venerdì 1 giugno 2012

Capitalismo tossico. Crisi della competizione e modelli alternativi

Impazzano cifre e sigle impronunciabili. Borse a picco e crisi dei mercati. Da come ci raccontano i Tg e i giornali mainstream il capitalismo trema. Ma cosa sta accadendo davvero? Da dove nasce questa crisi? A quattro anni dall’esplosione della crisi economica e finanziaria che si è resa manifesta con il fallimento della banca Lehman Brothers alcune sirene si sforzano a dire che il peggio è passato, che la ripresa è alle porte. In realtà in questi ultimi tre anni nessuna delle cause strutturali della crisi è stata affrontata. Le ricette che si stanno preparando, sono ormai uguali in tutta Europa: privatizzazioni, cancellazione dello stato sociale, lavoro flessibile, intermittente e precario. Intanto la tensione sale nelle piazze, la voglia di rivolta, la voglia di cambiare. Da Atene a Madrid. Di tutto questo è possibile discutere Venerdì 1 Giugno 2012, alle ore 18:00 (Sala Figlia di Iorio c/o Palazzo della Provincia, Piazza Italia,30 Pescara), in occasione della PRESENTAZIONE DEL LIBRO ED.ALEGRE, "CAPITALISMO TOSSICO", DI MARCO BERTORELLO E DANILO CORRADI (con postfazione di Riccardo Bellofiore).
Interverrà uno degli autori, Danilo Corradi: dottore di ricerca in Storia economica all’Università di Roma “Sapienza” e insegnante precario di Storia e Filosofia nei licei. È autore di numerosi articoli sulla crisi e sulle riforme dell’istruzione per la rivista Erre. Per Edizioni Alegre ha curato il volume collettaneo Studiare con lentezza (2006). Scrive Vladimiro Giacché su Liberazione il 21/07/2011, recensendo il libro edito da Alegre: "Il problema è che a questa crisi, che ha posto in luce con straordinaria chiarezza l'incapacità di autoregolazione del capitalismo, non ha corrisposto un riequilibrio dei poteri dal privato verso il pubblico: lo Stato ha accettato di fare il maggiordomo. È stata così possibile quella che Slavoj Zizek chiama "la spoliticizzazione della crisi": le scelte di violenta ristrutturazione delle imprese, e adesso di drastica riduzione dei servizi offerti dallo Stato, vengono così presentate non come scelte di classe, ma come risposte tecniche e necessarie. Ma è proprio questo assunto che deve essere rovesciato praticamente. In che modo? Facendo emergere "nuove rigidità con cui quelle dominanti dovranno fare i conti", ricostruendo un pensiero e una volontà popolare radicalmente antagonistici. È un compito difficile. Ma - come ci ricorda Riccardo Bellofiore nella preziosa postfazione che chiude il volume - "o la sinistra recupera il senso dell'utopia, il senso della possibilità contro il senso della realtà, o è un morto che cammina".

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