lunedì 21 giugno 2010

DATI . . . PER ECOLOGIA COMPORTA-MENTALE By http://www.bolognacittalibera.org 20 Ottobre 2008

DATI . . PER AGIRE – ECOSISTEMA URBANO 2009 - Fonte: http://www.cittalia.it
È stato presentato il 13 ottobre a Belluno il Rapporto Ecosistema urbano 2009, sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani: la ricerca effettuata da Legambiente, Ambiente Italia e Sole 24 Ore. La XV edizione di Ecosistema Urbano vede ai primi cinque posti della classifica sulla sostenibilità multiffattoriale urbana le città di Siena, Belluno, Trento, Verbania e Parma con i migliori parametri riferiti alla qualità dell’aria, la raccolta differenziata, la produzione dei rifiuti, ai consumi di acqua, alle perdite delle tubature idriche, al sistema di trasporto pubblico, fino alla disponibilità di spazio per le biciclette e alle aree pedonali. Tra i meriti della città di Belluno vi è anche quello di progredire ogni anno nelle proprie ecoprestazioni, mentre invece Frosinone, Ragusa, Catania e Benevento occupano gli ultimi posti della classifica. “Le colpe della staticità delle città – ha detto Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – sono varie e non sempre ricadono sui sindaci. Non è per esempio colpa degli amministratori locali, se da molti anni lo Stato investe poco nelle infrastrutture per il trasporto pubblico urbano, però capita spesso che questo dato oggettivo venga usato come alibi dai primi cittadini che molte cose utili potrebbero farle e a costo zero, dalla sperimentazione di forme di road pricing sul modello di Londra o Milano, alla moltiplicazione delle corsie preferenziali. Ecco se dovessimo indicare oggi l’identikit del buon amministratore potremmo sintetizzarlo in questo modo: un sindaco che agisce per risolvere i problemi e così facendo risquote consenso. Troppi sindaci sembrano pensare che l’obiettivo di rendere le città più moderne ed efficienti passi più da qualche grande infrastruttura isolata piuttosto che da una forte scommessa sulla qualità ambientale come fattore di benessere civico e anche di sviluppo economico”. Nel rapporto di Ecosistema Urbano 2009 vediamo la città di Cagliari al 35° posto, nel contesto generale, cresciuta di ben 17 posizioni rispetto all’edizione dello scorso anno: prima città del Sud, al 5° posto tra le grandi città.
E tra le città del Sud migliora anche Caserta che va dal 41° al 37° posto.
In maniera inversamente proporzionale vediamo però Roma passare dal 55° al 70° posto, mentre Milano avanza di circa 10 posizioni. Tra il primo e l’ultimo capoluogo preso in esame balza agli occhi un considerevole gap: “Sgombriamo il campo dall’idea che queste città siano ‘in ritardo’ perché, o solo perché, a più basso reddito – dichiara Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente – Frosinone ultima in classifica, ha lo stesso prodotto interno lordo procapite di Verbania che è invece la prima tra le cinque; Catania (la terz’ultima) ha un pil procapite superiore a Campobasso (che è 63 posizioni sopra nella classifica), Catanzaro ha un reddito procapite superiore a Cagliari, ma più di 15 punti in meno nella classifica di qualità ambientale. Inoltre, nonostante fattori di pressione leggermente più bassi, in queste città i problemi ambientali non sono meno urgenti. Anche senza scomodare l’abusivismo o lo smaltimento illegale dei rifiuti, in questi centri urbani la qualità dell’aria e quella delle acque potabili sono i peggiori della media nazionale. Ma dove la distanza diventa eclatante è su tutti quegli indicatori che chiamano in causa la qualità delle politiche e del governo.
L’infrastrutturazione ambientale è decisamente meno sviluppata della media nazionale: sono depurate il 70% delle acque contro una media dell’85%; la capacità di trasporto pubblico è meno della metà della media nazionale, la disponibilità di verde urbano è addirittura inferiore del 60%. Le politiche ambientali attive sono deboli se non inesistenti: la raccolta differenziata è ad un terzo della media nazionale (ancora sotto agli obiettivi di legge), zone a traffico limitato e piste ciclabili sono quasi inesistenti (il 15% della già modesta media nazionale), le azioni ambientali positive (acquisti verdi, politiche di risparmio energetico etc…) hanno una diffusione largamente inferiore anche alla media nazionale. Dietro le città che migliorano o che peggiorano nella loro qualità ambientale ci sono poche condizioni oggettive. C’è la qualità del governo. C’è la qualità delle politiche del governo locale e anche (e non ultima) la qualità della cultura civica locale”. Le classifiche vengono redatte per avere dati di valutazioni certi ed oggettivabili, ma la vera ontologia spendibile ed applicabile alle indagini è quella di ricavarne una sintesi utile per potere rivolgere le proprie azioni ad una disamina e ad un progressivo miglioramento particolare e d’insieme.

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