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domenica 13 settembre 2020

Lettera aperta alla Ministra Lucia Azzolina - 14.09.2020

Lettera aperta

alla c. a. Ministra della pubblica istruzione, Lucia Azzolina

alla c. a. Viceministra On. Dott.ssa Anna Ascani

alla c. a. Sottosegretario Dott. Giuseppe De Cristofaro

Una delle conseguenze più drammatiche degli effetti della epidemia riguarda l’incremento complessivo dei decessi. Questo è quanto emerso già il 4 Maggio dal Rapporto ISTAT-ISS “Impatto dell’epidemia COVID-19 sulla mortalità totale della popolazione residente”. Nel primo trimestre dell'anno, si osserva a livello medio nazionale una crescita del 49,4% dei decessi per il complesso delle cause.



La mortalità così estesa che ha lambito le vita degli italiani, è il terrifico dato dal quale prendere le mosse per riflettere anche sulla scuola, certo senza lasciarsi irretire dall'emotività, dal dolore.

Attraverso il dolore condiviso stiamo riscoprendo il valore inestimabile dell'esistenza di ciascuno e dell'importanza delle relazioni nella polis. Tuttavia, rammarico e irritazione sociali sono legittimati dal fatto che – come in tante occasioni di disastri “naturali” è già accaduto – andando oltre lo stereotipo dell'imponderabile, scopriamo anche in questa circostanza che la virulenza insita nel dramma occulta responsabilità istituzionali e personali nell'amplificare il “danno”. Esattamente come nel caso dei terremoti che fanno soccombere migliaia di persone sotto le macerie perché gli edifici crollati non rispettavano criteri di costruzione antisismici, come nel caso del dissesto idro-geologico che evidenzia l'urbanizzazione selvaggia che ha favorito insediamenti a rischio, come nel caso di produzioni dannose per la salute pubblica e sconvolgenti l'equilibrio ecosistemico (riferimenti esemplificativi: Taranto e la valle di Bussi in Abruzzo).

È evidente – basta citare il dato dei medici ed infermieri morti che solo sei mesi fa avevano una diversa prospettiva di vita – che anche l’epidemia COVID-19 è stata colpevolmente affrontata in ritardo, con strutture socio-sanitarie palesemente disorganizzate, con il personale mandato allo sbaraglio, in modo tale da iniziare un efficace contrasto all'aggressività del virus unicamente con il “distanziamento sociale” piuttosto che con attività di prevenzione scientificamente condotta.

Questa premessa sulle responsabilità istituzionali e personali per ricordare che il Governo del Paese – se memore dei disastri precedenti –, a fronte di questa ennesima emergenza deve operare per il bene comune lasciando perdere la retorica e la fretta elettoralmente redditizia e decidere – su questioni che riguardano la sopravvivenza biologica e sociale di milioni di cittadini – utilizzando tutte gli strumenti disponibili e saggiamente indivisuati.

In particolare, va rammentato che l’articolo 42 comma 3 della Costituzione della Repubblica Italiana e l’articolo 834 del Codice civile stabiliscono che la proprietà privata può essere espropriata per pubblica utilità. Il fondamento costituzionale dell’espropriabilità è ancora più chiaro se si legge l’articolo 42 comma 3 in combinato disposto con l’articolo 2 della Costituzione, che sottopone i cittadini a “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Questa prospettiva fin'ora è stata bellamente disattesa e per oltre tre mesi ci si è adoperati in un balletto improduttivo con i partners europei e nella disturbante polemica interna tra i partiti. Provvedimenti risolutivi non sono stati presi in considerazione.

In virtù di questi doveri politico-amministrativi circa la “cosa pubblica”, l'inerzia indica inaffidabilità (si pensi alla possibile messa in valore sociale del circuito delle cliniche private). Rinunciando alla cosiddetta “patrimoniale” e alla facoltà d'esproprio (ben sapendo che il privato che subisce il provvedimento espropriativo ottiene un indennizzo, non un risarcimento), è stato accuratamente evitato che il bene espropriato necessario alla collettività nazionale potesse passare in capo alla pubblica amministrazione per ragioni di pubblica utilità, cioè nel perseguimento di un interesse pubblico, vale a dire della collettività organizzata della quale anche l’espropriato fa parte. Al contrario, il Governo si impegna a garantire, ad esempio, ingenti provvidenza alle scuole “private”, cancellando de facto la parte dell'art. 33 della Costituzione secondo il quale “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. Questo lesiona il rapporto cittadini – Stato.

Questa argomentazione per dire che la ricchezza del Paese socialmente prodotta è disponibile, ma interessi privati imprigionano i decisori politici (a livello di governance “centrale” e “decentrata) dentro un'azione lobbistica e ricattatoria tale da far perdere di vista l'interesse generale, inducendoli a barcamenarsi nel rintracciare finanziamenti, sempre esigui, che solo apparentemente vanno nella direzione dell'inclusione sociale e del contrasto alle disuguaglianze.

La scuola diventa terreno di sperimentazione di tali interventi che – in definitiva – non fanno altro che esaltare la penuria, illudendosi di poter contare su una “massa critica” amorfa e sull'impegno, mai venuto meno del resto e di cui i media non forniscono adeguato riscontro informativo, etico-professionale di insegnanti, personale tecnico, amministrativo ed ausiliario. Quest'ultimi, oggettivamente assenti da “tavoli” di concertazione interistituzionale. Dist.me /mo Ministra della pubblica istruzione, Lucia Azzolina, Viceministra On. Dott.ssa Anna Ascani e Sottosegretario Dott. Giuseppe De Cristofaro: l'A. N. P. non deve essere unico interlocutore del Ministero !

A questo proposito, va detto con che lo scoppio del contagio, procurando la sospensione della didattica in presenza, tutti gli Istituti scolastici autonomi, con enormi difficoltà in quasi tutti i casi, si sono dovuti attrezzare per avviare, così come richiesto dalla normativa emergenziale, la formazione a distanza (meglio dire, piuttosto che DaD), revisionando la pianificazione e la programmazione delle attività curricolari e le correlate attività di erogazione di contenuti inter-transdisciplinari e di valutazione.

Prima constatazione: assoluta inadeguatezza del PNSD a guidare le scuole in un percorso di innovazione e digitalizzazione, come previsto nella Legge 107/2015, perché l'impostazione prevedeva un itinerario formativo dei Docenti che, nei cinque anni d'efficacia, si è interrotto e non ha raggiunto tutto il personale scolastico; figure di sistema numericamente esigue (animatori digitali uno per scuola e un team per l'innovazione a supporto) tanto è vero che di recente sono state integrate da (rif. all'articolo 1, commi 725 e 726, della Legge 30 Dicembre 2018, n° 145) con l'équipe formative territoriali a garanzia della diffusione di azioni legate al Piano, ma la cui azione di slancio operativo non ancora è stato possibile apprezzarla; da segnalare anche l'invadenza, percepita nettamente, delle aziende major nel campo dell'I. and C. T. e la subdola imposizione di “piattaforme” per aule virtuali spesso malfunzionanti e concepite senza aver recepito la necessaria consulenza da parte degli insegnanti (come quando il corpo debba indossare un abito di taglia diversa ...); inoltre, i contenuti erogati nei corsi PNSD a suo tempo organizzati, non sempre da esperti realmente portatori di competenze utili alla scuola, hanno avuto un impatto marginale sulla didattica ed oggi lo smart working dei Docenti manifesta tutte le carenze progettuali e l'eterogeneità didattiche che si riverberano sugli studenti in drammatiche diseguali opportunità d'apprendimento.


Il tema è proprio questo: quello della riproduzione delle disuguaglianze che va ben oltre il “divario digitale”
oggettivamente constatato. A ben guardare cosa sta accadendo nella diuturna attività d'insegnamento-apprendimento e d'organizzazione del servizio scolastico - entrambi non sono venuti mai meno, anche nei mesi estivi - che nel complesso non ha subito nessuna cesura: emerge con chiarezza il tema delle scelte familiari e dell’orientamento scolastico. Approcci d'analisi diversi, strutturale (Bourdieu) o interpretativo (Mehan) convergono nel rilevare che la scelta scolastica avviene dentro una dimensione strutturale, ovvero, essa si esplica in un quadro di «costrizioni» relative alla distribuzione spaziale delle scuole in relazione alla loro connotazione sociale differenziale.

Si sta mettendo in luce la struttura dello spazio sociale scolastico. Il Ministero ha i “radar” adeguati per percepirlo ? Le scuole sono differenziate in ragione della differente qualità sociale e scolastica del relativo pubblico. Alcuni studi di caso – pre-pandemici - hanno dimostrato che il processo di scelta in una dimensione micro nel quadro della famiglia avviene rispettando astoricamente l'immobile gerarchia sociale. La scelta scolastica appare così coerente con le precedenti esperienze scolastiche interpretate e mediate dall’ambiente familiare e sociale. D’altro canto, ogni scuola ha il proprio ‘modello desiderabile di studente’ così come un proprio ‘modello accettabile di Docente’ coerente con la propria tradizione e cultura organizzativa e istituzionale. L'inquietante fenomeno dell'insuccesso scolastico e formativo – che dovrebbe interessare in ogni passaggio epocale il Ministero e l'Olimpo pedagogico – e della sua distribuzione diseguale nella popolazione giovanile non sembra essere al primo posto nei pensieri degli strateghi di Roma che si attardano in video interviste ottimistiche e ammiccanti l'elettorato e garantiscono ope legis l'ammissione alle classi successive, anche con insufficienze, come ha precisato lei, Ministra Azzolina.

Abbandono scolastico e dispersione formativa non si contrastano con tali provvedimenti presi dietro l'alibi dell'emergenza. Dotarsi di una task force avulsa dall'esperienza della vita scolastica, forse, non è il miglior modo d'affrontare la questione, come è altrettanto suscettibile di perplessità l'emarginazione imposta ai Docenti (a tutti, fino a prova contraria), molti dei quali coinvolti 24H nell'ardua organizzazione del servizio scolastico (peraltro, pronti ad inviare il proprio CV ...), in questo arduo frangente, nel ridisegnare la scuola blended learning. Forse lei, giovane Ministra Azzolina e l'altrettanto nuova nell'incarico Sottosegretaria … non hanno esaustiva contezza dei profili tecnico-professionali e/o fiducia nell'operato, mal retribuito, dei Docenti ?

Nei mesi passati, durante il lockdown e dopo il coatto “ritiro sociale”, il dibattito sulla Dad è stato molto vivace, ma polarizzato prevalentemente sulla questione "risorse e strumenti", ma completamente avulso da una visione strategica che, senza “se” e senza “ma”, consideri priorità indifferibili hic et nun:

  • introdurre significativi cambiamenti nell'organizzazione della scuola pubblica e in particolare nella direzione di una autonomia dei singoli Istituti, ma sostenuta da patrimoni adeguati: nuovi edifici scolastici ecosostenibili e dotati ab origine di infrastrutture tecniche avanzate

  • predisporre – che si contempli, a questo proposito, anche il contributo professionale dei Docenti senior – un piano di qualificazione e aggiornamento professionali permanente dei milioni di insegnanti di ogni ordine e grado di scuola


Si ha l'impressione, peraltro vivida, precisa, che – viceversa – sussista solo la dimensione emergenziale volta a far affiorare situazioni pilota, situazioni di alta qualità, mentre altre situazioni vengano, come dire, abbandonate. Paradossalmente, ci vorrebbe un sostegno a quelle scuole che non riescono a decollare con l'organizzazione non per responsabilità proprie, bensì perché strutturalmente, politicamente emarginate. Se l'emergenza significa il venir meno di una rete statale di protezione complessiva della scuola pubblica, ecco questo può essere un serio pericolo, forse, anche al di sopra della piena consapevolezza del personale politico dedicato.

Coraggio, dunque, si faccia in modo che "Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza" per usare il Recovery Fund, con i 209 miliardi del Next Generation Eu, vedano l'istruzione, l'educazione e la formazione al centro di un algoritmico riformistico che sappia ben amalgamare digitalizzazione e innovazione, ristrutturazione produttiva “verde” e transizione ecologica, copiosa infrastrutturazione per la mobilità sostenibilità, protezione universalistica concernente la salute ed equità, inclusione sociale e territoriale.

Le scuole saranno più libere in un Welfare irrobustito ed alimentato, ma di fare che cosa ? La scuola non è solo un “contenitore” di contenuti, didattica, relazione, organizzazione; questa è una visione riduttiva che può portare a concepirla solo come una modifica del contenitore. La scuola è un contesto organizzativo istituzionale, ma non è solo questo: è un ambiente predisposto all’apprendimento ed alla produzione di civiltà. Se la scuola viene intesa come setting di apprendimento, allora è anche il luogo dove vige il primato dell’insegnamento. Vogliamo, dunque, repentinamente coinvolgere gli insegnanti nel ridisegno della scuola pubblica ? La scuola è anche il principale luogo sociale di promozione della “cittadinanza”, che ha non solo una dimensione simbolica. Si apprende ad “essere civili” se si è riconosciuti concretamente come tali.

Altri, pur apprezzabili, provvedimenti, sono – secondo i modesti pareri che qui si espongono – solo “pannicelli caldi” che decantano quanto si è fatto, ma occultano ciò che va ancora fatto, indifferibilmente.

Buon lavoro.

Prof. Giovanni Dursi

Docente MPI a t. i. di Filosofia e Scienze umane

Liceo statale G. Marconi di Pescara

14 Settembre 2020

sabato 15 ottobre 2016

NO Renzi Day

NO Renzi Day. Sabato 22 Ottobre  Manifestazione nazionale a Roma 
per il NO sociale alla controriforma costituzionale
                             
In allegato trovate appello, adesioni, programma, locandina del NO Renzi day

Primi firmatari Lidia Menapace partigiana Bruna, Umberto Lorenzoni partigiano Eros, Paolo Maddalena, Luigi De Magistris, Nicoletta Dosio, Moni Ovadia, Valerio Evangelisti, Dino Greco, Pino Marziale, Antonio Distasi, Mimmo Mignano, Stefano Fassina, Franco Russo, Giorgio Cremaschi, Fabrizio Tomaselli, Luciano Vasapollo, Carlo Formenti, Ernesto Screpanti, Sergio Cararo, Paolo Ferrero, Manuela Palermi, Mauro Casadio, Paolo Leonardi, Giovanni Russo Spena, Emiddia Papi, Paola Palmieri, Guido Lutrario, Eleonora Forenza, Claudia Candeloro, Carlo Guglielmi, Franco Turigliatto, Moreno Pasquinelli, Stefano D’Errico, Fabio Frati, Maurizio Acerbo, Andrea Ferroni, Roberta Fantozzi, Rosa Rinaldi, Laura Di Lucia Coletti, Ciccio Auletta, Marco Bersani, Roberto Musacchio, Cesare Antetomaso, Massimo Rossi, Italo Di Sabato, Haidi Giuliani, Francesco Caruso, Emilio Molinari, Alfio Nicotra, Fabio Alberti

NO RENZI DAY
NO ALLA CONTRORIFORMA E AL GOVERNO RENZI
L’appello del Coordinamento
per il NO Sociale alla Controriforma Costituzionale:

Il governo Renzi dopo infiniti ritardi ha fissato la data del voto referendario per il 4 dicembre. Organizzazioni sindacali di base, movimenti civili e sociali, organizzazioni politiche militanti della lotta per la democrazia, il lavoro e l’ambiente, partigiani, hanno dato vita al COORDINAMENTO PER UN NO SOCIALE ALLA CONTRORIFORMA COSTITUZIONALE che propone due scadenze nelle quali far sentire le ragioni sociali del NO:
- Il 21 ottobre il coordinamento sostiene lo SCIOPERO GENERALE proclamato sinora da USB, UNICOBAS, USI per la difesa dei diritti del lavoro e dello stato sociale, per difendere ed applicare la Costituzione del 1948, per dire basta al governo Renzi e al massacro sociale. Lo sciopero si svolgerà con iniziative diffuse in tutto il paese.
- Il 22 ottobre il COORDINAMENTO indice il NORENZIDAY, manifestazione nazionale a Roma per dire NO alla Controriforma Costituzionale ed a tutti i suoi autori nel nome del popolo sfruttato, precario, senza lavoro, impoverito, avvelenato.
I temi della mobilitazione saranno:
PER L’APPLICAZIONE DEI PRINCIPI E DEI DIRITTI DELLA COSTITUZIONE DEL1948: IL LAVORO, LA FORMAZIONE E LA SCUOLA PUBBLICA, LA CASA, IL REDDITO, LO STATO SOCIALE E I BENI COMUNI IN MANO PUBBLICA, L’AMBIENTE E LA DEMOCRAZIA, LA DEMOCRAZIA E LA SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO. LA LIBERTÀ E LA SOVRANITÀ DEMOCRATICA DEL POPOLO ITALIANO, OGGI SOTTOPOSTA AD UN VERGOGNOSO ATTACCO DA PARTE DEI GOVERNI DEGLI USA, DELLA GERMANIA E DALLA BUROCRAZIA DELLA UE.
NO ALLA CONTRORIFORMA COSTITUZIONALE DEL GOVERNO, DELLA CONFINDUSTRIA, DELLE BANCHE E DELL’ UNIONE EUROPEA.
NO AL JOBSACT, ALLA PRECARIETA’ SOCIALE, ALLA BUONA SCUOLA, ALLA LEGGE FORNERO, AL DECRETO MADIA, ALLA TAV E ALLE GRANDI OPERE, ALLA PERSECUZIONE DEI MIGRANTI, ALLA DISTRUZIONE DELLO STATO SOCIALE, ALLE PRIVATIZZAZIONI, AI TAGLI ALLA SANITA’, AGLI INTERVENTI SULLE PENSIONI A FAVORE DELLE BANCHE, AL TTIP ED AL CETA.
NO ALLA GUERRA, ALLA NATO, ALLE SPESE E ALLE MISSIONI MILITARI, ALLA REPRESSIONE PADRONALE, POLIZIESCA E GIUDIZIARIA.
DOPO LO SCIOPERO GENERALE DEL 21 OTTOBRE LA MOBILITAZIONE CONVERGERÀ DAL POMERIGGIO DEL 21 IN PIAZZA SAN GIOVANNI PER UNA ACCAMPATA DI PROTESTA DA CUI PARTIRÀ IL 22 OTTOBRE IL CORTEO DEL NORENZIDAY

Lidia Menapace partigiana Bruna, Umberto Lorenzoni partigiano Eros, Paolo Maddalena, Luigi De Magistris, Nicoletta Dosio, Moni Ovadia, Valerio Evangelisti, Dino Greco, Pino Marziale, Antonio Distasi, Mimmo Mignano, Stefano Fassina, Franco Russo, Giorgio Cremaschi, Fabrizio Tomaselli, Luciano Vasapollo, Carlo Formenti, Ernesto Screpanti, Sergio Cararo, Paolo Ferrero, Manuela Palermi, Mauro Casadio, Paolo Leonardi, Giovanni Russo Spena, Emiddia Papi, Paola Palmieri, Guido Lutrario, Eleonora Forenza, Claudia Candeloro, Carlo Guglielmi, Franco Turigliatto, Moreno Pasquinelli, Stefano D’Errico, Fabio Frati, Maurizio Acerbo, Andrea Ferroni, Roberta Fantozzi, Rosa Rinaldi, Laura Di Lucia Coletti, Ciccio Auletta, Marco Bersani, Roberto Musacchio, Cesare Antetomaso, Massimo Rossi, Italo Di Sabato, Haidi Giuliani, Francesco Caruso, Emilio Molinari, Alfio Nicotra, Fabio Alberti

Prime adesioni: USB, UNICOBAS, USI, CUB Trasporti Lazio, Eurostop, Movimento No TAV Val di Susa, Forum Diritti Lavoro, Contropiano, Carovana delle periferie Roma, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, Partito della Rifondazione Comunista, Rossa, Rete dei Comunisti, Sinistra Anticapitalista, Partito Comunista Italiano, Noi Restiamo, L’Altra Europa con Tsipras, Militant Roma, CONUP (pensionati), Centro Sociale 28 Maggio Brescia, USI Cons, FGCI, Giovani Comunisti, Sinistra No Euro, CARC, Circolo Agorà Pisa, Centro internazionale Crocevia, Rete NOWAR, Per un’altra città – Laboratorio Politico Firenze, Fronte Popolare Milano, Partito Comunista dei Lavoratori, P101, Economia Per I Cittadini, Comitato per il No di Roma, Coord. Per la Democrazia Costituzionale (comitato per il NO) Napoli, Comitato della Franciacorta per il NO, ATTAC Italia, Partigiani della Scuola Pubblica, MGA (associazione avvocati), Collettivo Comunista (M-L) Nuoro, Sinistra per Roma, Giuristi democratici, centro sociale Zona 22 (San Vito Ch), Osservatorio sulla repressione, Controlacrisi
Movimento Nazionale Antifascista per la Difesa Integrale e il Rilancio della Costituzione, Comitato per "Un NO per la democrazia sociale”, Comitato per il 'NO' di Civitavecchia, Comitato Nazionale Lipscuola, Comitato Ligure La Scuola per il NO, Rete per l'autorganizzazione popolare, collettivo politico della Casa del Popolo Giuseppe Tanas, Facciamosinistra, CSOA TERRA ROSSA Lecce, Università Popolare Asylum, Arsave - Laboratorio per la città che vogliamo, PMLI, Lavoro e Salute, Forum Insegnanti, Partito di Alternativa Comunista, Associazione Politico Culturale "La Rossa" di Lari (PI), Commissione Audit sul debito pubblico di Parma, Fronte di Lotta No Austerity, autoconvocatiscuoleroma
Mario Agostinelli, Carlo Andreini, Carlo Barbiani, Gaetano Bucci, Giovanni Caggiati, Ciampi Angelo, Chirico Domenico, Gabriele Visco Gialardi, Enzo Lanini, Arianna Roggeri, Angelo Ruggeri, Paolo Andreozzi, Mario Eustachio de Bellis, Marina Boscaino, Alfredo Toppi, Stefano Galieni, Fabio de Nardis, Carla Maria Ruffini, Sergio Cesaratto, Angelo Di Naro

Coordinamento per NO Sociale alla Controriforma Costituzionale
Per informazioni, adesioni e contatti: coordinamentonosociale@gmail.com

 NO RENZI DAY
NO ALLA CONTRORIFORMA E AL GOVERNO RENZI
Programma in corso di definizione della due giorni per il No Renzi Day
Venerdi 21 ottobre
giornata dello sciopero generale indetto da USB, UNICOBAS, USI ci saranno iniziative territoriali in tutta Italia.
Dalle ore 16.00 a Roma “accampata” di lotta con dibattiti su Europa e riforme
a P.zza San Giovanni, dalle 21 concerti di Banda Bassotti, Assalti frontali, Pugni in tasca, The Conspirators, Los 3 altos, Skasso, intermezzi con Giordano Deplano, Cristian Raimo ed altri. Parteciperà anche Rikom Carnera con il suo rap per Abd Elsalam. La serata è intitolata ad Abd Elsalam, operaio ucciso mentre lottava per i diritti di tutti.
Sabato 22 ottobre ore 14.00 corteo nazionale da piazza San Giovanni

venerdì 1 giugno 2012

Capitalismo tossico. Crisi della competizione e modelli alternativi

Impazzano cifre e sigle impronunciabili. Borse a picco e crisi dei mercati. Da come ci raccontano i Tg e i giornali mainstream il capitalismo trema. Ma cosa sta accadendo davvero? Da dove nasce questa crisi? A quattro anni dall’esplosione della crisi economica e finanziaria che si è resa manifesta con il fallimento della banca Lehman Brothers alcune sirene si sforzano a dire che il peggio è passato, che la ripresa è alle porte. In realtà in questi ultimi tre anni nessuna delle cause strutturali della crisi è stata affrontata. Le ricette che si stanno preparando, sono ormai uguali in tutta Europa: privatizzazioni, cancellazione dello stato sociale, lavoro flessibile, intermittente e precario. Intanto la tensione sale nelle piazze, la voglia di rivolta, la voglia di cambiare. Da Atene a Madrid. Di tutto questo è possibile discutere Venerdì 1 Giugno 2012, alle ore 18:00 (Sala Figlia di Iorio c/o Palazzo della Provincia, Piazza Italia,30 Pescara), in occasione della PRESENTAZIONE DEL LIBRO ED.ALEGRE, "CAPITALISMO TOSSICO", DI MARCO BERTORELLO E DANILO CORRADI (con postfazione di Riccardo Bellofiore).
Interverrà uno degli autori, Danilo Corradi: dottore di ricerca in Storia economica all’Università di Roma “Sapienza” e insegnante precario di Storia e Filosofia nei licei. È autore di numerosi articoli sulla crisi e sulle riforme dell’istruzione per la rivista Erre. Per Edizioni Alegre ha curato il volume collettaneo Studiare con lentezza (2006). Scrive Vladimiro Giacché su Liberazione il 21/07/2011, recensendo il libro edito da Alegre: "Il problema è che a questa crisi, che ha posto in luce con straordinaria chiarezza l'incapacità di autoregolazione del capitalismo, non ha corrisposto un riequilibrio dei poteri dal privato verso il pubblico: lo Stato ha accettato di fare il maggiordomo. È stata così possibile quella che Slavoj Zizek chiama "la spoliticizzazione della crisi": le scelte di violenta ristrutturazione delle imprese, e adesso di drastica riduzione dei servizi offerti dallo Stato, vengono così presentate non come scelte di classe, ma come risposte tecniche e necessarie. Ma è proprio questo assunto che deve essere rovesciato praticamente. In che modo? Facendo emergere "nuove rigidità con cui quelle dominanti dovranno fare i conti", ricostruendo un pensiero e una volontà popolare radicalmente antagonistici. È un compito difficile. Ma - come ci ricorda Riccardo Bellofiore nella preziosa postfazione che chiude il volume - "o la sinistra recupera il senso dell'utopia, il senso della possibilità contro il senso della realtà, o è un morto che cammina".

lunedì 7 marzo 2011

Controinformazione sull'informazione: Usa, la nuova propaganda

La consapevoleza dell'importanza dei media, seppur sottovalutata dalle popolazioni, è presente tra chi "governa il mondo". Scritto da Luca Galassi Sabato 05 Marzo 2011 - Hillary Clinton: nuovi finanziamenti per i media che promuovono all'estero gli interessi della nazione - Gli Stati Uniti stanno perdendo la guerra dell'informazione, e di fronte all'emergere di nuovi media in Russia, Cina e Medio Oriente, il monopolio americano è in crisi. Il Segretario di Stato Hillary Clinton ha lanciato l'allarme di fronte alla Commissione Affari Esteri del Senato, evidenziando la necessità di nuovi finanziamenti per 'tornare a giocare la partita'.La partita si gioca in casa, dove Hillary Clinton sta cercando di evitare i tagli del 16 percento al suo ministero, rendendo anche conto ai senatori dei 79 miliardi di dollari del budget 2012 destinati a 'diplomazia e sviluppo'. Dietro questa cifra si celano finanziamenti a vario titolo, compresi quelli per la Bbg (Broadcasting Board of Governors), agenzia responsabile di tutti i media non-militari sponsorizzati dal governo Usa. "C'è una guerra dell'informazione, e noi la stiamo perdendo - ha detto il Segretario di Stato alla Commissione -, mentre al Jazeera la sta vincendo. I cinesi hanno aperto un network televisivo multi-lingue globale, i russi hanno creato un network in inglese. L'ho visto in diversi Paesi, ed è stato molto istruttivo".
Russia Today, canale televisivo russo citato da Hillary Clinton, su YouTube conta 300 milioni di visite, la Cnn solo tre. Dalla caduta del Muro, anche la Bbc ha assistito a un progressivo declino, a spese di canali in lingua araba che diffondono un'immagine degli Stati Uniti che non corrisponde più a quella voluta dalla diplomazia e dalla propaganda. L'esistenza di nuovi punti di vista danneggia profondamente un Paese che crede che il suo punto di vista sia l'unico possibile. Da qui nuovi finanziamenti e un nuovo ruolo per il Bbg, di cui è membro onorario, per legge, la stessa Hillary Clinton.
L'agenzia controlla media come Radio Free Europe, Voice of America e Radio Martì (sede a Miami ma audience prevalentemente cubana), oltre ad altri canali e stazioni in tutto il mondo. Il suo compito è quello di "promuovere e sostenere la libertà e la democrazia diffondendo notizie accurate e obiettive sugli Stati Uniti e sul mondo". Erede dell'Usia (United States Information Agency), l'ente per la 'diplomazia pubblica' concepito per 'comprendere, informare e influenzare il pubblico straniero promuovendo l'interesse nazionale', al Bgg andranno risorse fino ad oggi spese - o spese male - dal Dipartimento di Stato che, a causa delle relazioni ufficiali con i governi stranieri, è stato criticato per le deboli iniziative in tal senso. Informazione e tecnologia dell'informazione sono alla base della sua attività. In un rapporto prodotto dalla Commissione affari esteri del Senato i! l Dipartimento di Stato è criticato per aver gestito in pessimo modo i cinquanta milioni di dollari destinati a software per combattere la censura su internet. Solo venti ne sono stati spesi, e di questi una misera somma è andata a uno dei programmi più ambiziosi, l'Internet Censorship Circumvention Technology (Icct).Proprio la delicatezza delle relazioni con la Cina avrebbe provocato i ritardi nel finanziamento al progetto Icct, sviluppato, tra l'altro, da due compagnie statunitensi fondate da membri del Falungong (movimento spirituale bandito in Cina), per permettere ai suoi seguaci di forzare il firewall della censura. Tali ritardi avrebbero consentito a Pechino di stringere la morsa contro le opposizioni. Il rapporto, citato la scorsa settimana dal Washington Post, riferisce della necessità di investire la Bbg di un ruolo primario, 'lavorando quotidianamente affinché i programmi di radio, internet e televisione del suo network possano essere ricevuti dagli utenti di Paesi che cercano di bloccarli, danneggiarli o metterli fuorilegge'.
Durante la sua audizione di fronte alla Commissione Affari Esteri del Senato, Hillary Clinton ha ricordato di aver incontrato un generale afgano le cui opinioni sugli americani si sono formate interamente guardando show televisivi come Baywatch o il campionato di wrestling. "Le uniche cose che credeva di sapere sugli americani erano che tutti gli uomini fanno wrestling e tutte le donne vanno in giro in bikini".
Da megachip.info - di Luca Galassi
Fonte: http://it.peacereporter.net/articolo/27200/Usa,+la+nuova+propaganda