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venerdì 3 giugno 2011

QUIETE E POI TEMPESTA, SOTTO I CIELI DEL MONDO - ASSEMBLEA PUBBLICA NAZIONALE

Si invita a partecipare all'Assemblea pubblica "QUIETE E POI TEMPESTA, SOTTO I CIELI DEL MONDO - UN'ALTRA OPPOSIZIONE È POSSIBILE. CRISI, DIRITTI DI CITTADINANZA, LIBERTÀ NELLE METROPOLI DEL CAPITALE" per ricordare Oscar Marchisio. Più di un anno fa, Oscar Marchisio se ne andava per sempre. In viaggio lo è sempre stato, quasi per abituarci alla sua assenza e ad imparare a far da soli. Ora sono cambiate le capacità / volontà permanenti del suo ricordo da parte di ciascuno di noi, orgogliosi di averlo conosciuto, frequentato, "usato" intellettualmente e politicamente, capacità / volontà collettive di conservare e far fruttificare i frammenti del suo agire come lasciti individuali da ricomporre. Ricordarlo, dunque, come se dovesse tornare a donarci ancora i "prodotti" della sua mente, gli stimoli "a fare" del suo prezioso operare teorico-politico e culturale. Dal punto di vista politico-programmatico - refrattario alla deriva "commerciale" del sistema dei partiti, sempre più assortito [http://www.socialmente.name/ ] - Oscar Marchisio, anche in occasione delle elezioni amministrative '09, ha guardato con sincero interesse ed "occhio critico" all'esperienza di Bologna Città Libera, constatando la reale "logica concorrenziale" sussistente tra il "mercato mainstream" e post-neo organizzativo delle "sinistre" contrapposto ad "etichette" più o meno "indipendenti" (ad esempio, la tendenza neocivica insita in B.C.L.) e di leadership eterno-emergenti. In mezzo, una marea di "soggetti" che o muoiono dopo le prime "battaglie" pubbliche - avvezzi solo alla virtualità reticolare - o emigrano verso "mercati" che meglio remunerano (sottobosco del mondo sindacale, politico, culturale, mediale). La "TEMPESTA, SOTTO I CIELI DEL MONDO" è - a contrario - una sincera espressione di rifiuto di tali melmosi andazzi. E' una raccolta di energie (donne e uomini liberi che si incontrano nelle autentiche relazioni territoriali e sociali antagonisticamente orientate contro la "società del capitale" e si autodeterminano) che hanno il polso della "situazione" e manifestano la coraggiosa volontà di industriarsi nel costruire un'alternativa forma di vita popolare - umile e forte - dal respiro strategico ed efficace nel risultato, inaridendo definitivamente le visioni e le prassi dei mesterianti ed aspiranti stregoni.
Una "lingua" nuova, per dire ed affermate nuove forme di vita popolare. Questo è lo snodo fondativo ed irreversibile d'una modalità originale di pensiero e di azione che salda l'opera di Oscar Marchisio all'iniziativa politico-programmatica che viene messa in cantiere, nella rilettura doverosamente critica (scienze) e nell'assunzione di responsabilità (coscienze) di un dispositivo collettivo - i costituendi Comitati popolari di resistenza per la cittadinanza attiva (CPRCA) - da vivere davvero sulla propria pelle, senza vie di fuga, nel fuoco di un cambiamento epocale la cui posta in giuoco è la libertà d'esistere.

DATA IPOTIZZATA: 31 Ottobre 2011, tutto il giorno
Luogo: Città nell'area metropolitana bolognese
Via: Ubicazione in corso di individuazione
Sito web: http://cprca2010.blogspot.com/ - http://cprca2010.ning.com/ -
Telefono: 3393314808 (per primi contatti, preferibili sms di presentazione)
Tipo di evento: Assemblea pubblica
Organizzato da: Giovanni Dursi (costituendo Comitato popolare di resistenza per la cittadinanza attiva - CPRCA)

mercoledì 27 ottobre 2010

A Bologna come altrove in Italia: esprimere subito contrarietà all'«ipotesi Vendola»

Le parole di Nichi Vendola – a supporto della “sfida SEL” e naturale prodotto di trent'anni di presenza nell'agone politico - sono suggestivamente importanti, come nella tradizione retorica della politica italiana lo sono state, ad esempio, quelle di Aldo Moro, quando coniò le (scientificamente improbabili) “convergenze parallele”. Non casualmente, infatti, al Congresso fondativo di SEL celebrato a Firenze, Vendola cita il democristiano Moro, ricordando anche il Gramsci “critico dell'anticlericalismo”; inizia così, con le parole usate a proposito, quella curvatura d'una «ipotesi» comparsa nel teatro della politica che dovrebbe convincere il “popolo di sinistra” insofferente all'evanescenza PD ed all'anacronismo di altre organizzazioni “comuniste” e/o “ecologiste”. Vendola, eletto all'unanimità con voto palese Presidente di “Sinistra, Ecologia, Libertà”, rappresenta la versione nobile – onesta intellettualmente – del ridicolo “maanchismo veltroniano”, laddove conferma la propria fede religiosa e la sacralità della vita e, nel contempo, ribadisce la radicalità di comportamenti diversi sul piano etico-sociale, costruisce un ponte ideale verso i cattolici e la Chiesa senza deflettere sulla problematicità dei “diritti” individuali e collettivi. Vendola usa il linguaggio della tradizione retorica della politica italiana marcando una insospettata continuità con la togliattiana/divittoriana “democrazia progressiva”, oggi da lui concepita di respiro europeo e risorgente dalla ceneri del “blairismo”. La “grande speranza” che vuole essere, infatti, non si limita ad un partito-movimento, SEL appunto, forza transitoria quanto contingentemente necessaria, mezzo più che fine, bensì mette in cantiere un'ambizione con l'intento di superare l'attuale composizione SEL d'essere “ex qualcosa” e costruire un'ampia forza di “sinistra”, interlocutore ideale di un moderatismo “democratico” in grado di sconfiggere elettoralmente il “berlusconismo” nella sua variante tremontiana. Coniugare “sinistra” ed “ecologia” - “parola capace di parlare all'intero genere umano, un termine che richiama un francescanesimo laico”, afferma Vendola – diviene indispensabile per allargare la base del consenso, come lo è amalgamare i due termini con “libertà”, “ricercata partendo dalla condizione dei lavoratori, dei bambini, delle donne” poiché “negata dalle ideologie”; inoltre, molto pragmaticamente, SEL rilancia il dialogo con il mondo cattolico evitando accuratamente “pulsioni anticlericali”, anzi rivolgendosi direttamente al popolo del “family day” colpito “dall'impoverimento prodotto dalle politiche liberiste” ed alla Chiesa per intendersi su “temi eticamente sensibili”. Nel Pantheon personale di Vendola, ci sono l'economista Vandana Shiva, Carlin Petrini, don Ciotti e Gino Strada, Gramsci e Pasolini ed attraverso questo patrimonio culturale legge oggi un'Italia la cui “narrazione” è stata strappata dal berlusconismo “infastidito dalla democrazia”. All'opera di ricucitura, il partito di Vendola vuole dedicarsi, inserendosi nel filone europeo della “sinistra” dei valori ecumenici e del buon governo, distante da quella “modernizzatrice e fuoriuscita dalla sua storia laburista” portatrice di ulteriori sconfitte. In questo orizzonte, Vendola candida SEL come sponda politica di un sindacato che rivendica diritti e dignità per i lavoratori (guarda alla CGIL) e sollecita il PD ad abbandonare l'apologia del tremontismo (rappresentata da Padoa Schioppa) aprendo una linea alternativa al “tema totemico del debito pubblico”; il vocabolario vendoliano di immagini sintetizza questi obiettivi nella capacità di vincere d'una “sinistra non innamorata dell'estetica del naufragio”. Nichi Vendola, nella lettura e/o narrazione politica che fornisce, si trova a suo agio tanto nel proporsi come leader di una “sinistra” tutt'ora impegnata in una faticosa, quanto miope, ricerca identitaria, quanto nel confezionare un immaginario collettivo riusando il temperato radicalismo pcista e la lezione del riformismo divittoriano/togliattiano che, insistendo nel riconoscere le “ragioni degli altri”, finisce con l'interiorizzarle nell'indistinzione teorico-pratica. Inoltre, Vendola – corteggiata neoicona mediatica assimilabile ad Obama - pare completamente dimentico dei danni coprodotti con il suo mentore (Bertinotti) che hanno fatto terra bruciata nell'area sociale di riferimento, rifluita nell'astensionismo e, vivaddio, autonomamente nelle lotte, forse aristocraticamente considerate (però, senza dirlo!) espressione di un massimalismo e settarismo indigesti per l'affabulazione politica non violenta. Sarà pure un affresco d'una Italia diversa concepita come possibile, ma ora, abbandonata la tattica utile a farsi apprezzare, dopo le parole “per dire di sé”, ci vogliono gli argomenti veritieri per descrivere, indicare, proporre un'alternativa politico-programmatica, culturale, strategica al capitalismo multinazionale al di là del fare amministrativo compatibile con la divisione sociale del lavoro generatrice di disuguaglianze e della sperimentazione di alchemiche alleanze partitiche, frutto di storicamente inattuabili blocchi sociali che, astrattamente e colpevolmente, tentano di rimuovere la sottostante guerra di classe.
Link utili:
http://cprca2010.ning.com/profiles/blogs/lt-unaltra-opposizione-e
http://www.bolognacittalibera.org/profiles/blogs/io-narrante-e-coscienza
http://www.bolognacittalibera.org/profiles/blogs/i-cangianti-colori-della-1
http://www.bolognacittalibera.org/profiles/blogs/fuori-dal-parlamento-visibilia