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mercoledì 26 ottobre 2016

XIV Edizione di Gender Bender




Dal 26 ottobre al 6 novembre si svolgerà a Bologna la XIV Edizione di Gender Bender, il festival internazionale che presenta al pubblico italiano gli immaginari contemporanei legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale. Quest’anno inauguriamo la nostra collaborazione con il festival, con la forma inedita di un “percorso” di visioni femministe consigliato da Comunicattive. Perché di femminismi, in questi tempi atroci di violenze materiali e simboliche contro i corpi e le vite delle donne, ne abbiamo veramente un bisogno radicale. Scoprite come abbiamo scelto i film, gli spettacoli e gli incontri che vi consigliamo e quali sono gli appuntamenti >>

Non una di meno contro violenza maschile sulle donne, femminicidio e violenza di genere

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Come Comunicattive abbiamo aderito con entusiasmo alla manifestazione NON UNA DI MENO del 26 Novembre a Roma: una grande mobilitazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne, il femminicidio ... Leggi tutto

martedì 8 marzo 2011

8 MARZO: FINE ALLE VIOLENZE SESSUALI


8 MARZO: ANCHE IN ITALIA LA CAMPAGNA DI AMNESTY INTERNATIONAL PER CHIEDERE AL GOVERNO DEL NICARAGUA DI PORRE FINE ALLA VIOLENZA SESSUALE. OLTRE 14.000 STUPRI IN 10 ANNI - In occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale delle donne, la Sezione Italiana di Amnesty International promuove in Italia la campagna mondiale dell’organizzazione per i diritti umani per chiedere al governo del Nicaragua di porre fine alla violenza sessuale, dilagante nel paese. Tra il 1998 e il 2008, 14.337 donne e ragazze hanno denunciato di aver subito violenza sessuale.In quasi la meta’ dei casi, si trattava di ragazze al di sotto dei 17 anni di eta’. La maggior parte delle violenze e degli abusi avviene in ambito familiare. Nonostante l’evidente gravita’ del problema, il governo del Nicaragua non si sta ancora occupando di questa emergenza nascosta dei diritti umani. Nel suo appello al governo del presidente Daniel Ortega, Amnesty International chiede di prevenire la violenza sessuale, proteggere le sopravvissute e garantire giustizia e risarcimento alle giovani vittime di stupri. Nonostante i dati impressionanti, l’organizzazione per i diritti umani sottolinea come in Nicaragua, cosi’ come in altri paesi dell’America Latina, lo stupro e gli abusi sessuali siano reati poco denunciati, soprattutto se coinvolgono giovani ragazze e se avvengono in famiglia. Il sistema giudiziario non riesce a proteggere le ragazze che hanno denunciato abusi sessuali o stupri alla polizia e molte di loro restano intrappolate in situazioni di violenza senza una via d'uscita ne’ giustizia. Anche nei casi in cui le inchieste vadano avanti, spesso chi ha sporto denuncia abbandona il processo poiche’ troppo traumatico o costoso.In alcuni casi, i presunti colpevoli sono rilasciati su cauzione senza che vi siano adeguati controlli o supervisioni, con enormi rischi di ritorsioni e vendette sulle donne che hanno subito violenza sessuale. Le giovani sopravvissute agli stupri o agli abusi sessuali ricevuto uno scarso, se non nullo, sostegno dal governo per superare i traumi e ricostruire le loro vite. Le piu’ fortunate trovano assistenza psicologica o legale in strutture indipendenti, ma cio’ non e’ abbastanza per garantire aiuto a tutte quelle che ne hanno bisogno. Nel 2008, inoltre, e’ entrata in vigore una legge che considera reato l’aborto in ogni sua forma e in qualsiasi circostanza. Questo significa che le ragazze che restano incinte a seguito di uno stupro sono lasciate senza possibilita’ di scelta. Per promuovere l’appello al governo del Nicaragua, la Sezione Italiana di Amnesty International ha anche prodotto il cortometraggio ‘Fermiamo la violenza sessuale contro donne e ragazze’, in cui l’attrice Maria Scorza legge alcune testimonianze di donne e ragazze che hanno trovato il coraggio di denunciare gli atti di violenza subiti. Roma, 7 marzo 2011Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361 - 348-6974361 - e-mail: press@amnesty.it
Leggi tutti gli altri comunicati stampa all’indirizzo:
http://www.amnesty.it/archivio-tutte-news-comunicati.html
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3008
http://www.amnesty.it/donne_nicaragua

lunedì 7 marzo 2011

Date: di lotte e di memorie - Facciamo sul serio uno sciopero generale che pesi nella vita sociale e politica dell’Italia

Poche segnalazioni sul blog http://blog.libero.it/VoceProletaria nelle quali, tra vari altri report ed articoli, abbiamo voluto privilegiare, per il momento, due date a noi molto vicine: l'8 Marzo, Giornata Internazionale di Lotta delle Donne; e l'11 Marzo, giornata carica di significato per i militanti comunisti bolognesi per l'uccisione di Francesco Lorusso. Su queste due date abbiamo „caricato“ un po' di materiale di diversa origine e alcuni appuntamenti ad esse relative. La data che, tuttavia, risulterà più importante per tutte e tutti è un po' più spostata nel tempo, al prossimo 6 Maggio. E' infatti quella la data che – alleluja! - la Camusso ha scelto per l'indizione dello Sciopero Generale della CGIL. Crediamo sia una scelta ai limiti della provocazione per i lavoratori, soprattutto per quelle centinaia di migliaia che, dallo scorso 16 Ottobre, sono scesi più volte in piazza in manifestazione nonché in tanti scioperi di categoria, invocando appunto lo Sciopero Generale in tempi brevi. La Camusso, invece, fedele al PD ed alla Confindustria, ha voluto scongiurare imbarazzanti (per lei e la sua cricca...) „coincidenze“ con momenti significativi di lotta (14 e 22 Dicembre scorsi; il referendum di Mirafiori; lo sciopero della FIOM del 28 Gennaio...) ed approda ora ad una giornata che è prossima soltanto alla scadenza elettorale per le amministrative di alcune grandi città: Milano, Torino, Napoli, Bologna più altre minori. Molto probabilmente avrà pensato di trasformare la pressione sempre più crescente delle federazioni di categoria e di varie Camere del Lavoro, che da tempo spingono con insistenza per lo Sciopero Generale, in un momento di volano per una possibile affermazione del PD in dette elezioni. Un giochino stupido (e, a parer nostro, pure inutile: il PD è capace di farsi male anche con il soccorso della CGIL...) che svela l'interesse ed il referente di questa dirigenza CGIL. Ad ogni modo, sarebbe ancor più stupido ignorare e sottovalutare il potenziale di questa data e, soprattutto, la possibilità di estendere e generalizzare la portata di questo Sciopero.La Camusso lo ha proclamato di sole 4 ore; lo dovremo far diventare di tutta la giornata! La Camusso lo vuol circoscrivere ai „suoi“ iscritti; lo dobbiamo far diventare di tutti i lavoratori, precari e „garantiti“, e di tutte le sigle sindacali conflittuali. Un primo segnale importante è già arrivato dalla disdetta della data del 25 Marzo, inizialmente indetto da FLC e Funzione Pubblica CGIL, peer confluire nella data del 6 Maggio, e già si sa che alcune categorie, così come intere strutture territoriali, estenderanno la durata a tutta la giornata lavorativa, superando il limite delle 4 ore. Noi, che siamo anche più ottimisti e volenterosi, intendiamo estenderlo e generalizzarlo anche alle associazioni ed agli ambiti sociali che negli ultimi mesi hanno manifestato la loro opposizione ai piani s-fascisti di questo Governo, pur senza dimenticare che il loro ed il nostro nemico non è il solo Berlusconi, ma anche Confindustria e, perché no, il sistema baronale rappresentato dalla CRUI. Percorsi di lotta che si sono espressi contro lo sfascio della Scuola e dell'Università pubblica; contro la mancata ricostruzione di L'Aquila e la relativa speculazione che ntorno ad essa si è sviluppata; per il mantenimento in mano pubblica dell'acqua, bene primario e comune; e tante altre espressioni di malessere sociale possono e devono finalmente intrecciarsi e ritrovarsi. In piazza, tutti insieme! Il 6 Maggio!
Per il momento ci fermiamo qui, e lasciamo spazio ad un comunicato di Giorgio Cremaschi sempre relativo al 6 Maggio, che qui di seguito riproduciamo. Naturalmente ritorneremo sull'argomento, ma fin da ora poniamo qui un interrogativo: cosa c'entrano UIL e CISL col prossimo Primo Maggio? Anche su questa data intendiamo parlare... Da Proletaria Vox
A seguire: Dalla lettura di Gramsci, un importante contributo per l'azione sindacale dei comunisti. Da leggere assolutamente!
I comunisti e il Sindacato di Classe. Di Comunisti Uniti.
http://blog.libero.it/VoceProletaria/9955544.html
Un appuntamento vissuto in modi molto diversi, eppure legati dallo stesso filo. 8 Marzo con le donne partigiane. Di Donne ANPI Bologna.
http://blog.libero.it/VoceProletaria/9955479.html
8 Marzo di lotta a Trento. Di Lavoratrici ORVEA.
http://blog.libero.it/VoceProletaria/9955508.html
8 Marzo, giornata internazionale di lotta. Di UdB/CUB.
http://blog.libero.it/VoceProletaria/9962147.html
8 Marzo di tanti anni fa. Di J.V.Dzugasvilj Stalin.
http://blog.libero.it/VoceProletaria/9962085.html
La memoria di Bologna...
11 Marzo, Bologna, Francesco Lorusso. Di Proletaria Vox.
http://blog.libero.it/VoceProletaria/9962042.html
Continua la deriva neoconcertativa di questa sigla...
La firma meschina di USB in CAI. Di CUB Trasporti.
http://blog.libero.it/VoceProletaria/9962066.html
Affari internazionali, letture „di classe“.
Dal Wisconsin al Nord Africa...Di Valerio Evangelisti.
http://blog.libero.it/VoceProletaria/9962514.html
Uno sciopero generale chiaro e forte contro Governo e Confindustria
di Giorgio Cremaschi, 03.03.2011
La segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, ha annunciato che lo sciopero generale è convocato per il 6 maggio. E’ la peggiore delle decisioni migliori.Lo sciopero generale è stato chiesto da mesi e finalmente si fa. Ma la data è troppo in là rispetto alle urgenze e ai problemi e, soprattutto, non sono ancora chiare la dimensione e i contenuti dello sciopero. Sarebbe sbagliato uno sciopero di 4 ore indirizzato solo contro il Governo. Occorre uno sciopero generale di 8 ore che coinvolga tutto il mondo del lavoro, compreso quello precario, e che sia indirizzato anche esplicitamente contro la Confindustria e il sistema delle imprese che, guidato dalla Fiat, sta distruggendo diritti e sistema contrattuale.
I fatti parlano chiaro. La presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, ha riaperto lo scontro sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, rivendicando per le imprese la “flessibilità in uscita”, visto che quella in entrata è anche troppa. C’è del metodo in tutta questa follia. La rivendicazione della libertà di licenziamento mette il suggello finale a un’aggressione al contratto, ai diritti, allo Statuto dei lavoratori, alla stessa Costituzione, che ha avuto un’accelerazione con l’aggressione di Marchionne ai diritti dei lavoratori Fiat.
D’altra parte è evidente che se si vuol far pagare tutti i costi della crisi ai lavoratori e se la crisi continua, al di là delle chiacchiere, l’attacco ai diritti del lavoro, al salario, alle libertà, assieme a una nuova offensiva sulle privatizzazioni e contro lo stato sociale, sono l’unica strada per fare soldi.
Il punto è che questa linea reazionaria del padronato italiano è oggi il cemento di un blocco di potere politico e sindacale che governa il paese. Spesso si dice che non c’è più la concertazione, non è vero, semplicemente il blocco concertativo è oggi formato dal governo, da una serie di poteri forti, dalla Confindustria, dalla Cisl e dalla Uil. Da esso è esclusa l’opposizione politica, che non se ne è ancora accorta, e la Cgil, che spera ancora che non sia così.
Eppure l’ultimo contratto del commercio nel quale le aziende hanno volutamente inserito norme come il recepimento del collegato lavoro, che sembrano fatte apposta per impedire in ogni caso anche alla più moderata delle Cgil la firma, quest’ultimo accordo separato dovrebbe dimostrare che il blocco politico, economico e sindacale che governa oggi l’Italia è intenzionato a continuare nell’emarginazione della Cgil e di tutto ciò che in qualche modo non rientra nei suoi disegni. Pare, a questo punto, che la segreteria della Cgil abbia finalmente superato le riserve e gli indugi e si appresti ad annunciare la fatidica data dello sciopero generale. Se così sarà, sarà un fatto positivo, che prende atto della realtà. Il più grande sindacato italiano, proclamando lo sciopero generale, si trova però di fronte a due scelte di fondo. La prima è che è evidente che questo sciopero non potrà essere indirizzato solo contro Berlusconi, ma anche contro la Confindustria e inevitabilmente contro il blocco di potere di cui Cisl e Uil fanno parte. Sarà quindi uno sciopero che dovrà costruire uno schieramento alternativo a quello che oggi costruisce gli accordi separati, il collegato lavoro, le deroghe contrattuali, la negazione delle libertà sindacali e dei diritti individuali delle lavoratrici e dei lavoratori. Sarà uno sciopero sindacale ma anche politico, nel senso che è anche politico il blocco di potere contro cui si scende in lotta. Dovrà anche però essere uno sciopero in grado di mostrare la forza di tutto quel mondo del lavoro, di tutto quel paese, che oggi si oppone ai disegni autoritari di Berlusconi, Marchionne e del loro blocco di potere. Dovrà quindi essere uno sciopero fatto per fermare il paese, chiaro nelle controparti e altrettanto nelle intenzioni di riuscita. Non quindi uno sciopero di 4 ore o simili, per qualche manifestazione, ma uno sciopero completo, di tutta la giornata lavorativa, di tutte le categorie, che ci provi davvero a far sentire il peso del lavoro che non ci sta nella vita politica italiana. Se questa sarà la scelta lo sciopero generale si incontrerà inevitabilmente con tutti i movimenti di lotta, che in questi mesi hanno risposto all’attacco ai diritti. Dagli studenti, ai movimenti sociali, a quelli civili e democratici. Parlerà necessariamente alla mobilitazione eccezionale delle donne contro l’attacco alla dignità della persona. Dovrà quindi essere uno sciopero generale forte e aperto, in grado di proporre un blocco sociale e civile alternativo al blocco politico ed economico che governa il disastro attuale dell’Italia. Su questo bisogna insistere ora, anche di fronte a incertezze, ambiguità e minimizzazioni con cui si vuol già derubricare un’eventuale decisione della Cgil. Facciamo sul serio uno sciopero generale che pesi nella vita sociale e politica dell’Italia.