mercoledì 25 maggio 2011

REFERENDUM 12 e il 13 giugno 2011

Il 12 e il 13 giugno 2011 si terrà in Italia un referendum suddiviso in 4 quesiti: uno riguarda il legittimo impedimento, istituto giuridico che permette all'imputato, in alcuni casi, di giustificare la propria assenza in aula, due riguardano la privatizzazione dell’acqua e uno ruota attorno al ritorno dell’energia nucleare in Italia.
Trattandosi di referendum abrogativo, ai cittadini verrà chiesto di abrogare o meno alcune norme esistenti, o loro parti, riguardanti le tematiche di cui sopra.

Più semplicemente, ogni quesito sarà del tipo “vuoi abrogare la norma x?”. Rispondendo “No” si esprimerà la proprio volontà affinché la norma rimanga vigente, al contrario, rispondendo “SI’”, si opterà per la sua abrogazione. Affinché le votazioni siano valide si deve raggiungere il quorum: è necessario, cioè, che vada a votare il “50% + 1” degli aventi diritto (circa 25 milioni di italiani).

Cos’è il referendum
La parola referendum riprende il gerundio latino del verbo refero, "riferisco" (nella frase ad referendum, "[chieder dei documenti, ecc.] per riferire")[1], e indica comunemente lo strumento attraverso cui il corpo elettorale viene consultato direttamente su temi specifici; esso è uno strumento di democrazia diretta, consente cioè agli elettori di fornire - senza intermediari - il proprio parere, o la propria decisione, su un tema oggetto di discussione.

I referendum in Italia
I referendum in Italia sono di numerose forme.
Solo le tipologie contemplate dalla Costituzione italiana ammontano a quattro: il referendum abrogativo di leggi e atti aventi forza di legge (articolo 75), quello sulle leggi costituzionali e di revisione costituzionale (articolo 138), quello riguardante la fusione di regioni esistenti o la creazione di nuove regioni (articolo 132 comma 1), quello riguardante il passaggio da una Regione ad un'altra di Province o Comuni (articolo 132 comma 2). Inoltre è previsto, all'articolo 123 comma 1, che gli statuti regionali regolino l'esercizio del referendum su leggi e provvedimenti amministrativi della regione.
Nel 1989 una legge costituzionale ha consentito che, in occasione delle elezioni del Parlamento europeo, si votasse anche per un referendum consultivo sul rafforzamento politico delle istituzioni comunitarie.
Altri referendum a livello comunale e provinciale sono poi previsti da fonti sub-costituzionali.
Il 2 giugno 1946 si svolse in Italia il primo referendum istituzionale con il quale i cittadini furono chiamati a scegliere tra repubblica e monarchia.

Quando, come e dove si vota
I referendum si terranno in tutta Italia Domenica 12 giugno dalle 8 alle 22 e Lunedì 13 giugno dalle 7 alle 15.

Si voterà nel proprio Comune di residenza, nella sezione elettorale indicata sulla propria tessera elettorale.

Gli elettori dovranno esibire al presidente del seggio la tessera elettorale ed un documento di riconoscimento e riceveranno da un componente del seggio 4 schede di diverso colore ognuna con un quesito e due caselle con su scritto “SI’” e “NO” sulle quali bisognerà apporre una croce: per votare “SI’”, e quindi per abrogare la norma oggetto del quesito, bisogna barrare la casella del “SI’”. Viceversa, per votare “NO” e mantenere la norma già esistente, bisogna barrare la casella del “NO”.

Calendarizzazione e critiche
La legge vuole che i referendum abrogativi si tengano in una data compresa il 15 aprile e il 15 giugno e comunque non prima che siano passati almeno 365 giorni dallo svolgimento dell'ultimo suffragio nazionale.

In un primo momento, era stato proposto l'accorpamento del referendum al primo o al secondo turno delle elezioni amministrative del 15-16 maggio 2011, poi, il Ministro degli Interni Roberto Maroni ha optato per la divisione delle due consultazioni dichiarando che il referendum si sarebbe svolto il 12 e 13 giugno “secondo una tradizione italiana che ha sempre distinto le due date”.

La scelta è stata critica dai comitati promotori e dall’opposizione sia per l’evitabile spesa che va dai 300 ai 400 milioni di euro, sia perché vista come un tentativo di non fare raggiungere il quorum necessario, 50% + 1 degli aventi diritto al voto, vista lo collocazione del referendum poco distante dalle elezioni amministrative che inoltre, in alcune parti d’Italia dove si andrà al ballottaggio, si svolgeranno in due turni.


Primo quesito (Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione)
Volete voi che sia abrogato l'art. 23-bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 recante «Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria», convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall'art. 30, comma 26, della legge 23 luglio 2009, n. 99, recante «Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia», e dall'art. 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante «Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea», convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2009, n. 166, nel testo risultante a seguito della sentenza n. 325 del 2010 della Corte costituzionale?

Viene chiesto se abrogare del tutto la norma sulla privatizzazione dell’acqua.

Votare “SI’” per abrogare la norma (lo Stato prenderebbe di nuovo in mano la gestione dei servizi idrici, togliendola ai privati).

Votare “NO” se si desidera che rimanga vigente l’attuale normativa.


Secondo quesito (Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma)
Volete voi che sia abrogato il comma 1 dell'art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante «Norme in materia ambientale», limitatamente alla seguente parte: «dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito»?

Viene chiesto se abrogare o meno una norma limitatamente alla parte riguardante la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito.

Votare “SI’” per abrogare questa parte della norma che permette il profitto/guadagno, e non soltanto il recupero dei costi di gestione e di investimenti, nell’erogazione del bene Acqua potabile.

Votare “NO” se si desidera che rimanga vigente l’attuale normativa e che chi eroga il servizio idrico ne tragga un profitto.


Terzo quesito (Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme)
“Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante Diposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributarla, limitatamente alle seguenti parti: art. 7, comma 1, lettera d: realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare?”.

Il quesito è stato abbreviato in quanto molto lungo e articolato. Anche qui si tratta di abrogazione parziale di una parte del Decreto Legge n. 112 del 25 giugno 2008 recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, convertito poi con modificazioni nella Legge n. 133 del 6 agosto 2008.

Votare “SI’” per abrogare questa parte della norma che consente il ritorno delle centrali nucleari in Italia.

Votare “NO” se si desidera che rimanga vigente l’attuale normativa che non consente la costruzione di tali impianti sul territorio nazionale.

La costruzione di centrali nucleari in Italia era consentita fino al 1987, anno successivo al tristemente noto disastro di Cernobyl e nel quale si tennero referendum sull’argomento. In quell’occasione circa l’80% dei votanti si di rivelò contrario all’utilizzo dell’energia atomica, le 3 centrali funzionanti vennero chiuse e altre non ne vennero più costruite.


Quarto quesito (Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale)
Volete voi che siano abrogati l'art. 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, e l'art. 2 della legge 7 aprile 2010, n. 51, recante «Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza», quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 13-25 gennaio 2011 della Corte costituzionale?

Come anticipato prima, il quesito è stato proposto dall’IdV ed è stato autorizzato dalla Corte di Cassazione dopo la dichiarazione di parziale incostituzionalità della norma in questione.

Votare “SI’” per abrogare i sopracitati articoli e se si è contrari, quindi, al fatto che alte cariche dello Stato, come Presidente del Consiglio e Ministri, per esempio, possano. Laddove citati, non presentarsi in Tribunale adducendo a impegni di governo.

Votare “NO” se si desidera che rimanga vigente l’attuale normativa-scudo nei confronti del sistema giudiziario.


Qualunque sia la nostra posizione sugli argomenti oggetto dei 4 quesiti referendari, l’importante è ANDARE A VOTARE per adempiere al proprio DOVERE e per esercitare il proprio DIRITTO.

mercoledì 11 maggio 2011

Emergenza e guerrra: Scelta politica della Babele post-moderna - through europe


http://th-rough.eu/writers/dursi-ita/emergenza-e-guerra-scelta-politica-della-babele-post-moderna

Giovanni Dursi, 54, has studied and studies Philosophy and Social Sciences and works as a high school teacher in Bologna; He has also been professor of Philosophy of Education at the Department of Education, University of Urbino.
In the late '70s, he joined the anti-capitalist movement and the “ideas' struggle”, by publishing for various magazines, periodicals and newspapers. In particular, he developed the question of Marxism in educational, sociological and linguistic content.
He now deals with management training in the knowledge society and public communication, on behalf of a number of local administrations in Italy.
He is co-editor of the magazine Bologna "Zero in condotta" [http://www.zic.it/] and he took part in the political experience of the new civic organization Bologna Free City [http://www.bolognacittalibera.org/profile/GiovanniDursi].