L'esaltazione
della razza – idea priva di validità scientifica nell'ambito
antropologico -, delle caratteristiche di un popolo, della sua potenza
travisa il significato del concetto di “nazione” quale comunità stabile,
formatasi storicamente, di lingua, di territorio e di conformazione
psichica che si manifesta nella comune cultura. Nel fanatismo omicida
razzista la “nazione” cessa d'essere un mezzo per ricomporre l'unità
dell'umanità ad un livello storicamente adeguato (Mazzini) e diventa un
fine in se stesso (Fichte). Da queste premesse derivano le teorie,
dottrina ed azione politica che, sviluppate nell'Ottocento (Chamberlain,
Gobineau) ed “aggiornate” nel 1925 dal Mein Kampf,
fonte ininterrotta di contaminazione dell’umanità ben oltre il 1945,
offrono ancor oggi una piattaforma ideologica a tutti i programmi
politici delle “destre” coalizzate, che siano già al governo di alcuni
paesi europei o che ambiscano ad esso, basati sull'aspirazione a
disporre di uno spazio vitale per soddisfare le esigenze di “un popolo” a
discapito degli altri. Come è facile constatare con l'episodio di
Macerata, quella piattaforma ideologica vede attivi mandanti ed
esecutori ed il razzismo nostrano, non essendo affatto regredito,
riproporsi inalterato.
In analogia con la mentalità anacronistica e preindustriale del luddismo
inglese (caratterizzato dal sabotaggio in fabbrica e distruzione delle
macchine), un soldato americano, in un gesto che non era
comprensibilmente solo simbolico, gettò nelle fiamme le matrici di
piombo
del pamphlet
di Adolf Hitler. Evidentemente, sul lungo periodo, senza alcun
risultato culturale e politico vista la sopravvivenza della “mala
pianta”, del fascino nefasto che può avere la propaganda fascista
impostata sull'odio razziale quando si intendono dirottare sentimenti di
protesta e frustrazione degli sfruttati su falsi nemici, quale che sia
il rapporto reale fra “potere” e “condizione” delle masse. Pertanto, va
posta una domanda aspra, verificato che la pedagogia del “mai più”
suggerito dalla memoria storica non insegna a tutti, volendo evitare
l'inefficacia d'una posizione, per così dire neoluddista
(confondere, sbagliando, gli obiettivi da raggiungere) di lotta
politica e culturale al fascismo razzista: può essere considerata in
gioco un'ulteriore variabile, con l'intento di liberare definitivamente
l'umanità dalla piattaforma ideologica che la tiene ciclicamente
sottoscacco, definendo una moratoria etica e giuridica - circoscritta
alla fattispecie e temporalmente limitata - per ripagare fascisti e razzisti con la stessa moneta ?
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