egemone politicamente (destra neofascista)
del mondo cattolico imporre la propria “supremazia spirituale”
con la violenza argomentativa</span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>
</b></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">e
della</span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>
</b></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">sua
influenza istituzionale, celebrare a Verona (dal 29 al 31 Marzo 2019)
il XIII </span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i><span style="font-weight: normal;">World
Congress of Families</span></i></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">
, evento organizzatore del movimento globale antiabortista,
antifemminista, anti-LGBTQI e delle azioni contro la tutela dei
diritti delle persone.</span></span></span></span></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: white;"><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgouA-lKl98qGzqkIu9Rk5dCTegHkcZC8xh5OAdVRjTSjQYWA1k2PtnhRqWxElBelaFZNHskla1pQQz_SLg0uVV-mhXZSQXlAvdIAtk0tVA9IlVRUae0hkUREGtNA8kZQSO4QM8zfJibQc/s1600/Aberrante.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="650" data-original-width="980" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgouA-lKl98qGzqkIu9Rk5dCTegHkcZC8xh5OAdVRjTSjQYWA1k2PtnhRqWxElBelaFZNHskla1pQQz_SLg0uVV-mhXZSQXlAvdIAtk0tVA9IlVRUae0hkUREGtNA8kZQSO4QM8zfJibQc/s320/Aberrante.jpg" width="320" /></a></span></span></span></b></span></div>
<span style="color: white;"><br /></span>
<div align="JUSTIFY">
<span style="color: white;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>A
latere</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">,
viene spontaneo chiedere che, a questo proposito, ognuno parli per
sé. Cos’hanno da dire sul silenzio di dio le migliaia di giovani
riunite, con cadenze prossime, per un giubileo festoso e
rumoreggiante ? E tutti coloro, e crediamo siano tanti, che,
nell’ascolto dell’altro e nel silenzio di sé, lottano per la
pace attraverso la costruzione di un punto di vista che trascenda il
proprio ? Forse è Iannacci, in una sua vecchia canzone che può
inconsapevolmente indicarci la soluzione del paradosso teologico di
un </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>Verbo
muto</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">,
di un </span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Lògos</span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><i>
</i></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
afasico quando ricorda che “</span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">bisogna
avere orecchio, bisogna averne un sacco, tanto, anzi parecchio</span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">…”.</span></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="color: white;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">L’</span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">esperienza
dell’ascolto</span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
– impossibile agli integralisti e rubato ai mistici del XXI secolo,
sordamente impegnati in via esclusiva nel </span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">penitenziàgite</span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
- è possibile a partire dal silenzio, non di un eventuale dio, ma
nostro, mettendo a tacere le chiacchiere rumoreggianti, individuali e
collettive, tipiche dell’alienante sistema dominante
dell’informazione. Si presentano sempre più come “</span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">rumore
dei media</span></span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">”
che diviene omologante informazione del dominio che tutto cerca di
coprire, anche i pensieri più personali e le più intime
convinzioni, secondo il </span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">modello
del Panoptico</span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">,
la struttura di un edificio ideato da J. Bentham nel corso della
seconda metà del secolo XVIII per rispondere alle nuove esigenze di
organizzazione e controllo sociale dettate dallo sviluppo dei centri
urbani e dalle mutate condizioni di lavoro, entrambi epifenomeni
della cosiddetta prima rivoluzione industriale.</span></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="color: white;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Viene
da chiedersi se tale incessante </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>rumore
di fondo</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
– ciò che, parafrasando </span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Foucault</span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">,
possiamo intendere come una sorta di “</span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">visibilità</span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">”
come “</span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">trappola</span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">”
della modernità – non sia uno strumento di persuasione alla
conformità, che, garantendo spazi identitari di “</span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">buonismo</span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">”,
purché controllato, eterodiretto e collettivo, cerca di mettere in
realtà al bando ogni divergente esperienza di </span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">libertà
individuale e collettiva</span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">.
Non è il silenzio di dio che preoccupa, tappa obbligata fra l’altro
di ogni autentica esperienza spirituale, ma la chiassosità di
proclami invadenti e unilaterali sulla nostra personale identità.
Inoltre, nella ricostruzione di “</span></span></span><i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">fronti</span></span></span></i><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">”,
siano anche ispirati da valori encomiabili come quello della pace –
che, in definitiva, si gioca sul terreno economico piuttosto che
prepolitico, morale -, c’è sempre il rischio di inceppare in
meccanismi identitari di gruppo che, nella riconferma di sé,
escludono l’altro.</span></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="color: white;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Esclusione
non solo del nemico guerrafondaio, ma anche di qualsiasi verticalità
che, al di fuori di noi, concorra ad ispirare le nostra azioni. Se
dio tace, parliamo noi, se ci abbandona alla guerra, qualcuno ha
sempre un Papa che lavora per tutti. Il rischio vero è che la
secolarizzazione della Chiesa cattolica vada di pari passo con la
delirante </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>riconferma
di sé di chi si pensa nel giusto</b></span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">.
Se l’</span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">abbandono
dell’umanità</span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
al suo destino da parte di dio appare motivato dagli avvenimenti
degli ultimi anni (non è mai troppo tardi ...), sorge ancora più
stridente l’autoesaltazione dei vari e mutevoli “fronti” per la
</span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">vita</span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">.
Come se la </span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">guerra</span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
fosse sempre e comunque voluta da altri e non riguardasse
profondamente ciascuno di noi nella sua più intima essenza,
nell’aderire o meno ad una concezione del proprio essere al mondo
basata sul profitto. Altro che dimensione eterea, altro che il
sentire dell'anima ! Consapevolezza, questa dell'adesione alla
materialità dell'esistenza, che solo lo sguardo autocosciente,
coltivato nel personale spazio interiore che si sforza di cogliere
l'obiettività, può far scaturire: forse, in quello spazio,
religioso o laico che sia, “dio”, per chi crede in dio, o l’arma
della </span></span></span><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><b>razionalità
</b></span></span></span><b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">critica</span></span></span></b><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">
possono parlare ancora. Di fronte al bivio storico Trump – Kim
Jong-un, bisogna immaginare quale strada alternativa scegliere.</span></span></span></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="color: white;"><span style="color: black;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">Giovanni
Dursi</span></span></span></span></div>
menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-54001803251775353552018-02-10T10:15:00.001+01:002019-03-04T18:37:16.994+01:00"Democrazia macerata" - Ripagare con la stessa moneta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKyDXnqesqObv7-6NYFDnV-kBZVd_oip6Vp0ztYohyphenhyphenoGYxlu0wpN_GIo5HZZVTngCtHtAHd6G3P7VOkBvj8WNP6HuxX_OMkYReKpocLAqnme3zexPpFrtzFBdQBN47sn9Mggcw1Ot4_eo/s1600/Giovanni+Dursi+by+FB7.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1068" data-original-width="1600" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKyDXnqesqObv7-6NYFDnV-kBZVd_oip6Vp0ztYohyphenhyphenoGYxlu0wpN_GIo5HZZVTngCtHtAHd6G3P7VOkBvj8WNP6HuxX_OMkYReKpocLAqnme3zexPpFrtzFBdQBN47sn9Mggcw1Ot4_eo/s320/Giovanni+Dursi+by+FB7.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">L'esaltazione
della razza – idea priva di validità scientifica nell'ambito
antropologico -, delle caratteristiche di un popolo, della sua potenza
travisa il significato del concetto di “nazione” quale comunità stabile,
formatasi storicamente, di lingua, di territorio e di conformazione
psichica che si manifesta nella comune cultura. Nel fanatismo omicida
razzista la “nazione” cessa d'essere un mezzo per ricomporre l'unità
dell'umanità ad un livello storicamente adeguato (Mazzini) e diventa un
fine in se stesso (Fichte). Da queste premesse derivano le teorie,
dottrina ed azione politica che, sviluppate nell'Ottocento (Chamberlain,
Gobineau) ed “aggiornate” nel 1925 dal <i>Mein Kampf</i><span style="font-style: normal;">,
fonte ininterrotta di contaminazione dell’umanità ben oltre il 1945,
offrono ancor oggi una piattaforma ideologica a tutti i programmi
politici delle “destre” coalizzate, che siano già al governo di alcuni
paesi europei o che ambiscano ad esso, basati sull'aspirazione a
disporre di uno spazio vitale per soddisfare le esigenze di “un popolo” a
discapito degli altri. Come è facile constatare con l'episodio di
Macerata, quella piattaforma ideologica vede attivi mandanti ed
esecutori ed il razzismo nostrano, non essendo affatto regredito,
riproporsi inalterato.</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="font-style: normal;">In analogia con la mentalità anacronistica e preindustriale del </span><i>luddismo</i><span style="font-style: normal;">
inglese (caratterizzato dal sabotaggio in fabbrica e distruzione delle
macchine), un soldato americano, in un gesto che non era
comprensibilmente solo simbolico, gettò nelle fiamme le matrici di
piombo
del </span><i>pamphlet</i><span style="font-style: normal;">
di Adolf Hitler. Evidentemente, sul lungo periodo, senza alcun
risultato culturale e politico vista la sopravvivenza della “mala
pianta”, del fascino nefasto che può avere la propaganda fascista
impostata sull'odio razziale quando si intendono dirottare sentimenti di
protesta e frustrazione degli sfruttati su falsi nemici, quale che sia
il rapporto reale fra “potere” e “condizione” delle masse. Pertanto, va
posta una domanda aspra, verificato che la pedagogia del “mai più”
suggerito dalla memoria storica non insegna a tutti, volendo evitare
l'inefficacia d'una posizione, per così dire </span><i>neoluddista</i><span style="font-style: normal;">
(confondere, sbagliando, gli obiettivi da raggiungere) di lotta
politica e culturale al fascismo razzista: può essere considerata in
gioco un'ulteriore variabile, con l'intento di liberare definitivamente
l'umanità dalla piattaforma ideologica che la tiene ciclicamente
sottoscacco, definendo una moratoria etica e giuridica - circoscritta
alla fattispecie e temporalmente limitata - per </span><b><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">ripagare fascisti e razzisti con la stessa moneta ?</span></span></b></span></span></div>
<span style="color: black; font-family: "georgia" , "palatino" , serif; font-size: 12pt;"><br /></span>menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-79030545616944186782017-10-07T18:47:00.000+02:002017-10-07T19:02:59.622+02:00Una prospettiva interpretativa dell’indipendenza della Catalogna<div align="JUSTIFY">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivOnSak20dpwIpbIj8xGhFtFVJ49mFdTDeSg7RyYyYTpmFAhmAURXa7yNTyPg7XJ2lU-5Yli6l84XekdKNdX54M7ajaGUPBdlu63ienGdWoWv4jr4ROD4J_NZw_vCYmygva7uBs-rJ8F4/s1600/Catalogna-Barcellona-540x400.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="540" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivOnSak20dpwIpbIj8xGhFtFVJ49mFdTDeSg7RyYyYTpmFAhmAURXa7yNTyPg7XJ2lU-5Yli6l84XekdKNdX54M7ajaGUPBdlu63ienGdWoWv4jr4ROD4J_NZw_vCYmygva7uBs-rJ8F4/s320/Catalogna-Barcellona-540x400.jpg" width="320" /></a></span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Il
capitalismo globale pone da tempo </span></span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: x-small;">[1]</span></span> la questione della relazione
causale tra <b>finanziarizzazione</b> ed interdipendenza subalterna
delle economie nazionali ed annientamento delle ultime parvenze della
democrazia parlamentare, particolarmente in Europa (continente in cui
il compromesso fra capitale e lavoro aveva raggiunto uno dei punti
più avanzati fino all’affermazione del neoliberismo).</span></span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Con
l’<b>esperienza referendaria catalana</b> (la partecipazione alla
consultazione si è attesta sul 42%, su 5,3 milioni di persone aventi
diritto: massiccia l’adesione all’opzione indipendentista, a
favore della quale si sono pronunciati oltre 2 milioni di elettori,
per una percentuale leggermente superiore al 90%; per il ‘no’ si
sono invece espressi 176.565 elettori -7,8%-, per quanto ovviamente
il fronte anti-indipendentista sia numericamente ben più nutrito e –
secondo un sondaggio realizzato a luglio – conti circa il 49% della
popolazione; 45.586 sono state le schede bianche e 20.129 i voti
nulli) si è giunti ad una fase storica di svolta: quella che segna
la manifesta incompatibilità di questo moderno <b>capitalismo</b>
con le forme della <b>democrazia</b> che fin qui si sono affermate.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<br />
<div align="JUSTIFY">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Bisogna,
conseguentemente, ricordare che il processo d’<b>autodeterminazione</b>
di un popolo può avere per fine la modifica della composizione della
società internazionale, per costruire un nuovo ente o rafforzare un
ente già esistente, ma non ancora dotato di una posizione
sufficientemente indipendente. Questa è la chiave di lettura di
quanto sta accadendo in Catalogna: non si tratta né di «<i>una
messinscena, un ulteriore episodio di una strategia contro la
convivenza democratica e la legalità</i>» (M. Rajoy), né solo del
protagonismo dei cittadini catalani che «<i>hanno conquistato il
diritto ad avere uno Stato indipendente che si costituisca sotto
forma di Repubblica</i>» (Presidente della Generalitat C.
Puigdemont); trattasi, bensì, di una consultazione referendaria che
– anche al di là delle intenzioni dei promotori – può veicolare
una chiara, irreversibile rottura con quanto previsto
dall’ordinamento e dalla Costituzione spagnoli dello Stato
monarchico plurisecolare, e prefigurare elementi di progresso
economico, sociale e politico-istituzionale. Se così non fosse –
un laboratorio di sperimentazione di nuove istituzionalità popolari
e di riorganizzazione solidaristica ed antimercantile della
produzione -, se il pronunciamento referendario catalano non
alludesse ad una contestuale battaglia contro la ristretta visione
nazionale e nazionalistica, la tendenza all’isolamento autarchico
avrebbe il sopravvento.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<br />
<div align="JUSTIFY">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Nell’affermare
l’esigenza della <b>Catalogna</b> all’autodeterminazione, il
movimento propulsore, per essere internazionalmente efficace, deve
rendere evidente che i vincoli caratterizzanti il gruppo sociale
indipendentista si esprimano in relazione ad un’autonomia regionale
rispetto allo Stato spagnolo che parli lo schietto linguaggio di
fuoriuscita dalla logica rivendicazionista identitaria
sociopoliticamente compatibile con il <b>capitalismo globale</b> e di
sfruttamento territoriale in proprio di <b>benefit economici</b>. Da
questo punto di vista, la brutale repressione del gendarme monarchico
spagnolo – paradossalmente – è un segnale d’allarme
significativo.</span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDyoCbq3QjUOS9GYM0sbh35jUKbnFJZRzt-DZrV-KaKEh4XxR6tyYwaii3-Wf_rdXLcQAvRAfyvUX20BCFNvFwlD_9F1Tai4_mQWIVVjuNTxb5Zx58yhrxHxMXUhtgoxPz0O8PfiELo5E/s1600/Bandiera+catalana.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="1024" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDyoCbq3QjUOS9GYM0sbh35jUKbnFJZRzt-DZrV-KaKEh4XxR6tyYwaii3-Wf_rdXLcQAvRAfyvUX20BCFNvFwlD_9F1Tai4_mQWIVVjuNTxb5Zx58yhrxHxMXUhtgoxPz0O8PfiELo5E/s320/Bandiera+catalana.jpg" width="320" /></a></span></span></div>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<br />
<div align="JUSTIFY">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Infine,
il balbettio formale dell’<b>UE</b>. serve solo a sottolineare
come, ai sensi della Costituzione, il referendum non possa
considerarsi legale, ribadendo che lo scontro tra Madrid e Barcellona
è questione interna alla Spagna e va risolta in linea con l’ordine
costituzionale spagnolo; da Bruxelles, la Commissione europea non
manca retoricamente ed ambiguamente di evidenziare come oggi più che
mai siano necessarie unità e stabilità: serve dialogo, senza
ricorrere alla violenza, ma è evidente come l’enfatizzazione
conservatrice europea dello status quo spagnolo si configuri come
un’ingerenza, interferenza esterna in modo talmente sfacciato da
precludere ai catalani l’effettiva partecipazione alla vita
politica dei propri territori foriera di decisioni correlate alla
volontà popolare.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: x-small;">[1]
Cfr. Alfonso Gianni, “<i>Capitalismo finanziario globale e
democrazia: la stretta finale</i>“, MicroMega, 18 Novembre 2013</span></span></div>
menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-84866841533287988582017-03-08T14:41:00.000+01:002017-03-08T14:50:53.728+01:00Lotte a Marzo e nei mesi successivi ...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDL5X_YJnoV7pEPisahuKTVCmlpZSvYZZPalOOQM5gZDr0Gde22cQYXdT17AhaK6AWnlUaPG18ucYKWCzVhilErlpwWbGAzMApecIhzXX7W_NeFtIBZyVrBykuWPFamdrEqmo3nzTFCao/s1600/8MARZO.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="161" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDL5X_YJnoV7pEPisahuKTVCmlpZSvYZZPalOOQM5gZDr0Gde22cQYXdT17AhaK6AWnlUaPG18ucYKWCzVhilErlpwWbGAzMApecIhzXX7W_NeFtIBZyVrBykuWPFamdrEqmo3nzTFCao/s320/8MARZO.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;">In
almeno 40 paesi in tutti i continenti l'8marzo sarà sciopero delle
donne. Sciopero contro l'oppressione e la violenza esercitata sulle
donne dai maschi. Sciopero contro le discriminazioni e lo
sfruttamento che il capitalismo liberista impone in particolare alle
lavoratrici, nel nome della flessibilità e della produttività a
tutti i costi.</span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRlLVfKVHAkI-qriQAvW8QUirl1PujCE1RcSPWVU22jKJX2NHcFwRNQyUIZcHesnivW-PSbpTYcpddV0NUqCkKPzippdPGH6msUi50s25QDJ4drBmZWBTvViaT2al_mqvYB2aIunIA-eU/s1600/8+Marzo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRlLVfKVHAkI-qriQAvW8QUirl1PujCE1RcSPWVU22jKJX2NHcFwRNQyUIZcHesnivW-PSbpTYcpddV0NUqCkKPzippdPGH6msUi50s25QDJ4drBmZWBTvViaT2al_mqvYB2aIunIA-eU/s320/8+Marzo.jpg" width="278" /></a></span></span></div>
<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span style="font-size: small;"> Sciopero contro le discriminazioni salariali e gli
orari assurdi che costringono le donne a un doppio carico di fatica
sul lavoro produttivo e su quello riproduttivo e di cura. Sciopero
contro i tagli allo stato sociale che sulle donne si scaricano il
doppio come danni alla vita e come fatica in più per accudire di più
chi meno viene accudito. Sciopero contro la cancellazione dei diritti
conquistati con tanta sofferenza, come quello alla tutela pubblica
dell'aborto.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ7lmjr6KycCuXgtv3wEYZMewjJR97aQe5wN3bpWQt6KbBe2wDpCP2vqIPEHjzEwWq4Cl0dwy3YlyF00sa8Fpc6mDQ8t3DfgljUjSnap1JxhS4xOEZ3ZhfbhWl-wTsHKhxKFWJ11PM2i0/s1600/Donne+8+Marzo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="152" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ7lmjr6KycCuXgtv3wEYZMewjJR97aQe5wN3bpWQt6KbBe2wDpCP2vqIPEHjzEwWq4Cl0dwy3YlyF00sa8Fpc6mDQ8t3DfgljUjSnap1JxhS4xOEZ3ZhfbhWl-wTsHKhxKFWJ11PM2i0/s320/Donne+8+Marzo.jpg" width="320" /></a></div>
Sciopero contro la mercificazione del corpo delle donne,
dove il peggio del dominio del maschio si unisce al peggio del
dominio del mercato.</span></span></div>
</div>
menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-73864293397319622392017-01-22T09:29:00.000+01:002017-01-22T09:48:00.221+01:00Conferenza di Roma sul comunismo - 18 / 22 Gennaio 2017<div>
<div class="equal-height-text" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span><img class="img-responsive" src="http://www.communism17.org/wp-content/uploads/2016/07/0.png" height="400" width="400" />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ognuno degli assi tematici che articolano le 5 giornate di discussione sarà introdotto e informato da una serie di <i>domande</i>. Le <i>domande</i> scandiranno il ritmo tanto delle conferenze quanto dei <i>workshop</i>.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: red;"><span style="color: red;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><span style="color: red;"><a href="http://www.communism17.org/wp-content/uploads/2017/01/Programma-C17-1.pdf" target="_blank">Programma</a></span></b></span></span></span></span></div>
</div>
<div class="row" style="text-align: justify;">
<div class="row equal-height-content-box ten-gutter fade-hover-img">
<div class="col-sm-6 col-md-4" role="main">
<div class="equal-height-inner">
<div class="equal-height-content" style="height: 302px;">
<h3 class="equal-height-title">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Comunismi</span></span></h3>
<div class="equal-height-text">
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">C’è una storia del comunismo, anzi dei comunismi.
Comunismi realizzati, partiti comunisti scomparsi o ancora vivi,
processi rivoluzionari sconfitti, interrotti. Modificazioni genetiche
dei comunismi che hanno contribuito alla temperie del ‘900. Con questa
storia, e non solo con l’idea del comunismo, è necessario fare i conti.
Per conquistare al comunismo una nuova possibilità.</span></span><br />
<br />
<b><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Critica dell’economia politica</span></span></b><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> </span></span><br />
<br />
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Cos’è diventato il Capitale nel XXI secolo? Come intendere
la “singolarità” del capitalismo neoliberale? Si tratterà per un verso
di qualificare – su scala globale – la nuova composizione del lavoro e
dello sfruttamento. Ma anche, chiaramente, la composizione del Capitale
stesso, tra estrazione del valore e finanza. Per l’altro di percorrere
gli antagonismi e […]</span></span>
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
<div class="col-sm-6 col-md-4" role="main" style="text-align: justify;">
<div class="equal-height-inner">
<div class="equal-height-btn">
</div>
</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span></div>
<div class="col-sm-6 col-md-4" role="main" style="text-align: justify;">
<div class="equal-height-inner">
<div style="text-align: right;">
<h3 class="equal-height-title" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Chi sono i comunisti?</span></span></h3>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Chi sono i comunisti oggi? Quale il vettore organizzativo
che, per dirla con Marx ed Engels, può favorire la «formazione del
proletariato come classe»? Ancora: quale il rapporto tra lotte
economiche e lotte politiche? E quali le pretese di una nuova politica
economica che metta al centro il Comune? Un’indagine a tutto campo sui
processi […]</span></span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Comunismo del sensibile</span></span></b><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ciò che è in primo luogo Comune è l’«Essere del
sensibile». Sensibile nel quale siamo immersi; sensibile della nostra
prassi; sensibile delle relazioni, nelle quali siamo sempre gettati.
Riflettere sul sensibile significherà anche e soprattutto mettere in
tensione il Comune del comunismo con l’estetica, con la costruzione del
sensibile, dei suoi orientamenti. Ancora: sarà un […]</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Poteri comunisti</span></span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Si chiedeva Foucault alla fine degli anni ’70: è possibile
una «governamentalità socialista»? Oggi che la governance globale
definisce una nuova articolazione dello Stato e delle sue funzioni, la
domanda di Foucault si fa non solo attuale ma urgente. Altrettanto: è
possibile immaginare o costruire istituzioni che non convergono nella
macchina statale? L’ipotesi federalista, il […]</span></span></div>
<a href="http://www.sensibilecomune.org/" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"></a><br />
<figcaption><h3>
<a href="http://www.sensibilecomune.org/" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank">
<span style="color: red;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Mostra</span></span></span></a></h3>
<a href="http://www.sensibilecomune.org/" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank">
</a></figcaption><a href="http://www.sensibilecomune.org/" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><figcaption></figcaption></a><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> </span></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span></div>
<div class="col-sm-6 col-md-4" role="main">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span></div>
<div class="equal-height-inner">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span></div>
</div>
</div>
<br />
<div class="row mb-30">
<div class="col-md-12">
<div class="row">
<div class="c17-program container">
<div class="c17-program-item col-lg-4 col-md-4 col-sm-6 col-xs-12">
<a href="http://www.communism17.org/it/event/18-gennaio/">
</a><br />
<br />
<br />
<figure><a href="http://www.communism17.org/it/event/18-gennaio/" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;">
<img alt="fontaine1bn" class="img-responsive wp-post-image" src="http://www.communism17.org/wp-content/uploads/2016/09/fontaine1BN.png" height="320" width="320" /> <figcaption>
<h3>
18 Gennaio</h3>
</figcaption>
</a></figure><a href="http://www.communism17.org/it/event/18-gennaio/">
</a>
</div>
<div class="c17-program-item col-lg-4 col-md-4 col-sm-6 col-xs-12">
<a href="http://www.communism17.org/it/event/19-gennaio/">
</a><br />
<br />
<br />
<figure><a href="http://www.communism17.org/it/event/19-gennaio/" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;">
<img alt="fontaine4bn" class="img-responsive wp-post-image" src="http://www.communism17.org/wp-content/uploads/2016/09/fontaine4BN.png" height="320" width="320" /> <figcaption>
<h3>
19 Gennaio</h3>
</figcaption>
</a></figure><a href="http://www.communism17.org/it/event/19-gennaio/">
</a>
</div>
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<a href="http://www.communism17.org/it/event/20-gennaio/">
</a><br />
<br />
<br />
<figure><a href="http://www.communism17.org/it/event/20-gennaio/" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;">
<img alt="tosattibn" class="img-responsive wp-post-image" src="http://www.communism17.org/wp-content/uploads/2016/09/tosattiBN.png" height="320" width="320" /> <figcaption>
<h3>
20 Gennaio</h3>
</figcaption>
</a></figure><a href="http://www.communism17.org/it/event/20-gennaio/">
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<div class="c17-program-item col-lg-4 col-md-4 col-sm-6 col-xs-12">
<a href="http://www.communism17.org/it/event/21-gennaio/">
</a><br />
<br />
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<figure><a href="http://www.communism17.org/it/event/21-gennaio/" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;">
<img alt="pietroiustibn" class="img-responsive wp-post-image" src="http://www.communism17.org/wp-content/uploads/2016/09/pietroiustiBN.png" height="320" width="320" /> <figcaption>
<h3>
21 Gennaio</h3>
</figcaption>
</a></figure><a href="http://www.communism17.org/it/event/21-gennaio/">
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<a href="http://www.communism17.org/it/event/22-gennaio/">
</a><br />
<br />
<br />
<figure><a href="http://www.communism17.org/it/event/22-gennaio/" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;">
<img alt="lombardobn" class="img-responsive wp-post-image" src="http://www.communism17.org/wp-content/uploads/2016/09/lombardoBN.png" height="320" width="320" /> <figcaption>
<h3>
22 Gennaio</h3>
</figcaption>
</a></figure><a href="http://www.communism17.org/it/event/22-gennaio/">
</a>
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<a href="http://www.sensibilecomune.org/" target="_blank">
</a><br />
<br />
<br />
<figure><a href="http://www.sensibilecomune.org/" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank">
<img alt="cominibn" class="img-responsive wp-post-image" src="http://www.communism17.org/wp-content/uploads/2016/09/cominiBN.png" height="320" width="320" /> <figcaption>
<h3>
Mostra</h3>
</figcaption></a><div style="text-align: center;">
<figcaption><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQsJupQk0OpyXwV_IJqFD3WpaUMbDk0Yh4mvsFJVLfhCxKFYXUv_1lEsB_JtrUiL6DDMXQ9CPDUQ9tNsTDjdXrrAEKuGqXbv84RFhyphenhyphenbe423a3e4XNZ1YJUAdrdcoCQFvQkyUfm_Gro2ls/s1600/C17.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQsJupQk0OpyXwV_IJqFD3WpaUMbDk0Yh4mvsFJVLfhCxKFYXUv_1lEsB_JtrUiL6DDMXQ9CPDUQ9tNsTDjdXrrAEKuGqXbv84RFhyphenhyphenbe423a3e4XNZ1YJUAdrdcoCQFvQkyUfm_Gro2ls/s320/C17.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="http://www.communism17.org/it/"><span style="color: #0000ee;"><b><span style="color: red;">http://www.communism17.org/it</span></b>/</span></a></td></tr>
</tbody></table>
</figcaption></div>
<a href="http://www.sensibilecomune.org/" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><figcaption><h3>
<br /></h3>
</figcaption>
</a></figure><a href="http://www.sensibilecomune.org/" target="_blank">
</a>
</div>
</div>
</div>
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</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><span style="color: blue;"> </span></b> </span></span></div>
</div>
</div>
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</span></span></div>
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</span></span></div>
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</span></span></div>
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<div class="equal-height-text" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
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menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-61499512992544585532017-01-20T18:36:00.000+01:002017-01-22T09:18:49.803+01:00Conferenza di Roma sul comunismo<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"></span><br /><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"><a class="channel media-item active" data-id="17897995" data-type="channel" href="http://www.ustream.tv/channel/lab-tv1"></a></span><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"><a class="channel media-item active" data-id="17897995" data-type="channel" href="http://www.ustream.tv/channel/lab-tv1"><div class="media-wrapper">
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C17 - Esc - COMUNISMI - Luciana Castellina 18/01/2017</h3>
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C17 - Esc - COMUNISMI - Peter Thomas 18/01/2017</h3>
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C17 - Esc - COMUNISMI - Maria Luisa Boccia 18/01/2017</h3>
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C17 - Esc - COMUNISMI - Mario Tronti 18/01/2017</h3>
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<span class="" data-dateformat="%l at %g:%i" data-timestamp="1484954429">Saturday at 12:20</span> </span>
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C17 - Esc - CHI SONO I COMUNISTI? - 20/01/2017</h3>
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La Conferenza di Roma Sul Comunismo_1°parte_20_01_2017</h3>
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</span><a class="video media-item" data-featured="false" data-id="99100625" data-type="video" href="http://www.ustream.tv/recorded/99100625"><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
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</span><div class="meta">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</span><h3 data-key="title">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Critica dell'economia politica e chi sono i comunisti?</span></h3>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
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</a>menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-36841936990901664282016-12-29T16:14:00.001+01:002016-12-29T16:14:41.777+01:00Il regime del salario<div class="entry">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
<div class="pf-content">
<div id="dotEPUBcontent">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><a href="http://www.connessioniprecarie.org/wp-content/uploads/2015/09/Prefazione-Il-regime-del-salario.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="Prefazione Il regime del salario" class="alignleft wp-image-5230 tie-appear" src="http://www.connessioniprecarie.org/wp-content/uploads/2015/09/Prefazione-Il-regime-del-salario-300x211.jpg" height="282" width="400" /></a> </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Di <a href="http://www.connessioniprecarie.org/?s=ferruccio+gambino" target="_blank">FERRUCCIO GAMBINO</a></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><i>Pubblicato </i>Il regime del salario,<i>
l’ebook del collettivo <b><span style="color: blue;">Lavoro insubordinato</span></b> (</i></span></span><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><i>casa editrice <span style="color: #993366;"><a href="http://www.asterios.it/catalogo/il-regime-del-salario" style="color: #993366;" target="_blank"><span class="il">Asterios</span> di Trieste</a></span>) che raccoglie tutti gli
interventi pubblicati sul Jobs Act e le trasformazioni che esso produrrà
sull’organizzazione del lavoro in Italia. Pubblichiamo oggi la prefazione di Ferruccio Gambino.</i></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">***</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Questa premessa intende rilevare alcuni
effetti della politica del lavoro nell’Eurozona (19 paesi nel 2015) e in
particolare in Italia, in considerazione del processo di mercificazione
del lavoro vivo in corso. Seguono poi undici articoli che esaminano in
modo circostanziato aspetti cruciali del regime del salario e delle sue
tendenze in Italia. Questa premessa vuole limitarsi a offrire qualche
coordinata per rammentare che <b>il fenomeno di frammentazione
della forza-lavoro è in realtà una serie di tentativi che procedono da
tempo e che vanno di pari passo con più aggressivi esperimenti in altri
continenti</b> e in particolare <a href="http://www.connessioniprecarie.org/2015/05/12/alla-catena-sotto-una-triplice-cappa/" target="_blank">nell’Asia orientale</a>.
Dunque, nell’Eurozona vanno sostenute quelle forze che si oppongono ai
disegni dell’odierno capitale industriale e dei servizi e che sono
motivate a non cedere terreno.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Le politiche adottate negli scorsi 35
anni nell’UE hanno mirato e mirano a deteriorare i salari e di
conseguenza le condizioni di lavoro. L’onda lunga della casualizzazione
del lavoro salariato si era sollevata già alla fine degli anni 1970
negli Stati Uniti con la politica antinflazionistica di Paul Volcker
alla guida della Federal Reserve (agosto 1979) e il conseguente aumento
della disoccupazione oltre il 10% nel 1981. L’onda è ben lontana dal
placarsi. <b>Di solito, l’abbassamento dei livelli di occupazione prepara l’attacco alla busta-paga</b>.
Nell’Eurozona la crisi dell’occupazione ha comportato una continua
pressione sulla massa salariale che poi si è aggravata con il
rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro. Nell’ultimo quadriennio
(2008-2011) degli otto anni di direzione di Jean-Claude Trichet alla
Banca centrale europea (BCE) il numero dei disoccupati è schizzato
nell’Eurozona, fino a raggiungere la cifra da primato di 19 milioni nel
2012 (più dell’11% delle forze di lavoro), poco dopo l’uscita di scena
del banchiere francese; né si vedono segni di significativa flessione
del fenomeno nello scorso triennio.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>Molti commentatori sono del
parere che la BCE sia stata mal consigliata dalla Bundesbank e che abbia
commesso «errori» madornali di gestione</b>. A loro dire, il
principale errore sarebbe consistito nel rafforzamento dell’euro nei
confronti del dollaro a causa di una cieca adesione della Bundesbank al
dogma della lotta all’inflazione. Tuttavia può darsi che il dogma della
lotta all’inflazione abbia un peso non superiore al doveroso aiuto
congiunturale offerto dall’UE al sofferente capitale statunitense. Una
delle forme più importanti di tale aiuto è consistita nel rafforzamento
dell’euro rispetto al dollaro e nella conseguente grave crisi delle
esportazioni di alcuni paesi dell’Eurozona, in particolare di quelli
dell’Europa meridionale. Qui basta rammentare che nella fase di massima
onda sismica del sistema finanziario statunitense (tra l’aprile e il
luglio del 2008) il dollaro veniva scambiato a più di 1,50 contro
l’euro, nel tripudio dei telegiornali e dei gazzettieri
euro-continentali che inneggiavano all’«Europa forte» e alla «locomotiva
Germania». In altri termini, <b>l’euro forte costituiva un forte
balzello prelevato sul monte-salari dell’Eurozona e, al tempo stesso,
una dose di ossigeno per le grandi banche e assicurazioni dopo la crisi
scatenata dai crolli bancari negli Usa</b>. Al brusco prelievo
dall’Eurozona in nome dell’atlantismo si aggiungeva la beffa della
grande stampa finanziaria anglosassone, secondo la quale occorreva
mettere in riga non le grandi istituzioni finanziarie salvate con la
socializzazione internazionale delle loro perdite, bensì i salari
dell’Europa meridionale. Inoltre, gli investimenti diretti all’estero
dei capitali industriali dell’Eurozona ci mettevano del loro nella
decurtazione del monte-salari, approdando in gran numero – e mai in
ordine sparso – nell’Asia orientale e nell’Europa orientale.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>Si può constatare che in primo
luogo la lotta all’inflazione porta regolarmente acqua al mulino dei
detentori dei capitali e delle rendite</b> e che a parità di altre
condizioni si avvale di misure che generalmente intaccano l’occupazione,
in particolare quando alla capacità di mobilitazione in difesa delle
condizioni di vita e di lavoro si contrappongono tutte le leve del
potere statale e mediatico, mentre quello che resta di larga parte delle
organizzazioni sindacali generalmente si accoda. In secondo luogo, le
misure che contrastano l’inflazione finiscono poi per comprimere i
salari, in particolare i salari bassi e precari. Persino il salario
minimo orario è destinato a significare ben poco per chi lavora in modo
intermittente.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>Nel regolare l’occupazione e i salari nell’Europa continentale eccelleva il Partito socialdemocratico tedesco</b>. Con la sua cosiddetta <i>Agenda 2010</i>
il primo governo (1998-2002) del socialdemocratico Schröder
(cancelliere dal 1998 al 2005) compiva un duro lavoro: tagli alla
previdenza sociale, ossia al sistema sanitario, all’assegno di
disoccupazione, alle pensioni, irrigidimento delle regole nei confronti
di quanti cercano lavoro: salari passabili nei settori ad alta
produttività, pochi euro all’ora per gli altri, in parte stranieri e
straniere e in parte pure tedeschi e tedesche. Anche se il Partito
socialdemocratico ha pagato tale operazione con le sconfitte elettorali a
partire dal 2005, di fatto l’erculeo Schröder ha acquisito benemerenze
imperiture presso i partiti conservatori di Germania ai quali, una volta
arrivati al governo, è poi rimasto il più facile compito di passare con
lo strofinaccio sul «mercato del lavoro». A Schröder il padronato
internazionale ha poi mostrato la sua gratitudine perdonando in men che
non si dica i giri di valzer con Putin e i lauti proventi lucrati grazie
all’operazione Northstream, che porta il gas dalla Russia alla Germania
attraverso il mare del Nord, evitando la Polonia.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>In realtà i socialdemocratici
tedeschi hanno fatto scuola, dimostrando agli altri governi delle più
svariate gradazioni nell’Eurozona</b>, compresi i governi italiani, <b>che la compressione salariale è possibile</b>
a condizione di procedere con cautela e di cominciare a operare i tagli
dagli strati più deboli. Questa è vecchia e sordida politica europea.
Quando nel 1931 Pierre Laval, allora primo ministro francese (e futuro
primo ministro filonazista del regime di Vichy), andava dicendo che la
Grande Depressione non toccava la Francia sottintendeva che, con il
benevolo concorso dei poteri pubblici e privati, la crisi stava già
ricadendo sulle spalle degli immigrati e di quei francesi che non
disponevano di strumenti politici per contrastare il deterioramento
sociale. Oggi non c’è più il Laval del 1931 ma ci sono i disoccupatori e
i precarizzatori dell’Eurozona su commissariamento di Bruxelles. In
breve, pare che sia diventato decente che quanti siedono al comando
nell’Eurozona si mostrino affranti dalla disoccupazione e dalla
precarizzazione, molto meno affranti dai profughi. </span></span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnQBGcGb4tu5htsArCMzXTjuclZfiaLRmHt0S5ObDxrW-QqpxXzQ9glCA2RKe2oLY1jhOUgsPhi9qLZTBRwSsMRNduCqSXi01Tq0WB6w8NT7x7YR3vy-bNO1wvZSHaI0wMTrdbT9gq_jA/s1600/Copertina-Regime+del+salario.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnQBGcGb4tu5htsArCMzXTjuclZfiaLRmHt0S5ObDxrW-QqpxXzQ9glCA2RKe2oLY1jhOUgsPhi9qLZTBRwSsMRNduCqSXi01Tq0WB6w8NT7x7YR3vy-bNO1wvZSHaI0wMTrdbT9gq_jA/s320/Copertina-Regime+del+salario.jpg" width="233" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><a href="http://www.asterios.it/"><b><span style="color: blue;">http://www.asterios.it/</span></b></a></td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> <b>La cifra cruciale di questa «preoccupazione» ha un nome e si chiama NAWRU (<i>Non-Accelerating Wage Rate of Unemployment</i>), il tasso di disoccupazione (e precarizzazione) tale da non generare pressioni salariali</b>.
Questo potere di contenimento delle cosiddette spinte inflative
attraverso la disoccupazione e la precarizzazione è in realtà
l’imbrigliamento dei salari, con il loro spostamento progressivo
nell’area del lavoro precario. Annualmente la Commissione europea
appioppa a ogni Paese un suo NAWRU, ossia <b>un tasso di disoccupazione tale da non generare aumenti salariali</b>:
per il 2015 il NAWRU ha varcato la soglia del 10% per l’Italia, è
salito al 25% per la Spagna, all’11% per la Francia ed è sceso al 5% per
la Germania. Al fine di assicurare una certa tranquillità ai poteri
finanziari, la Commissione fissa il NAWRU sempre più in alto per i Paesi
«a rischio», arrogandosi un potere predittivo che nessuna istituzione
le ha concesso. Nell’ovattato, generale riserbo sull’argomento spicca il
ritegno della BCE, un’elegante autocensura nei confronti dei massimi
sostenitori del NAWRU che si annidano tra le aquile del cancellierato e
della Bundesbank.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>Fin dagli anni 1990 la struttura
di potere in Italia ha cercato con alterne vicende di seguire la
ricetta praticata prima da Reagan e Thatcher e poi applicata più
prudentemente dai socialdemocratici tedeschi</b>. Il ritmo di
applicazione della ricetta è venuto accelerando negli anni recenti. In
realtà, le grandi manovre italiane erano cominciate già nel 1992, erano
proseguite sia con il piano di riduzione delle pensioni attraverso la
conversione del sistema retributivo nel sistema contributivo (governo
Dini, 1995) sia con una prima prova sul mercato del lavoro (governo
Prodi, 1996). Sulla scia del governo Schröder, in Italia le grandi
manovre avevano ripreso vigore con la vittoria della destra al governo
(governo Berlusconi, 2001-2006). La destra si era esposta nel 2002
decidendo di aggredire lo Statuto dei lavoratori e in particolare di
abrogare l’articolo 18 che vietava il licenziamento senza giusta causa.
Seguivano gli inevitabili sorrisi dei socialdemocratici tedeschi che
sanno fare più cautamente e meglio. Le manifestazioni di milioni di
oppositori in tutta Italia nel marzo 2002 mettevano in quarantena
l’attacco frontale all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ma non
mettevano fine alle macchinazioni revansciste del padronato. In altri
termini, la strategia della famosa «cauta prudenza» che l’Uomo di Arcore
aveva adottato per sventare i controlli contro l’evasione fiscale del
suo elettorato (primo governo Berlusconi, 1994-95) non valeva nei
confronti dello Statuto dei lavoratori. La sconfitta del 2002 è
risultata bruciante ma non definitiva. Prima sono stati rimessi insieme i
cocci e poi sono stati chiamati a raccolta i poteri economici, politici
e mediatici, i quali nell’arco di una dozzina d’anni hanno ridotto
l’articolo 18 a un guscio vuoto fino alla sua abolizione (2014).</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>Lo stillicidio di misure e ancor
più di pratiche quotidiane contro la forza-lavoro ha deteriorato non
soltanto le condizioni ma anche i rapporti di lavoro tra compagni/e di
lavoro</b>, desocializzando ambienti dove in precedenza la
solidarietà aveva a lungo prevalso, nonostante il clima di crisi.
Inoltre, la frustrazione che ne è seguita si è ritorta ulteriormente
contro il sindacato, dissolvendo diffusamente i legami che si erano già
indeboliti fin dagli anni 1980, ossia da quando il sindacato aveva
cercato di pilotare a favore dei suoi fedelissimi le liste degli ammessi
e degli esclusi dalla cassaintegrazione. La posta in gioco diventava
dunque il monopolio delle decisioni riguardanti le maestranze. Il datore
di lavoro andava riprendendosi il diritto assoluto di assumere e
licenziare. La parentesi della più che quarantennale limitazione
all’arbitrio del licenziamento grazie all’articolo 18 volgeva al
termine, cancellata dalla insindacabilità del licenziamento. Esclusa
così di fatto la magistratura da gran parte delle decisioni in materia, <b>rimane la monetizzazione del licenziamento a mezzo di una semplice indennità pecuniaria</b>. Per un’azienda in Italia un normale licenziamento può essere trattato poco più che come una questione di voucher.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>Domandiamoci: qual è il modello verso il quale il capitale odierno, in Europa come altrove, intende avviarsi?</b>
Semplificando, il modello è quello del lavoro migrante: in breve,
scarsi diritti civili, precarietà lavorativa e abitativa, difficoltà e
addirittura impossibilità di trasmettere la vita per chi percepisce i
salari da lavoro migrante. L’esercizio di quel che resta dei diritti
politici e sindacali è messo in naftalina, la perdita del posto di
lavoro è deciso su di un pezzo di carta padronale, e – contrariamente a
gran parte della schiavitù moderna – il diritto di trasmettere la vita è
rimandato a tempi migliori – e di fatto negato ai molti che hanno perso
la speranza di ottenere un salario adeguato a mantenere la prole.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Oggi in Italia i grandi mezzi di
comunicazione nazionali gongolano per la previsione della produzione di
650mila auto all’anno. Pochi notano che le nascite sono scese ben al di
sotto di tale cifra: 509mila nel 2014, la più bassa natalità dall’unità
d’Italia. Il saldo naturale della popolazione del 2014 è negativo (meno
100mila unità), cifra del biennio di guerra 1917-18. <b>Si tratta di una tendenza internazionale che trova il suo centro in Cina e nel suo regime di <a href="http://www.connessioniprecarie.org/2012/12/07/le-spine-del-lavoro-libero-globale/" target="_blank">fabbrica-dormitorio</a> ma che va estendendosi per varie cause</b>
– tra cui le forme della precarietà del lavoro e dei regimi lavorativi –
in molti paesi industrializzati e in via d’industrializzazione. Al
fondo della compressione della forza-lavoro e della sua precarietà è in
gioco il diritto alla generatività, il diritto alla vita e alla
trasmissione della vita.</span></span></div>
<h4>
<a href="http://www.asterios.it/catalogo/il-regime-del-salario" target="_blank"><span style="color: blue;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>PREFAZIONE DI FERRUCCIO GAMBINO</b></span></span></span></a></h4>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span><br />
<div class="field field-name-field-libro-preview field-type-file field-label-inline clearfix">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span><br />
<div class="field-label">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><i>Preview</i>: </span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><span style="color: blue;">
</span></b></span></span><br />
<div class="field-items">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><span style="color: blue;">
</span></b></span></span><br />
<div class="field-item even">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><span style="color: blue;"><span class="file"> <a href="http://www.asterios.it/sites/default/files/Impaginato%20IL%20REGIME%20DEL%20SALARIO%20PAG.3-25.pdf" type="application/pdf; length=166724">Impaginato IL REGIME DEL SALARIO PAG.3-25.pdf</a></span></span></b></span></span></div>
</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
<div class="dotEPUBremove">
<b><span style="color: blue;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><a class="dotEPUB" data-dotepubauthor="∫connessioni precarie" data-dotepublang="en" data-dotepublinks="0" data-dotepubtitle="Il Regime del salario. Prefazione" href="http://www.connessioniprecarie.org/2015/09/03/il-regime-del-salario-prefazione/">Download this article as an e-book</a></span></span></span></b></div>
<div class="printfriendly">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><a class="noslimstat" href="http://www.connessioniprecarie.org/2015/09/03/il-regime-del-salario-prefazione/#" rel="nofollow"><span class="printfriendly-text2 printandpdf"><img alt="Print Friendly Version of this page" class="tie-appear" src="http://cdn.printfriendly.com/pf-print-icon.gif" height="15" style="border: medium none; display: inline-block; margin-right: 6px;" width="16" />Print <img alt="Get a PDF version of this webpage" class="tie-appear" src="http://cdn.printfriendly.com/pf-pdf-icon.gif" height="12" style="border: medium none; box-shadow: none; display: inline-block; margin: 0px 6px;" width="12" />PDF</span></a></span></span></div>
</div>
</div>
menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-72533763441060562892016-10-26T19:14:00.002+02:002016-10-26T19:15:38.124+02:00XIV Edizione di Gender Bender<br />
<table align="center" border="0" cellpadding="0" cellspacing="7" class="content" style="width: 614px;"><tbody>
<tr><td colspan="2" style="height: 1px; width: 580px;"><br /></td></tr>
<tr>
<td style="width: 487px;"><h1 style="color: #2f353e; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 60px; font-weight: normal; letter-spacing: -3px; line-height: 54px; margin: 0;">
<a href="http://customer38283.musvc1.net/e/t?q=0%3dPZCeP%26D%3dBg%26A%3dUHd%26B%3dSBcNT%266%3d8x3lEGL1_Onua_Zx_Jbzm_Tq_Onua_Y3O8T.zGxRAAn8GLtS2.G3D_Esdw_O8%26o%3dJHK70N.FpQ" id=""><img src="http://c8b8c.s55.it/images/imm_nl_modelli/custom/10/LOGO_COMUNICATTIVE_10.png" /></a></h1>
</td>
<td style="width: 93px;" valign="top"><br /></td>
</tr>
<tr>
<td colspan="2" style="height: 20px;"><a href="http://customer38283.musvc1.net/e/t?q=4%3dFZ7YF%26D%3d6a%261%3dUBX%262%3dS6WDT%26z%3d97Lu_IduU_Tn_JVtc_Tk_IduU_SsO2N.pGrL1Ah27LnMr.Gw8_5sXq_E8hFzMs0p3yKvNj-42Fx0tDn2-8F-fG3J2n3ft4pAt-7rEr01AxKn-3q-8rFi65-4jEq7w-7rKy093q_IduU_Ss%266%3drL6NhR.17y" id=""><img alt="" src="http://img.musvc1.net/static/38283/images/10/testata_nl-2610.jpg" /></a></td>
</tr>
<tr>
<td colspan="2" style="background-color: #2f353e; height: 1px; width: 580px;"><img alt=" " src="http://img.musvc1.net/static/38283/images/Modelli/Fashion/spacer.gif" height="1" style="border-style: solid; border-width: 0px; display: block;" width="1" /></td>
</tr>
<tr>
<td colspan="2" style="color: #2f353e; text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>Dal 26 ottobre al 6 novembre</b> si svolgerà a Bologna la <b>XIV Edizione di Gender Bender</b>, il festival internazionale che presenta al pubblico italiano gli <b>immaginari contemporanei legati alle nuove rappresentazioni del corpo</b>, <b>delle identità di genere e di orientamento sessuale.</b> Quest’anno inauguriamo la <b>nostra collaborazione con il festival</b>, con la forma inedita di <b>un “percorso” di visioni femministe consigliato da Comunicattive.</b>
Perché di femminismi, in questi tempi atroci di violenze materiali e
simboliche contro i corpi e le vite delle donne, ne abbiamo veramente <b>un bisogno radicale. Scoprite come abbiamo scelto i film</b>, gli spettacoli e gli incontri che vi consigliamo <b>e quali sono gli appuntamenti </b><a href="http://customer38283.musvc1.net/e/t?q=5%3dQfNZQ%26J%3dMb%26B%3daSY%26C%3dYMXOZ%26G%3d0HRB_Jo1l_Uy_Pmun_Z2_Jo1l_T4UIO.1M9MBGy3HR5N3.MD9_Fyor_PDyGAS0A19FL7T1-5CLEA5J53-IL-wHDP3y9wA51GA-83K9ABGELy-98-93Lz7F-01F2CD-83QFAJ98_Jo1l_T4%26B%3d9MGTyS.BCF" id=""><b>>></b></a></span></span>
</td>
</tr>
<tr>
<td colspan="2" style="background-color: #2f353e; height: 3px; width: 580px;"><img alt=" " src="http://img.musvc1.net/static/38283/images/Modelli/Fashion/spacer.gif" height="3" style="border-style: solid; border-width: 0px; display: block;" width="1" /></td>
</tr>
</tbody></table>
<table align="center" border="0" cellpadding="0" cellspacing="15" class="content" style="width: 630px;"><tbody>
<tr><td valign="top"><img alt=" " src="http://img.musvc1.net/static/38283/images/Modelli/Fashion/image-article.png" style="border-style: solid; border-width: 0px;" /></td>
<td valign="top"><h2 style="color: #2d333e; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 20px; margin: 0 0 5px;">
<b>Non una di meno contro violenza maschile sulle donne, femminicidio e violenza di genere</b></h2>
<div style="color: #545454; font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 16px; line-height: 24px; margin: 0;">
<div>
<a href="http://customer38283.musvc1.net/e/t?q=6%3dBZCaB%26D%3dBc%26w%3dUHZ%26x%3dSBY0T%266%3dA3L1_KZua_Vj_JbvY_Tq_KZua_UoO8P.lGxNwAn43LtOn.G30_1sds_A8yHw-EpGx-L6M37-tG2ApFn-NtHu7ySj4j3l-ElLl0tEn-K6Eu7-oHwFp-9nExBwAnBmAz-OrGw8wRl-0nFpKn_JbvY_Tq%267%3dvM4OlS.y83"><img alt="coverfb-nonunadimeno" class="attachment-newsletter_image size-newsletter_image wp-post-image" src="http://www.comunicattive.org/wp-content/uploads/coverFB-nonunadimeno-565x225.jpg" width="565px" /></a></div>
Come <b>Comunicattive</b> abbiamo <b>aderito con entusiasmo alla manifestazione NON UNA DI MENO</b> <b>del 26 Novembre a Roma</b>: una grande mobilitazione nazionale <b>contro la violenza maschile sulle donne, il femminicidio ... </b><b><span class="more-link"><a class="more-link" href="http://customer38283.musvc1.net/e/t?q=9%3dGaLdG%26E%3dKf%262%3dVQc%263%3dTKbEU%26E%3dD8M0_Nevj_Yo_Kkyd_Uz_Nevj_XtPGS.qH7Q2Bw78M3Rs.HBC_6tmv_F98K2-FyJ3-MEP88-3J7ByIs-O3Kz88Vo7o4u-FuOqA3Hs-LEHz8-xK2Gy-BsF7E2BwErB9-RwH6A2Su-CsGyNs_Kkyd_Uz%260%3d1NCRqT.8A8">Leggi tutto</a></span></b></div>
</td></tr>
</tbody></table>
menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-72800140934752542712016-10-25T18:57:00.000+02:002016-10-25T19:02:13.280+02:00N O perchè ...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilxZHOkpF0qwfDM6siz7JtkZGleEvDXusHKvDJS7dsreoQoFRWEBQ9TIRCGixbLWphRAWrufsm_2dX99JPlFrbOAxxX9rRDL1b-AyPLDDSMJUq6oK1A5G_AqNcke9ttxLe5zuBPOprQq8/s1600/NO.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="152" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilxZHOkpF0qwfDM6siz7JtkZGleEvDXusHKvDJS7dsreoQoFRWEBQ9TIRCGixbLWphRAWrufsm_2dX99JPlFrbOAxxX9rRDL1b-AyPLDDSMJUq6oK1A5G_AqNcke9ttxLe5zuBPOprQq8/s320/NO.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">No perché gli interessi in gioco - territorialmente, economicamente e socialmente vasti - sono "gestiti", paradossalmente, da entrambi gli schieramenti referendari, ridefinendoli in termini di interessi politicamente ristretti. Basta sapere come si è giunti - parlamentarmente - a questo <i>Referendum confermativo</i> e da chi è sponsorizzato. Ecco perché va riletto il libro "<b><span style="color: red;"><a href="http://www.bibliotecamarxista.org/autori/pesce%20giovanni.htm" target="_blank">Senza tregua - La guerra dei GAP</a></span></b>" di Giovanni Pesce.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span></span></div>
<h3>
</h3>
<div style="text-align: center;">
<a href="http://www.bibliotecamarxista.org/pesce/prefazione.htm">Prefazione</a> <i>[kb
8 HTML]</i><br />
<a href="http://www.bibliotecamarxista.org/pesce/capitolo%20primo.htm">Capitolo Primo</a> <i>Alla
macchia [kb 33 HTML]</i><br />
<a href="http://www.bibliotecamarxista.org/pesce/capitolo%20secondo.htm">Capitolo Secondo</a> <i>Nelle
Brigate Internazionali [kb 30 HTML]</i><br />
<a href="http://www.bibliotecamarxista.org/pesce/capitolo%20terzo.htm">Capiitolo terzo</a> <i>Come
nasce una bomba [kb 44 HTML]</i><br />
<a href="http://www.bibliotecamarxista.org/pesce/capitolo%20quarto.htm">Capitolo Quarto</a> Quanto vale un
gappista? <i>[kb 47 HTML]</i><br />
<a href="http://www.bibliotecamarxista.org/pesce/capitolo%20quinto.htm">Capitolo Quinto</a> <i>All'assalto
di Torino [kb 42 HTML]</i><br />
<a href="http://www.bibliotecamarxista.org/pesce/capitolo%20sesto.htm">Capitolo Sesto</a> <i>Morte
e trasfigurazione [kb 83 HTML]</i><a href="http://www.bibliotecamarxista.org/pesce/capitolo%20settimo.htm"><br />
Capitolo Settimo</a> <i>Addio Torino [kb 34 HTML]</i><br />
<a href="http://www.bibliotecamarxista.org/pesce/capitolo%20ottavo.htm">Capitolo Ottavo</a> <i>
Milano[kb 34 HTML]</i> <br />
<a href="http://www.bibliotecamarxista.org/pesce/capitolo%20nono.htm">Capitolo Nono</a> <i>La battaglia
dei binari</i> <i>[kb 44 HTML]</i><br />
<a href="http://www.bibliotecamarxista.org/pesce/capitolo%20decimo.htm">Capitolo Decimo</a> <i>Spie, carnefici
e giustizieri</i> <i>[kb 32 HTML]</i><br />
<a href="http://www.bibliotecamarxista.org/pesce/capitolo%20undicesimo.htm">Capitolo Undicesimo</a> <i>Un
elemento sicuro</i> <i>[kb 44 HTML]</i><br />
<a href="http://www.bibliotecamarxista.org/pesce/capitolo%20dodicesimo.htm">Capitolo Dodicesimo</a> <i>Valle
Olona</i> <i>[kb 40 HTML]</i><br />
<a href="http://www.bibliotecamarxista.org/pesce/capitolo%20tredicesimo.htm">Capitolo Tredicesimo</a> <i>Reazioni
a catena</i> <i>[kb 52 HTML]</i><br />
<a href="http://www.bibliotecamarxista.org/pesce/capitolo%20quattordicesimo.htm">Capitolo Quattordicesimo</a>
<i>A ritmo serrato</i> <i>[kb 60 HTML]</i>
</div>
<div style="text-align: center;">
Libro intero <i>[kb 267 ZIP]<a href="http://www.bibliotecamarxista.org/pesce/senza%20tregua.zip"><img border="0" src="http://www.bibliotecamarxista.org/zip_i2.gif" height="16" width="16" /></a></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuiJHhPF_80FQilegSGvf-zbHYytrnpXddAAD206ThtWsjF7x9b0qJRkI_pcTjFN5w8h9cCAfkQFUZ7gV26SFHnCCTHG25VxCb9t80_dx6VPZq7LO7vugSA8FeYovp9qxVi66bokfkDvk/s1600/Boschi.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuiJHhPF_80FQilegSGvf-zbHYytrnpXddAAD206ThtWsjF7x9b0qJRkI_pcTjFN5w8h9cCAfkQFUZ7gV26SFHnCCTHG25VxCb9t80_dx6VPZq7LO7vugSA8FeYovp9qxVi66bokfkDvk/s1600/Boschi.jpg" /></a></span></div>
<span style="font-size: small;"><br /></span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Nella <i>Gazzetta Ufficiale</i> del 15 Aprile 2016 è stato
pubblicato il testo della Legge costituzionale <b>approvato da entrambe le
Camere</b>, in seconda deliberazione, a <b>maggioranza assoluta</b> dei componenti.
La riforma dispone, in particolare, il superamento dell'attuale sistema
di bicameralismo paritario, riformando il Senato che diviene organo di
rappresentanza delle istituzioni territoriali; contestualmente, sono
oggetto di revisione la disciplina del procedimento legislativo e le
previsioni del Titolo V della Parte seconda della Costituzione sulle
competenze dello Stato e delle Regioni. E' altresì disposta la
soppressione del CNEL. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">A seguito della presentazione di richieste di sottoposizione della legge<i> a referendum</i> costituzionale, ai sensi dell'art. 138 della Costituzione, l'Ufficio centrale per il <i>referendum</i>
della Corte di cassazione ha dichiarato la legittimità del seguente
quesito referendario: «Approvate voi il testo della legge costituzionale
concernente "Disposizioni per il superamento del bicameralismo
paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei
costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la
revisione del titolo V della parte II della Costituzione" approvato dal
Parlamento e pubblicato nella <i>Gazzetta Ufficiale </i> n. 88 del 15 aprile 2016?».</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
Il 4 Dicembre 2016 si svolgerà il <i>referendum</i> popolare confermativo previsto dall'articolo 138 della Costituzione sulla suddetta legge costituzionale.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><span style="color: red;">* * * * * </span></b></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>Resistenza e
Costituzione.</b></span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>di Alberto Berti</b></span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Questo è un discorso che
voglio fare soprattutto ai giovani amici di Recsando sapendo che
nelle nostre scuole certi problemi che dovrebbero contribuire alla
loro formazione di cittadini di una repubblica democratica raramente
vengono affrontati e se affrontati lo vengono con estrema
superficialità dando loro scarsissima importanza.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Credo che pochissimi
conoscano la nostra <b>Carta Costituzionale</b> e che ancora meno
siano coloro che si rendono conto di vivere in un paese che ha una
delle costituzioni più avanzate fra quelle esistenti.
</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">In Austria, in Svezia,
negli Stati Uniti, già in quelle che sono le ultime classi delle
scuole elementari, i maestri cominciano a spiegare la Costituzione
che regola i rapporti fra i cittadini ed i poteri dello stato in cui
vivono. Negli Stati Uniti i ragazzi vengono educati a conoscere anche
gli “emendamenti” della loro Costituzione e richiamarsi ad essi.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">In Italia, fra qualche
settimana, il 22 dicembre festeggeremo (?) i cinquant’anni
dell’approvazione a grandissima maggioranza della Costituzione
avvenuta nel lontano <b>22 dicembre 1947</b> da parte dell’Assemblea
Costituente eletta dal popolo italiano il <b>2 giugno 1946</b>
assieme al referendum che spazzava via la monarchia savoiarda.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">L’approvazione della
Costituzione ha segnato una svolta fondamentale nella storia del
nostro paese, non soltanto per i principi che essa ha posto alla base
dell’ordinamento della società italiana, ma anche per le garanzie
di cui li ha rivestiti e che hanno il loro perno nella qualificazione
della Costituzione stessa come Costituzione rigida.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Cosa vuol dire
Costituzione rigida? Vuol dire semplicemente che i “princìpi” in
essa enunciati non sono modificabili con procedure legislative
ordinarie e, dall’altro lato, che le leggi che sono incompatibili
con quei principi non hanno alcuna validità. Sono da ritenersi
nulle. Anzi, la dottrina costituzionalista e la giurisprudenza della
Corte Costituzionale (anch’essa introdotta nel nostro paese per la
prima volta con la Costituzione) hanno messo in luce la regola
secondo la quale esiste un nucleo di “principi supremi” che non
sono suscettibili di modificazione neppure attraverso i procedimenti
di revisione che la Costituzione stessa prevede. Infatti in questi
ultimi tempi si è parlato molto di revisione della Costituzione, da
parte della Commissione bicamerale appositamente designata, ma se
fate caso, leggendo i giornali, vedrete che essa si è occupata
dell’ordinamento dello Stato, sul sistema delle elezioni di
deputati e senatori, sui compiti attribuiti alle due Camere,
sull’elezione del Presidente della Repubblica, sulle funzioni
pubbliche attribuite a comuni, provincie, Regioni e Stato, eccetera,
quindi la commissione è intervenuta sulla seconda parte della
Costituzione e non sulla prima che enunciava i principi fondamentali
del nostro vivere civile.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Sarebbe opportuno, senza
che io li ripeta qui di seguito, che i miei giovani lettori
leggessero i primi articoli della costituzione in modo da poter
percepire e comprendere, la portata pratica dell’affermazione dei
valori della libertà, dell’eguaglianza e della democrazia. Il
catalogo delle libertà che la Costituzione enuncia, comprende,
insieme con i classici diritti civili e politici, un complesso di
diritti economici e sociali i quali concorrono a qualificare la forma
di Stato, oltre che come forma di stato di diritto, anche come stato
sociale.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Queste enunciazioni
sviluppano, in particolare, i due princìpi, certamente “supremi”
che troviamo scritti negli articoli 2 e 3, che fondano la libertà
umana e l’esigenza di promuovere in ogni modo possibile
l’eliminazione delle discriminazioni - sia di diritto che di fatto
- che ostacolano la realizzazione dell’eguaglianza dei cittadini.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Adesso, care sandonaute e
sandonauti, occorrerebbe stabilire come la Costituzione italiana sia
nata e perché. Ed allora bisogna riandare a quel meraviglioso
fenomeno popolare che è stata la <b>Resistenza.
</b></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Per dare un significato
politico, per stabilire un <b>collegamento tra Resistenza e
Costituzione</b>, penso che sia necessario iniziare ricordando il
discorso di <b>Piero Calamandrei</b> ai giovani milanesi tenuto nel
1955 che si concluse con la forte immagine secondo la quale <b>la
Costituzione veniva presentata come un “testamento”: il
testamento dei caduti della Resistenza.</b></span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Calamandrei con il suo
mirabile discorso voleva tenere viva l’attenzione dei giovani sui
valori che la Costituzione aveva codificato e che le vicende
politiche successive rischiavano in qualche modo di appannare.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">A più di cinquant’anni
di distanza mi sembra necessario accentuare non tanto il fatto
militare, quanto il forte spessore politico che danno valore alla
Resistenza e alla guerra di liberazione.
</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Se ci volessimo limitare
a ricordare la Resistenza come un solo fatto militare saremmo oggi
ridotti a celebrarla come vecchi compagni d’armi che si ritrovano,
consumano assieme il rancio, ascoltano qualche ricordo, si salutano
augurandosi di ritrovarsi l’anno successivo.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Se la guerra di
liberazione e la lotta partigiana consistessero soltanto in un evento
di carattere militare, terminata la guerra, il <b>25 aprile 1945</b>,
si sarebbe potuto dire missione compiuta, non ne parliamo più.
Invece bisogna parlarne, perché la lotta di liberazione del nostro
paese non è stata soltanto un fatto di carattere militare, è stata
un fatto politico, nel senso nobile della parola, e non partitico:
cioè nell’interesse della collettività, del bene collettivo.
Infatti nei territori occupati dai nazisti, diciamocelo francamente,
l’unica vera forma di rappresentanza dell’Italia era data dai
partigiani e da coloro che combattevano per la Libertà.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">L’esercito non esisteva
più, si era liquefatto come neve al sole, il paese era in mano ai
nazisti oppressori e chi veramente rappresentava il paese erano i
partigiani, i comitati di liberazione nazionale tant’è vero che
furono costituite delle <b>repubbliche partigiane</b> Carnia,
Montefiorino, Val d’Ossola, dove i loro governi provvisori
emanarono addirittura delle leggi.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Durante quei governi ci
fu una distinzione tra giurisdizione civile e quella penale; ci fu
una distinzione tra reati comuni e reati politici; ci fu una polizia
alle dirette dipendenze della magistratura: tutte cose che hanno
servito a quello che si doveva costruire nel nostro paese. E' da
ricordare che la costruzione politica derivante dalla Resistenza è
stata difficilissima fin dal tempo della Resistenza stessa, perché i
partigiani non avevano alle spalle quello che avevano gli altri
resistenti e combattenti in Europa. I grandi avvenimenti, come la
rivoluzione russa, hanno avuto dei precedenti di carattere culturale
e filosofico. Per la rivoluzione francese abbiamo avuto tutto il
periodo dell’illuminismo, per la rivoluzione russa abbiamo avuto
tutto il marxismo, le sue implicazioni, le culture diverse intorno al
marxismo, le discussioni. In Italia dietro le spalle non c’era
nulla.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ci fu chi battezzò la
Resistenza come il nostro Secondo Risorgimento. Non sono d’accordo
con quel grande storico che fu Luigi Salvatorelli. Anzitutto perché
al Risorgimento partecipò, anzi lo portò alla vittoria la monarchia
sabauda che non parteciperà alla Resistenza. Il Re che aveva già
tradito lo statuto albertino, che non seppe ripudiare il fascismo,
che non si tirò indietro né davanti alle leggi razziali ne alla
dichiarazione di guerra, di fronte al movimento di Resistenza rimase
freddo ed assente ed i motivi li conosciamo sin troppo bene. Pensava
di rifarsi una verginità e di far dimenticare le sue malefatte
avallando la dichiarazione di guerra alla Germania nazista
presentatagli da Badoglio nell’ottobre del 1943.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">La differenza tra
Risorgimento e Resistenza è notevole: i due movimenti sono
paragonabili su un solo piano, quello di liberare l’Italia
dall’occupazione straniera. Per il resto, idee, contenuti,
esercito, lotte, partecipazione, ecc. sono diversissimi.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Il Risorgimento discende
direttamente dalle idee della rivoluzione francese e dalle guerre
napoleoniche che fanno balenare nelle menti più aperte degli
italiani la possibilità e la necessità di riunire dopo tanti secoli
l’Italia in un solo Stato. Quelli che sentono questa necessità e
si prodigano per propagandarla costituiscono un'élite minoritaria
rispetto al resto della popolazione. Si tratta di nobili,
intellettuali, professionisti e studenti. La classe operaia e quella
contadina non sentono e da quei problemi non vengono affascinate.
Anzi, per quel poco che sanno, li odiano. Per loro l’unità
d’Italia significa guerra, carneficine, lutti e miserie di cui
loro, contadini ed operai sono costretti a portarne il peso. Infatti
essi costituiscono la cosiddetta carne da cannone, quella che deve
sacrificarsi sui campi di battaglia. Da ciò deriva il loro odio per
i Bandi di mobilitazione generale, le cartoline precetto di richiamo
alle armi ed in una parola di tutto ciò che ha attinenza con la
guerra.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">La Resistenza è una cosa
diversa: non esistono né Bandi di mobilitazione, né cartoline
precetto. Si va in montagna liberamente, spinti da ideali
diversissimi, quando addirittura non saranno i Bandi della repubblica
di Salò a costringere i giovani ad una scelta decisiva.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ci si ritrova in montagna
giovani e vecchi, operai e contadini, uomini e donne, comunisti,
socialisti, GL, monarchici e persino i cattolici che durante il
Risorgimento erano stati col cuore dalla parte del Papato. Per la
prima volta nella storia d’Italia contadini ed operai partecipano
attivamente alla costruzione del loro futuro e non lo subiscono.
Troviamo formazioni partigiane costituite quasi completamente da
contadini, come nel cuneese, oppure da operai dei cantieri navali
nella Venezia Giulia.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> Le donne s’impegnano
in tutte le forme possibili: reperimento di viveri in pianura per
portarli con le gerle in montagna, cucendo indumenti per il parente o
l’amico partigiano, facendo la staffetta da una formazione
all’altra, portando ordini e notizie sia dalla pianura che dalla
città. Come sarebbe stata possibile altrimenti una Resistenza senza
l’aiuto delle donne?</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">La Resistenza fu infatti,
come la definì Salvemini, una guerra di popolo, né più, né meno
di quello che aveva dichiarato Parri ai primi di novembre del 1943,
quando con Valiani attraversò il confine svizzero per incontrarsi
con i delegati angloamericani i quali dal movimento partigiano si
aspettavano solo sabotaggi ed informazioni e rimasero strabiliati
quando egli affermò ripetutamente che puntava su una guerra del
popolo italiano, condotta da una esercito del popolo: i partigiani. A
quel tempo i partigiani che erano saliti in montagna ammontavano si e
no a qualche migliaio.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Alcuni fatti mi sembrano
importanti da chiarire in quanto di solito vengono dimenticati o
sottovalutati. Man mano che la lotta partigiana aumentava d’intensità
nei territori occupati dai tedeschi essa si conquistò l’ammirazione
ed il rispetto dei comandi alleati, specie dopo l’insurrezione di
Firenze che pose fine alla lotta sanguinosissima combattuta in
Toscana. Nello stesso mese di agosto del 1944 la brigata Rosselli,
comandata da Nuto Revelli, impedì per alcuni giorni nella battaglia
della Val Stura alla 90° divisione corazzata tedesca di accorrere da
Acqui, dove si trovava, a Tolone, valicando il passo della Maddalena,
per bloccare lo sbarco angloamericano avvenuto tra Nizza e Marsiglia.
Nello stesso tempo i garibaldini di Arrigo Boldrini con i mazziniani
di Biasini e Libero Gualtieri combattevano contro i tedeschi sulla
linea gotica.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">La guerra di liberazione
nazionale fu senza alcun dubbio una lotta armata contro l’invasore
nazista e contro il fascismo nostrano messosi al suo servizio, ma fu
anche una lotta politica che cominciò al Sud nel territorio già
liberato dagli angloamericani i quali tardavano a ripristinare le
libertà democratiche. In ciò vi era senza alcun dubbio l’interesse
di Churchill che voleva difendere la monarchia sabauda e che la
riteneva un possibile futuro baluardo contro una eventuale minaccia
comunista.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Il congresso del partito
d’azione tenutosi a Bari nel gennaio del 1944, che si espresse in
modi durissimi all’unanimità contro la monarchia sabauda aveva
profondamente turbato Churchill che neanche l’arrivo di Togliatti
dalla Russia nel successivo marzo e la conseguente “svolta di
Salerno” riuscirà a tranquillizzare.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Il fatto politico più
importante fu senza dubbio la creazione dei CLN, i Comitati di
Liberazione Nazionale, che consentirono di dare alla Resistenza
italiana un unico indirizzo politico, un unico comando generale della
lotta partigiana e s’imposero, con loro unitarietà, sia di fronte
alle forze partigiane che li riconobbero come loro emanazione, ma
anche rispetto alle autorità militari angloamericane.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">I CLN che discendevano a
grappolo dal centro, Milano, sino al più sperduto paese dove si
lottava per la libertà, vennero riconosciuti dagli alleati, ma
l’azione politica più importante si svolse a Roma.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Qualche giorno prima
della liberazione di Roma, il CLN centrale chiese in forma ultimativa
le dimissioni del generale Badoglio da presidente del consiglio, di
dare pieni poteri legislativi al governo che si sarebbe formato, di
esentare i ministri dal giuramento di fedeltà al Re e di farli
giurare invece nell’interesse supremo della nazione e stabilire con
un decreto legge che al termine della guerra il popolo italiano
avrebbe potuto scegliere la forma statuale che più gli aggradava:
monarchia o repubblica.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Liberata Roma, Badoglio
fu costretto a dimettersi ed il suo successore, Bonomi, ex presidente
del CLN romano, si fece dare pieni poteri legislativi e sulla base
degli stessi emanò il 25 giugno 1944 il decreto che stabiliva sia
l’elezione di una Assemblea Costituente che la scelta
istituzionale, a guerra conclusa, tra Monarchia e Repubblica.
Calamandrei commentò:” siamo usciti dalla legalità statutaria e
siamo entrati nella legalità precostituente.”</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">A fine estate, sbalordito
dell’opera delle brigate partigiane e dei CLN, il toscano in
particolare e dell’importanza assunta dal movimento partigiano che
era riuscito a creare tre zone libere ed aveva bloccato una intera
divisione corazzata che si stava precipitando a dare manforte alle
guarnigioni tedesche che tentavano di impedire lo sbarco, il Comando
delle truppe alleate, chiese un incontro con il CLN alta Italia
(CLNAI). La delegazione del CLNAI (formata da Parri, Pizzoni, Paietta
e Sogno) che si recò a Roma già da mesi liberata, ebbe dagli
incaricati del generale Wilson e del Maresciallo Alexander il
riconoscimento del diritto di condurre la lotta partigiana, che
costituiva un invito alle popolazioni di sostenere il movimento
partigiano e fu anche firmato un protocollo di accordo col quale le
autorità militari alleate s’impegnavano ad avallare le nomine dei
responsabili amministrativi (Prefetti, sindaci, questori,
provveditori agli studi,ecc.) effettuate dai CLN.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Il successo della
missione romana degli esponenti della Resistenza nel Nord, ancora
occupato dai nazisti fu completato dalla promessa Alleata di
intensificare i lanci paracadutati di armi ed aiuti di vario genere
alle formazioni partigiane.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Il tutto venne raccolto
in un protocollo firmato da entrambe le parti. L’importanza
politica di questo protocollo è notevolissima: eccetto che nel caso
della Jugoslavia, gli alleati avevano sempre trattato con i governi
in esilio delle varie nazioni occupate dai tedeschi. In questo caso
invece trattavano e firmavano documenti direttamente col movimento
partigiano operante nella zona occupata dai nazisti ed ebbe sentore
di quelli che erano i motivi ed i programmi del movimento partigiano.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Udirono Parri dichiarare
senza mezzi termini che si combatteva per costituire una repubblica
democratica che bandisse in quella che sarebbe stata la sua nuova
carta costituzionale ogni tipo di guerra di aggressione, che non ci
sarebbero più state in Italia discriminazioni dovute a razza, fede
religiosa od altro, che l’eguaglianza dei cittadini di fronte alle
leggi dello stato non avrebbe avuto limitazioni, eccetera; tutte cose
che noi poi troveremo scritte tra i principi della nostra
costituzione.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Altro aspetto politico
importante della Resistenza italiana fu l’organizzazione degli
scioperi dei primi di marzo 1944 che bloccarono l’attività di
moltissime fabbriche e di intere città. A Milano si fermarono i
tram, lo sciopero bloccò anche Il Corriere della Sera. Non era
possibile per i nazifascisti nascondere la gravità che da tali
scioperi emergeva. Inoltre fu attraverso l’attività dei
propagandisti politici nelle fabbriche, negli uffici e dappertutto
che in molti cittadini, sino a quel momento disinteressati, si
manifestò il desiderio e la necessità di seguire attentamente le
vicissitudini della politica.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Le fucilazioni e le
deportazioni di scioperanti, operate dai nazisti, i manifesti affissi
nelle strade che annunciavano condanne a morte ottennero solo lo
scopo di fare odiare ancor di più dalle popolazioni fascisti e
nazisti.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Un altro aspetto che non
bisogna dimenticare è l’apporto di idee e programmi che la
Resistenza ha elaborato e consegnato ai futuri reggitori della
politica nazionale. E da quelle idee e da quei programmi che sono
usciti i valori, i principi che sono alla base delle nostra
Costituzione che il 22 dicembre compirà cinquant’anni.
Ricordiamocelo.
</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">San Donato Milanese, 20 Novembre 1997</span></span><br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMNblxZwUZi4-jhVYkT327qCbURKW5MQ7xz9uEAsdOQRZYOqcKDvUQdL3DXML-7cr56nVnOyslPna0NbXtBb31yy9t7q3jNou1S67v9n86BWiELmU51c1XztIkn0OohaJL1f6pRV3wu2c/s1600/CopertinaGuerra+dei+GAP.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMNblxZwUZi4-jhVYkT327qCbURKW5MQ7xz9uEAsdOQRZYOqcKDvUQdL3DXML-7cr56nVnOyslPna0NbXtBb31yy9t7q3jNou1S67v9n86BWiELmU51c1XztIkn0OohaJL1f6pRV3wu2c/s320/CopertinaGuerra+dei+GAP.jpg" width="204" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><span style="color: red;"><a href="http://www.bibliotecamarxista.org/autori/pesce%20giovanni.htm"><span style="color: red;">Senza tregua - La guerra dei GAP</span></a></span></b></td></tr>
</tbody></table>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span></span></div>
menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-45262213443637556762016-10-15T12:20:00.000+02:002016-10-15T12:23:21.438+02:00NO Renzi Day<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrDa9OgFfGkEl9_8SfGzh0F74fwVriMSxZyXW1GcSwEFJgM7KeJLZnPtuCmY7aCMWpSYUTUTnIvVhvjzo1L-HRauzvLVaedPed8HMVJpS1oPbrSDuYl2LPfm2_dpRKerSTbnSyRIyTdPM/s1600/LOC+no-renzi-day+%2528704x1024%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrDa9OgFfGkEl9_8SfGzh0F74fwVriMSxZyXW1GcSwEFJgM7KeJLZnPtuCmY7aCMWpSYUTUTnIvVhvjzo1L-HRauzvLVaedPed8HMVJpS1oPbrSDuYl2LPfm2_dpRKerSTbnSyRIyTdPM/s400/LOC+no-renzi-day+%2528704x1024%2529.jpg" width="275" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><span style="color: #cc0000; font-size: x-large;">NO Renzi Day. </span><span style="color: black; font-size: x-large;">S</span></b><b><span style="font-size: x-large;">abato 22 Ottobre </span></b><b><span style="font-size: x-large;">Manifestazione nazionale a Roma </span></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<div>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><span style="color: #cc0000; font-size: x-large;">per il NO sociale alla controriforma costituzionale</span></b></span></div>
</div>
<div>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><span style="font-size: medium;"> </span></b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>In allegato trovate appello, adesioni, programma, locandina del NO Renzi day</b></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>Primi firmatari </b><span style="text-align: justify;"><b>Lidia Menapace</b> partigiana Bruna, <b>Umberto Lorenzoni</b>
partigiano Eros, Paolo Maddalena, Luigi De Magistris, Nicoletta Dosio,
Moni Ovadia, Valerio Evangelisti, Dino Greco, Pino Marziale, Antonio
Distasi, Mimmo Mignano, Stefano Fassina, Franco Russo, Giorgio
Cremaschi, Fabrizio Tomaselli, Luciano Vasapollo, Carlo Formenti,
Ernesto Screpanti, Sergio Cararo, Paolo Ferrero, Manuela Palermi, Mauro
Casadio, Paolo Leonardi, Giovanni Russo Spena, Emiddia Papi, Paola
Palmieri, Guido Lutrario, Eleonora Forenza, Claudia Candeloro, Carlo
Guglielmi, Franco Turigliatto, Moreno Pasquinelli, Stefano D’Errico,
Fabio Frati, Maurizio Acerbo, Andrea Ferroni, Roberta Fantozzi, Rosa
Rinaldi, Laura Di Lucia Coletti, Ciccio Auletta, Marco Bersani, Roberto
Musacchio, Cesare Antetomaso, Massimo Rossi, Italo Di Sabato, Haidi
Giuliani, Francesco Caruso, Emilio Molinari, Alfio Nicotra, Fabio
Alberti</span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="line-height: 115%;"></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="line-height: 115%;"></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><br /></b></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>L'evento su facebook: </b><a href="https://www.facebook.com/events/198463470588390/">https://www.facebook<wbr></wbr>.com/events/198463470588390/</a></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: red;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>NO
RENZI DAY</b></span></span></span></div>
<span style="color: red;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span></span>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: red;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>NO
ALLA CONTRORIFORMA E AL GOVERNO RENZI</b></span></span></span></div>
<span style="color: red;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span></span>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: red;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>L’appello
del Coordinamento</b></span></span></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: red;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>per il NO Sociale alla Controriforma
Costituzionale:</b></span></span></span></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Il
governo Renzi dopo infiniti ritardi ha fissato la data del voto
referendario per il 4 dicembre. Organizzazioni sindacali di base,
movimenti civili e sociali, organizzazioni politiche militanti della
lotta per la democrazia, il lavoro e l’ambiente, partigiani, hanno
dato vita al COORDINAMENTO PER UN NO SOCIALE ALLA CONTRORIFORMA
COSTITUZIONALE che propone due scadenze nelle quali far sentire le
ragioni sociali del NO: </span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name="_GoBack"></a>-
Il 21 ottobre il coordinamento sostiene lo SCIOPERO GENERALE
proclamato sinora da USB, UNICOBAS, USI per la difesa dei diritti del
lavoro e dello stato sociale, per difendere ed applicare la
Costituzione del 1948, per dire basta al governo Renzi e al massacro
sociale. Lo sciopero si svolgerà con iniziative diffuse in tutto il
paese.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">-
Il 22 ottobre il COORDINAMENTO indice il NORENZIDAY, manifestazione
nazionale a Roma per dire NO alla Controriforma Costituzionale ed a
tutti i suoi autori nel nome del popolo sfruttato, precario, senza
lavoro, impoverito, avvelenato.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">I
temi della mobilitazione saranno:</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">PER
L’APPLICAZIONE DEI PRINCIPI E DEI DIRITTI DELLA COSTITUZIONE
DEL1948: IL LAVORO, LA FORMAZIONE E LA SCUOLA PUBBLICA, LA CASA, IL
REDDITO, LO STATO SOCIALE E I BENI COMUNI IN MANO PUBBLICA,
L’AMBIENTE E LA DEMOCRAZIA, LA DEMOCRAZIA E LA SICUREZZA SUI LUOGHI
DI LAVORO. LA LIBERTÀ E LA SOVRANITÀ DEMOCRATICA DEL POPOLO
ITALIANO, OGGI SOTTOPOSTA AD UN VERGOGNOSO ATTACCO DA PARTE DEI
GOVERNI DEGLI USA, DELLA GERMANIA E DALLA BUROCRAZIA DELLA UE.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">NO
ALLA CONTRORIFORMA COSTITUZIONALE DEL GOVERNO, DELLA CONFINDUSTRIA,
DELLE BANCHE E DELL’ UNIONE EUROPEA.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">NO
AL JOBSACT, ALLA PRECARIETA’ SOCIALE, ALLA BUONA SCUOLA, ALLA LEGGE
FORNERO, AL DECRETO MADIA, ALLA TAV E ALLE GRANDI OPERE, ALLA
PERSECUZIONE DEI MIGRANTI, ALLA DISTRUZIONE DELLO STATO SOCIALE, ALLE
PRIVATIZZAZIONI, AI TAGLI ALLA SANITA’, AGLI INTERVENTI SULLE
PENSIONI A FAVORE DELLE BANCHE, AL TTIP ED AL CETA.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">NO
ALLA GUERRA, ALLA NATO, ALLE SPESE E ALLE MISSIONI MILITARI, ALLA
REPRESSIONE PADRONALE, POLIZIESCA E GIUDIZIARIA.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">DOPO
LO SCIOPERO GENERALE DEL 21 OTTOBRE LA MOBILITAZIONE CONVERGERÀ DAL
POMERIGGIO DEL 21 IN PIAZZA SAN GIOVANNI PER UNA ACCAMPATA DI
PROTESTA DA CUI PARTIRÀ IL 22 OTTOBRE IL CORTEO DEL NORENZIDAY</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Lidia
Menapace partigiana Bruna, Umberto Lorenzoni partigiano Eros, Paolo
Maddalena, Luigi De Magistris, Nicoletta Dosio, Moni Ovadia, Valerio
Evangelisti, Dino Greco, Pino Marziale, Antonio Distasi, Mimmo
Mignano, Stefano Fassina, Franco Russo, Giorgio Cremaschi, Fabrizio
Tomaselli, Luciano Vasapollo, Carlo Formenti, Ernesto Screpanti,
Sergio Cararo, Paolo Ferrero, Manuela Palermi, Mauro Casadio, Paolo
Leonardi, Giovanni Russo Spena, Emiddia Papi, Paola Palmieri, Guido
Lutrario, Eleonora Forenza, Claudia Candeloro, Carlo Guglielmi,
Franco Turigliatto, Moreno Pasquinelli, Stefano D’Errico, Fabio
Frati, Maurizio Acerbo, Andrea Ferroni, Roberta Fantozzi, Rosa
Rinaldi, Laura Di Lucia Coletti, Ciccio Auletta, Marco Bersani,
Roberto Musacchio, Cesare Antetomaso, Massimo Rossi, Italo Di Sabato,
Haidi Giuliani, Francesco Caruso, Emilio Molinari, Alfio Nicotra,
Fabio Alberti</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Prime
adesioni: USB, UNICOBAS, USI, CUB Trasporti Lazio, Eurostop,
Movimento No TAV Val di Susa, Forum Diritti Lavoro, Contropiano,
Carovana delle periferie Roma, Forum Italiano dei Movimenti per
l’Acqua, Partito della Rifondazione Comunista, Rossa, Rete dei
Comunisti, Sinistra Anticapitalista, Partito Comunista Italiano, Noi
Restiamo, L’Altra Europa con Tsipras, Militant Roma, CONUP
(pensionati), Centro Sociale 28 Maggio Brescia, USI Cons, FGCI,
Giovani Comunisti, Sinistra No Euro, CARC, Circolo Agorà Pisa,
Centro internazionale Crocevia, Rete NOWAR, Per un’altra città –
Laboratorio Politico Firenze, Fronte Popolare Milano, Partito
Comunista dei Lavoratori, P101, Economia Per I Cittadini, Comitato
per il No di Roma, Coord. Per la Democrazia Costituzionale (comitato
per il NO) Napoli, Comitato della Franciacorta per il NO, ATTAC
Italia, Partigiani della Scuola Pubblica, MGA (associazione
avvocati), Collettivo Comunista (M-L) Nuoro, Sinistra per Roma,
Giuristi democratici, centro sociale Zona 22 (San Vito Ch),
Osservatorio sulla repressione, Controlacrisi</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Movimento
Nazionale Antifascista per la Difesa Integrale e il Rilancio della
Costituzione, Comitato per "Un NO per la democrazia sociale”,
Comitato per il 'NO' di Civitavecchia, Comitato Nazionale Lipscuola,
Comitato Ligure La Scuola per il NO, Rete per l'autorganizzazione
popolare, collettivo politico della Casa del Popolo Giuseppe Tanas,
Facciamosinistra, CSOA TERRA ROSSA Lecce, Università Popolare
Asylum, Arsave - Laboratorio per la città che vogliamo, PMLI,
Lavoro e Salute, Forum Insegnanti, Partito di Alternativa Comunista,
Associazione Politico Culturale "La Rossa" di Lari (PI),
Commissione Audit sul debito pubblico di Parma, Fronte di Lotta No
Austerity, autoconvocatiscuoleroma</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Mario
Agostinelli, Carlo Andreini, Carlo Barbiani, Gaetano Bucci, Giovanni
Caggiati, Ciampi Angelo, Chirico Domenico, Gabriele Visco Gialardi,
Enzo Lanini, Arianna Roggeri, Angelo Ruggeri, Paolo Andreozzi, Mario
Eustachio de Bellis, Marina Boscaino, Alfredo Toppi, Stefano Galieni,
Fabio de Nardis, Carla Maria Ruffini, Sergio Cesaratto, Angelo Di
Naro</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Coordinamento
per NO Sociale alla Controriforma Costituzionale</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Per
informazioni, adesioni e contatti: <a href="mailto:coordinamentonosociale@gmail.com">coordinamentonosociale@gmail.com</a></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> <span style="color: red;"><b>NO RENZI
DAY</b></span></span></span></div>
<span style="color: red;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span></span>
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: red;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>NO ALLA
CONTRORIFORMA E AL GOVERNO RENZI</b></span></span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Programma in corso di
definizione della due giorni per il No Renzi Day </span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>Venerdi
21 ottobre</b> </span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">giornata dello <b>sciopero
generale</b> indetto da USB, UNICOBAS, USI ci
saranno iniziative territoriali in tutta Italia. </span></span>
</div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Dalle <b>ore
16.00 a Roma</b> “accampata” di lotta con
dibattiti su Europa e riforme</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">a <b>P.zza
San Giovanni</b>, <b>dalle 21
concerti</b> di Banda Bassotti, Assalti frontali,
Pugni in tasca, The Conspirators, Los 3 altos, Skasso, intermezzi
con Giordano Deplano, Cristian Raimo ed altri. Parteciperà anche
Rikom Carnera con il suo rap per Abd Elsalam. La serata è intitolata
ad Abd Elsalam, operaio ucciso mentre lottava per i diritti di tutti.</span></span></div>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b>Sabato
22 ottobre </b> <b>ore 14.00 corteo nazionale da
piazza San Giovanni</b></span></span></div>
</div>
menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-6533064965107678982016-10-08T15:23:00.004+02:002016-10-12T19:18:38.701+02:00Singularity: il punto di non ritorno dell'evoluzione umana<h2 class="watch-title-container" style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span class="watch-title" dir="ltr" id="eow-title" title="Singularity: il punto di non ritorno dell'evoluzione umana">Dicono alla "Casaleggio associati": </span>Arriverà un momento in cui non comprenderemo le scelte delle intelligenze artificiali che avremo creato.</span></span></span></h2>
<h2 class="watch-title-container" style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Dopo l'umano [</span></span></span><span style="color: blue;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="color: blue;"><a href="http://www.kainos.it/numero6/emergenze/emergenze-pepperell-it.html" target="_blank"><b>THE POSTHUMAN MANIFESTO TO UNDERSTAND HOW THE WORLD IS CHANGING IS TO CHANGE THE WORLD</b></a></span>] </span></span></span></h2>
<h2 class="watch-title-container" style="text-align: justify;">
</h2>
<h2 class="watch-title-container" style="text-align: justify;">
</h2>
<h2 class="watch-title-container" style="text-align: justify;">
</h2>
<h2 class="watch-title-container" style="text-align: justify;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/iSeeEfQpaEg" width="560"></iframe></h2>
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"><b><span style="color: red;">L'altrove . . . </span></b></span></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/n_5qB2EQNk8" width="560"></iframe>
menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4522163800615314374.post-21924788620767990432016-05-01T11:28:00.000+02:002016-05-01T11:29:37.017+02:00Il PRIMO MAGGIO<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;">La
scelta della data non fu certo casuale: si optò per il 1° maggio perché
tre anni prima, nel 1886, un corteo operaio svoltosi a Chicago era
stato represso nel sangue. A metà del 1800, infatti, i lavoratori non
avevano diritti: lavoravano anche 16 ore al giorno, in pessime
condizioni, e spesso morivano sul luogo di lavoro. Il 1° maggio 1886 fu
indetto uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti per ridurre la
giornata lavorativa a 8 ore. La protesta durò 3 giorni e culminò, il 4
maggio, col <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Rivolta_di_Haymarket" target="_blank">massacro di Haymarket</a>: una vera e propria battaglia in cui morirono 11 persone. </span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixmeGqsTszZ2EwD2mbMWhUr0AdjajI9vQcqAL84xr5mfDtQK3FJWH9kgorPS9bnysagfj195n6XsjRXGLLM5XlnW9i4XmYJ4LgnNnKtaKUCPnnbd3bl0nDgV7ZMs8UREOQmu8KOCkx9GQ/s1600/1+Maggio.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="166" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixmeGqsTszZ2EwD2mbMWhUr0AdjajI9vQcqAL84xr5mfDtQK3FJWH9kgorPS9bnysagfj195n6XsjRXGLLM5XlnW9i4XmYJ4LgnNnKtaKUCPnnbd3bl0nDgV7ZMs8UREOQmu8KOCkx9GQ/s320/1+Maggio.jpg" width="320" /></a><span style="font-size: small;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"><span class="ATextTitle"><span class="ATextTitle"><span class="ATextTitle"><u>Perché il 1° maggio</u>. </span>Festa del lavoro o
dei lavoratori ha una lunga tradizione. Il Primo maggio nasce infatti a
Parigi il 20 luglio del lontano 1889. L’idea venne lanciata durante il
congresso della <b>Seconda Internazionale</b>, che in quei
giorni era riunito nella capitale francese. Durante i lavori venne
indetta una grande manifestazione per chiedere alle autorità pubbliche
di ridurre la giornata lavorativa a otto ore.</span></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span class="ATextTitle"><span style="text-decoration: underline;">Oltreconfine</span>.</span>
L’iniziativa superò i confini nazionali e divenne il simbolo delle
rivendicazioni degli operai che in quegli anni lottavano per avere
diritti e condizioni di lavoro migliori. Così, nonostante la risposta
repressiva di molti governi, il 1° maggio del 1890 registrò un’altissima
adesione. Oggi quella data è festa nazionale in molti Paesi.
Naturalmente Cuba, Russia, Cina, ma anche Messico, Brasile, Turchia e i
Paesi dell’Ue. Non lo è, invece, negli Stati Uniti. <span class="ATextTitle">Abolito dal fascismo. </span>Nel
1923, sotto il fascismo venne abolito il 1° maggio e la festa dei
lavoratori confluì nel Natale di Roma (21 aprile), leggendaria data di
fondazione della Capitale, nel 753 a. C. Nel 1947 infine la festa del
lavoro e dei lavoratori divenne ufficialmente festa nazionale.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><a href="http://www.raistoria.rai.it/articoli/da-chicago-a-roma-storia-per-immagini-del-primo-maggio/24778/default.aspx"><b><span style="color: red;">Storia per immagini del PRIMO MAGGIO</span></b></a> <b><span style="color: red;">(Fonte: R A I )</span></b></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><a href="http://www.lazio.cgil.it/arcstor/archivio/1maggio.html"><b><span style="color: red;">Il PRIMO MAGGIO: Storia e significati</span></b></a></span></span></div>
menti critichehttp://www.blogger.com/profile/17516260733303712814noreply@blogger.com0